Da punto di vista tecnico se ci dessero dentro come hanno fatto a luglio probabilmente si, ma è praticamente impossibile che possa arrivare la licenza della FAA entro l’anno. Non a caso le operazioni sono tornate ormai da qualche mese alla “velocità normale”…
Effettuato il primo Static Fire di Starship 20.
È stato accesso un Raptor vacuum.
Qualche mattonella termica manca dopo lo static fire
Fatico a capire se la risposta di Musk sia solo una battuta
non credo sia una battuta, ma il problema rimane serio secondo me… Cadendo, le mattonelle si distruggono e non permettono il recupero per capire quale sia la causa della mancata aderenza a Starship… non credo che basti dire: “scuotiamo la navetta e le mattonelle che rimangono attaccate sono validate”
Non è per fare il semplicista, anche lo shuttle perdeva mattonelle, sono problemi credo intrinseci al concetto di scudo termico in mattonelle. Bisogna solo stabilire quale perdita è tollerabile senza arrivare al Columbia
Solo che il Columbia non è andato perso per una “banale” perdita di mattonelle. Si trattò (come ben riassunto nel CAIB - Columbia Accident Investigation Board - https://www.nasa.gov/columbia/home/CAIB_Vol1.html) di un pezzo del foam di rivestimento dello ET (intriso di ghiaccio) che aveva sfondato, letteralmente, il bordo d’attacco della semiala sinistra.
Lo Shuttle ha sempre “perso” tante mattonelle sin dal primo volo del Columbia nel 1981 (STS-1), ma nessuno Shuttle è stato distrutto a causa di questo motivo per cui il paragone con quanto accaduto durante la sfortunata missione STS-107 non è pertinente.
Come si sia perso il Columbia lo so benissimo. Non potrò mai dimenticare questa tragedia anche perchè McDowell lo conoscevo di persona. Sicuramente non ho espresso bene il mio pensiero, il Columbia andò distrutto percentuale il danno fu considerato tollerabile. Intendevo questo non considerare delle perdite sempre più tollerabili via via che non c’è danno. Spero di essere stato più chiaro
Capisco.
Purtroppo il danno patito dal Columbia, sia pure prevedibile, non era stato affatto previsto.
Pur essendoci state numerosi collisioni, in passato, tra foam e parti dell’Orbiter, alla NASA avevano sottovalutato la cosa. Pertanto nessuno si era preso la briga di fare dei test (prima, tutti quelli fatti saranno solo a valle dell’incidente) pertanto non era disponibile nessuna informazione sulla tollerabilità del sistema in una situazione del genere. Quando fu presa la decisione di fare rientrare il Columbia, sostanzialmente ignorando bellamente il danno patito (e sapevano che si era verificato) la NASA non aveva nessuna stima sulla tollerabilità del danno, semplicemente avevano fatto un’assunzione rispetto agli impatti precedenti.
Premesso ciò, la SpaceX si trova in una situazione diversa dal momento che è possibile simulare la perdita via via crescente di mattonelle e dunque sapere (almeno in via teorica ovviamente) qual’è il “break even point” ovvero il punto oltre il quale si ritiene il sistema possa entrare in una crisi irreversibile.
E’ chiaro (insomma ci ha pure scritto ahah dopo
) che si tratti di una battuta per sdrammatizzare la situazione, pur riconoscendo che un problema c’e’. E non è affatto sorprendente, e peraltro nemmeno svilente nei confronti di SpaceX.
In qualche modo l’azienda di Musk è infatti vittima del suo successo, per cui se i tempi si dilatano (normalissimo) o salta fori qualche ostinato imprevisto (ad es. problema delle mattonelle) la “gente” non se lo aspetta.
In realtà chi ci legge da un po’ sa che in casa SpaceX sono certamente eccezionali in moltissimi ambiti, ma devono rispettare come tutti le leggi della fisica e della scienza dei materiali. Certi problemi sono più ostici di altri da risolvere, e via via che la complessità e il costo dei prototipi aumenta, come nel caso della prima Starhsip completa, l’atteggiamento spavaldo degli inizi non può che farsi un pochino più prudente.
Il sistema di controllo termico è cruciale e deve essere tollerante a una certa percentuale di fallimento, dato che un razzo distrutto al rientro a causa di problemi alle mattonelle sarebbe di fatto un difetto inaccettabile per il trasporto umano e una gran perdita per SpaceX, che vedrebbe andare letteralmente in fumo un sistema nato per essere riutilizzato decine di volte.
E dato che SS non ha il pressing sul tempo di un contratto imminente (per le missioni lunari non credo sia indispensabile un TCS perfetto), in casa SpaceX possono e devono prendersi il tempo che serve a risolvere la questione adesivo.
Questo sottolinea anche come siano inutili alcuni post del “totolancio” entro fine anno, che lasciano un po’ il tempo che trovano.
