Sulla Luna con Stanley Kubrick

Ho appena finito Sulla Luna con Stanley Kubrick. Non è un libro a tema spaziale ma un’antologia di 400 pagine che raccoglie e analizza miti e leggende legati a Stanley Kubrick. Kubrick ovviamente è il regista di 2001 Odissea nello spazio e nel libro si trovano parecchie curiosità “spaziali”. Ne riporto alcune che mi hanno colpito (ce ne sarebbero di più ma non voglio esagerare).

:alien: - Kubrick, 2001 e gli alieni

Prima di iniziare le riprese di 2001 - dopo aver completato la prima stesura della sceneggiatura, ingaggiato l’attore principale e abbozzato un piano di produzione per i sei milioni che gli aveva affidato la Metro-Goldwyn-Mayer - Kubrick provò ad assicurare il film niente meno che contro la scoperta degli alieni. L’episodio è raccontato da Clarke:

Una volta, quando la sonda Mariner IV si stava avvicinando all’obiettivo, Stanley cominciò a preoccuparsi che avrebbe trovato i marziani. Così andò dai Lloyd’s di Londra e chiese loro di stipulare una polizza nel caso in cui fossero state scoperte forme di vita intelligente su Marte, cosa che avrebbe distrutto la trama che stavamo sviluppando. Non oso immaginare come abbiano potuto calcolare il premio assicurativo ma venne fuori che era – appropriatamente – astronomico, così che l’idea fu accantonata.

:rocket: - Kubrick e le astronavi di 2001

Questa è avvilente. Tutti i modellini delle astronavi di 2001 sono andati distrutti, non per volontà del regista ma per la stupidità della Metro-Goldwyn-Mayer che voleva risparmiare sui costi di affitto del magazzino dove erano conservati.

«Tutti i modelli che costruimmo per il film, il cui valore si aggirava sui 6 milioni, furono buttati via dalla MGM per risparmiare 600 dollari all’anno di costi di magazzino» disse [Kubrick, NdMe] con evidente rammarico. «L’intera collezione poteva stare in una stanza di 3 metri per 4. Li voleva pure lo Smithsonian. Sono tutti perduti.»

La storia è anche più triste.

Un articolo del quotidiano londinese Evening Standard dell’aprile del 1973 racconta infatti come la MGM avesse incaricato una ditta di trasporti di raccogliere tutto il materiale di produzione di 2001 che giaceva nei loro depositi e di buttarlo in una discarica. Uno degli impiegati della ditta, pensando che gettare quelle meraviglie di design fosse uno spreco, aveva trasportato i modellini al parco giochi comunale e li aveva installati tra le altalene e gli scivoli, in modo che i bambini della zona potessero giocare agli astronauti. Quando la MGM lo venne a sapere, ordinò che la ditta tornasse immediatamente a riprenderli e che li smontasse pezzo per pezzo prima di gettarli una volta per tutte in discarica, con tanto di documentazione scritta dell’avvenuta distruzione. E così fu.

:waning_crescent_moon: - Kubrick, Barry Lyndon e le missioni Apollo

Alcuni degli obiettivi usati per girare Barry Lyndon “a lume di candela” sono gli stessi che erano stati commissionati alla Zeiss dalla NASA per filmare la superficie lunare. Kubrick aveva già sperimentato con altri obiettivi che però non si erano rivelati abbastanza luminosi: le immagini risultavano sempre troppo buie o sgranate.

La svolta arrivò un paio d’anni dopo quando Kubrick lesse un articolo su come la Zeiss avesse costruito appositamente per la NASA alcuni obiettivi ultra-luminosi per eseguire una mappatura fotografica ravvicinata e completa della superficie lunare in vista delle missioni Apollo. Con una rapida telefonata alla sede principale nella Germania Occidentale (aver sposato una moglie tedesca aiuta), Kubrick venne a sapere che lo speciale obiettivo, chiamato Planar f/0,7, era stato prodotto in dieci esemplari, sei dei quali erano stati consegnati alla NASA; poiché la Zeiss voleva tenerne uno per riferimento, Kubrick acquistò prontamente gli altri tre.

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Raccontaci di più dai!

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Fantastico. Quella degli obiettivi f/0,7 la sapevo, è una roba incredibile. L’obiettivo più aperto che ho è un f/0,95 , per telecamera. Difficilissimo da usare, profondità di campo praticamente nulla. Ma il nostro era un mago…

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Che strana coincidenza!
Propio oggi mi è arrivato il DVD in 4k di 2001 Odissea nello Spazio,che mi godrò stasera!

