Immagino dipenda da cio’ che ti proponi di fare.
Io mi sono trovato bene in Europa, in Italia so di non avere possibilita’.
L’America la considererei per una tappa a breve termine (quindi non un dottorato che la’ dura parecchio), ma non mi piacerebbe metterci radici, anche se certe citta’, come Boston, le ho trovate, per certi versi, molto “Europee”.
Ogni paese ha le sue magagne. L’Italia più di altri e meno di altri ancora.
Mia sorella fa la ricercatrice in Germania e si prende 500€ in più di me che ho un lavoro fisso, sicuro ed equiparabile ad un lavoro statale. Se fosse in Italia non sò, ma sicuramente molto meno. Ma questa è cosa che sanno tutti.
Gli USA non mi attirano più di tanto, l’Europa mi sembra offrire tanto, ma personalmente sento una vocina: Canada.
Condivido l’Admin, ci sono tanti italiani che si fanno un c…o così, ed è merito loro se questo paese tira avanti. Ma ce ne sono atroppi che sono dei veri parassiti, un paese di immaturi cronici che ti riempiono di rabbia. Già stamattina alle sette ne ho presi due contemporaneamente che facevano i numeri in macchina… si non c’entra nulla con il discorso.
Però non dimentichiamoci che viviamo in uno stato che a mio giudizio è già una dittatura dove invece di comandare 1, comandano in 1000. Abbimao politici che fanno il bello e cattivo tempo con tutto il loro codazzo di lacchè, imprenditori che sono tutto tranna che “imprenditori”, ma anche loro parassiti di stato che spingono per avere commesse statali.
Un apparato pubblico che è stato considerato solo come un posto dove scaricare raccomandati d’ogni risma.
Una giustizia che tutela i direitti del reo, non della vittima.
Non parliamo poi della criminalità organazzata che è libera di fare quello che vuole,
L’informazione è imbavagliata. Bisogna ascoltare un comico per avere delle dritte o leggere la stampa estera per capire cosa non funziona da noi.
Per non parlare di tutti gli obblighi che abbiamo con lo stato e con la Chiesa. Canone RAi, ticket sanitario, scuola dell’obbligata fino a 18 anni, tutta a carico dei genitori, tra non molto anche il digitale terrestre, perchè sulle reti in chiaro non girerà più nulla d’interressante a parte i discorsi dei nostri politici… e la lista si allunga se dovete comprare casa…
I miei sono solo luoghi comuni? Il solito modo di dire del bar? Non mi pare di dire cose poco note.
Cambiare l’Italia è come svuotare un oceano con il cucchiaino. Sono qui è mi dò da fare con il cucchiaino, ma espatriare e tornare qui forse per fare solo le vacanze…
speriamo che questa paura a lungo andare non precipiti l’ Italia in un abisso autodistruttivo senza possibilità di uscita come bancarotta dello Stato, disoccupazione ai massimi livelli storici, superinflazione e così via.
Tanti parlano degli U.S.A. e del Nord Europa e sono d’ accordo circa le varie possibilità di lavoro e di una società forse migliore (almeno secondo alcuni aspetti) però ho sempre avuto la convinzione che la Nuova Zelanda sia un paese ancor più interessante sotto vari aspetti e questa idea mi sorge semplicemente riflettendo su questi dati:
Superficie in kmq quasi come l’ Italia (286.680 kmq)
Aspetto del territorio molto simile all’ Italia
Clima molto simile all’ Italia, considerando anche che si trova nell’ Oceano
Economia molto solida
Disoccupazione pari a zero
Abitanti poco più di 4 milioni in tutto
Inquinamento pressochè zero
Sistema statale/amministrativo abbastanza onesto e capace
Avete tutti ragione soprattutto mi è piaciuta la frase che per ripristinare l?italia sarebbe come svuotare un ogeano con un cucchiao, comuqnue di gente che si fa un c… così dalla mattina ne conosco tante per esempio mio padre e mio zio con un lavoro faticoso, non bello e pagato neanco come dovrebbe essere…
Dopo aver letto tutti i vari commenti posto anche io un mio pensiero…non voletemi male ma ho votato Italia e sempre voterò per il mio bel Paese.
Non dirò qui il perchè o le mille motivazioni anche se sono d’accordo con l’admin ed aggiungerei anche altre cose ma vorrei solo postare questo esempio recente che mi è capitato per lavoro.
Ho effettuato un lavoro di intervista al popolo Senegalese per scoprire i flussi migratori.
Sono così entrata in contatto con un popolo meraviglioso che vive nel nostro Paese, lavora seriamente, paga le tasse, spende denaro e mantiene la famiglia in Senegal ed in Italia.
Tutte le persone da me intervistate hanno un lavoro, alcuni sono impiegati altri lavorano nell’edilizia altri sono camionisti, una casa, alcuni la famiglia. Vivono qui in Italia, in Toscana, da anni, alcuni anche 30 anni, ma il loro sogno sapete cosa è?
Tornare a casa!
Comprano casa in Senegal, comprano negozi, terra e sognano che non appena in pensione o dopo aver guadagnato abbastanza torneranno perchè il loro Paese è quello e loro desiderano vivere lì!
Non aggiungo altro anche se credo capirete come la penso al fatto di vivere in USA, in Australia, in Europa o su Marte!
Marte non mi dispiacerebbe…!
Certo che vivere meglio a casa nostra non sarebbe male. Anche i senegalesi però sono costretti ad espatriare per farsi una vita migliore e quando finalmente sono a posto tornano a casa. La domanda cattiva sarebbe: “perchè non te ne resti a casa tua e ti dai da fare per migliorare il tuo paese”?
E la risposta è che a casa sua, se non riesci a vivere, non puoi cambiare nulla.
L’Italia non è il Senegal, però mi pare di capire che le istituzioni debbano essere simili se per avere una vita migliore devi espatriare…
Non mi si venga a dire che se ti sbatti, se ti dai da fare… se hai c…o così ti va bene e trovi un posto in un call center.
Io stesso DEVO ammettere che un pò di fortuna l’ho avuta se sono dove sono, altro che meriti. Io forse sono un caso isolato, ma quanti devono alla fortuna o a qualcun altro il fatto di mettersi in tasca un pò di soldini? Quanti possono dire che è tutto SOLO merito loro?
Ma può l’Italia tirare avanti usando come metro il reddito dei suoi cittadini più remunerati? Io lavoro a Milano e vedo i prezzi gonfiati ad arte. Vedo anche per lavoro i pensionati che non riescono a pagare le bollette e devono rivolgersi ai servizi sociali. Gli extracomunitari che da soli non ce la fanno e vanno in mora, metre se vivono in quindici in un bilocale vivono meglio di un pensionato. Non accetto l’idea degli economisti che siccome stiamo vivendo un periodo di crisi allora qualche vittima è inevitabile…
E allora, come sempre “c’è sempre lì quello che parte…”.
Una volta espatriavano i braccianti. Oggi diplomati e laureati. Sarà, ma i conti non mi tornano. Dove sbaglio?
Scusate.