Stazione spaziale cinese: ecco le fasi

Solo 10 anni di vita utile? non sono pochini?

La scelta dei cinesi di adottare un sistema APAS dimostra la loro grande elasticità e la voglia di migliorare fin dall’inizio. Se avessero adottato un sistema probe-drogue avrebbero avuto delle capsule molto limitate per quando concerne un loro possibile utilizzo per future collaborazioni ed eventuali agganci in orbita tra capsule.

Voglio essere ottimista e spero vivamente che l’utilizzo di un sistema APAS ,sulle loro capsule, sia un “invito” per una futura collaborazione con i paesi partecipanti al programma ISS.

Sarebbe anche ora che gli stessi russi ritornino ad utilizzare un sistema APAS anche sulle loro Soyuz, per avere più “libertà” con gli agganci alla ISS.

Beh… non è che con l’APAS 89 abbiano tutta questa commonality… è superato da anni e non ha più applicazioni… :smiley:

In attesa di leggere approfonditamente l’articolo, un grossissimo TT per la Cina!
Andranno piano, ma chi va piano… Arriva su con una stazione tutta sua!
Prima di loro solo l’URSS è riuscita a fare tanto, e in un clima politico diverso, per quanto simile…
Non vedo l’ora di vedere i primi moduli in orbita, sperando che le news siano abbondanti :stuck_out_tongue_winking_eye:

E gli Skylab?? :slight_smile:

Giusta osservazione: io saltavo a piè pari alla MIR cinese (se così si può chiamare…)… con questa premessa, solo i sovietici sono riusciti ad assemblare una stazione modulare interamente da soli, sia pure in un clima di corsa allo spazio contro un concorrente agguerrito come gli USA anni 70-80…
Per la Cina si può parlare più di una RINcorsa, anche se bisogna ammettere che il gruppo di testa ha al momento una ruota a terra, pur rimanendo con chilometri di vantaggio… sarebbe interessante sapere quanta parte del bilancio prende il loro programma spaziale manned, e fare un raffronto con noi occidentali…

Come ben evidenziato nel sito che ho inserito nel mio precedente post, il sistema APAS-89 (nella sua versione attualizzata nota come APAS-95) è tutt’altro che abbandonato ma è ancora perfettamente in uso nel progetto della ISS.
Per la precisione rappresenta l’interfaccia standard tra il segmento russo e quello americano, tramite il portello anteriore del modulo Zarya e attraverso i 3 PMA.

http://it.wikipedia.org/wiki/Zarja
http://it.wikipedia.org/wiki/Pressurized_Mating_Adapter

Quanto al post di Paolo circa i laboratori spaziali russi, quello che è stato portato avanti dai sovietici in quel periodo (ben due programmi distinti le Salyut-DOS e le Almaz-OPS) non ha alcun riscontro da parte americana se non nella limitata attività del primo (ed unico) Skylab. Attività limitata sia in termini di missioni svolte che in termini temporali.
Nel periodo che va dal 1971 al 1986 i russi hanno lanciato con successo (escludendo quindi i fallimenti al lancio) i seguenti laboratori spaziali:

  • Salyut 1 (DOS 1)
  • Almaz 2 (OPS2, Salyut 3)
  • Salyut 4 (DOS 4)
  • Almaz 3 (OPS3, Salyut 5)
  • Salyut 6 (DOS 5)
  • Salyut 7 (DOS 6)
  • Mir Core (DOS 7)

Quanto allo Skylab (nato da una costola del programma AAP) furono realizzate due unità di volo:

  • Skylab A (lanciato il 14 maggio del 1973)
  • Skylab B (mai utilizzato ed attualmente esposto presso il NASM dello Smithsonian Museum di Washington)

Come si vede i due ordini di grandezza, e di impegno, non sono paragonabili. Mentre gli americani sfruttavano quello che avevano capitalizzato negli anni '60 con il programma Apollo, i russi si dedicavano (con grande spiegamento di risorse) ad un programma incrementale di voli e veicoli spaziali che li ha condotti dritti dritti alla prima stazione spaziale della storia, ossia la Mir.

Per me ha già risposto il grande Archy!!!
Ora possiamo solo sperare che il loro programma proceda per il meglio e che, forse (speriamo), si decidano anche a collaborare nel programma ISS; una capsula Shenzhou agganciata alla ISS, sul segmento americana, sarebbe un bello spettacolo e potrebe anche fungere da scialuppa di salvataggio “alternativa”, andando così a colmare il problema di sicurezza da me esposto più e più volte. Questo darebbe maggior sicurezza agli equipaggi residenti.

