E’ stato stilato il programma di ispezioni al TPS per STS-123 e STS-124, obbligatoriamente rivisto per la necessità di lasciare a bordo della ISS il braccio robotico OBSS, utilizzato per le ispezioni Shuttle, al termine di STS-123.
Il motivo è nell’impossibilità di alloggiare contemporaneamente sia il modulo pressurizzato di Kibo che l’OBSS nella stiva per mancanza di spazio.
Innanzitutto per quanto riguarda le operazioni di aggancio e alloggiamento temporaneo dell’OBSS sulla ISS è previsto che una delle 5 EVA programmate per STS-123 sia esclusivamente dedicata a questo compito.
Le ispezioni per le due missioni saranno profondamente riviste, la “late inspection” prima del rientro di STS-123 sarà eseguita sulla ISS mentre la prima ispezione dopo il lancio di STS-124 è rimandata a dopo il docking con la ISS.
Per l’ultima ispezione di STS-123 si utilizzeranno le procedure già testate durante STS-121 nel Luglio 2006 e durante STS-117 lo scorso anno, rispettivamente per l’ala sinistra e il nose cap.
La nuova procedura, integrando queste già testate prevede metà ispezione con l’OBSS al di sopra della stiva e l’altra metà sotto l’orbiter.
Durante queste delicate fasi si utilizzeranno numerose camere della ISS per controllare che lo spazio disponibile nelle manovre sia sempre nei limiti di sicurezza.
Attualmente la copertura è completa tranne in una zona nella parte di destra dell’orbiter in cui il braccio sarà a solo un metro dalla struttura della ISS, e la distanza minima per operazioni automatiche è di 1,5m.
La violazione è di 6 min e richiederà particolare attenzione.
Al termine dell’ultima ispezione i team a terra inizieranno come di consueto l’analisi dei dati, che durerà circa 34h. Il braccio sarà però spostato a circa 24h dal termine dell’ispezione, quando l’analisi delle immagini sarà a circa l’80% del totale e il 95% delle zone critiche.
Se durante l’analisi delle ultime immagini, con l’OBSS già installato sulla ISS si dovessero rilevare danni non visti in precedenza, si potrà eseguire una nuova EVA per recuperare nuovamente il braccio e approfondire l’indagine ma potrebbe non esserci più tempo per una seconda EVA aggiuntiva per rialloggiare il braccio sulla ISS.
La EVA di alloggiamento del braccio sulla ISS sarà eseguita da Robert Behnken e Michael Foreman e cosisterà nell’aggancio del braccio all’Orbital Support Equipment (OSE) sull’S1 e il collegamento del keep-alive umbilical (KAU) per l’alimentazione, durante la permanenza, sulla ISS.
L’OSE necessario è stato installato la scorsa estate durante STS-118.
Durante l’attività bisognerà fare particolare attenzione al cronometro per non lasciare scollegato dall’alimentazione l’OBSS per lunghi periodi.
Attualmente il tempo previsto fra lo sgancio dal SRMS e l’attivazione del KAU e di 1 ora e 45min, il che lascerebbe un piccolo margine di sicurezza per eventuali contrattempi. Per aumentare i margini prima della disconnessione il braccio verrà preriscaldato dal SRMS e gli astronauti applicheranno una coperta termica nei punti sensibili se necessario.
L’OBSS sarà poi agganciato manualmente al S1 per la permanenza in orbita.
La coperta termica se non venisse installata all’inizio dell’attività sarà comunque utilizzata dopo l’aggancio per venir lasciata sul braccio come protezione da MMOD (micro-meteoroid orbital debris).
Per quanto riguarda STS-124, non essendo possibile l’ispezione completa del secondo giorno, verrà eseguita solamente una ispezione parziale utilizzando fin dove possibile il SRMS.
A causa della stessa vicinanza che ha portato all’impossibilità di alloggiare OBSS e Kibo contemporaneamente, anche la telecamera per l’SRMS sarà agganciata distante da Kibo per evitare contatti con il Laboratorio o con i radiatori durante il lancio.
Questa procedura sarà limitata solamente alle parti raggiungibili dall’SRMS, ovvero la parte superiore dell’orbiter e solo durente i periodi di luce, non potendo operare come l’OBSS durante le notti orbitali.
La tradizionale manovra di Rbar Pitch Maneuver (RPM), prima del docking con la ISS verrà eseguita come di consueto.
La prima EVA di questa missione sarà quindi dedicata al recupero dell’OBSS agganciato alla ISS, e sarà speculare all’ultima di STS-123 con rimozione della coperta termica, sgancio manuale, disconnessione del KAU e passaggio fra Canadarm2 a SRMS.
Oltre allo stesso tempo di disconnessione dell’alimentazione che c’è stato all’andata ci sarà necessità di scollegare una seconda volta l’alimentazione ai sensori dell’OBSS mentre si eseguirà la Launch-to-Activation (LTA) di Kibo, la quale durerà 35-45min, con un limite massimo di 49min durante la stessa EVA; gli astronauti sganceranno poi le sicurezze fra SRMS e la telecamera sul gomito, installati per non toccare Kibo durante il lancio, restituendo piena mobilità al sistema.
Una volta recuperto l’OBSS l’equipaggio eseguirà una serie di test per verificarne l’operatività dei sensori, molto simili a quelli eseguiti durante STS-120 quando si disconnesse per un lungo periodo il braccio dall’alimentazione.
Questo avverrà il FD5, il FD7 ci sarà l’ispezione approfondita (se richiesta) e il FD11 l’ultima ispezione prima del rientro.
La “late inspection” sarà molto più approfondita del consueto, riguarderà la totalità del TPS, vista l’assenza di precedenti ispezioni a seguito del lancio e sarà esattamente la stessa ispezione come fosse stata eseguita il FD2, come di consueto.
Una particolarità è che l’equipaggio ha chiesto di non chiamare, durante le comunicazioni, “late inspection” la “late inspection” per non correre il rischio di saltare le procedure normalmente previste nella prima ispezione e non nella “late inspection” delle checklist.
A seguito di questa ispezione verrà lasciato l’orbiter nello spazio un giorno aggiuntivo più del solito per permettere la conclusione delle analisi al team di terra.
Per quanto riguarda questa missione mancano ancora alcune procedure dettagliate come le tempistiche di rimozione delle coperte termiche oppure le tecniche di controllo dei sensori dell’OBSS dopo il recupero, le quali saranno approntate nelle prossime settimane.