Per tentare di spiegare il precoce fallimento della missione russa diretta verso il sistema marziano sono state formulate molte ipotesi, alcune invero fantasiose. Ora, la commissione d’inchiesta ufficiale afferma che la sonda è stata bloccata da un errore del software che ha condotto al riavvio simultaneo di due canali di lavoro di uno dei computers di bordo. La notizia è dell’agenzia RIA-Novosti, ed è stata ripresa dal sito di divulgazione spaceflightnow.com
Il riavvio costrinse la sonda ad entrare in “safe mode”, con un orientamento verso il sole per mantenere l’alimentazione elettrica ed in attesa di ulteriori comandi. Purtroppo il contatto non fu mai ristabilito, se non brevemente e per mezzo di stazioni di terra dell’ESA, e dunque non vi furono mai le due accensioni supplementari che avrebbero avviato il veicolo verso Marte.
Peraltro, le osservazioni di Ted Molczan, uno stimato cacciatore di satelliti canadese, evidenziano come Phobos-Grunt abbia aumentato la sua quota almeno 10 volte nei giorni seguenti il guasto, probabilmente per mezzo dei propri vettori di assetto. Queste manovre erano previste dal piano di volo originale, ed avvalorerebbero l’ipotesi che la sonda abbia ripetutamente tentato di accendere i propulsori principali, senza successo.
Vladimir Popovkin, direttore di RosCosmos, ha riferito ai giornalisti russi che le radiazioni spaziali potrebbero essere state la causa del guasto al computer, ma Louis Friedman, già amministratore della Planetary Society ha sollevato dubbi in proposito, visto che la sonda si trovava ancora sotto la protezione del campo terrestre. Il motivo del guasto, dunque, sarebbe l’impiego di componenti elettronici economici, privi dell’idoneità all’impiego spaziale, nonchè la mancanza di test pre-volo e la progettazione generale scadente, sempre in base a quanto Friedman ha scritto in un post sul sito della Planetary Society.
L’interessamento di questa struttura per la missione Phobos-Grunt si spiega con la presenza a bordo di un esperimento patrocinato dalla medesima, volto a studiare gli effetti di un viaggio interplanetario su alcune semplici forme di vita (microbi).
L'interessamento di questa struttura per la missione Phobos-Grunt si spiega con la presenza a bordo di un esperimento patrocinato dalla medesima, volto a studiare gli effetti di un viaggio interplanetario su alcune semplici forme di vita (microbi).
interessante , sapevo che nelle missioni oltre la terra cercano di sterilizzare il più possibile le sonde per evitare di contaminare gli ambienti alieni , in quest occasione che precauzioni presero per evitare di colonizzare anzi tempo Marte? sarebbe bastato che la sonda fosse precipitata su pianeta rosso per contaminare il sito dell’impatto ?
Visto che non ci andava su Marte, difficilmente lo poteva contaminare
Al massimo avrebbe potuto contaminare Phobos ma penso che, almeno in teoria, l’eventualità sia stata ben analizzata per evitarlo.
Poi visto che non ha neanche lasciato l’orbita non oso pensare che altro sarebbe potuto succedere se veramente ci fosse arrivata su Phobos
Penso che l’attrito con la (poca) atmosfera avrebbe distrutto termicamente la sonda, tranne la sfera del rientro terrestre, o quantomeno l’avrebbe “cotta” a tal punto da sterilizzarla in sicurezza…
Certo è che la sonda non avrebbe comunque approcciato marte ad una velocità eccessiva, dato che doveva immettersi in orbita e poi atterrare su Phobos, dopo una notevole riduzione di velocità, sufficente a farsi catturare dalla quasi nulla gravità del satellite…