Telescopi spaziali con il logo ISAA

Dopo settimane di lavoro tiratissime e rispondendoti mentre sono in viaggio (da cui il mio ritardo nel farmi vivo qui) ecco i miei 2 cents, vestendo i panni del presidente dell’associazione.
Premetto anche che non voglio essere troppo negativo, e anzi, posso solo plaudere all’entusiasmo dietro questa idea! :nerd:

Come detto da molti altri prima di me, coordinare e portare a termine un progetto del genere è un’impresa da un lato fantastica, dall’altro impossibile per ISAA, per ragioni di risorse e di identità.

1. Risorse umane ed economiche

Lo hanno scritto molto meglio di me @buzz e @IK1ODO, ma giusto per ribadire anche dal mio punto di vista e per la mia limitata esperienza, direi che lanciare una qualsiasi missione spaziale è una sfida che richiederebbe risorse economiche e professionali assimilabili a quelle di un’impresa privata di ambito aerospaziale.

2. La natura di ISAA

ISAA nasce attorno ad un’idea ben definita: ci serviva un cappello istituzionale per rapportarci a enti esterni con qualcosa di più solido di “siamo un gruppo di amici” con la passione di fare divulgazione astronautica. Questi semplici, semplicissimi obiettivi hanno comunque preso di fatto la totalità del tempo libero di almeno 3/4 per anni, e hanno ovviamente subito i contrattempi legati alla vita reale delle persone.
Penso che per le nostre dimensioni e ambizioni stiamo già gestendo abbastanza.
Ci si potrebbe chiedere se vi sia un atteggiamento contrario al cambiamento o all’adozione di nuove idee in seno all’associazione. La risposta è… ni. :smiley:
Siamo più che felici di avere nuovi input, idee ed entusiasmo, infatti negli ultimi mesi anche grazie al tuo arrivo @vespiacic la parte redazionale di forum e AstronautiNEWS ha avuto una bella sferzata di energia.
Ma dall’altra parte come gruppo fondatore vorremmo tenere ben salda la direzione di dove va l’associazione e contiamo su un consolidato rapporto reciproco di conoscenza personale, fiducia ed amicizia che ci ha condotto fin qui e che consideriamo un bene prezioso e un valore aggiunto irrinunciabile.
Sposare un progetto tanto ambizioso comporterebbe un completo stravolgimento di obiettivi e natura sociale, richiederebbe la totale dedizione del gruppo oppure la “cessione in fiducia” di un’impresa del genere a persone terze che si troverebbero a maneggiare ingenti somme a nome e per conto dell’associazione. Non siamo preparati ad un cambiamento di questo tipo.

Penso di poter sottoscrivere quanto detto da @pherosnike: la lista di attività aperte è già disponibile, e in più presto proveremo ad organizzare una nuova AstronautiCON. Sarà già quello un ottimo banco di prova per misurare le nostre risorse.

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Mi permetto due parole anche io.

Premetto che l’idea è encomiabile ma è un sogno e tale deve restare.

Come già sottolineato da Veronica @PherosNike e Marco @marcozambi, lo scopo per cui è nata ISAA (e lo posso ben dire essendo stato tra i soci fondatori) è quello di fare divulgazione, cosa in cui riesce benissimo solo con il sacrificio costante da parte di persone (come Veronica, Marco, Paolo, Alberto e tanti altri) i quali dedicano il loro poco tempo libero a quest’attività.

Tanto di cappello, personalmente non riesco a fare più di qualche post considerando che il (poco) tempo libero che ho è risucchiato dalla mia attività di illustratore aerospaziale.

Ora detto ciò, mi levo il cappello di partecipante al Forum e indosso quello (quotidiano) di Technical Manager in campo spaziale: concepire, progettare, realizzare, lanciare e (non ultimo) operare con successo un telescopio spaziale, fosse pure amatoriale, fosse pure un nanosatellite richiede risorse umane, intellettuali, economiche ed organizzative che vanno ben aldilà delle capacità di QUALUNQUE Forum di appassionati.