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Nel seguente link c’è un reportage fotografico di quello che rimaneva della Stazione Spaziale, usata come giostrina in un parco giochi (SIC)… :cry:

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Visto che siamo in argomento vi segnalo tre bellissimi libri sull’argomento:

The Making of Stanley Kubrick’s 2001: A Space Odyssey (Taschen, 2014), che ha la particolarità di essere fatto a forma di Monolite:

2001: The Lost Science (Apogee Prime, 2012):

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Ed infine (ma non per utlimo) l’imperdibile The 2001 File: Harry Lange and the Design of the Landmark Science Fiction Film (Real Art Press, 2015):

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Ok, un altro paio di aneddoti, sempre da Sulla Luna con Stanley Kubrick.

:black_large_square: - Kubrick e il monolite di 2001

Il monolite inizialmente doveva assumere varie forme: nella preistoria doveva essere un cubo trasparente, sulla Luna un tetraedro prima nero e poi trasparente, nello spazio un tetraedro gigantesco. L’azienda che doveva fondere il blocco di plexiglas trasparente propose un monolite rettangolare perché sarebbe stato più semplice da realizzare. Quando arrivò sul set però il monolite trasparente non piacque per nulla a Kubrick (non era abbastanza trasparente) e venne rimpiazzato con uno di legno nero opaco poi utilizzato anche per le scene con le scimmie. Curiosità:

[…] il blocco di plexiglas scartato da Kubrick fu riciclato per un monumento commemorativo in occasione del Giubileo d’Argento della Regina Elisabetta II. Resta il più grande blocco di plexiglas mai fuso della storia. Pesa due tonnellate. La prossima volta che visitate Londra, andate a vederlo ai St. Katharine Docks.

:man_astronaut: - Kubrick, la NASA e NASA Est

Le teorie che vogliono Kubrick come regista del falso allunaggio si fondano in parte sui contatti che ci furono all’epoca di 2001 tra il regista e la NASA. La teoria originale sostenuta in un libro dal titolo Non siamo mai andati sulla Luna si limitava però ad affermare che il film di Kubrick fosse una sorta di prova generale finanziata dalla NASA per valutare la resa degli effetti speciali e abituare il pubblico a quel tipo di visioni. Bufale a parte, il rapporto tra Kubrick e la NASA durante la produzione di 2001 fu molto intenso.

La connessione tra Kubrick e la NASA per la realizzazione di 2001 è comunque vera e documentata: fu Arthur C. Clarke a mettere il regista in contatto con i migliori ingegneri del paese. Alcuni dei tecnici ingaggiati da Kubrick erano allievi di Wernher von Braun, la mente dietro il programma spaziale americano, per cui poterono tranquillamente girare per agenzie, stabilimenti industriali e università di mezzo mondo alla ricerca di fotografie e progetti da dare agli scenografi di Kubrick perché li usassero come modelli per i pianeti e le astronavi del film. Nel settembre del 1965 i dirigenti della NASA visitarono gli studi della MGM a Borehamwood e rimasero così impressionati dalla perfezione della simulazione cinematografica architettata dal regista che battezzarono lo stabilimento “NASA Est.”

Su questo tema la cosa più approfondita che conosco è il saggio Speculative Systems: Kubrick’s interactions with the Aerospace industry during the production of 2001 pubblicato nel libro Kubrick: New Perspectives. Nel testo l’autore sostiene che:

Kubrick created a scenario study of a near future that would sit as comfortably in the field of spaceflight as a concept study, as it does in film history; and that, in terms of production methods, Kubrick adopted approaches from the field of systems engineering that were being consolidated in the aerospace industry at the time. […] the way it operataed was almost like a small-scale space programme. […] Both endeavours - building Skylab and the Discovery - addressed space futures, and both were planned at the same time. They utilised or referenced the same state-of-the-art habitation systems technology, and involved, to a considerable extent, an intersecting community of scientific advisors and design consultants. On an organisational and design level, the two excercises, even though incomparable in scale, can be seen as being conceptually on a par.

E in effetti il soprannome NASA Est viene da George Mueller, Associate Administrator of the Office of Manned Space Flight, che si tenne in contatto con il regista e visitò gli studi di registrazione del film insieme ad altro personale della NASA. Molte delle aziende consultate o impiegate da Kubrick per realizzare astronavi e scenografie erano fornitori della NASA. Alcuni impiegati della NASA si prestarono come consulenti o vennero assunti direttamente nella produzione, ad esempio Fredrick Ordway III and Harry Lange dal NASA’s Future Projects Office.

