STS-SOYUZ

Sempre in merito agli studi fatti per delle missioni di soccorso nello spazio, ho sentito dire tempo fà, che la NASA aveva studiato una missione di soccorso nel caso in cui ci fosse stata una Soyuz in difficoltà.
Si diceva che era stato preparato anche un “carico speciale” , per lo Shuttle, in modo che oltre agli sfortunati cosmonauti, lo Shuttle sarebbe stato in grado di riportre a Terra l’intera capsula Soyuz in modo che, fosse stato possibile studiarne le cause del malfunzionamento.

Non ho mai sentito parlare di questo progetto, probabilmente è stato in seguito abbandonato…

Neanche io ne ho mai sentito parlare,però alla fine degli 70 la nasa aveva fatto uno studio per una missione di docking con le stazioni Salyut russe che poggiava sui risultati della missione ASTP, risultati penso utilizzati per le missioni con la Mir e ISS.In questo contesto è possibile che ci abbiano pensato.Per attraccare ad una Salyut o soyuz avrebbero dovuto avere un sistema compatibile con quello utilizzato all’epoca dai russi (penso che fosse ancora il sistema igla ma nn sono sicuro),nn penso avrebbero utilizzato quello dell’astp (essendo una missione di recupero la soyuz avrebbe avuto il suo tradizionale sistema di docking).In tempi più recenti con le missioni shuttle-Mir avevano un sistema tipo ASTP (androgino) quindi nn avrebbero potuto far attraccare una soyuz.Con la ISS nn so se lo shutle ha mantenuto il sistema androgino o si sia adattata al sistema kurs (impiegato ora sulle soyuz TMA).Comunque in generale le missioni di recupero sono più degli esercizi intellettuali:difficile approntare in tempo utile uno shuttle per salvare un’altra astronave.

Ecco il sistema di docking del progetto ASTP

La missione Shuttle Soyuz non era stata intesa come una missione ufficiale ma come missione di salvataggio .
Da qualche parte avevo letto che era stata studiata nel caso in cui una Soyuz fosse stata in difficoltà e i Russi avessero chiesto l’intervento degli Americani.
Forse una eventualità molto difficile, comunque meglio essere pronti.

Di per se è una cosa probabile,basta che lo shuttle abbia un modulo di attracco compatibile con la soyuz.

Penso che qualcosa di simile sia stato realizzato, con il modulo che collegava lo shuttle alla MIR, che fu costruito in Russia su appalto della Rockwell e che fu poi lasciato agganciato in modo permanente alla stazione.
Il boccaporto dal lato “spazio” era stato realizzato in modo identico a quello delle Soyuz, ma sarebbe bastato cambiargli “sesso” per aver fatto il giochino.
La costruzione si prese 2 anni, e fu realizzata adattando proprio un modulo orbitale delle Soyuz.

Uno scenario alternato per l’ASTP prevedeva l’aggancio della Sojuz allo Skylab (tramite un modulo di interfaccia che sarebbe stato trasportato e posizionato dall’Apollo).Inoltre per lo Skylab-II era addirittura prevista la possibilità di visite periodiche di capsule Sojuz.

Il modulo utilizzato per l’aggancio dello Shuttle alla MIR non era un modulo orbitante della Soyuz adattato, ma fu costruito per soddisfare le necessità richieste.
Infatti, se si confrontano le misure, non corrispondono al modulo Soyuz.
Il modulo agganciato alla MIR aveva un diametro di 2,2m e una lunghezza di 4,6 m.

Il modulo utilizzato per l'aggancio dello Shuttle alla MIR non era un modulo orbitante della Soyuz adattato, ma fu costruito per soddisfare le necessità richieste. Infatti, se si confrontano le misure, non corrispondono al modulo Soyuz. Il modulo agganciato alla MIR aveva un diametro di 2,2m e una lunghezza di 4,6 m.

Si, topopesto, ho scritto un’inesattezza. :flushed:
In realtà il modulo fu realizzato riutilizzando hardware che era stato progettato per consentire l’attracco della navetta Buran alla MIR2.
L’origine del mio errore era il mio ricordo impreciso di questo passaggio dal sito astronautix.com:

Qualification was relatively straightforward since the basic structure of the Soyuz BO orbital module was used, and the APDS androgynous docking port installation had already been proven on Soyuz-TM16.