Si dovrebbe cominciare con un comitato tecnico scientifico, composto da Universitari del mondo della Ricerca e tecnici, per capire quale tipo di telescopio imbarcare, e si finirebbe con la realizzazione e la gestione del cosiddetto “Ground Segment” (ovvero il segmento di terra) che consente di operare ricevere e smistare i dati ricevuti (i quali poi sono “grezzi” e vanno discretizzati) senza il quale non sarebbe possibile farci nulla con il telescopio spaziale posto che lo si riesca a lanciare.

Di mezzo c’è la progettazione, la realizzazione ed il testing (in strutture apposite come camere a termovouto, piattaforme vibranti, ecc) con in più la selezione del lanciatore ed il contratto con chi lo gestisce (fosse pure in piggyback).

Tutto questo richiede migliaia di ore/uomo (che hanno un costo anche se lo fai nel tempo libero), competenze che spaziano dall’astrofisica all’informatica. Il reperimento dei materiali grezzi e delle parti acquistabili sul mercato (i cosiddetti COTS "Commerical Off-The Shelves).

Quanto finora detto non serve assolutamente a scoraggiare l’entusiasmo e la creatività, ma semplicemente per far capire che tra queste due cose (fondamentali!) e la realizzazione di un prodotto spaziale funzionante ci passa un mondo di cose, e per far capire anche quanto può essere complesso il più semplice dei progetti spaziali.

A volte essere “ingenui” funziona, come nel caso di Elon Musk, solo quando tale ingenuità (entusiasmo, voglia di fare, vision, ecc.) sono accompagnati da una vagonata di soldi (in partenza) e da non comuni capacità manageriali.

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Ma scusate, pigliamo un cubesat qualsiasi e gli diamo € 100,00 per appiccicarci sopra un adesivo e festa finita. Poi aumma aumma diciamo che è robba nostra…:sweat_smile:

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È una possibilità :smiley:

Se è per l’adesivo abbiamo avuto di meglio :grinning:

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Questo mi sembra il vero punto bloccante. Il magnetorquer ha circa 3 ordini di grandezza in meno di precisione. Non so se si può correggere in qualche il puntamento in qualche altro modo.

Sinceramente non mi spaventano 50.000 ore di lavoro o un milione di euro, se l’idea dietro è buona sono abbastanza convinto che si trovano. Senza fretta, magari anche in 15-20 anni. Purtroppo, se tecnicamente non è fattibile, l’idea non è buona. Di mio ci avrei messo tanto impegno, ho lavorato come project manager, ma ora mi sono declassato a un lavoretto semplice semplice per avere più tempo libero, e non mi sarei impegnato in un progetto come questo. Non avevo la minima intenzione di svolgerlo internamente a ISAA, sicuramente andavano coinvolte della università.

Invece l’idea che un gruppo amatoriale (con il supporto delle università) non possa fare prendere l’iniziativa per lanciare una missione spaziale non mi convince proprio. Anche perché succede. I CubeSat hanno aperto la strada anche a queste iniziative.

Concordo sul fatto che ISAA sarebbe stata snaturata, su questo ci sarebbe stato da aprire un ampio dibattito.

Vi tengo aggiornati se trovo un metodo di puntamento efficace o un milione di euro.

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Purtroppo, non è solo una questione di puntamento.
Tra tutti i possibili payload imbarcabili su di un satellite, il telescopio è senza ombra di dubbio uno dei più “rognosi”.

Questo perché, per sua propria natura, un telescopio richiede delle condizioni “ambientali” particolari, a cominciare da un ambiente gravitazionale abbastanza spinto diciamo 10-5g o ancora meglio 10-6g, inoltre ha necessità di un sistema di isolamento alle vibrazioni particolarmente efficace, altrimenti le immagini acquisite vengono “blurrate”.

Dato che come dice @Vespiacic occorre un sistema di puntamento fine, questo abbisogna di un sistema di controllo sui tre assi altrettanto fine, i thruster non li puoi usare altrimenti rischi di “sporcare” le ottiche, le ruote di reazione vanno bene ma consumano un sacco di energia elettrica e non sono esenti da vibrazioni. Quelli all’infrarosso o all’ultravioletto necessitano poi di controlli temici avanzati per mantenere basse (criogeniche) le temperature di utilizzo.

