Ultime dalla Voyager 1

Ho trovato questi aggiornamenti assolutamente affascinanti: che ne pensate ?

http://www.spacedaily.com/reports/Surprises_From_The_Edge_Of_The_Solar_System_999.html

Salute e Latinum per tutti !

Penso che continuare l’esplorazione dello spazio al di la’ della eliosfera dovrebbe essere una priorita’, magari utilizzando sonde di costo contenuto come questa http://interstellarexplorer.jhuapl.edu/index.php

Immagine che fa capire la posizione delle 2 voyager


Voyager1.jpg

Spacecraft escaping the Solar System
Include sonde Pioneer e New Horizons :slight_smile:

http://heavens-above.com/solar-escape.asp?/

Paolo ha scritto

Penso che continuare l'esplorazione dello spazio al di la' della eliosfera dovrebbe essere una priorita', magari utilizzando sonde di costo contenuto come questa http://interstellarexplorer.jhuapl.edu/index.php

Assolutamente stupenda questa missione…spero davvero che venga realizzata…anzi dovrebbero farne un paio di queste sonde e mandarle ai “4 angoli” del sistema solare…si avrebbero più dati e si sarebbe magari in grado di caratterizzare meglio la regione oltre il limite estremo del sistema solare.

Una domanda…come si è arrivati a capire e quindi a caratterizzare l’esistenza di un confine del sistema solare? A quanto vedo è diviso proprio come la nostra atmosfera è divisa in varie fasce…nel caso del sistema solare come si è fatto a capire l’esistenza di queste fasce? Te Paolo ne sai qualcosa?

Colgo l’occasione per esporre una mia idea in merito all’esplorazione spaziale automatizzata. Sappiamo bene quanto costa realizzare una sonda interplanetaria, soprattutto perchè sono pezzi unici…di Cassini se ne è fatta una sola ad esempio. Allora perchè non provare a realizzare delle sonde con una produzione di serie? Voglio dire una specie di catena di montaggio…si progetta ad esempio una classe di sonde per spedizioni verso i pianeti più esterni…se ne fanno un paio e, ovviamente al momento opportuno, vengono lanciate. Destinazioni diversi ma con mezzi che sono uguali, ed essendo stati realizzati in più esemplari, meno costosi. Mi piacerebbe molto ad esempio che si realizzassero dei treni di sonde, cioè un veicolo il compito è quello di trasportare un certo numero di sonde verso una destinazione particolarmente interessante…faccio un esempio: attorno ai giganti gassosi orbitano numerose lune, giusto? si potrebbe costruire un treno di sonde diretto ad esempio verso Nettuno, e una volta arrivati rilasciare queste sonde una per ogni luna…magari sonde non troppo sofisticate ma che comunque con un set completo di strumentazione possano fornire ciascuna informazioni dettagliate sulla propria luna di competenza. E ovviamente essendo tutte uguali e prodotte in serie, i costi sarebbero anche più bassi.

Oddio non mi son espresso molto bene, ma stasera non reggo la stanchezza…buona notte 8) 8)

Colgo l'occasione per esporre una mia idea in merito all'esplorazione spaziale automatizzata. Sappiamo bene quanto costa realizzare una sonda interplanetaria, soprattutto perchè sono pezzi unici...di Cassini se ne è fatta una sola ad esempio. Allora perchè non provare a realizzare delle sonde con una produzione di serie? Voglio dire una specie di catena di montaggio...si progetta ad esempio una classe di sonde per spedizioni verso i pianeti più esterni...se ne fanno un paio e, ovviamente al momento opportuno, vengono lanciate. Destinazioni diversi ma con mezzi che sono uguali, ed essendo stati realizzati in più esemplari, meno costosi. Mi piacerebbe molto ad esempio che si realizzassero dei treni di sonde, cioè un veicolo il compito è quello di trasportare un certo numero di sonde verso una destinazione particolarmente interessante...faccio un esempio: attorno ai giganti gassosi orbitano numerose lune, giusto? si potrebbe costruire un treno di sonde diretto ad esempio verso Nettuno, e una volta arrivati rilasciare queste sonde una per ogni luna...magari sonde non troppo sofisticate ma che comunque con un set completo di strumentazione possano fornire ciascuna informazioni dettagliate sulla propria luna di competenza. E ovviamente essendo tutte uguali e prodotte in serie, i costi sarebbero anche più bassi.

E’ venuta in mente anche a me un’idea del genere, cioè produrre un piccolo “lotto” di sonde tutte abbastanza uguali e spedirle un po’ in giro, ognuna dotata di strumenti “standard” spettrometro, qualche camera in visuale e IR… e mandarle un po’ in giro, ognuna con un obiettivo nel sistema solare…
Penso che un po’ di queste idee si siano realizzate con Mars Express e Venus Express… quindi magari estendendo il range oltre i nostri due vicini di casa…

