Terminate le campagne di ascolto: Phoenix non si è risvegliato

La missione Phoenix Mars Lander è stata dichiarata ufficialmente conclusa al termine dell’ultima campagna di ascolto; che ha completato una serie di numerosi e infruttuosi tentativi di prendere contatto con il lander.
Una recente fotografia (allegata) mostra i pannelli solari severamente danneggiati dal ghiaccio secco e dall’inverno marziano.

La scorsa settimana l’orbiter Mars Odyssey ha sorvolato il sito di atterraggio della sonda per sessantuno volte, nella speranza di ricevere segnali di “vita” dal lander.
Tuttavia non si è riusciti a stabilire una comunicazione.

Erano già stati effettuati ben altri centocinquanta sorvoli della zona dall’inizio dell’anno dilazionati nel tempo in tre campagne di ascolto.

Phoenix è su Marte dal 25 Maggio del 2008. Il lander ha completato con successo la sua missione primaria della durata di tre mesi e ha lavorato ininterrottamente per altri due, prima che il Sole calasse sull’orizzonte marziano.

Phoenix, infatti, non era stato progettato per operare nell’oscurità e nel gelido inverno del Pianeta Rosso.
Tuttavia non si era escluso a priori che i sistemi della sonda sarebbero potuti tornare operativi al sorgere del Sole.
Le speranze però erano scarse e purtroppo, a malincuore, Phoenix non si è risvegliato.

Una fotografia di Phoenix, scattata questo mese con la High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) camera di MRO, mostra chiaramente che Phoenix ha subito un notevole stravolgimento.
Il lander appare più piccolo rispetto alle precedenti immagini; solo una parte della differenza può essere spiegata con l’accumulo di polvere e sabbia, che rende le superfici meno distinguibili dal terreno circostante.
I cambiamenti delle ombre proiettate dal lander sembrano confermare le previsioni che ipotizzavano ingenti danni causati dalle dure condizioni a cui la sonda è stata sottoposta.

Nell’immagine è visibile il corpo scuro centrale del lander, dove risiede la strumentazione, ma non sono più visibili i pannelli solari (in particolare quello ovest), né le ombre, né i riflessi.

Era stato già ipotizzato che l’accumulo di ghiaccio di anidride carbonica avrebbe potuto danneggiare, e nel peggior caso distruggere, i gracili pannelli solari del lander, investito in pieno dalla enorme massa di ghiaccio.

“Phoenix ha portato a termine tutti gli obiettivi programmati e la sua missione è stata anche estesa ulteriormente rispetto a quanto inizialmente programmato” ha detto Fuk Li, manager del Mars Exploration Program al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.

Sebbene le attività di ricerca possano dirsi concluse le analisi dei dati scientifici raccolti continueranno ancora per qualche tempo nei centri di studio a terra.

Fonte: Jet Propulsion Laboratory


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Interessante approfondimento (più specifico) sul blog di HiRISE:
http://www.uahirise.org/ESP_017716_2485

Un tributo a Phoenix:

A parte il lander, sono rimasto colpito dal paracadute: completamente sepolto.

Farewell Phoenix (ma noi speriamo goodbye)

Capolavoro di giornalismo di ANSA.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2010/05/25/visualizza_new.html_1815992425.html

Cito per i posteri.

Marte: addio Phoenix, sonda-laboratorio si e' spenta Ha scoperto ghiaccio e tossine killer

ROMA - Addio alla sonda-laboratorio della Nasa Phoenix, “spenta” a due anni dall’arrivo sul suolo di Marte. Il primo veicolo a raccogliere e analizzare campioni del suolo marziano, portando allo scoperto il ghiaccio sul pianeta rosso, adesso tace.

La sua luce azzurrina non brilla più e nelle ultime immagini inviate a Terra da una delle sonde americane nell’orbita marziana, il Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) la sonda appare come una macchiolina grigia e opaca. L’immagine mostra che i pannelli solari della sonda, lunghi oltre 5 metri, sono irreparabilmente danneggiati: è la conferma definitiva che Phoenix ha ormai chiuso la sua carriera, breve ma produttiva. “La missione è stata un successo e ha superato la durata prevista per la sua vita operativa”, ha osservato il direttore del programma per l’esplorazione di Marte presso il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, Fuk Li.

“Sebbene Phoenix abbia completato il suo lavoro, l’analisi dei dati proseguirà ancora a lungo”, ha aggiunto. Lanciata il 4 agosto 2007 da Cape Canaveral (Florida), Phoenix è arrivata su Marte il 25 maggio 2008. Con un aspetto vagamente simile a quello dei dischi volanti dei vecchi racconti di fantascienza, Phoenix è un grande “piatto” concavo dal diametro di 2,64 metri poggiato su tre zampe e alto due metri. I suoi bracci robotici hanno scavato “cucchiaiate” di suolo marziano, verificando che su Marte ci sono tracce di acqua, che c’é neve e che c’é anche una tossina killer, letale per forme di vita simili a quelle terrestri. Complessivamente la sonda-laboratorio ha scattato e inviato a Terra oltre 25.000 immagini e i suoi dati permetteranno di raccogliere nuovi elementi utili in vista della futura esplorazione di Marte.