Come lo scorso anno provo a fare una “analisi” dei lanci orbitali effettuati nel 2019. Per lanci orbitali intendo tutti quelli che hanno piazzato un carico pagante in orbita, a prescindere che questa sia stata o meno quella desiderata. Dalla lista ho dovuto escludere il lancio dell’Atlas V che ha portato nello spazio, ma su una traiettoria suborbitale, la capsula Boeing CST-100.
Rispetto al 2018 i lanci sono stati meno, 96 contro 112, ma come vedremo più avanti la massa totale portata in orbita risulta superiore rispetto allo scorso anno. Il 2019 ha superato il 2018 anche per i due lanci più ravvicinati. Lo scorso anno (il 25 luglio) un Ariane 5 ed un Falcon 9 presero il volo a 14 minuti di distanza. Quest’anno (il 19 agosto) un Lunga Marcia 3B e un Electron sono stati lanciati con appena 9 minuti di scarto. Di contro, nel 2019 sono passati 15,9 giorni senza lanci (fra il 17 ottobre e il 2 novembre) mentre nel 2018 al massimo ne passarono 14,1 (dal 24 agosto al 7 settembre).
Nel grafico sottostante si può vedere la ripartizione mensile dei 96 lanci, paragonata anche a quella del 2018 dove il lancio numero 96 è stato effettuato il 29 novembre. Il 2019 è partito blandamente con soli 10 lanci nei primi due mesi dell’anno (nel 2018 furono 13 solo in gennaio), per poi riprendersi parzialmente nel mese di maggio (dove i lanci hanno eguagliato quelli del 2018) e definitivamente nei mesi di luglio e agosto che hanno visto un totale di 21 lanci contro i 12 del 2018. Per il resto dell’anno i lanci hanno quasi eguagliato la cadenza dello scorso anno con l’unica eccezione di ottobre dove sono stati solo 5 (il secondo peggior mese dopo i 4 lanci di febbraio). Esattamente come lo scorso anno, i mesi di novembre e dicembre hanno visto un’impennata nel numero di lanci, aggiungendone ben 26 (nel 2018 furono addirittura 28).
Per quanto riguarda la ripartizione dei lanci per “nazione” la Cina si è riconfermata leader con 32 lanci, esattamente un terzo del totale. Nel 2018 furono 38, con una fetta di mercato praticamente identica (il 33,9%) a quella di quest’anno a conferma della flessione globale nel numero di lanci evidenziata sopra. Anche il resto del podio è identico allo scorso anno con USA e Russia rispettivamente al secondo e terzo posto ma con quest’ultima che ha ridotto molto il gap con gli Stati Uniti effettuando solo 4 lanci in meno (lo scorso anno la differenza fu di 18 lanci). Le altre nazioni hanno giocato un ruolo di assoluto secondo piano assommando il 16,7% dei lanci totali (nel 2018 totalizzarono il 21,5%). Come l’anno scorso il fanalino di coda è rappresentato dal Giappone che ha effettuato appena due lanci (nel 2018 furono però il triplo).
Per quanto riguarda le singole organizzazioni l’agenzia spaziale cinese (CNSA) si riconferma la più prolifica con 25 lanci (il 26% del totale) facendo però peggio del 2018 dove con 37 lanci raggiunse il 33% del totale. Rispetto allo scorso anno la novità riguarda il deciso sorpasso di Roscosmos a SpaceX, che si sono invertite le posizioni a chiusura del podio. L’agenzia spaziale russa ha lanciato ben nove volte più di quella di Elon Musk, che lo scorso anno aveva chiuso davanti per cinque lunghezze. L’unica “maglia nera” a riconfermarsi rispetto al 2018 è Orbital ATK che anche quest’anno ci ha “deliziato” con un singolo lancio. Migliorano invece Northrop Grumman (che passa da uno a due lanci) e soprattutto Expace che con 5 lanci sopravanza addirittura ULA. Oltre ad Orbital ATK, le sole organizzazioni ad effettuare un unico lancio sono state Chinarocket e iSpace con tutte le attenuanti del caso visto che lo scorso anno non erano nemmeno parte del club di lanciatori orbitali.
