Qui il video
e qui sotto la mia versione, quello che ho capito non necessariamente nell’ordine del video e giusto qualche considerazione mia tra le (). Guardatelo, perchè ovviamente ne vale la pena.
Inizia la visita a Cape Canaveral per vedere il New Glenn in compagnia di Jeff Bezos.
Nel primo video si parla del vettore, arriverà una seconda parte con il pad di lancio.
Si comincia con due battute sul loro razzo attuale New Shepard che potrebbe stare nel fairing del New Glenn, pur essendo alto 4 piani.
Racconta una cosa interessante. Durante l’ascesa mappano i venti ad alta quota per riusare quella informazione in discesa ed atterrare precisamente dove serve, con la correzione dell’errore finale da parte delle fins e poi dalla manovra del propulsore.
Dice che il grosso per quanto riguarda il volo spaziale proviene dagli anni '60 anche se tutta la tecnologia attuale renderebbe irriconoscibile un veicolo rispetto a quelli. Dice che il compito attuale che hanno è di rendere il tutto più economico basandosi su riusabilità e tecniche di costruzione. (E qui ci sarebbe qualcosa da dire secondo me…)
Digressione sul fatto che con una missione in mare di un mese e 60 persone, oltre a un sacco di tecnologia, Bezos ha recuperato uno dei motori F5 di Apollo 11 che oggi è visibile allo Smithsonian. Oltre a quello ne ha recuperato uno di Apollo 13 che è ora a Seattle.
Discussioni varie sulla dimensione spropositata di tutto. In effetti anche a video fanno una certa impressione. C’è una vista dell’interno di una sezione del razzo dove si vede la ortho-grid, che si può confrontare subito dopo con la iso-grid sulla testa del serbatoio. Successivamente riguardo a questo Bezos nota che la ortho-grid può essere preparata sul materiale prima che questo venga conformato mediante bump forming (pressa), mentre la iso-grid deve essere lavorata con macchine 5 assi dopo la conformatura ed è quindi più complessa da realizzare.
I serbatoi principali / sezioni sono saldati mediante attrito (friction welding).
Si passa poi al serbatoio di idrogeno del secondo stadio. All’interno del serbatoio ci sono dei mini serbatoi di elio. Per avvicinarsi al sebatoio c’è una stanza di separazione per evitare contaminanti ed è necessaria una tuta apposita. Si tratta del più grande serbatoio che va nello spazio, quello equivalente del Saturno V restava in orbita.
Data la densità dell’idrogeno (4 libbre per piede cubico) non c’è grande necessità di paratie anti sbattimento, molto lo fa la ortho-grid, a differenza del serbatoio del LOX.
Vengono mostrate diverse sezioni che voleranno (Escapade già quest’anno).
Parlando dello scudo termico sviluppato da loro e della rapida riusabilità dice che puntano a riusare NG in 16 giorni e sarà riusabile per 25 missioni all’inizio, a tendere saranno 100. (Anche qui …)
Le gambe di atterraggio saranno 6 e si vedono su un pezzo del primo stadio che volerà mentre sono in fase di test idraulico. Cominciano il deploy 14 secondi prima del touchdown, impiegano 8 secondi e quindi sono in posizione 6 secondi prima del tocco. Il deploy è assistito sfruttando la gravità e la decelerazione di quella fase. Le 6 gambe sono un tradeoff tra le soluzioni possibili (meno gambe devono essere più larghe come base). 6 si adatta a metterle a cavallo dei 6 motori dell’anello esterno.
I motori B4 possono essere parzializzati fono al 40% e garantire una rapporto spinta/peso di 1, quindi fare hover all’atterraggio con lo stadio ormai leggero.
Dei 7 motori 3 sono orientabili e 4 fissi. Al rientro vengono usati i 3 motori sterzabili (che compongono una fila dritta) e l’ultima fase di atterraggio è fatta con un solo motore dopo una discesa a velocità costante come sul NS.
Faranno atterraggi su una chiatta e forse in futuro anche al sito di lancio, ma la penalità in termini di carburante è molto alta.
Il rientro avviene con due burn, uno exo-atmosperico e uno finale. Quello exo è molto corto perchè usano in maniera molto efficiente le pinnone che hanno 60° di range. Per muoversi molto velocemente gli attuatori idraulici sono enormi, 5 volte quelli del TVC degli SRB dello Shuttle.
Mostra i computer di volo indicando che quelli (e tutto il resto su NG) sono “one fault operative”, resistono cioè a un singolo guasto.
La parte dell’inteno dei meccanismo che muovono le pinne è sfuocato per motivi di riservatezza ma la commentano come “wow”.
Parlano degli RCS che sono sul primo stadio per governare il rientro assieme ai motori e alle pinne.
Parlando del fatto che il secondo stadio spendibile richiede ragionamenti differenti in termini ri realizzazione, peso, costo ecc. Bezos dice che stanno pensando ad un secondo stadio riutilizzabile. Ride dicendo che per il primo stadio è talmente ovvio che la riusabilità conviene che non va discussa, per il secondo stadio anche sulla carta il tema va studiato perchè non c’è una risposta ovvia. (E qui i pensieri vanno ad Ariane 6…). Dice che per il secondo stadio reciclabile stanno valutando l’acciaio invece dell’alluminio
L’anno prossimo vogliono produrre un BE4 ogni 3 giorni.
Passano poi alla sezione dove si lavora il carbonio e viene mostrato il payload adapter di Escapade e poi la creazione di un mezzo fairing. Dimensioni davvero impressionanti e necessità di una precisione durante la produzione ridicola, per avere spessori calibrati secondo gli sforzi (macchina Ingersoll che è parte del gruppo Camozzi, forza Brescia )
Hanno al momento 4 GS1 (primi stadi in produzione) e alla domanda su quanti faranno parte della flotta Bezos risponde che continueranno a produrli, non è una questione di quanti in totale ma a che ritmo si riesce a produrli.
Mostrano il BE3 e le basi del funzionamento indicando un ISP di 450.
Mostrando il BE4 (340 di ISP e 140 bar di pressione, 70 quelli del F1 per riferimento) Bezos ci tiene a specificare che molto del casino che si vede è dovuto alla strumentazione di debug, è un test article. ( )
Stressa il fatto che le performance del BE4 sono superiori a quanto necessario e lavorerà a prestazione ridotta, perchè su un primo stadio riusabile è più importante la vita utile che la prestazione pura, a differenza del secondo stadio col BE3.
Fine della prima parte in attesa della seconda riguardante il pad.
Considerazioni personali.
Tutto super interessante, ma la concorrenza ha messo l’asticella ad un livello davvero alto. Soprattutto all’inizio il tono è molto da “sborone”, e considerando che il paragone diretto è con Musk la cosa assume tutta un’altra dimensione. Il racconto stesso delle cose è molto “scolastico” e “preparato”. Molto evidente nella spiegazione del motore BE3.