Manca pochissimo all unione del modulo di comando con il modulo di servizio. Orion 2 ha da poco completato i test per stabilire massa e centro di gravità. La NASA ha condiviso una splendida foto dei test effettuati.
Dal suo canto ESA non vuole sfigurare e quindi ci mostra lo status dei moduli di servizio. Grazie alla visita a Bremen dell equipaggio di Artemis 2 abbiamo a disposizione una buona carrellata di immagini. Al momento a Bremen ci sono ben quattro moduli di servizio in vario stato di approntamento. Da Artemis 3 a Artemis 6.
Notizie poco consolanti dalla conferenza di ieri. Si sapeva da un pò tempo che Artemis II non avrebbe lanciato nella parte finale del 2024 a causa di un indagine in corso sul consumo anomalo di alcune parti dello scudo termico di Artemis 1. Tale indagine avrebbe rimandato il lancio nella prima primavera del 2025. Tuttavia ieri la NASA ha dichiarato l’esistenza di un ulteriore problematica. Questa volta con alcune componenti dell’ELCSS (il sistema di supporto vitale).
In seguito all’analisi di componenti destinati a Orion III, la NASA ha deciso di sostituirli su Orion II. Questo significa andare a disconnettere un numero significativo di sistemi, andando a invalidare tutto il processo di testing che è stato fatto. Questo significa quindi che una volta sostituiti i componenti, dovranno essere rieffettuati tutti i test di power up etc etc che si fanno al termine assemblaggio di un modulo di comando Orion. Per questo la NASA ha dichiarato che la nuova data di lancio è settembre 2025. Un rinvio sostanziale. Artemis 3 di conseguenza slitta a Settembre 2026. Un gap di un anno tra le due missioni. Se reggerà la data attuale sarà sostanziale il gap tra Artemis 1 e 2.
Uno dei problemi della capsula riguardano le batterie, che in uno dei tanti scenari di abort a causa delle vibrazioni potrebbero scollegarsi e lasciare la capsula senza corrente, rendendo così impossibile aprire il paracadute.
Dopo oltre 4 mesi dalle brutte notizie torniamo con un aggiornamento su Orion. Il quadro è sicuramente piu’ felice. Ci siamo lasciati a gennaio con tre problematiche.
Circuiteria difettosa nell’ ELCSS
Batterie con non sufficiente margine di sicurezza in scenari estremi di abort
Consumo dello scudo termico con discrepanze rispetto alle simulazioni
La grana piu’ grossa era per quanto riguarda alcune delle “circuit box” per alcuni sistemi dell’ELCSS. In tre mesi alla NASA le circuit box sono state sostituite o “bypassate” con delle nuove dove c’era margine. E’ stato fatto un lavoro enorme da questo punto di vista. Intelligente il fatto di installare nuove circuit box e lasciare quelle difettate al loro posto dove era possibile (questo ha evitato di dover sventrare il sistema di supporto vitale). In altri casi non è stato possibile e si è dovuto rimpiazzare il componente originale con le problematiche del caso.
Con le problematiche lato ELCSS risolte il team ha deciso di procedere con i test nella vacuum chamber per effettuare i test EMI/EMC (interferenza elettromagnetica e compatibilità elettromagnetica) e a seguito a Luglio test in ambiente di vuoto. Dopo questi test Orion ritornerà nella sua cella di integrazione FAST per uno swap di batterie. Le batterie si trovano all’esterno dell’area pressurizzata e quindi la sostituzione non invalida i test che Orion sta svolgendo ora nella vacuum chamber.
Il program manager mira a consegnare Orion II certificata all’EGS per settembre 2024. Da qui poi l’inizio della lunga campagna di lancio che ci porta a lanciare per settembre 2025.
Insomma rispetto a gennaio lo scenario è di parecchio migliorato. Di sotto le immagini di Orion che viene rimossa da FAST e portata nella cella a vuoto per i test.
(immagini credit NASA)
Non sarebbe il contrario? Se fossero state nell’area pressurizzata, in quanto non venendo esposte all’ambiente esterno, non subirebbero comunque il vuoto. Invece in questo caso mi pare di capire che subiranno il vuoto integrate con Orion per la prima volta durante il lancio, con possibili, per quanto improbabili, problemi di integrazione dovuti all’ambiente dello spazio.
Se la prova a vuoto serve solo per verificare che l’area pressurizzata sia effettivamente a tenuta stagna cosa sta dentro e cosa fuori è indifferente…
Ma se per metterci qualcosa dentro devi smontare un pannello del ‘guscio’ di tenuta, qualcosa che non sia fatto per aprirsi e chiudersi con nonchalance come un portello allora dovresti rifare il test per vedere se l’hai rimontato bene come prima.
La roba che sta dentro fai la fatica di tenerla in un ambiente pressurizzato controllato o perché ti serve proprio lì o perché è delicata: cose che hanno bisogno di dissipare il calore con un mezzo che non vuoi si disperda nello spazio, astronauti col vizio di respirare…
La ferraglia che sta all’esterno dell’area pressurizzata ma non del veicolo starà comunque bene, te ne freghi…
test EMI/ECC completi. Orion è stata estratta dalla vacuum chamber e verrà preparata nella FAST per fare i test a vuoto che sono previsti indicativamente per Luglio.
Lo scudo termico di Orion e’ di tipo charring (in Avcoat), cioe’ a “consumo” per carbonizzazione. Quindi letteralmente si potrebbe tradurre in perdita di materiale carbonizzabile, ma probabilmente sarebbe piu’ corretto un semplice perdita di materiale ablativo / protettivo.
Il punto e’ che il materiale dello scudo dovrebbe consumarsi lentamente tramite un processo di carbonizzazione ma restando integro, cioe’ senza che le mattonelle si “sbocconcellino” o peggio siano gravemente danneggiate.
Dopo questa serie di test seguendo la timeline pubblicata ad aprile, Orion dovrebbe essere preparata per l’handover all’exploration ground systems per l’inizio della campagna di lancio Artemis II.
(immagini credit NASA)
In the long run, engineers may redesign or change their manufacturing methods to address the heat shield char loss concern for future Artemis missions. Lockheed Martin is on contract to deliver Orion capsules to NASA through the Artemis VIII mission. NASA will begin reusing Orion capsules beginning with Artemis VI, which won’t fly before the early 2030s.
La NASA inizierà a riutilizzare le capsule Orion a partire da Artemis VI, che non volerà prima dell’inizio degli anni 2030.
Perdonatemi se scrivo SE volerà …
Con l’arrivo di ESM-3 al Kennedy Space Center questo agosto, Airbus ha cominciato a compiere seri progressi su ESM-4 che si trova ora a Bremen. Installati i serbatoi dell’elio nel modulo di servizio. Prossimo step è l’installazione del sistema RCS. Immagine cortesia dell’account X di Airbus Space.
Al momento per tirare le somme al KSC sono presenti tre capsule Orion, Ovvero Orion 2 (completata e in testing), Orion 3 (stato avanzato di costruzione) e Orion 4 (Integration nelle fasi iniziali). Al KSC abbiamo anche ESM-2 che è abbinato con Orion 2 e ESM-3 che è stato già unito con il CMA. ESM 4 e 5 sono in integrazione a Bremen.
Per quanto riguarda il futuro prossimo, una decisione ufficiale sul da farsi per Artemis II deve ancora essere presa, tuttavia circolano rumor di un inizio stack dei booster solidi entro fine mese/inizio dicembre. Questo significherebbe un GO al lancio in attuale configurazione.