Con l’atterraggio di Starliner, termina l’attività spaziale occidentale 2019. Mi sembra giusto quindi aprire un topic dove poter discutere su cosa è successo durante quest’anno ricco di novità e colpi di scena spaziali.
Inizio proponendo un mio pensiero sul quale imbandire la una discussione
Un 2019 che si presenta come un anno di regresso marcato per quanto riguarda il mercato di lanci spaziali. Space X ferma il conteggio a 13 (21 nel 2018). ULA si ferma a 5 (8 nel 2018). ESA si ferma a 9 (11 nel 2018). Numeri in caduta quindi, specie per quanto riguarda Space X.
A farla da padrone sono i lanci governativi che sostengono in questo 2019 i vari provider.
SPACE X
Per quanto riguarda la compagnia di Elon Musk, il 2019 è un anno chiaroscuro. Dal lato chiaro abbiamo i primi voli commerciali del Falcon Heavy, il lancio dei primi 60 Starlink operativi e l’arrivo della Dragon 2 per il volo umano sulla ISS.
Dal lato scuro però troviamo un mercato per lanciatori pesanti che si è rivelato inesistente e un core centrale del FH che appare ancora maledetto. I primi 60 Starlink hanno dato diversi problemi e anche se i successivi 60 della batch operativa sembrano andare, il difetto della eccessiva luminosità rimane un problema da risolvere. La grana più grande per la Space X è certamente il programma Dragon manned. Dopo la grande milestone del lancio di DM-1, è arrivata la doccia fredda di un esplosione a terra che ha ridotto in cenere la prima Dragon. Sono arrivati seri problemi anche con i paracadute. In un test ad aprile, 3 paracadute hanno fallito contemporaneamente portando alla perdita del simulacro. Altri test con paracaduti migliorati hanno comunque portato a risultati non soddisfacenti. Sono in corso altri test con paracadute ulteriormente migliorati che per ora hanno passato i test svolti.
Per quanto riguarda la Dragon rimane il test IFA e un bel pò di data check prima di provare il lancio con uomini a bordo. Tuttavia altre problematiche potrebbero essere in incognito. Di questo ne parlerò più giù.
ULA /BOEING
Un anno più lento del solito anche per ULA. Solo 5 lanci nel 2019. Nonostante ciò la compagnia capitanata da Tory Bruno continua a non mancare mai il bersaglio. 5 lanci da manuale, incluso il recente lancio di Atlas N22 per Starliner. ULA continua inoltre a fare grandi progressi con il Vulcan, avendo completato diversi test article e avendo in produzione già i serbatoi per il primo volo. Da segnalare anche il nuovo “amore” sbocciato tra il cavaliere Vulcan e la dama Dream Chaser.
Per quanto riguarda Boeing e il programma Starliner, il 2019 si chiude con l’amaro in bocca. Dopo un ottimo test di abort il lancio di test non può considerarsi un successo nonostante l’ottima performance della CST-100. L’errore fatto con gli orologi non è defacto un grave errore, ma ha comunque comportato al fatto che la CST-100 non ha raggiunto la ISS e quindi il suo obbiettivo di missione.
E come per Space X altre incognite potrebbero essere in agguato. E anche qui ne parlerò più giù.
ESA/ARIANESPACE
ESA ha compiuto da un lato un buon lavoro, con i buoni lanci degli Ariane 5, e il Soyuz che ha portato in orbita i primi satelliti One Web. Tuttavia c’è una grossa macchia, ed è quella del Falcon Eye1 che non ha mai raggiunto l’orbita a causa del fallimento del Vega.
L’ESA guarda al 2020 con molta speranza forte di un corposo budget varato dai paesi membri e all ottimo progresso di Ariane 6 che nel 2019 ha completato il test del nuovo motore Vulcain 2 e dei nuovi SRB. Prosegue anche la costruzione delle infrastrutture per il vettore nella guayana francese.