Come vedete si tratta di un “trade-off” continuo tra elementi tutti importanti e spesso in conflitto tra loro.
Quindi non si può ridurre a una cosa del tipo “piglio un cubesat ci ficco un telescopio COTS dentro ed un adesivo ISAA fuori ed è fatto” perché poi fatto così non ha alcun valore scientifico.

Non avere dubbi sul fatto che se decidessi di portare avanti una cosa del genere, una mano anche solo a supporto per fare conoscere o supportare mediaticamente il tutto, ISAA lo potrebbe dare.
Intanto grazie per il tuo contributo alla community fin qui, assolutamente positivo!

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Ci prendiamo un micro cubesat sul primo electron disponibile… comunque ottima idea.

Il telescopio ve lo costruisco io basta che mi dite come si fa (e mi pagate tutto l’occorrente) :rofl: :sweat_smile:

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Non vorrei essere critico, ovviamente idea bellissima @Vespiacic , ma credo che manchi la precisione per avere un puntamento millimetrico e mantenerlo costantemente e soprattutto Evitare danni durante l’ esposizione solare ( surriscaldamento, danni alle ottiche… )
Io sarei per ripartire da un progetto meno complesso e più “fattibile” come stratospera.

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Ci ho pensato anche io… non sarebbe male!

Attenzione, sta per essere testata la tecnologia per avere un puntamento preciso e evitare deformazioni date dal surriscaldamento. Tutto sviluppato in un cubesat, non sono riuscito a scoprire le dimensioni:
http://www.parabolicarc.com/2020/08/29/miniature-telescope-demonstration-focuses-on-sharpening-view-of-distant-objects-in-space/#more-75265

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Ma che bel thread! :grinning: magari dico anche io la mia.

Far volare un telescopio, non importa quanto semplice, è una sfida anche per una piccola impresa. C’è un motivo se l’industria spaziale è abbastanza conservativa nei suoi processi: le probabilità di sbagliare qualcosa sono alte ed è difficile ritentare se qualcosa va storto. L’ho provato sulla mia pelle, non importa quanto competenti e motivate siano le persone, ma senza consulenze, esperienza e una base solida (=piattaforma/bus) su cui lavorare è difficile sviluppare una missione da zero che miri ad un minimo di qualità. Con questo concetto si scontrano tutte le neonate compagnie spaziali che credono di poter mettere insieme un satellite in un anno sviluppando ogni unità da zero.

Detto ciò, esempi di telescopi volanti su CubeSat ce ne sono. Eccone uno:

Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/ASTERIA_(spacecraft).
Quindi (tralasciando il fatto che ASTERIA è del JPL :sweat_smile:) nulla è impossibile, premesso di poter rilassare virtualmente al massimo i requisiti.

In ogni caso… se l’idea è quella di mettere in orbita un satellite costruito con la partecipazione di ISAA, secondo me non serve essere così ambiziosi. In effetti, a voler far funzionare l’idea bisognerebbe ragionare al contrario IMO, cioè spostare il focus sul fatto di far volare la targa ISAA a prescindere, e adottare un obiettivo di missione assolutamente semplice e flessibile. In questo modo l’obiettivo si può adattare man mano alle esigenze intrinseche di un team amatoriale.

Comunque a me è abbastanza chiaro che il supporto di qualche professionista sia necessario! Quindi sostanzialmente concordo con quello che hanno scritto Kiodo e Buzz più sopra. Ad esempio, leggendo il thread mi è venuto in mente il progetto FUNcube-1 (https://en.wikipedia.org/wiki/FUNcube-1), cubo 1U costruito da un team di radioamatori volontari con il supporto di ISIS, satellite lanciato con l’obiettivo di far divulgazione; tra l’altro facilissimo e divertente (FUN ;–) da ascoltare. Mi sembra che il concetto possa essere simile a ciò che ha in mente @Vespiacic.
Esistono anche diversi esempi in un certo senso simili a quello che dice Raffaele, cioè di associazioni/gruppi che sviluppano un semplice payload e che si affidano ad un’università per costruire la piattaforma.

In conclusione, un po’ di “food for thoughts”: perché necessariamente un CubeSat? Mai sentito parlare dei PocketQube?

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Un video sulla produzione artigianale (sì, proprio a mano) di minitelescopi compatti ideati per essere utilizzati su cubesat.

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bellissimo, grazie! Ho imparato un paio di cose :slight_smile:

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