Ugello propulsivo: come infuisce sul motore?

Gentili utenti,

Ho un dubbio in merito agli esoreattori ed agli endoreattori che, da tempo ormai, cerco di risolvere senza successo.

Vi espongo la questione, sperando di incontrare utenti che, sapendone più di me, possano aiutarmi a risolvere questo dilemma.
Il mio libro accademico, relativo ai motori aeronautici, afferma quanto segue:

In assenza di qualunque contatto con un solido esterno, un motore primo, posto in un fluido di densità finita o anche nulla, può spingere se stesso attraverso l’espulsione di massa fluida o solida dalla parte posteriore. Per convenzione si dice che questo motore primo è propulso da propulsione a getto, sebbene la spinta propulsiva in realtà risulti dagli effetti di pressione e attrito esercitati sulla parete dell’interno cavo del motore dai solidi o fluidi che si muovono all’interno verso l’ugello di scarico.

In particolare, la spinta ottenuta da un motore aeronautico può essere riassunta valutando “la variazione di quantità di moto” indotta all’aria che lo attraversa, fermo restando che tale variazione sarà inevitabilmente legata alle pressioni che agiscono sulle pareti interne del motore le quali, in ultima analisi, sono responsabili della spinta materialmente esercitata sul propulsore. Per questa ragione in fondo al motore è in genere presente un ugello propulsivo. Esso, dotato di forma convergente nel caso in cui si abbia a che fare con un flusso subsonico, provoca un accelerazione del fluido che lo attraversa. Questa accelerazione comporta un’aumento della quantità di moto del flusso e quindi, per i principi della fisica, grazie ad essa il motore vanta una maggior spinta.

Fin qui tutto chiaro. Il problema è che nessun libro sembra spiegare la cosa dal punto di vista delle pressioni agenti internamente al motore.
Montando un ugello sul mio propulsore, dov’è che rileverò un’aumento delle pressione all’interno del motore?
La trattazione dei vari stadi del motore (diffusore, compressore, camera di combustione e turbina ) sembra del tutto trasparente alla presenza o assenza di un ugello propulsivo.
Sembra quasi che “se lo montiamo abbiamo magicamente più spinta, altrimento no”. Ma non può essere così semplice. Per quanto affermato nel lembo di testo che vi ho proposto, la spinta è il risultato delle azioni di pressione e sforzi di taglio interne al motore. Premesso che installando un ugello otteniamo una maggior spinta, questa dovra essere “provocata” da un aumento di pressione da qualche parte del motore, altrimenti la definizione iniziale viene tradita e abbiamo ottenuto più spinta a parità di pressioni interne.

Dunque il mio dubbio era questo: come interpretare il contributo propulsivo dell’ugello non con una formula matematica riassuntiva, ma valutando il suo effetto sulle pressioni interne al motore.

La tua osservazione è molto sottile. Guardala in questo modo, hai due situazioni, con l’ugello e senza l’ugello. Nel primo caso la pressione in camera è leggermente maggiore, perché il gas è “più chiuso”, perché le pareti esterne sono più allungate con l’ugello. Nel secondo caso il gas è più libero, può uscire in più direzioni, e quindi la pressione è minore.
Una pressione maggiore implica più forza (qui inteso forza fisica) nella parte del motore che citavi tu prima.

È chiaro in questo modo?

ne abbiamo parlato diverse volte nel passato, ad esempio

e anche

2 Mi Piace

in caso di flusso subsonico, un fluido che attraversa un condotto divergente subisce un aumento di pressione ed una perdita di velocità. Posto che il dominus è la pressione allo scarico del divergente (quella atmosferica alla quota e alle condizioni del momento) significa che andando a ritroso la pressione prima dell’espansione dell’ugello è inferiore, proporzionalmente a quanto si espande il fluido nell’ugello. Per un fluido a velocità supersonica, si ha l’esatto contrario, per cui la pressione diminuisce durante l’espansione, ed il risultato è che un ugello divergente porta ad una pressione maggiore allo scarico del motore comparata a quella realizzabile in sua assenza.
Quando questo è un parametro rilevante e il fluido non esce in regime suoersonico dal motore, si usano ugelli convergenti-divergenti, in cui nel collo dell’ugello si ha la transizione subsonico-supersonico.
Queste tecniche si usano in vari campi: ad esempio in una centrale idroelettrica con delle kaplan, tipo quelle fluviali, lo scarico delle turbine verso valle è un diffusore divergente, in modo da ridurre la pressione allo scarico ed aumentare così il lavoro estraibile dallo stesso salto di quota in caso non si usasse il diffusore.