SLS/ORION
Un 2019 che si può definire radioso per SLS e Orion e che certamente fa vedere la luce infondo al tunnel. Portando avanti il “momentum” avviato verso fine 2018, il Core Stage ha completato ogni milestone e raggiunto lo status di completo nei primi giorni di Dicembre. Orion ha anch’essa finito la fase costruttiva ed è già nella fase estensiva di testing a Plum Brook. SLS invece inizierà i suoi test nel 2020. Si sperà che il programma porti il suo momentum nel 2020 e chissà regalarci un lancio per il prossimo natale. Grandi progressi anche sul secondo SLS che ha già tutte le componenti strutturalmente complete. Oltre ai progressi sul Block 1 ci sono progressi anche per il Block 1B, con il contratto per la nuova torre di lancio e la CDR per l’Exploration Upper Stage.
Anche la seconda Orion è in grande progresso, cosi come il secondo modulo di servizio Europeo che è ora in fase di allestimento a Bremen. ESA e NASA inoltre stanno già guardando alla terza Orion.
ARTEMIS/CCrew
Parlando dei 2 grossi programma manned della NASA per me appare evidente di osservare un agenzia spaziale con un doppio volto.
Se da un lato i sistemi per Artemis, ovvero SLS e Orion vengono testati e ritestati fino all esasperazione, la stessa cura nel dettaglio non è presente per quanto riguarda il commercial crew program.
Entrambi i provider hanno avuto problemi importanti con diversi sistemi chiave e la NASA sembra prendere troppi rischi per tentare di rispettare le schedule. I rapporti dell OIG a riguardo non sono certo confortanti.
Per quanto riguarda Space X, la NASA ha dato green light a DM-1 dopo che i COPV avevano fallito i test NASA di carico. Tuttavia per evitare delay, la NASA ha assunto il rischio di mandare la Dragon verso la ISS, con l’assicurazione che le successive Dragon avrebbero avuto COPV ulteriormente migliorati.
Boeing ha invece mandato la sua CST-100 verso la ISS (che sappiamo tutti non ha mai raggiunto), con un sistema di abort incompleto.
Ciò che per me è inaccettabile è che a entrambi i provider è stato permesso di volare componenti non testati durante le rispettive prove uncrewed, per il primo lancio con uomini a bordo.
La Dragon per DM-2 avrà novità sul lato del sistema di supporto vitale e propulsivo, mentre Boeing porterà il sistema di abort completo solo per il primo lancio manned.
Il tutto senza contare la marea di certificazioni che entrambi i provider devono ancora fornire alla agenzia americana.
Se da un lato si assiste a una filosofia del rischio post Shuttle, dall’altro si assiste a scenari che ricordano molto l’era Shuttle e che hanno poi portato a episodi che conosciamo tutti.
Si spera che se nel 2020 si avrà il famoso astronauta USA lanciato dagli USA, tutto andrà per il verso giusto.
GLI ALTRI…
Oltre ai Big Player non ci si può scordare di NGIS che ha completato il suo contratto CRS-1 e che ha debuttato CRS-2 con la versione migliorata di Antares 230 e facendo volare a lungo la Cygnus in orbita in ottica rifornimenti lunari. Prosegue anche il vettore OmegA, che vede nel 2020 il test di altri stadi e componenti.
Blue Origin ha portato a termine altri voli sub orbitali del new shepard e ha presentato al mondo il blue lander assieme al più concreto motore BE-7. Ci sono anche progressi per il New Gleen, ma tutto rimane comunque largamente sotto chiave, anche se i delay del programma sono evidenti.
Ci sono anche gli Electron che fanno passi da gigante nonostante le minute dimensioni e che adesso muovono i primi passi verso il riutilizzo. Rocket Lab sta certamente facendo grandi progressi nel settore dei lanci di piccoli satelliti.
Infine anche Virgin Galactic fa capolino con il primo volo sub orbitale del suo spazioplano e i test del 747 Cosmic Girl per il lancio di piccoli satelliti in LEO.
Carne al fuoco c’è n’è in abbodanza direi…
(immagini credit NASA/ULA/SpaceX/NGIS)