Colgo l'occasione per esporre una mia idea in merito all'esplorazione spaziale automatizzata. Sappiamo bene quanto costa realizzare una sonda interplanetaria, soprattutto perchè sono pezzi unici...di Cassini se ne è fatta una sola ad esempio. Allora perchè non provare a realizzare delle sonde con una produzione di serie? Voglio dire una specie di catena di montaggio...si progetta ad esempio una classe di sonde per spedizioni verso i pianeti più esterni...se ne fanno un paio e, ovviamente al momento opportuno, vengono lanciate. Destinazioni diversi ma con mezzi che sono uguali, ed essendo stati realizzati in più esemplari, meno costosi. Mi piacerebbe molto ad esempio che si realizzassero dei treni di sonde, cioè un veicolo il compito è quello di trasportare un certo numero di sonde verso una destinazione particolarmente interessante...faccio un esempio: attorno ai giganti gassosi orbitano numerose lune, giusto? si potrebbe costruire un treno di sonde diretto ad esempio verso Nettuno, e una volta arrivati rilasciare queste sonde una per ogni luna...magari sonde non troppo sofisticate ma che comunque con un set completo di strumentazione possano fornire ciascuna informazioni dettagliate sulla propria luna di competenza. E ovviamente essendo tutte uguali e prodotte in serie, i costi sarebbero anche più bassi.

L’idea delle sonde prodotte in serie non e’ nuova. Negli anni 80 Cassini avrebbe dovuto essere la prima sonda Mariner Mk II, seguita da una sonda per l’esplorazione delle comete, da una per gli asteroidi, una per l’esplorazione di Mercurio ecc. tutte realizzate riutilizzando la stessa struttura e impianto propulsivo su cui posi sarebbero stati montati gli strumenti e tutti i sistemi per la particolare missione. Era anche prevista una seconda famiglia di sonde standard, i Planetary Observer, di cui ancora ne venne realizzata una sola: il Mars Observer.
In teoria in questo modo sarebbe stato possibile ridurre i costi, ma alla fine vennero finanziate solo due sonde e a quel punto si sono persi i vantaggi della serialita’. Non conosco bene il caso di Cassini, ma nel caso del Mars Observer una cosa che fece lievitare i costi fino al milardo di dollari fu il fatto che non venne studiata un’architettura di esplorazione di Marte dopo questa missione, per cui la sonda venne effettivamente riempita di strumenti che altrimenti non si sapeva quando avrebbero potuto volare.
Oggi pero’ si e’ riusciti ad abbattere drammaticamente i costi delle missioni con un uso abbondante di tecnologie avanzate, prendendosi qualche rischio, standardizzando i lanciatori, riciclando strutture e strumenti. In termini reali, una missione interplanetaria della serie Discovery costa circa un quinto del Mars Observer e quasi un decimo di Cassini.

Se non sbaglio, la differenza di costi sostenuti per Mars e Venus Express da Alenia non è stata particolarmente significativa. Mi spiego. Ok, non bisognerà compiere dei test di verifica simili e uguali, come può essere quello strutturale o magari termico, però i diversi payload, i sistemi di controllo, le diverse potenze in gioco in funzione della diversa missione prevista, richiedono riprogettazioni ad hoc e successivi test di verifica! Riporto queste cose che ho sentito da dirigenti di Alenia, non so affermarne la verifidicità, però penso hce siano abb attendibili, in quanto arrivano dall’azienda stessa… sarebbe interessante trovare i costi di progettazione/realizzazione delle due sonde e paragonarli… magari i costi divisi in funzione dei vari elementi di costo… perchè alla fine l’esplorazione spaziale si basa tutta qui… su quanti soldi abbiamo! :smiley:
Ciao!

Una domanda...come si è arrivati a capire e quindi a caratterizzare l'esistenza di un confine del sistema solare? A quanto vedo è diviso proprio come la nostra atmosfera è divisa in varie fasce..nel caso del sistema solare come si è fatto a capire l'esistenza di queste fasce? Te Paolo ne sai qualcosa?

L’idea che esista un confine del vento solare e’ grossomodo contemporanea dell’idea che esista un vento solare. Parker, che ipotizzo l’esistenza del vento solare alla fine degli anni 50, poco prima che fosse scoperto dalle Luna sovietiche e studiato dal Mariner 2, parla gia’ di un confine che lui pose attorno alle 40 UA. Date un’occhiata all’articolo “Il Vento Solare” di Parker pubblicato su Scientific American nel 1964 e tradotto nel quaderno di Le Scienze 80 “Sole e Terra”.
Col progredire delle conoscenze sul sistema solare e’ stata confermata l’esistenza dell’onda d’urto frontale dell’eliosfera (che brilla debolmente nell’ultravioletto), mentre la struttura onda d’urto-eliopausa-eliosfera e’ stata definita dai sorvoli dei pianeti giganti, le cui magnetosfere hanno una struttura simile. Purtroppo, negli anni 70 si pensava che l’eliopausa si trovasse attorno alle orbite di Urano e Nettuno, mentre ora sappiamo che e’ attorno alle 100 UA.

Penso che continuare l'esplorazione dello spazio al di la' della eliosfera dovrebbe essere una priorita', magari utilizzando sonde di costo contenuto come questa http://interstellarexplorer.jhuapl.edu/index.php

L’Innovative Interstellar Explorer e’ il soggetto di un articolo nel numero del 6 gennaio di New Scientist (che trovate nelle edicole internazionali questa settimana)
http://space.newscientist.com/article/mg19325850.900-interstellar-space-and-step-on-it.html