1 Mi Piace

Ciao Vespiacic. E’ un intuizione la tua? Perché anche i miei pensieri si orientano su questo ma le equazioni non sembrano confermare l’idea.

Ringrazio gli altri per le discussioni suggerite, ma in esse non ho trovato molte risposte. In realtà mi sembra di apprendere che vari utenti nutrano la mia stessa perplessità.

Ehm, quale equazioni non confermano? Se vuoi parliamo di quello.

Provo a discutere da un punto di vista termodinamico estremamente semplificato. Considera due molecole di gas già combusto, libere di muoversi nella camera di combustione, prima o poi usciranno da lì, andranno nell’ugello e usciranno da lì, rimbalzando con altre molecole e con le pareti di motore e ugello.

Guarda la figura (scusa ma non ho doti artistiche). Nel motore (camera di combustione in realtà), una molecola blu e una rossa sono libere di muoversi, e stanno per uscire. Nell’ugello casualmente si scontrano e cambiano direzione, la rossa esce e la blu rientra. Se non c’era l’ugello, questo scontro non sarebbe avvenuto.

Come si interpreta da un punto di vista termodinamico? L’ugello ha aumentato la possibilità di scontro, quindi la pressione. La molecola blu ha urtato contro il motore, senza ugello non lo avrebbe fatto. Questo è quello che da la spinta aggiuntiva dell’ugello.

(opera propria)
Questo esempio vuole solo fornire una visione microscopica dell’interpretazione del gradiente di pressione che si trova all’uscita della camera di combustione. Può essere utile solo se si ha già una discreta conoscenza di fisica, termodinamica e motori a razzo.

1 Mi Piace

un mi piace per il disegnino di @Vespiacic , lo adoro :heart_eyes:
ma credo che la spiegazione di @arkanoid sia risolutiva pur in estrema sintesi.

@qttv non so se hai visto
questo video
e
questo video

ma sul tubo ce ne sono tanti con splendide spiegazioni, basta avere un po di tempo e la giusta curiosità :kissing_heart:

1 Mi Piace

beh se mi legge l’esimio ennio ercole angelo macchi probabilmente mi toglie la lode :laughing:

ci sono corsi di vario livello per comprendere questi fenomeni, nessuno di livello basso. Non so se si riesce a riassumerli al punto da renderli banali, su un forum…non ho queste nozioni così fresche da riuscire a metterti giù una dimostrazione a mente, sorry :sweat_smile:

Prova a cercare informazioni su De Laval, bernoulli e mach, troverai un sacco di cose utili a proposito

mi sono riletto il tuo primo post, e forse ho intuito dove ti incastri. Non ti torna da dove derivi una energia extra fornita dall’ugello.
Se è questo, non c’è nessuno extra, l’ugello è un converitore di energia termica in cinetica. L’incremento di velocità, e conseguente quantità di moto, avviene a spese del raffreddamento della massa stessa che lo attraversa.
Senza ugello scarichi a temperatura maggiore e velocità minore.
Soprattutto il caso supersonico è controintuitivo ma è così.

Buona sera a tutti gli utenti, e grazie per il vostro intervento.

Ringrazio Vespiacic per aver formulato addirittura un illustrazione. L’ho trovata molto interessante ma in parte mi ha reso perplesso: è plausibile che una particella riesca a tornare indietro? Si pensi ad un flusso stazionario in uscita da un ugello…

Per rispondere ad arkanoid: quello che cerco di fare è proprio non ragionare in termini di quantità di moto, ma in termini di pressione agente nel motore.

Comunque provo a riformulare la domanda.

Si abbia un motore al quale venga smontato l’ugello. Si metta in moto il motore e si misuri la pressione in ogni stadio (compressore, camera di combustione, turbina). Adesso sullo stesso motore si monti nuovamente l’ugello. Si misuri di nuovo la pressione in ogni stadio. Si rilevano differenze di pressione?Se si, dove?

Come ho riportato dal mio libro di testo, nell’apertura di questo thread:

la spinta propulsiva in realtà risulta dagli effetti di pressione e attrito esercitati sulla parete dell’interno cavo del motore dai solidi o fluidi che si muovono all’interno verso l’ugello di scarico.