Sempre su 2001, dello stesso autore di Sulla Luna con Stanley Kubrick consiglio caldamente un libricino dal titolo: 2001 tra Kubrick e Clarke: genesi, realizzazione e paternità di un capolavoro.

Tra le altre cose, contiene due saggi brevi molto interessanti. Il primo, intitolato La corsa allo spazio di Stanley Kubrick, è la ricostruzione del calendario di produzione di 2001. E’ avvincente perché seguendo i lavori giorno per giorno permette di “rivivere” la realizzazione del film - tra l’altro sono convinto che la creazione di 2001 meriterebbe di essere raccontata in un un film o addirittura in una serie tv - e di comprendere l’entità dell’impresa di Kubrick.

Il risultato di questa ricerca è il più completo calendario di produzione mai compilato, un diario quasi giornaliero degli anni 1964-1968 che evidenzia momenti chiavi e giri di boa […] E’ così finalmente possibile scoprire la genesi e la paternità delle idee dietro al film, documentare la qualità sperimentale delle tecniche di ripresa e dar credito alle dozzine di persone che hanno contribuito al risultato finale

Il secondo saggio, intitolato Una meravigliosa esperienza striata di agonia, racconta il rapporto tra Kubrick e Clarke studiando il carteggio tra i due conservato all’Air & Space Museum dello Smithsonian.

E’ interessante perché mostra il processo creativo e il rapporto non sempre facile tra i due (mia opinione personale: Kubrick a volte non ne esce benissimo). Anche qui non mancano gli aspetti divertenti o talvolta folli. Ad esempio, qui siamo agli inizi, quando Kubrick scrive a Clarke per invitarlo a valutare la possibilità di scrivere insieme una sceneggiatura per un film di fantascienza:

Alla scarna e schematica lettera di Kubrick - 249 parole ben ordinate in uno dei suoi tanto amati elenchi puntati - Clarke ha risposto producendone 972 (il quadruplo), allegando l’intera bozza del suo ultimo libro (Man and space, 200 pagine) e scrivendo una seconda lettera il giorno dopo per raccontare a Kubrick “un inizio carino per il nostro film” - un’idea che, mentre diceva al suo agente di spedire all’ufficio di Kubrick altri tre suoi libri, non aveva esitato a definire “geniale”.

Copertine:

Stanley Kubrick: New Perspectives

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La mia sensazione è che le tute lunari argentate siano state ispirate da alcuni prototipi adoperati dalla NASA tra il 1964 ed il 1965.
Inserisco dei link (per la prima foto cliccate sopra per arrivare alla pagina con la descrizione):

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Ecco un altro link con una versione della tuta ancora più vicina a quelle lunari di 2001.
Siamo nel 1965, le sequenze lunari di 2001 furono girate nel 1966.

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Sicuramente può esserci stato un “travaso in corsa” tra quanto stava sviluppando la NASA nell’ambito del Programma Apollo e la produzione di 2001.

Personalmente, però, ritengo che l’archetipo della “tuta argentata” fosse l’iconica tuta del Programma Mercury, estremamante popolare all’epoca.

(fonte immagine NASA/Wikipedia).

Mentre l’idea di colorare le tute (ognuna di un colore diverso) che appaiono a bordo della Discovery 1, si rifanno direttamente a quelle del film di George Pal “Destination Moon” (Uomini sulla Luna, 1950).

(fonte immagine http://sayhellospaceman.blogspot.com/2015/02/destination-moon-spacesuits-originals.html)

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Ecco un paio di immagini prese del film (fonte: https://www.cinematheque.qc.ca/en/works/2001-a-space-odyssey-stanley-kubrick/) che illustrano bene le due varianti della tuta EVA impiegata nel film 2001, quella argentata (nel Moon Bus) e quelle colorate (nella Pod Bay a bordo della Discovery One):

Come si può osservare la struttura “lamellare” ed i colori personalizzati rimandano immediatamente alle tute viste nel film Destination Moon, mentre il colore argentato di quelle impiegate sulla Luna sono sicuramente un omaggio alle tute Mercury.

Un capitolo a parte sono le tute IVA viste nel film, benché si vedano i due protagonisti (Bowman e Poole) anche i pantaloncini e maglietta (come sullo Skylab o sullo Shuttle) oppure in accappatoio, per gran parte del film indossano delle tute di volo simili non solo a quelle dei piloti di aeroplani militari ma anche simili a quelle NASA per Gemini ed Apollo.

