The Midnight Sky - George Clooney, 2020

E’ appena uscito su Netflix e, vi prego, non perdete due ore della vostra preziosa vita per vederlo… fine recensione.

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Ho letto la trama, mi sono caduti gli occhiali e ho deciso di seguire il consiglio

Sembra che Clooney abbia un sesto senso per imbroccare tutti i film peggiori di SF: ricordo il remake di Solaris, Gravity ed ora questo… Sulla sua interpretazione niente da dire, ma come regista… lasciamo perdere. Senza parlare della sceneggiatura e delle gigantesche perle di inesattezze scientifiche delle quali il film abbonda…

A me e’ piaciuto, anche la parte relativa alla vita a bordo della nave spaziale.
Assurda la parte della pioggia di meteoriti e l’eva per le riparazioni.

Pensavo di vederlo durante le festività, non avevo grandi aspettative… questo thread ha martellato gli ultimi chiodi alla bara.

Ho letto la trama e mi basta.
Il solito film tristanzuolo e deprimente sulla fine della Terra ed i soliti astronauti sfigati.
A valle di quanto scrive @Maxi la mia è una saggia decisione.

Film amatissimi dalla critica che spero vivamente sia bocciati severamente dal pubblico, come ho già avuto modo di scrivere in passato.

Io mi siedo ed aspetterò fiducioso la terza stagione di The Mandalorian…

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Confermo il paio d’ore buttate via. Pessimo in tutto.

Non solo pieno di inesattezze scientifiche (quello lo posso tollerare)

Ma anche di inesattezze logiche della trama

Inoltre sceneggiato male

E recitato con cliché

Pessimo

Senza togliere nulla al Clooney attore/regista (il quale ha realizzato degli ottimi film), ma dopo aver visto:

  1. Gravity (orrore! La sfilza di imprecisioni astronautiche non si conta, capisco che possono essere funzionali alla trama e soprattutto al ruolo della protagonista ma riducono il preteso realismo del film praticamente a zero).

  2. Tomorrowland (sbadiglio. Il solito mondo allo sbando, la solita NASA in via di smantellamento, il solito padre/ingegnere sul viale del tramonto, le utopie degli anni 50 e 60 del secolo scorso volutamente demolite, e percepisco un che di ideologico in questo, e così via).

Come scritto nel mio precedente post, sulla base di questi due film e semplicemente leggendo la trama ho deciso di non auto-infliggermi questo ennesimo “polpettone”.
La fantascienza, almeno quella cinematografica, sembra dominata ormai dalle distopie.
Autori, sceneggiatori e produttori non vedono (e vendono) altro.
Però, il pubblico ha (evidentemente) altri gusti, basta guardare a serie come The Mandalorian, The Expanse e lo stesso Star Trek Discovery (sia pure in misura minore).

Da appassionato di fantascienza mi auspico che questo film venga severamente punito al botteghino (quale? Dato che nemmeno possiamo andare al cinema, oppure dal basso numero di downstream nelle varie piattaforme).
Così magari i produttori, i quali per loro natura dovrebbero essere interessati al “vil denaro”, magari ci ripenseranno prima di produrre nuovamente paccottiglia del genere.

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Un’altra ragione del proliferare di queste sceneggiature è la causa ambientalista:
Stiamo distruggendo il nostro pianeta e se non agiamo ora i nostri figli vivranno una landa desolata.
Ecco quindi questi forti movimenti d’opinione che usano il mainstream per veicolare messaggi ‘verdi’.

Sicuramente una causa nobile, ma se il risultato è questo… sigh…

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Ecco quindi l’utilizzo “ideologico” di una certa fantascienza distopica al giorno d’oggi, se l’intento può essere valido (ma davvero?) come “cautionary tale” il risultato è catastrofico come il futuro della Terra che propagandano.

Il pubblico semplicemente non “ripaga” tanti sforzi, anche in senso economico dato che realizzare questo tipo di film costa (e tanto), ma semplicemente si disaffeziona e diserta.

Prendiamo un esempio che può sembrare “lontano”: Blade Runner 2049, il quale è l’ennesimo film “ambientalista” travestito da sequel del mitico (ed inarrivabile) Blade Runner del 1982, risultato?

“Accolto con l’87% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, il film ha incassato 92 milioni di dollari in patria e 167 milioni all’estero, per un totale di 259 milioni, a fronte di un budget di 150-185 milioni. Il totale mondiale che il film doveva incassare per arrivare al punto di pareggio era stato stimato essere di circa 400 milioni. Scott ha attribuito la colpa di un incasso così basso alla lunghezza del film, dicendo: «È lento. Lungo. Troppo lungo. Io ne avrei rimosso mezz’ora».” (fonte Wikipedia).

Io aggiungo, il problema non è nella lunghezza ma nel messaggio, si tratta di un film cupo e privo di speranza (contrariamente al primo che terminava proprio con un messaggio di speranza) e che il pubblico ne ha le scatole piene.

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Beh… se fior fiore di scienziati ci dicono che rischiamo di arrivare alla frutta, c’e’ ben poca propaganda di cui lamentarsi.

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Non vorrei entrare nello spinoso tema ambientalista, però gli scienziati i quali senz’altro concordano sull’attuale situazione di cambiamento climatico non mi pare abbiano mai detto che la “Terra è alla frutta”.

La scienza ha sempre dato delle indicazioni, sulla base dei dati attualmente disponibili, in base ai quali estrapolano dei “trend”, i quali possono o meno avverarsi (perché dipendono da numerosi fattori molti dei quali ancora ignoti).

Il discorso “catastrofista” in seno al movimento ambientalista è volto alla sensibilizzazione delle coscienze attraverso un meccanismo di “paura” il quale può funzionare oppure ottenere effetti opposti. Come accaduto di recente per il controverso caso di Michael Shellenberger:

Fine del discorso sull’ambientalismo.

Il filone catastrofista nella cinematografia esiste almeno dagli anni 70 (inizia con il famoso “Airport”) e coinvolge, via via branche della scienza e della tecnologia ritenute a torto o a ragione “a rischio”, dagli anni Duemila in poi questa visione nichilista ha trovato la sua definitiva collocazione nel solco ambientalista prospettando sempre di più la fine della Terra e di tutte le sue forme di vita (!!) sempre e comunque per un’azione (mancata o eseguita) da parte dell’Umanità.

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L’ho visto ieri sera e, tiratemi pure addosso quello che volete, ma a me è piaciuto.

Chiaramente non siamo di fronte ad un capolavoro, ma nemmeno la schifezza di cui leggo un pò in giro.

Ovviamente sorvoliamo su alcune cose tecniche “spaziali” tipo alcune scelte di design e di logica della astronave … aiuto …
Come pure sulla telefonatissima scena dei detriti, ormai da copione in ogni film con uno spacewalk …

Ma per il resto non mi è dispiaciuto, compreso il bel plot twist finale.

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Io ho apprezzato solo i realistici corrimano esterni dei moduli della 'stronave.
:man_farmer:

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Se non fosse per quelle (inutili ?) strutture a ragnatela esterne e certe scelte di design interno, in sè la “struttura” dell’astronave sarebbe a grandi linee anche relativamente realistica, tenendo anche presente che il film è ambientato nel 2049.