Molto, troppo ottimistico. Prima della corsa a Venere ci sarà la corsa ad accapparrarsi i fondi per le meissioni scientifiche che sono sempre molto, troppo pochi.
Definizione, progetto, validazione, costruzione, collaudo, lancio… vorrei ricordare che il JWST è ancora a terra, ed è stato pensato tra il 1988 e il 1994, e varato come progetto nel 1996. Sono 25 anni giusti.
Eppure sono convinto che qualcuno sta già pensando ad una qualche forma di SLC (Sonda Low Cost) per approfondire la ricerca.
Magari finanziando/integrando/accelerando i CUVE che hanno già qualche anno di sviluppo alle spalle.
https://www.nasa.gov/feature/goddard/2017/nasa-studies-cubesat-mission-to-solve-venusian-mystery
Di progetti per esplorare l’alta atmosfera di Venere ne sono stati proposti vari nel passato e credo che qualcuno sia ancora in lizza in qualche call.
Ora questi progetti avranno un incremento del loro ranking e mi aspetto che qualcuno di questi verrà finanziato
Anche la Cina ha in calendario una non meglio specificata “missione su Venere”.
Non mi sorprenderebbe che diventasse un programma come per la Luna e Marte …
Passo indietro che si aggiunge a quelli indicati da @IK1ODO, questa pubblicazione va validata dal peer review.
Vediamo che consenso raccoglierà tra gli esperti del settore, che sono appunto i peer.
È bene infatti ricordare che la scienza funziona così, e che il superamento del peer review è quello che da credibilità (seppur sempre temporanea) a uno studio. La semplice pubblicazione di uno uno studio (paper) non significa che le sue conclusioni siano valide e accettate. È semplicemente materiale di studio per i peer redatto secondo alcuni criteri di base e accolto da una rivista scientifica che ne ha (o dovrebbe aver) fatto uno screening preliminare per evitare bufale.
Nulla toglie che il consorzio universitario dietro lo studio finanzi di suo un cubesat venusiano per approfondire, ma la vedo dura raccogliere i fondi in questo momento storico.
Questo articolo fornisce alcuni criteri per valutare questo risultato e seguire i passi di verifica successivi:
Tu parli dello studio, io parlavo delle missioni che potrebbero vedere aumentate le chances di successo (cioè di essere selezionate)
Ecco un esempio:
Ma è solo il primo che mi è venuto in mente …
Certo, capisco.
Ma se diciamo che grazie all’annuncio di ieri ci dobbiamo aspettare una ripercussione positiva su determinate proposte di missione, allora il mio pensiero è che come presupposto la fondatezza e/o la significatività della scoperta devono essere prima di tutto provate dalla comunità scientifica.
Circa possibili, auspicabili, probabili (e dunque altrettanto improbabili) missioni verso Venere alla luce di quanto emerso, ne parla Space News:
Ora il paper è pubblico.
L’articolo per poter essere pubblicato è stato sottoposto alla peer review.
Ciò chiaramente non toglie il fatto che ulteriori verifiche indipendenti siano necessarie.
Dipende dalla rivista, e da eventuali riscontri successivi alla pubblicazione, che arriveranno da quei pari che non erano parte del comitato che ha lavorato per Nature (la cui reputazione è sicuramente tra le migliori del panorama) ma che leggeranno la rivista.
Non è infrequente che certi articoli siano ritirati dopo la pubblicazione perché ai primi peer reviewers era sfuggito qualcosa.
Non lo dico per fare il pecisetti eh ma solo per l’incrollabile applicazione della prudenza mista all’antico adagio di Carl Sagan.
Extraordinary claims require extraordinary evidence
Felicissimo se questa pubblicazione sarà l’inizio di qualcosa di grosso, sia ben chiaro!
Dipende che intendiamo.
Sulla presenza di fosfina vi sono pochi dubbi e lo studio è stato estremamente rigoroso: dopo una prima scoperta fatta con il Maxwell Telescope delle Hawaii I risultati sono stati validati con ALMA (il potente radiotelescopio di Atacama).
Sui processi che generano la fosfina c’è al momento buio completo.
Ovviamente tu puoi fare tutti i modelli che vuoi, ma nessuna parola definitiva (né a favore, né contro) può essere detta senza uno studio sul campo.
In altre parole un’origine biologica non può essere esclusa da uno studio fatto sulla Terra.
Ovviamente uno può decidere di rimanere con la curiosità (anche perché andare sul posto è necessario, ma sicuramente non sufficiente a dirimere la questione)
Un punto a favore della probabilità di ricevere i finanziamenti è il fatto che gli USA non vorranno correre il rischio che a dirimere la faccenda siano i cinesi o i russi …
Credo infatti sia questa la cosa da studiare, e spero che questa scoperta interessante porti ad una missione dedicata.
Sono scettico sul fatto che a livello scientifico ci sia animosità politico/nazionalista. Sono decenni che le grosse missioni scientifiche sono, quando non collaborazioni vere e proprie, aperte ad ospitare strumenti (e quindi team) provenienti da altre nazioni.
Dalla tua lista manca anche l’Europa. Eppure qualcosa abbiamo fatto con Venere
Scusate se vado leggermente OFF TOPIC. Permettimi di dissentire parzialmente @marcozambi, anche se penso che i più sapranno già tutto. (lo dico per i neofiti)
Con un Impact Factor di 10.5 nel 2019 la rivista si pone in fascia medio alta nel panorama delle riviste in assoluto.
