Ho letto la prima parte di questo romanzo (una delle pietre miliari della fantascienza) che in italiano è stato intitolato “Crociera nell’infinito”. Molto bello da leggere!
Ci sono molti elementi che lo rendono interessantissimo come la figura del nexialist (connettivista nella traduzione italiana).
Bellissime le considerazioni che vengono fatte a riguardo della città aliena la cui civiltà l’aveva da tempo abbandonata (la riporto più o meno come me la ricordo):
Un pianeta solitario senza lune e distante milioni di anni luce dalla stella più vicina non avrebbe permesso ai sui abitanti di poter diventare una civiltà spaziale a piccoli passi come è stato per i terrestri. Noi prima abbiamo colonizzato la Luna, poi Marte, poi visitato il sistema di Alpha Centauri. Mentre qui non c'è niente di niente, hanno dovuto iniziare subito coi viaggi interstellari...
Molto intrigante se si pensa che, quando il primo racconto fu scritto, il primo viaggio sulla Luna era ancora lontano dall’essere pensato.
Poi è molto strano leggere di questa gabbia con serratura elettromeccanica di massima sicurezza che non era sorvegliata da nessuna telecamera ma solo da un “audioscopio” che veniva utilizzato direttamente dal personale di bordo un paio di volte per notte. Poi c’erano un paio delle guardie che facevano il loro giro dell’astronave ad una certa ora della notte per controllare che tutto fosse a posto. Niente videosorveglianza, niente log, niente registrazioni… che futuro diverso!
E poi la sala del centralino dalla quale avvenivano tranquillamente telefonate in tempo reale all’atro capo della galassia
Per chi volesse iniziare a leggerlo, ho trovato facilmente l’e-book online.