Grazie per la dritta :wink:
Ecco alcuni links che ho consultato, che possono essere utili e/o interessanti.

http://www.astronautix.com/craft/mirodule.htm
https://spaceflight.nasa.gov/history/shuttle-mir/spacecraft/s-mir-docking-main.htm
http://www.msfc.nasa.gov/news/news/releases/1994/94-151.html

Allora, mi sembra che qui si faccia un pò di confusione.

Innanzitutto vorrei precisare che Igla e Kurs non sono sistemi di aggancio ma sistemi di rendez-vous, cioè sistemi che consentono l’inseguimento orbitale tra due veicoli (uno attivo ed uno passivo) con susseguente posizionamento del veicolo inseguitore (attivo) sulla stessa orbita di quello inseguito (passivo), alla fine il sistema provvede all’allinemento tra i due veicoli in vista del docking.

L’Igla (se non ricordo male) era il sistema di rendez-vous utilizzato fino alla Soyuz t, sostituito dal Kurs utilizzato tuttora sulle TMA.

Dunque un sistema di rendez-vous NON E’ un sistema di aggancio, quest’ultimo è costituito da un’interfaccia meccanica che consente l’unione fisica tra due veicoli spaziali. I russi hanno sempre utilizzato un sistema a “sonda ed imbuto” costiuito da una parte “maschio” (attiva) ed una parte “femmina” (passiva). In occasione del volo ASTP russi ed americani svilupparono congiuntamente il sistema APAS-75, basato sul flange mobili che possono essere indifferentemente attive/passive.

Nel 1993 i russi hanno lanciato la Soyuz TM 16 equipaggiata con una versione rivista del sistema di attracco APAS denominata APAS-89, progettato originariamente per i voli del Buran ed utilizzato poi dallo Shuttle nei voli del programma Shuttle-Mir utilizzando lo speciale modulo di attracco, di cui parla Marco.

Per quanto riguarda una missione di salvataggio dello Shuttle verso una Soyuz, presumibilmente bloccata in LEO, non ne ho mai sentito parlare. Probabilmente si tratta di uno studio interno NASA o di un altro ente, in questo caso (credo) si faccia riferimento alla possibilità di alloggiare la Soyuz all’interno della Cargo Bay di uno Shuttle, grazie ad una interfaccia specificamente realizzata. In questo scenario credo che i cosmonauti della Soyuz avrebbero dovuto restare all’interno della capsula fino all’atterraggio dello Shuttle.

Ma visto come vanno le cose ultimamente, la NASA farebbe bene ad analizzare uno scenario di missione in cui una, o più, Soyuz operano una missione di salvataggio per uno Shuttle rimasto bloccato in orbita… :wink:

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Ma visto come vanno le cose ultimamente, la NASA farebbe bene ad analizzare uno scenario di missione in cui una, o più, Soyuz operano una missione di salvataggio per uno Shuttle rimasto bloccato in orbita... :wink:

Concordo … di questi tempi sarebbe molto più opportuno! :wink: Già mi vedo una Soyuz con una bella croce rossa appiccicata sul modulo di rientro e due bei lampeggianti blu, posti alle estremità dei pannelli solari … :grinning:

Più che la croce rossa ho la sensazione che portino la scritta ACI sulle fiancate… :wink:

Si ripropone il problema delle tute esclusivamente per lancio/rientro.Ammettiamo che una Sojuz rimanga in avaria,e che venga lanciato in soccorso un altra Sojuz,lo Shuttle,il CEV o la Shenzou.Come si trasferiscono gli Astronauti da un veicolo spaziale all’altro se non si dispone di tute in grado di performare un EVA anche brevissima? O si dispone di un airlock e di almeno due scafandri abilitati per l’uscita (come lo Shuttle) o si devono avere tute IEVA (o quanto meno IVA da poter implementare con overgarnment termici ed apparati vari). Per quel che riguarda i dispositivi di aggancio,circolano notizie circa un possibile accordo Cino-Americano per dotare CEV e Shenzou di meccanismi di docking compatibili.