Nature che forse è la più impattante al mondo oscilla sui 42 e distacca di molto tutte le altre.
Può succedere che alcuni articoli sulle riviste minori possano essere “peer reviewed” in maniera sommaria, anche perché le pubblicazioni portano guadagno, ma a 10.5 mi aspetto un lavoro serio e rigoroso.
Altrimenti buttiamo alle ortiche anni e anni di pubblicazioni.
Non mi addentro su come viene calcolato l’impact Factor e anche qui ce ne sarebbe da discutere (aumenta con il numero di citazioni degli altri articoli) ma se una rivista pubblica bufale l’IP resta decisamente più basso.
Di solito gli autori vengono contestati attraverso le Letter to Editor per creare dibattito e cercare risposte più profonde, ma questo certamente lo sapete già.
Fermo restando che sono assolutamente d’accordo con il tuo discorso.
Ed ecco qui un bel articolo su Le Scienze che fara’ felici sia scettici che ottimisti:
Il sample return E’ infattibile. Facciamo una gran fatica a mettere in orbita roba dalla Terra e Venere e’ un pozzo gravitazionale molto simile. Sara’ difficile anche da Marte.
Invece orbitare, rientrare nell’atmosfera, raggiungere la superficie e resisterci per un po’, o anche mettere un aerostato su Venere e’ cosi’ fattibile che e’ gia’ stato fatto. Con strumentazione ed elettroniche sovietiche di 35 anni fa.
L’aerostato della missione Vega 1 si e’ fatto quasi 12mila km nell’atmosfera venusiana.
Ecco, rifacciamolo con strumentazione allo stato dell’arte.
Qualche foto da dentro le nuvole, piu’ dati e strumenti, magari anche pannellini solari per durare a lungo, se si e’ fortunati. Questa e’ la missione che non mi capacito che non venga fatta. Magari questa scoperta fara’ si che finalmente questo rigore a porta vuota trovi i finanziamenti per essere calciato.
Temo tu mi abbia frainteso. Sopra ho scritto:
Quindi, solo per chiarire, non mi sogno neanche di buttare alle ortiche niente. Semplicemente, dal mio punto di vista, quando affermo che sono scettico intendo solo dire che aspetto serenamente che tutto l’iter faccia il suo corso, che la comunità scientifica generale legga lo studio su Nature e dica la sua su quanto pubblicato. E non è che Nature non ritragga (è solo un esempio) studi che avevano passato il vaglio pre-pubblicazione.
Personalmente, per quel che vale naturalmente, sono dell’opinione che lo studio sia valido e sarà alla base di qualche affascinante missione venusiana futura.
Comunque se ne parla:
https://twitter.com/JimBridenstine/status/1305598182571810822?s=20
It’s time to prioritize Venus.
Quando parlo di “Sample Return” parlo di un campione di atmosfera, non di superficie.
Per farlo arrivare su un qualcosa che orbita attorno a Venere serve qualcosa di simile al vettore Pegaso, il quale, esistendo, è sicuramente fattibile.
Di fatto si tratta di dotare la versione aggiornata di Vega 1 di un sistema di lancio per vettori Pegaso, che sulla Terra sono trasportati da un grosso aereo.
Ovviamente “fattibile” non vuol dire che può essere organizzato in pochi anni.
Al solito il problema sono i costi
Oltre al problema dei costi, devi tenerlo in orbita in atmosfera un po’ quella povera sonda, non puoi farle fare un tuffo e farla uscire subito, altrimenti le probabilità di ottenere qualcosa di significativo sono lo 0%. Non stiamo parlando di andare a raccogliere un campione di anidride carbonica venusiana, che basta semplicemente buttare giù un raccoglitore e la prendi quasi sicuramente. Le tracce di fosfina trovate sono in quantità importanti, ma come al solito scarse se confrontate con l’atmosfera in toto.
In ogni caso, proprio per queste motivazioni, è molto più indicato un pallone aerostatico in grado di percorre parecchi chilometri a carburante zero o comunque molto inferiore che far anche solo entrare e uscire una sonda e rispedirla sulla Terra. Si potrebbe dotare di uno spettrometro di massa e altri strumenti avanzati e fargli raccogliere campioni in atmosfera e analizzarli. Ma credo che un sample return sia più difficile che su Marte. Anche se ci fosse un cospicuo aumento per i fondi per Venere (e se ci sarà, non sarà un boost enorme, forse nemmeno in caso di vita) non credo che un sample return possa portare prima di tutto risultati significativi (appunto, è aria con non si sa ancora se tracce di vita microbiotica) dal punto di vista scientifico, dovrà necessitare di un’architettura di missione tutta sua (aumentando i costi, in quanto non sarebbe una cosa così standard) e soprattutto non vedrà luce prima di 6/8 anni, lasso di tempo nel quale usciranno conferme o smentite, si spera, su questo interrogativo. Solo se ci dovessero essere ancora forti dubbi e una risposta plausibile non sia stata provata, o al contrario le evidenze di vita saranno molto forti, allora si studierà una missione dedicata.
Inoltre, in ogni caso dovrai garantire che quel contenitore in cui ci sono i tuoi campioni possano continuare a rimanere nelle conidzioni in cui si trovavano quando eri su Venere: si tratta di tenere pressione, composizione chimica e temperatura costanti nello spazio. Un po’ difficile, a mio parere.
Comunque forse stiamo andando OT rispetto al titolo, apro un thread su un’ipotetica missione venusiana.