(fonte immagini MGM):
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Gemini VII (fonte NASA):

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Un’altra (doverosa) digressione: quando si pensa a 2001 si pensa sempe alla sua data di uscita nei cinema americani, ovvero il 3 aprile 1968, il che porta inevitabilmente ad associare il film al programma Apollo. Questo perché si considerano i tempi di produzione rapidi degli odierni blockbuster ma, in realtà, 2001 richiese ben 5 ANNI per essere realizzato, un tempo enorme.

Considerando che il girato è avvenuto tra il 1965 ed il 1967 il programma spaziale di riferimento non poteva essere l’Apollo (allora ancora in fase di pieno sviluppo) quanto il Gemini effettivamente in corso. Se il film ha richiesto ancora 2 anni di sviluppo e montaggio è stato sia a causa della (ben nota) maniacale attitudine di Kubrick alla perfezione sia per la realizzazione dei 205 effetti speciali (mai tentati prima) presenti nel film.

La prova provata che Kubrick e soci hanno fatto con quello che avevano a disposizione sta nel fatto che le EVA intorno alla Discovery sembravano (e lo sembrano tuttora) realistiche perché avevano a disposizione le immagini delle vere EVA delle Gemini a partire da quella di White.
Mentre la EVA lunare è sbagliata, questo perché nessuna missione Apollo sulla Luna era ancora stata effettuata.

Sebbene gli astronauti si muovano (o meglio vengono fatti muovere) al rallentatore per simulare la bassa gravità, nella scena della visita al Monolite a Tycho, gli astronauti non “rimbalzano” e si mantengono dritti. Quando invece sappiamo che gli astronauti Apollo procedevano a balzelli ed alquanto incurvati in avanti.
Non fu colpa di Kubrick ovviamente, semplicemente nessuno sapeva come ci si muoveva sulla Luna perché nessuno lo aveva ancora fatto.

E’ tutta una questione di riferimenti, se Kubrick avesse visto i filmati di Apollo avrebbe girato quella sequenza in una maniera molto più realistica (e questo smonta definitivamente le ridicole teorie del complotto che vedrebbero lo stesso regista implicato nel falso dell’allunaggio).

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Un volume che ho nella mia collezione e che consiglio agli appassionati di “2001 odissea nello spazio” e’ questo.
Scoprirete una marea di dietro le quinte su tutte le fasi di realizzazione del capolavoro.

Space Odyssey: Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke, and the Making of a Masterpiece (ISBN 978-1501163937)

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Vi segnalo questi tre articoli, apparsi abbastanza di recente su Alluniverse Today, che analizzano (con dovizia di particolari e soprattutto in italiano) pregi e difetti del capolavoro di Kubrick e Clarke.

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Costa poco, e costa meno su carta che su Kindle… vai a capire. Ordinato, grazie

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Peppe,anche a te il personaggio di Dave Bowman fa pensare,sia fisicamente che per la sua freddezza a Neil Armstrong?
Ovviamente è solo un caso,perchè quando il film fu girato Armstrong non era un Astronauta particolarmente famoso.

Riguardo alle tute colorate ed a quelle argentate ricordo di aver letto molti anni fa un riferimento al fatto che quelle colorate dovevano essere usate molto lontano dal sole,per cui non avevano bisogno di una colorazione “schermante”.
Non so se la cosa abbia un fondamento scientifico o fosse solo un ipotesi.

Improvvisamento ho realizzato cosa mi ricordano le mie telecamere di videosorveglianza.

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Lo so che le lucette infrarosse hanno una funzione, eppure mi ricordano quello…

Certe volte mi viene il dubbio che Kubrick non ha previsto il futuro. Lo ha influenzato.

Ti confermo che anche a me Keir Duellea nella parte di Bowman ha sempre dato l’impressione di un “doppio” di Armstrong.
Ma deve essere stato un caso, come giustamente scrivi, quando Kubrick fece il casting per 2001 Armstrong era poco meno che sconosciuto tranne agli addetti del settore per la sua carriera di pilota collaudatore e pilota di X-15…

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Sempre dal Flickr di Mike Acs

Ecco il particolare del concept di una tuta ILC AX,il disegno in questione dovrebbe essere del 1963.
Il backpack sulla schiena ricorda molto quello delle tute di 2001.

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