Studio su una frammentazione spontanea

L’ESA pubblica uno studio sulla nube di detriti creatasi per la frammentazione spontanea (per cause ignote, tra l’altro) di un upper stage Atlas V Centaur lanciato nel 2009.

Lo stadio vola con apogeo in GEO e perigeo molto alto, a 6675 km, per cui non credo che possa trattarsi di un impatto.

La nube di detriti è ben visibile ai telescopi, e fornisce utili dati per modellare eventi di questo genere.

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Potrebbe essere stata un’esplosione o una rottura di un serbatoio per una sovrapressione causata da residui di propellente?

Probabile, Paolo. Corrosione di una guarnizione di valvola, rottura di un giunto…

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Il propellente del Centaur e’ H2 + LOX. Possibile che dei composti cosi’ volatili fossero ancora presenti dopo 10 anni? Non sono propellenti “storabilli”, dovrebbero essersi persi tutti per ebollizione.

Cosa fa escudere una collisione durante il perigeo? La probabilita’ e’ cosi’ bassa?

Sicuro che non avesse razzi di assetto o di ullage a idrazina? O un serbatoio di elio di pressurizzazione che per qualche motivo non si è depressurizzato?