STS 124: Le ispezioni approvano il Discovery a seguito dell'inconveniente

Il Discovery non ha riportato danni in seguito ad un curioso incidente che si e’ verificato durante la transizione da orizzontale a verticale presso il Vehicle Assembly Building (VAB - Edificio Assemblaggio Veicoli).

Gli ingegneri questa settimana hanno riscontrato che un’Apparecchiatura di Supporto Vitale di Emergenza (ELSA) era stata inavvertitamente lasciata nella poppa del Discovery, per poi cadere vicino alla Sezione Avionica 6 durante le procedure di aggancio. Fortunatamente, l’unita’ non ha causato danni ad alcuna apparecchiatura di volo nella sua caduta.

L’unita’ ELSA e’ un cilindro di aria ad alta pressione con un tubo collegato ad una maschera in plastica (da indossare sul capo), usata dagli ingegneri quando si trovano a lavorare in spazi ristretti nel veicolo quando questo e’ all’interno delle Strutture Lavorazioni Orbiter (Orbiter Processing Facilities -OPFs).
Essa pesa circa 2 chili e mezzo.

L’unita’ e’ stata scorta dentro il Discovery durante la procedura di chiusura della poppa alla rampa 39A, il che ha portato ad una valutazione ingegneristica iniziale che aveva evidenziato alcuni danni in seguito a controlli effettuati con boroscopio (un apparecchio a fibre ottiche per l’ispezione di macchinari - ndt).

Le procedure di chiusura della poppa dell’orbiter proseguono. L’unita’ ELSA, come detto, e’ stata trovata dietro la Sezione Avionica 6. “Le unita’ ELSA sono installate a poppa come misura di sicurezza, ogni volta che vi e’ del personale che lavori in quello spazio ristretto” si leggeva nelle informazioni sulle procedure di mercoledi’.

“L’unita’ ELSA trovata dietro la SA6 era stata installata durante le operazioni OPF (Orbiter Processing Facilities - vedi sopra). Ispezioni approfondite sono in corso per essere certi che nessun danno alle apparecchiature si sia verificato durante la transizione del veicolo da orizzontale a verticale. E’ stata formata una squadra incaricata delle indagini.”

“Indagini con boroscopio sono state condotte in tutte le zone che L’ELSA potrebbe aver raggiunto, e sono stati trovati alcuni piccoli strappi in una copertura TCS, e nulla piu’. La bombola ELSA e’ stata rimossa dal comparto di poppa.”

Gli strappi nella copertura TCS (Thermal Control System), che e’ un materiale costituito da argento e mylar che fornisce controllo termico passivo in molte zone del velivolo, sono stati in seguito dichiarati estranei all’incidente dell’ELSA. Non si ritiene che debbano essere riparati.

Considerata la posizione delle ELSA durante le procedure OPF, e’ impossibile che l’unita’ abbia acquisito grande velocita’ durante lo spostamento alla stazione verticale.

Vi sono numerose attrezzature lungo il suo percorso, il che significa che l’unita’ ha probabilmente rimbalzato su molti apparati e coperture prima di arrestarsi dietro la Sezione Avionica 6. Fortunatamente le ispezioni dimostrano che la caduta non ha provocato alcun danno alle apparecchiature di volo.

Per quanto questi incidenti siano rari, l’accaduto non e’ nulla in confronto a quanto si verifico’ nell’ottobre 1990, quando una trave di supporto di quasi 3 metri cadde rumorosamente all’interno del comparto di poppa dell’Atlantis durante le procedure di aggancio nel VAB.

“Mentre l’Atlantis veniva spostato in stazione verticale, molti addetti alle operazioni udirono diversi rumori provenire dall’orbiter”, si legge in un rapporto dell’epoca, “i responsabili erano preoccupati, e fu deciso di procedere con l’aggancio senza rimuovere l’imbraco sino alla sua conclusione”.

In ogni caso, l’unico danno all’orbiter fu la rottura di un tubo di sfiato e fu necessario sostituire una piccola parte di una linea di distribuzione ausiliaria nel Sistema di Propulsione Principale. Si notarono inoltre piccole abrasioni sul rivestimento di un puntone di supporto e graffi sulle tubazioni del freon.

Esclusa qualunque riparazione al Discovery, il rapporto di lavoro di giovedi’ ha confermato che la chiusura della poppa e’ proseguita la scorsa notte, sebbene si sia dovuto ripetere parte del processo stamane, a causa di un problema con la fotografia della chiusura stessa.

Le informazioni sulle procedure riportavano inoltre che “in seguito all’esame dei dati, la Commissione Indagini Sicurezza ha rimosso la riserva sul S1287, consentendo la rimozione della piattaforma”

“Chiusura della poppa dell’orbiter (S1287): Le porte 50-1 e 50-2 sono state piazzate alle 21.28 ora legale della costa orientale. Le foto della chiusura sono state cancellate per sbaglio da addetti alla Qualita’. Le porte sono state re-installate stamane ed il controllo affidabilita’ della poppa e’ programmato per oggi nel primo turno”.

Le operazioni di rampa dell’STS 124 proseguono in orario con la tabella di marcia per il tentativo di lancio del 31 maggio, con le procedure finali di installazione ed allacciamento dei detonanti complete entro questa settimana.

Tra i prossimi passaggi importanti ci saranno quelli riguardanti le Unita’ Energetiche Ausiliarie (APU), che sono stati riprogrammati per venerdi, al finire del terzo turno, mentre la preparazione per l’S0071, la pressurizzazione di Hyper/MPS e la richiesta di rapporto a tutte le sezioni per il fine lavori e’ prevista per la mezzanotte di martedi 27 (ora legale costa est).

(fonte: Chris Bergin, www.nasaspaceflight.com)

E se non l’avessero vista?? che sarebbe successo??..non oso pensarci… :confused:

Dipende…
Se era in una zona che si scalda molto, poteva anche esplodere la bombola e quello era MALE, altrimenti, una volta appoggiato, non penso che avrebbe potuto far danni, a condizione che non potesse incastrare qualche parte mobile…

Forse poteva esplodere anche senza calore: se non ho capito male, era in una zona non pressurizzata.

Dipende dal tipo di bombola. Non è detto che esploda portando a zero la pressione esterna. Normalmente sopportano più di 1 bar aggiuntivo, anche solo come fattore di sicurezza.

Mi sa che hai ragione: un atm in piu’ non e’ poi molto. Tendo sempre a sopravvalutare gli effetti del vuoto: in fondo a meno di zero atm non si puo’ proprio andare! :stuck_out_tongue_winking_eye:

Certo che è stata una curiosa dimenticanza!

Ci sono state altre curiose dimenticanze di questo tipo nella storia dei voli spaziali?

Non è la prima volta, in oltre 25 anni di operazioni, che quando posizioano lo Shuttle da orizzontale a verticale qualcosa fa un volo, dentro la sezione pressurizzata oppure dentro la Cargo Bay.

Non esiste procedura o schedule al mondo, per quanto dettagliata possa essere, che riesca ad impedire ad un tecnico di dimenticare una chiave inglese da qualche parte, oppure di fissare una determinata apparecchiatura da un’altra…

Quando smontarono il CM dello sfortunato Apollo “1”, dentro una paratia trovarono una chiave inglese, a quanto pare.

Mi vengono in mente quei clamorosi casi di malasanità in cui il chirurgo di turno dimentica i ferri del mestiere nel corpo del paziente…chiedo perdono per la triste allusione…

Quando, nell’ormai lontano 1999, mi trovai a Torino per frequentare un corso sulla Safety a bordo della ISS e dello Shuttle, i nostri istruttori (della Hernandez Engineering) citavano spesso il caso di uno speciale carrellino che viene utilizzato per muovere i tecnici aldisopra della Cargo Bay dello Shuttle.

Questo carrellino veniva talvolta “dimenticato” nella Cargo Bay, quando lo Shuttle veniva translato dalla posizione orizzontale a quella verticale, in questi casi, si sentiva l’immancabile tonfo… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Non ci sono checklist prima di effettuare certe operazioni? I tecnici che lavorano nella cargo bay non preparano un elenco completo degli attrezzi che useranno prima del lavoro e una checklist per controllare di averli rimossi tutti al termine?

Paolo Amoroso

Certo che esistono delle checklist, ed anche molto (pure troppo) dettagliate.
Il problema è che spesso si tende a spuntare una voce dalla checklist prima che si sia verificato realmente che quella voce corrisponda al vero o meno.

Questo è un problema comune al mondo aeronautico dove, spesso, i piloti spuntano le checklist prima di avere davvero verificato, molto spesso (tanto più è lunga e dettagliata è una checklist tanto più è probabile che accada) si va avanti per “forza d’abitudine” e quindi si risponde in maniera automatica e meccanica.

Basterebbe cambiare ogni volta l’ordine delle voci nella checklist…
Giusto per creare un po’ di scompiglio e risvegliare l’attenzione… :wink:

La stessa identica cosa che avviene in sala operatoria, con ogni pacchetto di materiale consumabile che presenta due talloncini identificativi: uno viene attaccata su un foglio e l’altro viene data alla strumentista, in modo da confrontare le due conte con il totale delle garze, striscie, pezze ecc. contate dall’infermiere di sala a fine intervento su un telo steso sul pavimento…
Ciononostante vi sono casi, per fortuna rari, e spesso in emergenza, dove una possa sfuggire e restare dove non deve… Ma sono casi molto più rari di quanto faccia sembrare la stampa affamata di sensazionalismi e scandali.

Ho saputo da poco (dal mio intervento al braccio) che anche le garze hanno un filamento radiopaco all’interno, per risultare visibili nelle radiografie in caso di dimenticanza…