Si si certo… ma ripeto, è un sistema “chiuso”, comprato dalla Russia perchè pronto, non perchè comune… sulla ISS è già superato dall’APAS 95 per tutti i portelli di docking e l’unico anello APAS 89 rimasto è di questo tipo perchè ereditato dal vecchio progetto di utilizzo dei moduli per la Mir2 e collega sezioni della ISS e non portelli… ricordo inoltre che è stato sviluppato ed equipaggerà tutti i mezzi occidentali futuri il sistema iLIDS… Ce ne manca perchè la scelta sia considerata lungimirante per commonality piuttosto che dettata dal “buon mercato” di acquisto della licenza…

Piuttosto, si sà qualcosa di quando sarà lanciato? Il lift off doveva avvenire a settembre, e ci siamo, quindi si dovrebbe essere agli sgoccioli.

a quanto ne so, la cina voleva già collaborare col programma ISS, ma le è stato rifiutato l’attracco, e forse anche la collaborazione in termini di esperimenti e crew time. Se poi fosse per motivi di sicurezza non lo so, anche se la spiegazione più plausibile è politica…

Il fallimento di un vettore Lunga Marcia a metà agosto ne ha fatto slittare in avanti il lancio. Spaceflightnow lo dà per il terzo quarto del 2011.

Giusto per amore di verità l’APAS 89 e l’APAS 95 sono sostanzialmente la stessa cosa, la diversa rinominazione era dovuta ai russi dell’RKK Energia che avevano “adattato” il sistema dal Buran (1988/89) allo Shuttle (1994/95), quest’ultimo nell’ambito del programma Shuttle/Mir.

Wikipedia riporta che: Although Energia’s code for the Shuttle APAS is APAS-95, it is basically the same as APAS-89.

Ed io concordo in pieno con quanto scritto.
Ulteriori dettagli sulla storia del sistema APAS (dall’ASTP, per cui fu sviluppato, fino alla ISS) sono reperibili sempre su Wilipedia:

http://en.wikipedia.org/wiki/Androgynous_Peripheral_Attach_System

Ulteriori informazioni sul sistema APAS sono reperibili nei segueti volumi:

  • David S. Portree (lo stesso del Blog “Beyond Apollo”) “Mir Hardware Heritage”, un testo che raccomando a chiunque sia solo vagamente interessato all’argomento dei voli spaziali sovietici e russi.
  • Bert Vis Energiya-Buran: The Soviet Space Shuttle della Springer Praxis, molto tecnico e molto accurato.

Senza dubbio c’è stato un rifiuto precedente però, con il passare del tempo cambiano anche le swituazioni e i punti di vista, questo non esclude una possibile collaborazione futura.

Per quanto concerne il sistema di docking, Archy ha già risposto egregiamente.

In realtà non è proprio così…
Il sistema APAS-89 era stato sviluppato per mezzi dell’ordine di grandezza della Soyuz e nonpoteva essere utilizzato sulla ISS con mezzi della dimensione dello Space Shuttle in quanto questo avrebbe portato a sollecitazioni alla struttura della ISS fuori dai limiti, con il rischio soprattutto di danneggiare le parti più sensibili come i truss dei pannelli e i radiatori. Per ovviare a questo il sistema è stato modificato creando l’APAS-95 che permette l’assorbimento di sollecitazioni maggiori.
La differenza fra i due sistemi è inoltre nella compatibilità di docking, con l’APAS-89 qualsiasi dei due lati poteva essere utilizzato come attivo (e quindi esteso) o passivo (“ripiegato”). Con il sistema APAS-95 invece il lato passivo è sempre sulla ISS per poter sopportare i carichi necessari mentre quello attivo è sempre sul veicolo che aggancia, in questo modo il lato attivo può agganciare un portello sia attivo che passivo, mentre uno passivo obbligatoriamente con uno attivo.
In ogni caso i PMA hanno probabilmente già terminato la loro carriera e verranno sostituiti dal sistema LIDS che verrà utilizzato da tutti i futuri mezzi che raggiungeranno la ISS, americani e non, per cui non so se vedremo mai più un docking con questo sistema… quasi certamente la sua vita è terminata con lo Space Shuttle…

Posso avere la claque anche io?? :smiley: