Si sono conclusi in queste ore i lavori di sostituzione e test approfondito dell’unità LCA-2 (Load Control Assembly 2), il quadro di alimentazione elettrica che, tra gli altri, regola l’afflusso di corrente alla rete di termostati/riscaldatori che mantiene in temperatura l’idrazina destinata alla APU #1 dello shuttle Endeavour.
Durante il tentativo di lancio dello scorso 29 aprile la telemetria aveva segnalato il non funzionamento dell’impianto, che dopo approfondite indagini è stato rimosso e cambiato con una unità di scorta, insisme a tutto il cablaggio e ai termostati e riscaldatori a valle della scatola.
Prima di chiudere i vani di accesso alla zona di coda di Endeavour, i tecnici, secondo NasaSpaceflight.com, stanno completando l’installazione dell’isolante sui termostati/riscaldatori, per poter poi dare il via libera al lancio attualmente fissato NET 16 maggio.
Nello stesso tempo a Houston gli astronauti stanno completando l’ultimo addestramento “Entry & Ascent”, durante il quale vengono riprovati e rivistio tutti i passaggi e le manovre di aborto delle fasi di decollo e atterraggio. Al termine l’equipaggio rientrerà in quarantena.
La NASA ha convocato una conferenza stampa per oggi 9 maggio alle ore 21.00 italiane, durante la quale saranno illustrati nei dettagli gli interventi di riparazione effettuati sull’orbiter e con ogni probabilità verranno annunciate ufficialmente la data e l’ora di lancio.
E’ una traduzione quasi letterale di ciò che è stato spiegato, mi scuso subito quindi per il non perfetto italiano usato ed i cambi di tempo non molto eleganti.
Presenti:
Mike Moses Space shuttle Launch Integration Manager
Mike Leinbach Shuttle Launch Director
Lo scrub è stato motivato da un avaria ad una delle linee di riscaldatori dell’alimentazione di combustibile della APU1 (unità di potenza ausiliaria) delle tre presenti a bordo. L’APU è un sistema che brucia idrazina per portare in rotazione una pompa la quale crea pressione idraulica utilizzata per alimentare le superfici aerodinamiche ed i sistemi dei motori principali dello Space Shuttle.
Dopo l’analisi dei dati di telemetria e dei test a bordo della navetta sono risultati in avaria 5 riscaldatori separati, valutando cosa questi hanno in comune si è arrivati all’alimentatore chiamato hybrid driver contenuto in una scatola chiamata LCA: Agglomerato Controllori dei Carichi numero 2 (ce ne sono 3 nel compartimento di poppa), è una tipologia di problema già riscontrato in passato, così si è rimossa la scatola e se ne è fatta la diagnostica.
All’interno di questa scatola ci sono moltissime schede circuiti e cablaggi, in quello particolare ricercato è presente un fusibile, si tratta di un piccolo filamento d’oro che riempie lo spazio tra due contatti del circuito stampato che è risultato interrotto per il passaggio di un elevata corrente (successivamente verrà indicato che in una prova di un anno fa è stato rilevato un picco di corrente di 10A); la causa di questa elevata corrente è ancora sconosciuta, ma si sa che è stata lei la causa che ha prevenuto l’alimentatore in questione a fornire un qualsiasi flusso di corrente quando gli è stato richiesto a poche ore dal lancio.
Questo ha portato i tecnici a procedere con quella che viene chiamata diagnostica per un anomalia sconosciuta.
La prima cosa che si è fatta è stata la sostituzione della scatola, che però ha 12 connettori ad alta densità, e centinaia di cavi visto che fornisce potenza elettrica a moltissimi sottosistemi e non solo ai riscaldatori della APU 1, tutti i sistemi alimentati da questa scatola sono quindi dovuti essere ritestati.
L’interruzione di un fusibile significa che c’è stato un problema a valle del fusibile, ma non necessariamente all’esterno della scatola. Sostituendo l’intera scatola, non sapendo se il problema si sia presentato all’interno o al suo esterno, si elimina la variabile scatola; si stanno ovviamente continuando a fare dei test su questa scatola, ma è necessario molto tempo per completarli.
Per quel che riguarda i sistemi a valle della scatola, troviamo i cablaggi: per sostituire i cablaggi potenzialmente a rischio, due coppie di cavi twistati sono stati quindi posati all’esterno dei tubi corugati che contengono normalmente centinaia di cavi (la sostituzione di quelli all’interno avrebbe richiesto troppo tempo). Notare nella foto allegata i fissaggi dei corugati alla struttura con fascette protette da materiale morbido arancione, e la protezione sui cavi twistati rossi e neri, sembra silicone, quando questi passano vicino ai fissaggi metallici che potrebbe rovinarne la guaina. Questi cavi sono stati posati, giusto nel caso in cui il corto circuito fosse all’interno del corugato.
In totale sono stati aggiunti circa 6 metri di linee che vanno da un lato della navetta all’altro, dove sono montati i riscaldatori che vanno dai serbatoi della APU alla APU stessa, questi servono a mantenere calda la linea di idrazina, sostanza che gela circa alla stessa temperatura dell’acqua. Se questo avvenisse, potrebbe esserci una perdita d’idrazina nel compartimento di poppa, e, poiché l’idrazina è un combustibile ipergolico, cioè s’incendia da solo a contatto con l’ossigeno, potrebbe scoppiare un incendio al rientro in atmosfera, cosa ovviamente da evitare ad ogni costo…
Tornando ai riscaldatori, la sostituzione degli stessi sarebbe stato un processo molto invasivo, ci sono due riscaldatori su ogni linea, A e B, arrotolate una sull’altra ed insieme avvolte attorno alle tubature e le tubature stesse hanno anche un isolamento attorno. Bisognerebbe quindi sostituire tutte le linee di alimentazione della APU 1 con un enorme rischio di causare danni collaterali a molti altri sistemi mentre si procede a questa manovra.
E’ stato quindi discusso molto su come essere confidenti in questi riscaldatori: ci sono due termostati su questi riscaldatori uno che sgancia se si raggiunge la temperatura voluta e riaggancia quando si scende sotto un’altra temperatura, un po’ come quello del riscaldamento di ogni appartamento, e poi uno di sicurezza, con un’altra linea dedicata che stacca definitivamente il riscaldatore, se si supera un’altra soglia per evitare che l’idrazina vada in ebollizione.
Non potendo smontare i riscaldatori è stata controllata la resistenza da un capo all’altro degli stessi e controllato che fosse del valore corretto misurato l’ultima volta che era stato controllato due anni fa e che inoltre non vi fossero corto circuiti verso massa applicando una tensione molto elevata ma con una bassissima corrente tra il riscaldatore e la struttura, se ci fosse stata una rottura nell’isolamento la corrente sarebbe salita fino al valore ammesso indicando un anomalia.
Questi controlli sono anche stati fatti sui cablaggi di alimentazione dando tutti esito negativo, nessun isolamento è risultato quindi corrotto.
Sono state quindi testate le funzionalità del sistema completo la scorsa notte rilevando il corretto funzionamento di tutti e 5 i riscaldatori. E’ stato fatto lo stesso test anche con i collegamenti originali dell’orbiter non riscontrando anche in questo caso alcun problema; ci si può chiedere allora perché sia stato ricablato il sistema: perché era abbastanza facile farlo ed è stata rimossa una variabile dal problema.
Un’altra domanda è perché sia stato sospeso il lancio se c’era una ridondanza di quel sistema? Perché non si conosceva la causa del problema dentro il box, e se questo problema avrebbe potuto propagarsi ad altri componenti del box stesso che alimentano altri sistemi. Lo stesso vale per il fascio di fili all’interno del tubo corugato.
La scatola incriminata è anche stata fatta vibrare per vedere se il problema si fosse ripresentato ma senza che questo sia avvenuto.
Sostituendo la scatola ed il cablaggio e testando i riscaldatori si è quindi certi di aver rimosso il problema anche se questo resta sconosciuto.
Un’altra informazione appena arrivata è che i termostati sono stati testati lo scorso giugno nella Orbiter Procesing Facilities e collaudando quello in extra temperatura esso è intervenuto a dovere, ma analizzando i tracciati temporali successivamente, pochi istanti prima del suo intervento è stato rilevato un picco di corrente molto più alto di quelli che abbiamo visto in precedenza (10A), potrebbe essere un corto circuito, ma non si sa dove a valle del fusibile, avendo però sostituito box e cavi ci si dovrebbe trovare in un ottima situazione, visto che essendo stato ritestato tutto questa notte non ed avendo analizzato i nuovi tracciati, questo picco non è più stato rilevato.
Cambiando argomento è stato verificato che la sovrapposizione della missione shuttle e della partenza della soyuz dalla stazione non crea problemi tecnici di sicurezza per la nostra navetta se gestita in modo corretto (cosa questo vuol dire lo si evince fra poco).
Ci saranno invece dei problemi di sovrapposizione di turni di sonno e di veglia poiché il giorno del distacco della soyuz sarà un giorno molto lungo per Dmitrij Kondratyev, Catherine Coleman e Paolo Nespoli, che quindi dovranno dormire quando l’equipaggio dello shuttle sarà già sveglio per spostare il loro ciclo veglia/sonno ottimizzandolo per il loro lungo e faticoso rientro.
Cady e Paolo dormono negli alloggi dell’equipaggio del nodo due. L’equipaggio dello shuttle che si sveglierà da due a quatro ore prima tutti i giorni non dovrà effettuare lavori nel nodo due ma dovrà passarci per arrivare al nodo 3 e quindi a cupola per preparare il braccio robotico per le attività extra veicolari previste. Cady e Paolo hanno approvato la cosa poiché dormendo con i tappi nelle orecchie questo passaggio non risulta per loro un problema .
Quando la soyuz si sgancerà, l’equipaggio shuttle starà dormendo, quindi nessuna manovra attorno allo shuttle sarà permessa per fare le foto, inoltre la finestra di alta qualità ottica dedicata alle fotografie della soyuz si trova nel modulo orbitale mentre l’equipaggio sarà nel modulo di discesa e questa finestra sarà già chiusa predisposta per il rientro, non sarà quindi possibile effettuare foto di alta qualità. Faranno sicuramente fotografie dalle finestre disponibili, ma senza nessuna manovra dedicata. Si Sta programmando di farlo con STS 135 e sperando di riuscirci si avranno finalmente foto dello Space Shuttle agganciato alla ISS.
La finestra per il lancio si apre quindi alle 8.56 orario costa est (13.56 orario italiano)di lunedì 16 maggio.
Se il problema e sul riscaldatore e si ripropone siamo sicuri che non si propaghi ad altri componenti essendo stato sostituito il resto.
Qui però ho capito che per Mike Moses si potrebbe dare l’Ok al decollo, mentre per Mike Leinbach essendo il decollo lunedì prossimo, non si possono cambiare le procedure di sicurezza in tempo, e le procedure in caso di questa tipologia di problema prevedono lo scrub.
Non è possibile pianificare ancora bene STS135 perché ogni giorno si scoprono problematiche diverse, per esempio era pianificato lo spostamento dal vab al pad il 2 giugno che però è lo stesso giorno previsto per il landing e quindi le due cose è meglio non sovrapporle visto la carenza di personale in questo momento, in altri momenti sarebbe stato possibile, oggi no.
Inoltre dovranno essere valutati i danneggiamenti del pad dopo il decollo della Endevour.
Per STS135 che utilizzerà l’ET138 saranno necessari test che normalmente non vengono fatti poiché si tratta di un serbatoio rinforzato (se ricordo bene dopo i problemi dovuti all’uragano Katrina) e quindi dopo le prove di riempimento verrà analizzato con i raggi X e questo richiederà più tempo
Prossima conferenza giovedi
Grazie Raffaele per l’ottima traduzione.
E questo l’avevamo supposto… speriamo in bene.
Qui non mi è molto chiaro. Il problema potrebbe essere stato nella sezione riscaldatore/termostato, che non è stata sostituita. Semplicemente hanno monitorato la corrente durante lo stacco del termostato, e non hanno più visto il difetto, ma non si può escludere che si ripresenti.
Marco
Guarda Marco, anche io ho avuto quel dubbio, ed anche uno dei giornalisti che ha riposto la domanda a termine conferenza la sua risposta è stata di nuovo, abbiamo cambiato scatola e cavi, testato ciò che non è stato sostituito e quindi siamo in una botte de fero come diciamo a roma…
In realtà però concordo col fatto che ora la causa scatola e fascione di cavi è esclusa e quindi una propagazione del problema è quasi impissibile anche se si ripresenterà, e la ridondanza potrà essere sfruttata senza grossi timori, anche se la procedura ad oggi non lo prevede…
ciao
Raffaele
Da come l’ho interpretata io: il timore principale, come dici anche Acris, era la propagazione del problema ad altri sistemi.
Non hanno capito il problema ma hanno sostituito le parti che potevano propagare (anche spostando i cavi dal contatto con altri) e quindi anche se si ripresenta il problema ai riscaldatori o ai termostati (che non sono stati sostituiti), vanno di ridondanza sicuri che comunque il tutto finisce lì senza coinvolgere altri sistemi vitali.
Adesso il problema è che questo non è previsto dalle procedure di sicurezza… staremo a vedere
La ET di Katrina è la ET122, quella montata ora sotto l’Endeavour.
Vallo a dire al flight director allora…
a parte le battute, allora come mai anche questo è stato rinforzato? avrà avuto lo stesso lotto di profilati di titanio ed alluminio critici di STS 133?