Significa che se il motore improvvisamente gode di una spinta maggiore, questa deve essere giustificabile in termini di pressione agenti all’interno del motore. Ergo, mi aspetto che se la presenza di un ugello possa incrementare la mia spinta, all’interno del motore le pressioni debbano essere influenzate dalla sua presenza.

La domanda quindi può essere posta come segue: in quali parti del motore l’ugello provoca una maggior pressione al punto da garantirmi più spinta?

Forse nella turbina? O magari nella camera di combustione?

Premetto che non è necessario trattare di motori aeronautici. Potremmo anche limitarci a pensare ad un serbatoio in pressione, quale un estintore, sul quale è montato un ugello di sfogo. La domanda resta la stessa…

Secondo me, a intuizione perchè non ho studiato propulsione a razzo, a parità di luce dell’apertura (foro a filo o luce dell’ugello) con l’ugello il flusso è più laminare, e a parità di massa espulsa per unità di tempo la pressione in camera è maggiore. All’interno della sezione convergente ci dev’essere un gradiente di pressione, con un minimo ovviamente nella gola, e la stessa cosa nella sezione divergente per questioni di flusso supersonico. Maggiore pressione in camera a fronte della stessa quantità di massa per unità di tempo=maggiore spinta.

in tutte. ti abbiamo spiegato a grandi linee perché, se vuoi capire nel dettaglio ci sono fisica tecnica e turbomacchine.
La pressione finale È quella allo scarico del diffusore, e a ritroso aumenta quella dei vari stadi di turbina ed anche quella di combustione.
La forma dei diffusori difatti dipende dalla pressione esterna, gli ugelli per uso atmosferico devono essere meno espansi di quelli per uso spaziale.

Io continuo peró a non capire il dubbio: cerco di ragionare con le mie vecchie conoscenze di fisica 1, fluidodinamica (poca), teorema di Bernoulli, Venturi, e la fisica degli endoreattori di wikipedia e l’uggello di De Laval…
Mi concentro sulla formazione della pressione all’interno della camera di combustione che viene esercitata equalmente in tutte le direzioni se fosse chiusa, se apriamo un foro tale pressione spinge I gas e la massa attraverso il foro (uggello o strozzatura) con una certa velocità, tale evento “spinge” la camera nel verso opposto (credo di non dire castronerie) e finchè viene generata pressione viene generata spinta. Ora ci viene in aiuto De Laval e la spiega di Arkanoid: se a valle del foro ci mettiamo un’altra camera (di espansione) e nella camera di combustione si raggiunge una pressione sufficiente per far passare I gas da velocità subsonica (in camera di combustione) attraverso la strozzatura (pressione e temperatura minori ma velocità sonica) a velocità supersonica (camera di espansione, pressione e temperatura bassa) otteniamo una spinta maggiore, ora se la pressione e inversamente proporzionale alla velocità tra le 2 camere, il delta di spinta in più sarà fornito dal calore (Spiegato da arkanoid e vespiacic) o altra forma di energia? Che guardacaso diminuisce trasformandosi in energia cinetica. Se non si passa da subsonica a supersonica il tubo diventa di venturi e a parità di pressione tra le 2 camere non c’è spinta supplementare (delta), penso si possa anche eliminare la camera di espansione a valle dell’ugello perchè inutile

Esatto! ma questo ti confonde solo le idee, stai attento ad approfondire troppo :slight_smile:
Quello che vedi tu è solo l’effetto macroscopico, un flusso di gas combusto che va in un’unica direzione a velocità elevata. A livello microscopico, invece, ogni molecola si muove con la sua velocità e direzione, entrambi i valori sono molto casuali. Il modulo medio della velocità di una molecola leggera è dell’ordine di 10.000 mila km/h a 3000 gradi Kelvin (puoi calcolarla facilmente con la formula della velocità quadratica media in termodinamica). Media. Quindi sì, a livello microscopico ci sono controintuitivamente particelle di gas che vanno in direzione opposta al flusso macroscopico. Questa in realtà è proprio l’interpretazione della pressione a livello molecolare.

Per intuire meglio questo concetto, prova a chiederti cosa succederebbe al gas già combusto in camera e nell’ugello se improvvisamente Thanos con uno schiocco di dita facesse sparire il razzo e tutte le sue parti meccaniche, compreso motore e ugello.