Storia dell'Astronautica. Parte 3. L’era degli esploratori

Regalo a Voi tutti utenti di Forumastronautico questo mio elaborato. Una breve storia dell’astronautica che potete scaricare e stampare, con l’accortezza di lasciare sul fondo la mia firma. Se fate aggiunte, modifiche o altro al testo, ricopiatele in questo post e mettete la vostra firma sotto la mia. Chi lo sa che da una piccola non possa diventare il germoglio di qualcosa di più grande… basta con i sogni. Il testo dovrebbe stare tranquillamente in una pagina in formato A4. Buona lettura.

Parte 3. L’era degli esploratori.

“Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”. Frase pronunciata da Neil A. Armstrong poco dopo lo sbarco sulla Luna, 20 luglio 1969.

Gli anni ’50, ’60 e ’70 del XX° Secolo sono gli anni della Guerra Fredda. Stati Uniti ed Unione Sovietica si sfidano in ogni campo dello scibile umano per dimostrare la superiorità dei loro sistemi sociali. La sfida spaziale è la rappresentazione del massimo in campo tecnologico. L’Unione Sovietica detiene diversi primati come il primo satellite, il primo essere vivente, la prima sonda lunare. Gli Stati Uniti devono colmare il divario e velatamente si pronuncia la parola Luna, sottintendendo lo sbarco umano. Ma l’uomo deve ancora provare lo spazio e per l’ennesima volta l’Unione Sovietica fa il primo passo il 12 aprile 1961, spedendo il venticinquenne Yuri Gagarin a compiere un orbita intorno alla terra con la capsula Vostok 1, battezzata Kedr, Rondine.
I primi cosmonauti ed astronauti, chiusi nelle anguste capsule Vostok (1961-1963) sovietiche o nelle Mercury (1960-1963) statunitensi, erano poco più che cavie intelligenti. I primi esploratori spaziali tornavano a terra molto debilitati e stremati dai lunghi voli inchiodati nei loro sedili, ma la capacità d’interagire con l’ambiente non era compromessa. Tra i voli da primato è da segnalare quello di Valentina Vladimirovna Terenskova con la Vostok 6, battezzata Chaika, Aquila di mare, il 16 agosto 1963. Il suo volo fu sostenuto dallo stesso Korolev, vera spina dorsale di tutta la cosmonautica di quegli anni. Ciò provocò forti ostruzionismi al volo di Valentina. Al rientro il suo fisico rimase permanentemente segnato dal lungo volo. L’esito medico di quel volo arrivò anche negli Stati Uniti provocando la chiusura del programma spaziale femminile dopo che erano già state selezionate le prime tredici aspiranti astronaute americane.
Ora che lo spazio non fa più paura, vengono avviati programmi spaziali più seri come il Voschod (1964-1965) sovietico ed il Gemini (1964-1966) statunitense. Con questi programmi si sperimentano quelle che saranno le attività che i futuri esploratori spaziali dovranno compiere nello spazio. A parte la prima passeggiata spaziale o EVA, Extra Veicular Activity, del cosmonauta Alerei Leonov, la scena spaziale è dominata dagli astronauti statunitensi del progetto Gemini. Ormai tutto è pronto per la Luna e vengono avviati i programmi Soyuz (1966-1981) sovietico ed Apollo (1966-1975) statunitense.
Nel 1966 improvvisamente muore Korolev e la cosmonautica sovietica resta temporaneamente sbandata. Le attività spaziali si frantumano in mano agli esponenti del partito comunista russo. Il programma lunare umano vacilla e raggiunge la tragedia con l’incidente della Soyuz 1 il 23 aprile 1967 che provoca la morte del cosmonauta Vladimir Mikhailovich Komarov nello schianto della sua capsula per la mancata apertura del paracadute.
Gli stati Uniti nello stesso anno non hanno di che gioire perché nel gennaio avevano subito la morte dei tre astronauti della prima missione Apollo abitata a causa di un corto circuito che innescò un incendio all’interno della capsula. L’incidente mise in luce molte deficienze del progetto e dell’organizzazione. Il lavoro di revisione del programma Apollo fu svolto celermente e già nel 1968 la missione Apollo 7 portava i primi astronauti in orbita terrestre, ma informazioni false e tendenziose su un imminente volo sovietico umano verso la Luna, spinsero a posticipare il volo della missione Apollo 8 che quel natale raggiunse in fretta e furia la Luna. Dall’orbita lunare alla Luna stessa il passo fu breve. Nell’aprile del 1969 la missione Apollo 10 portò una replica del Modulo Lunare, LM (ex LEM), fino a 15 km dalla Luna. Durante il ritorno dell’LM, un guasto fece si che l’astronauta John Young bestemmiasse in diretta televisiva e da allora le bobine con i tracciati audio di quel momento riportano la scritta VM18. Ormai era tutto pronto ed il 16 luglio 1969 partiva la storica missione Apollo 11, che il 20 luglio portava i due astronauti americani Neil A. Armstrong ed Edwin “Buzz” Aldrin a sbarcare sulla Luna. Questo fu il momento di massima gloria e l’inizio della fine del Programma Apollo. L’opinione pubblica statunitense il giorno dopo lo sbarco s’era già seduta sugli allori, più attenta a quanto avveniva in Vietnam. Le missioni Apollo si sarebbero concluse con la numero 14, ma l’incidente della missione 13 risvegliò temporaneamente l’interesse dell’opinione pubblica e della politica concedendo i fondi per arrivare alla missione numero 20, ma i fondi furono tolti e con al numero 17 del dicembre 1972 si chiudeva il programma lunare. In Unione Sovietica il Programma Apollo era stato aspramente criticato. In realtà si fece di tutto per nascondere il fallimento del programma lunare umano a causa dei problemi tecnici per realizzare il grande razzo vettore N1, parigrado del Saturn V di Von Braun. Le capsule Soyuz, progettate per il volo lunare, volarono effettivamente verso la Luna (sonde Zond), ma disabitate e con a bordo manichini di cosmonauti. Con i due robot lunari Lunokhod i sovietici riuscirono a riportare sulla Terra campioni di roccia lunare.
L’Unione sovietica, fallito il programma lunare, iniziò a lavorare al progetto di laboratori spaziali orbitanti. La comunità scientifica internazionale premeva perché s’iniziasse un serio programma di sperimentazioni in regime di microgravità e nel 1971 fu messo in orbita il primo laboratorio spaziale, il Salijut 1. Il primo equipaggio, a bordo della Soyuz 10, non riuscì ad agganciarsi, ci riuscì invece quello successivo della Soyuz 11. Mentre gli astronauti statunitensi passeggiavano sulla Luna, i tre russi Gergy Dobrovolski, Viktor Patsayev e Vladislav Volkov, stabilivano il record di permanenza nello spazio portando a termine interessanti esperimenti, ma al ritorno, durante lo sgancio della capsula dal laboratorio, la valvola che controlla la pressione interna della capsula s’attiva inavvertitamente provocando l’espulsione dell’atmosfera interna della capsula ed il decesso dei tre cosmonauti.

Ares Cosmos PCC

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