Expace si fa notare anche per il minor lasso di tempo fra due lanci, quando il 7 dicembre ne ha effettuato uno a meno di 6 ore dal precedente. Anche Roscosmos è riuscita a lanciare due razzi in meno di 24 ore (tra il 25 e il 26 settembre) migliorando i 3,4 giorni del 2018, mentre CNSA che lo scorso anno fu l’unica a lanciare in meno di 24 ore quest’anno si è fermata ad un comunque ottimo valore di 1,6 giorni. L’exploit di Expace ha anche avuto l’effetto di scalzare dal podio SpaceX che quest’anno si è fermata a 8,25 giorni contro i 2,0 del 2018. Rocket Lab, pur non migliorando il risultato del 2018 (35,1 giorni contro i 36,3 di quest’anno), non è più il fanalino di coda grazie ai pessimi risultati di Northrop Grumman (che però l’anno scorso nemmeno compariva avendo effettuato solo un lancio) e JAXA che ha impiegato 250 giorni per effettuare due lanci quando lo scorso anno fu capace di farlo in soli 16,3 giorni.
Cape Canaveral si riconferma, seppure di misura, il sito di lancio numero uno al mondo con 14 lanci (il 14,6% del totale). Lo scorso anno si aggiudicò il 17,9% della torta staccando maggiormente i rivali, mentre quest’anno Baikonur e Xichang si fermano ad un solo lancio di distanza. Notevole il progresso proprio di Baikonur che è passato dal 7,1% del 2018 al 13,5% di quest’anno scalzando dal podio Jiuquan che ha chiuso solo quinto con il 8,3% del totale (nel 2018 raggiunse il 13,4%). Continua invece l’agonia di Uchinoura e Vostochny che, seppure in compagnia, chiudono miseramente all’ultimo posto anche quest’anno dove addirittura non hanno superato il singolo lancio (lo scorso anno per entrambi i lanci furono due). Wallops eguaglia i due lanci dello scorso anno che però grazie alla “recessione” globale dei lanci porta la quota di mercato dal 1,8 al 2,1 e soprattutto le evita l’ultimo posto. Ultimo posto al quale invece precipita Tanegashima che passa dai 4 lanci dello scorso anno all’unico lancio del 2019. A chiudere il novero dei siti di lancio utilizzati una sola volta troviamo Wenchang, il Mar Giallo e… l’atmosfera (razzo aviolanciato) che però lo scorso anno non erano presenti e quindi per loro è stato un miglioramento.
Cape Canaveral e Jiuquan si riconfermano fra i primi tre siti in tema di lanci ravvicinati, migliorando entrambi i numeri dello scorso anno (da 4,0 a 1,5 giorni per il primo e da 5,9 a 4,3 giorni per il secondo). Ma questi miglioramenti non sono stati sufficienti ad assicurare ad uno dei due la prima posizione visto che Taiyuan ha visto due lanci nel giro di 0,25 giorni (quelli già citati di Expace) che lo posizionano in testa clamorosamente se pensiamo che nel 2018 era al terz’ultimo posto con 38,0 giorni. Senza più Vostochny, che come abbiamo già visto ha effettuato un solo lancio quest’anno, la palma di ultimo della classe non può che andare a Wallops (che nel 2018 l’aveva evitata proprio grazie a Vostochny) che ha peggiorato il già scarso risultato dell’anno scorso passando da 180 a 199 giorni.
Cambio al vertice invece per quanto riguarda il razzo più utilizzato, che quest’anno è risultato essere il Soyuz 2-1 con 12 lanci ed il 12,5% del totale. Perde quindi il primato il Falcon 9 che si fa anche raggiungere al secondo posto dal Lunga Marcia 3B, che anche lo scorso anno chiuse secondo ma con poco più della metà dei lanci rispetto al Falcon 9. Rispetto allo scorso anno spariscono dal mercato Delta II, SS-520, Lunga Marcia 3A e soprattutto H-IIA che nel 2018 effettuò tre lanci, mentre appaiono Lunga Marcia 5, Lunga Marcia 6, Pegasus XL, Smart Dragon-1 e Hyperbola-1 nessuno dei quali va però oltre il singolo lancio. A completare l’ultimo posto troviamo Epsilon, Delta IV Heavy, Lunga Marcia 3C, H-IIB, Soyuz ST-A (che si riconfermano tutti con un singolo lancio come nel 2018), Vega, GSLV, Lunga Marcia 2C, Atlas V e clamorosamente anche il Lunga Marcia 2D che lo scorso anno chiuse al quarto posto assoluto grazie ad 8 lanci. Situazione quasi inversa invece per il Kuaizhou-1A che passa dall’ultimo posto del 2018 (1 lancio) al quinto posto del 2019 (5 lanci).
