Stowaway - Estraneo a bordo

Ovvero l’ennesimo film su un viaggio verso Marte, ma questa volta realizzato con la consulenza di un divulgatore di astronautica abbastanza conosciuto: Scott Manley

Qui la recensione su Fantascienza.com:

E qui il video di Scott Manley:

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Certo che comincia ed esser noioso il design delle nuove realizzazioni fantascentifiche (astronavi e stazioni spaziali): se un tempo ci si sbizzarriva nelle forme e nei concetti (basti anche pensare al mecha-design dei due film “Clarkiani”: 2001 e 2010, credibili ma originali) oggi ogni produzione cinematografica o televisiva, alla fine, sviluppa e utilizza le stesse scenografie e gli stessi modellini: in pratica dei container nello spazio, agganciati tra di loro e senza alcuna parvenza di design, non dico nelle forme esteriori, che sarebbe troppo bello, ma almeno nell’arredamento interno dei set, che potrebbe essere piu creativo.

Io capisco che, per dare piu credibilità a una storia, si cerchi di copiare il piu possibile gli ambienti reali, ma dopo un po di film, tutti magari diversi, ma con set quasi uguali, la cosa potrebbe un po stufare.
E il problema potrebbe anche essere della vera astronautica, non quella di finzione, dove tutt’ora, se un minimo di parvenza di design esterno c’è (vedi la capsula SpaceX) credo che per gli interni ancora ci debbano lavorare molto.
A livello meramente estetico, mi pare che l’astronautica non ha fatto grandi passi avanti, in oltre mezzo secolo, mentre invece (e ovviamente) l’astronautica cinematografica ne ha fatti eccome (penso anche agli stupendi set del film Passengers). E fin qui tutto nella norma e accettabile.
Il problema nasce quando il cinema, per mostrarsi ancora piu credibile, adotta lo steso tristissimo stile estetico della astronautica reale (laddove quella reale ha un senso, nel voler esser così…“triste”).

Naturalmente ci sono delle eccezioni, da Punto Di Non Ritorno, alla saga di Alien, passando per Mission To Mars, Pianeta Rosso e Spazio 1999, ma se non si ha una storia molto potente (ad esempio Interstellar ha una storia così bella e coinvolgente che il mecha-design poverello e molto ispirato alla realtà, passa quasi inosservato) guardare sti film sempre con le stesse scenografie (vedi anche Europa Report o Ad Astra) alla fine annoia un po.
Almeno a me.

Secondo me deve dipendere dall’ambientazione temporale che si vuole dare ai film, per cui se Star Trek va bene con ambienti futuristici e di design, altri film come questo sono correttamente caratterizzati da un’estetica “dei giorni nostri”.

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Ps: secondo me gli interni di Dragon2 non sono assolutamente comparabili con gli interni di Soyuz o di Starliner (almeno il poco che ne ho visto io).

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Visto ierisera. Interni molto ISS look, troppo spazio, come al solito…
Parlando della trama del film… tutta la storia si basa su un’assurdità incredibile. Ovvero che un tecnico di rampa cade dentro un modulo e NESSUNO se ne accorge e lo lanciano nello spazio assieme all’equipaggio della missione! Spero che non abbiano fatto leggere a Manley la trama… Questo senza contare le millemila assurdità astronautiche (una per tutte… fare tutto quel cavo in arrampicata senza essere legati da qualche parte in caso di perdita della presa!) Voto 4/10t

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E dire che qualche giorno fa avevo scritto di quanto era risibile la trama di “Frau im Mond” di Fritz Lang del 1929, nel quale una donna ed un bambino erano clandestini nel primo volo lunare…

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Sempre su questo tema, ricordo un racconto breve: Equazioni fredde.

Una ragazzina si imbarca clandestinamente su un cargo (equipaggio solo un pilota) diretto su Marte, per raggiungere il fratello emigrato.

Anche in Lost in space, il film del '98, c’è un intruso a bordo ma almeno li la cosa ha un senso: è dolosa, sale a bordo per compiere un sabotaggio e viene folgorato dall’attrezzo che usa e rimane svenuto in un recesso dell’a.nave

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