E’ in una situazione diversa anche perche’:
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SS puo’ operare come unmanned e restera’ unmanned a lungo, quindi relativamente spendibile. Di conseguenza la perdita di mattonelle e la soglia sopportabile potra’ essere verificata anche sul campo senza mettere a rischio vite.
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Non voglio farla semplice ma con gli opportuni distinguo oggi forse sarebbe possibile organizzare una missione di soccorso per riportare a terra un eventuale equipaggio e non farli rientrare su un veicolo danneggiato. Ai tempi del Columbia non avevano alternative.
Premesso questo pensavo proprio che non avremmo piu’ dovuto vedere questo tipo di problematica, invece a quanto pare le mattonelle restano la soluzione migliore trovata finora.
Se qualcuno, come Tim Dodd, si stesse chiedendo perché si possono fare static fire, di un raptor ottimizzato per il vuoto, al livello del mare senza subire danni, ha la risposta di Musk.
Non mi imbarco in una traduzione perché non sono certo del risultato 
Non é stato effettuato un solo static fire questa notte ma ben 2! Il primo con solo un Raptor Vacuum, il secondo con un Raptor Vacuum e un Raptor Center.
Per quanto riguarda la questione piastrelle, sarebbe stato strano se non se ne fosse staccata nemmeno una visto che questa è stata la prima volta in cui lo scudo termico ha subito delle vibrazioni “serie”.
Ricordo che lo Space Shuttle la prima volta che venne trasportato in volo perse un bel po’ di protezione termica:

Questi test servono anche a questo. Statisticamente è assicurato che ci sia qualche piastrella montata male o danneggiata in modo non visibile dall’esterno viste le migliaia di piastrelle installate ed il metodo di installazione.
Mike Mullane nella sua autobiografia ricorda la cosa tipo che al KSC quando arrivò il Columbia stava venendo un infarto più o meno a tutti a vedere cosa era successo durante il volo di trasferimento in groppa al Boeing 747 SCA.
Forse qualcuno ha già fatto questa domanda, nel caso mi scuso, ma può essere che le mattonelle si stanno staccando semplicemente perchè le vibrazioni degli static fire con il razzo fissato a terra, sono maggiori o comunque diverse dalle vibrazioni di un lancio normale?
Attenzione, non fu il volo a far perdere le mattonelle allo shuttle, è che mancavano proprio.
Il Columbia lasciò la fabbrica di Palmsdale con l’applicazione delle mattonelle ancora incompleta. L’incollaggio fu poi completato al KSC.
Fonte:
E’ vero, cionondimeno la reazione riportata da Mullane fu autentica. Non tutti al KSC erano aggiornati sullo stato di completamento dell’OV-101. 
Io invece so proprio che ne perse un bel po’, ci sono molti articoli al riguardo…
Ad esempio questo:
Even before Columbia was first launched, it lost more than 2,000 of its tiles as it was being ferried to Florida on the back of an airplane in 1979.
“We had to look at how we manufactured the glue, and how we put it on and the process that went into it,” Wiskerchen said.
o questo:
Before Columbia’s first flight, in 1979, it lost 40 percent of its 5,000 most critical tiles while being ferried on a Boeing 747 from California to Cape Kennedy. Tile-bonding failures slowed the final assembly process greatly and were blamed for much of the delay in the launching of the Columbia, the first shuttle: at times in 1980, as many tiles were removed because of suspected bonding deficiencies as were installed.
Anche l’articolo da te citato in realtà conferma che li piastrelle caddero in volo:
Nearly four years later on March 8, 1979, Columbia rolled out of the Palmdale facility to begin its multi-day journey across the nation to its launch site, the Kennedy Space Center (KSC) in Florida. The first step was an overland haul to the NASA Dryden Flight Research Center at Edwards Air Force Base (AFB) 36 miles away. Two days later, workers there hoisted Columbia onto the Shuttle Carrier Aircraft (SCA), a Boeing 747 aircraft modified to transport Space Shuttle orbiters. During a test flight, thousands of the orbiter’s temporary thermal protection system tiles fell off. Columbia was returned to the hanger where over 100 men and women worked for nine days reapplying the tiles.
L’immagine che hai allegato è stata scattata al KSC quindi sicuramente ormai erano cadute, e le immagini al decollo sono state scattate alla partenza per il viaggio verso il KSC da quanto indica la descrizione, quindi dopo il volo di prova dove sono cadute.
Poi vabbè, c’è anche la storia per cui nei primi tempi la colla con cui dovevano attaccare le piastrelle si asciugava troppo velocemente e gli operai pensarono che fosse una buona idea sputarci dentro per rallentane la solidificazione. Storia che è andata avanti per una decade… https://www.washingtonpost.com/wp-srv/articles/A38144-2003Feb6.html
Comunque sia, Elon Musk si mantiene molto ottimista per il lancio orbitale: prossimo mese, se non subentrano complicazioni e FAA permettendo.