a parte le battute, allora come mai anche questo è stato rinforzato? avrà avuto lo stesso lotto di profilati di titanio ed alluminio critici di STS 133?
Credo che sia proprio quello il motivo

In realtà però concordo col fatto che ora la causa scatola e fascione di cavi è esclusa e quindi una propagazione del problema è quasi impissibile anche se si ripresenterà, e la ridondanza potrà essere sfruttata senza grossi timori, anche se la procedura ad oggi non lo prevede…
Questo è verissimo, ma in volo.
Caricando l’ET con i propellenti superfreddi verrà rifatto il test, e se anche stavolta si dovesse verificare un problema, beh, è SCRUB.
Il guasto è giustamente tollerato con la ridondanza ma solo se questo avviene durante il volo.

Questo è verissimo, ma in volo.
Caricando l’ET con i propellenti superfreddi verrà rifatto il test, e se anche stavolta si dovesse verificare un problema, beh, è SCRUB.
Il guasto è giustamente tollerato con la ridondanza ma solo se questo avviene durante il volo.
Si però,

Se il problema e sul riscaldatore e si ripropone siamo sicuri che non si propaghi ad altri componenti essendo stato sostituito il resto.
Qui però ho capito che per Mike Moses si potrebbe dare l’Ok al decollo, mentre per Mike Leinbach essendo il decollo lunedì prossimo, non si possono cambiare le procedure di sicurezza in tempo, e le procedure in caso di questa tipologia di problema prevedono lo scrub.
interpreto, ed una è mia libera interpretazione, come una volontà di lanciare comunque rivedendo le procedure. Il problema è che non si riesce a rivederle in tempo, quindi come dici tu probabilmenete ci sarebbe uno scrub ma forse limitato alla revisione delle procedure senza attendere di risolvere approfonditamente il problema che porterebbe via moltissimo tempo sicuramente
Mah… vedremo come la interpretano i dirigenti della NASA. A mio modestissimo parere, se il difetto dovesse ripresentarsi sarebbe un scrub certo. Voglio dire, abbiamo cambiato la ALCA-2, abbiamo rifatto un cablaggio temporaneo, è stato testato il testabile. Restano i riscaldatori e relativi termostati che non sono sostituibili se non con un lavoro lungo, ma sembrano funzionare, anche se c’è un precedente di extracorrente non spiegato. Se il guaio si ripresenta significa avere la certezza di una APU non operabile.
Marco
Concordo con te Marco sullo scenario sopratutto per le due frasi citate: il tecnico dice che secondo lui va tutto anche con il ripresentarsi del problema per la ridondanza, l altro invece dice che le procedure prevedono uno scrub e non c’è tempo di cambiarle. Peccato che “l’altro” sia il direttore di volo e quindi il capo supremo durante le procedure che anticipano il decollo…
Ciao
Raffaele
P.S. Io però non ho capito se il fusibile è partito nel giugno scorso o 10 giorni fa…

P.S. Io però non ho capito se il fusibile è partito nel giugno scorso o 10 giorni fa…
Ah, quen sabe, señor. Los fusibles estan imprevedibles!
(anche secondo me son partiti a giugno, e quel picco di corrente andava interpretato. Ma hai idea del casino di testing che fanno sullo Shuttle? Evidentemente è passato inosservato, anche se l’area è critica)
Yo tiengo los ditos incrociados por toda la mission!
: devo cambiare il mio pseudo in Comandante Raymundo Navarro. Chissà se i cinquantenni qui in giro se lo ricordano, lui sì che era un lost astronaut!

Fuori Tema:
: devo cambiare il mio pseudo in Comandante Raymundo Navarro. Chissà se i cinquantenni qui in giro se lo ricordano, lui sì che era un lost astronaut!
[OOOOOTTTTT]
Raimundo Navarro
[/OOOOOTTTTT]

Fuori Tema:
: devo cambiare il mio pseudo in Comandante Raymundo Navarro. Chissà se i cinquantenni qui in giro se lo ricordano, lui sì che era un lost astronaut!
Mai famoso come Jose Jimenez…