Tornando ai “top team”, se escludiamo le singole versioni il Lunga Marcia 3 supera il Falcon 9 ma soprattutto il Soyuz stacca tutti assicurandosi il 18,8% del mercato superando anche il 17,9% del Falcon 9 targato 2018.
Soyuz 2-1 e Falcon 9 spiccano (come fecero pure lo scorso anno) anche per la celerità nei lanci con 1,3 e 8,3 giorni rispettivamente. Notevole il progresso del Soyuz 2-1, che l’anno scorso chiuse a 9,8 giorni contro i 2,0 del Falcon 9, che però non è stato sufficiente ad assicurargli il primato a causa dell’exploit di Kuaizhou-1A che ha effettuato due lanci (quelli più volte citati) nel giro di appena 0,25 giorni. Rispetto allo scorso anno si riscatta il Proton-M passando da ultimo con 246 giorni a sesto con 23 giorni. La palma di ultimo nel 2019 spetta al razzo Antares con 199 giorni, superato quest’anno (lo scorso anno chiuse terz’ultimo) anche dal Rokot passato da 218 a 118 giorni.
Naturalmente il numero assoluto di lanci non è direttamente proporzionale alla massa di carico pagante immessa in orbita dal momento che le capacità di sollevamento dei vari lanciatori differiscono anche notevolmente. Come lo scorso anno, ho provato a fornire dei dati il meno possibile lontani dalla realtà, ben sapendo che molto raramente si conosce il valore esatto della massa portata in orbita e molto più frequentemente si ha solo una stima di massima. In alcuni casi non si ha nemmeno una stima essendo il carico coperto da grande riserbo. In questi casi, come fatto lo scorso anno, ho preso come riferimento la massa media nota del carico portato in orbita dai lanci precedenti di quel dato lanciatore in modo da minimizzare l’inevitabile errore. Come nel 2018 la Cina si riconferma per enorme distacco la nazione che fornisce meno dati riguardanti i carichi portati in orbita ma questo, come si diceva, non impedisce di fare quantomeno delle stime ed avere un quadro completo e “preciso” perlomeno sugli ordini di grandezza.
USA e Russia si riconfermano le due nazioni leader mentre la Cina soffia il terzo posto all’Europa. Nel dettaglio, gli USA perdono un po’ di smalto passando dal 41,3% del 2018 al 37,5% di quest’anno mentre la Russia migliora dal 18,3% al 24,1%. La Cina invece porta in orbita 24,1 tonnellate più dell’Europa, quando invece lo scorso anno era dietro di 3,7 tonnellate. Come lo scorso anno il fanalino di coda è rappresentato dall’India con il 2,2% del totale (nel 2018 fu il 3,3%). La massa stimata portata in orbita quest’anno è di 371 tonnellate contro le 362 dell’anno scorso e questo malgrado il numero di lanci inferiore.
Guardando alla suddivisione per razzo, rispetto allo scorso anno cambiano i due terzi del podio mentre a riconfermarsi (e sempre al primo posto) è il Falcon 9. Le 97 tonnellate portate in orbita quest’anno gli assicurano il 26,1% del totale (lo scorso anno si accaparrò il 29,5%). A fargli da valletti il Soyuz 2-1 ed il Lunga Marcia 3B, che nemmeno messi assieme raggiungono i numeri del Falcon 9. Notevole però il miglioramento rispetto al 2018 dove i due razzi piazzarono in orbita rispettivamente 21,7 e 18,2 tonnellate in meno. Scendono invece dal podio Ariane 5 e Soyuz FG che hanno rispettivamente piazzato in orbita 4,8 e 7,3 tonnellate in meno rispetto al 2018. Guardando invece al fondo della classifica, Electron e ancor più Kuaizhou-1A non fanno più parte delle cenerentole come successo lo scorso anno. Il loro posto è stato preso da Smart Dragon-1 e Lunga Marcia 11, mentre come fanalino di coda il debuttante Hyperbola-1 ha preso il posto dell’uscente SS-520.
Anche non considerando le varie versioni il Falcon 9 rimane inavvicinabile, con il Soyuz che però oltre a confermarsi come lo scorso anno al secondo posto migliora la percentuale di “share” dal 17,1% del 2018 al 20,2% attuale. Il Lunga Marcia 3 soffia la terza posizione ad Ariane 5 sopravanzandolo di 8,5 tonnellate mentre nel 2018 era dietro di 12,3 tonnellate.