Un incremento della ricerca spaziale può ridurre le spese militari?

Perché spesso si richiede il taglio dei finanziamenti delle missioni spaziali, e non delle spese militari? Il perchè è semplice e la questione della sicurezza nazionale (discorso caro sia in USA che in Russia) è solamente una semplice scusa. Nella realtà una riduzione delle spese militari avrebbe certamente un impatto su un settore importantissimo dell’economia mondiale, specialmente nelle industrie a tecnologia avanzata maggiormente coinvolte in progetti finanziati dal denaro pubblico.

Si dovrebbe far capire ai governanti di tutto il mondo che un incremento della ricerca spaziale può anche venire utile per consentire di ridurre le spese militari senza far fallire le industrie ad alta tecnologia ad esse correlate. Si reindirizzino inizialmente le spese militari inutili. Per fare un confronto, la missione dei due Rover su Marte attualmente in corso è costata meno della metà dell’acquisto di un solo bombardiere B-2.

Un settore spaziale forte potrebbe poi rendere possibile un piano di conversione dell’intera industria militare e quindi di riduzione delle spese militari totali
In questo scenario i privati (non legati al settore pubblico) potrebbero avere un ruolo di catalizzatore

Il problema è che un bombardiere B-2 “pesa” sui rapporti internazionali molto più di due Mars Rover…
Il problema è che le risorse per la spesa militare non sono principalmente sostenute per la pura sopravvivenza dell’apparato militare-indutriale, ma per alimentare la politica di potenza.
E’ sempre stato così e continuerà ad essere così finchè la natura dei rapporti internazionali continuerà a fondarsi sul concetto di potenza, che non esclude la guerra (anche se non la postula), e non su quella della competizione, che può essere aspra ma comunque “pacifica”.
Quindi credo che le cose non cambieranno per molto tempo ancora, considerato che dai tempi dell’Iliade in poi la natura umana non è cambiata molto…
Le politiche spaziali continueranno ad essere principalmente, ma non esclusivamente, sostenute dalle necessità della dimostrazione di potenza: non è un caso che ora si affaccino sulla ribalta dell’astronautica anche la Cina, l’India, il Brasile, che si rafforzi (speriamo, vero Aries Archipeppe?) l’ESA, e che la Russia cosmonautica, sostenuta dagli idrocarburi, stia lentamente riemergendo…

Il problema è che un bombardiere B-2 "pesa" sui rapporti internazionali molto più di due Mars Rover... Il problema è che le risorse per la spesa militare non sono principalmente sostenute per la pura sopravvivenza dell'apparato militare-indutriale, ma per alimentare la politica di potenza. E' sempre stato così e continuerà ad essere così finchè la natura dei rapporti internazionali continuerà a fondarsi sul concetto di potenza, che non esclude la guerra (anche se non la postula), e non su quella della competizione, che può essere aspra ma comunque "pacifica". Quindi credo che le cose non cambieranno per molto tempo ancora, considerato che dai tempi dell'Iliade in poi la natura umana non è cambiata molto... Le politiche spaziali continueranno ad essere principalmente, ma non esclusivamente, sostenute dalle necessità della dimostrazione di potenza: non è un caso che ora si affaccino sulla ribalta dell'astronautica anche la Cina, l'India, il Brasile, che si rafforzi (speriamo, vero Aries Archipeppe?) l'ESA, e che la Russia cosmonautica, sostenuta dagli idrocarburi, stia lentamente riemergendo...

Condivido quasi tutto, e aggiungo che finche ci saranno dittature o paesi integralisti(vedi Iran) le cose non cambieranno .

Le utopie sono belle e care…fino a quando qualcuno scavalcherà il muretto di casa nostra per sbatterci fuori ( se ci va bene!). Senza considerare che gli “shunk works” hanno sempre ricadute civili, anche se non a brevissimo tempo

secondo me l’ ideale sarebbe fare una petizione x questo argomento, chi è daccordo con me? :smiley: :roll_eyes:

secondo me l' ideale sarebbe fare una petizione x questo argomento, chi è daccordo con me? :smiley: :roll_eyes:

Petizione on line? Come? Dove?
Approposito, ho visto che sono i tuoi primi posts.
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Purtroppo viviamo in un momento in cui la guerra è tornata ad essere considerata uno strumento di politica estera ed interna lecito e auspicabile, nel pieno spirito dei principi di Von Clausewitz. Nella guerra fredda invece si “armava” la pace, scontrandosi in guerre indirette (tipo Vietnam o Corea) o sfide trasversali (come, appunto la corsa allo spazio). Allora si incestiva nella ricerca scientifica per dimostrare la propria superiorità tecnologica, adesso si usano e costruiscono armi che di spaziale hanno ben poco, senza troppo successo peraltro (in Iraq, Afghanistan e Cecenia va sempre peggio). Forse l’unica potenza in grado di prendersi lussi in questo senso sia la Cina, che però vanta una crescita annuale semplicemente spaventosa e non fa testo.

Il problema è che un bombardiere B-2 "pesa" sui rapporti internazionali molto più di due Mars Rover... Il problema è che le risorse per la spesa militare non sono principalmente sostenute per la pura sopravvivenza dell'apparato militare-indutriale, ma per alimentare la politica di potenza. E' sempre stato così e continuerà ad essere così finchè la natura dei rapporti internazionali continuerà a fondarsi sul concetto di potenza, che non esclude la guerra (anche se non la postula), e non su quella della competizione, che può essere aspra ma comunque "pacifica". Quindi credo che le cose non cambieranno per molto tempo ancora, considerato che dai tempi dell'Iliade in poi la natura umana non è cambiata molto... Le politiche spaziali continueranno ad essere principalmente, ma non esclusivamente, sostenute dalle necessità della dimostrazione di potenza: non è un caso che ora si affaccino sulla ribalta dell'astronautica anche la Cina, l'India, il Brasile, che si rafforzi (speriamo, vero Aries Archipeppe?) l'ESA, e che la Russia cosmonautica, sostenuta dagli idrocarburi, stia lentamente riemergendo...

E’ chiaro che la mia voleva essere una proposta “provocatoria”. Pero’ pensandoci bene nemmeno più di tanto: negli anni sessanta per alimentare la politica di potenza era stato concepita la corsa alla Luna e per quanto non fossero assolutamente disinteressate, le motivazioni di allora erano sempre di dimostrare la propria superiorità ma attraverso una grande impresa pacifica (e simbolica). La luna continua ad non avere una valenza militare ma oggi potrebbe avere una valenza di tipo economico (quindi non più simbolica) ed è questo che è cambiato rispetto agli anni 60.

La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che è un’impresa collettiva dell’umanità anche se forse non troppo ben concepita, è un esempio encomiabile di come lo spirito di collaborazione tra nazioni e governi possa indirizzarsi verso un impresa pacifica che puo’ aiutare l’economia (pensate alle migliaia di persone che ci hanno lavorato, compreso me :grinning: ) ma anche probabilmente generare un effetto a catena virtuoso denominato “San Francisco Model”. A questo proposito vi invito ad andare sul mio sito (alla voce Il “San Francisco Model”) e vedere di cosa si tratta. Eventualmente fatemi sapere il vostro pensiero a proposito.

Buran ha scritto:

E' chiaro che la mia voleva essere una proposta "provocatoria". Pero' pensandoci bene nemmeno più di tanto: negli anni sessanta per alimentare la politica di potenza era stato concepita la corsa alla Luna e per quanto non fossero assolutamente disinteressate, le motivazioni di allora erano sempre di dimostrare la propria superiorità ma attraverso una grande impresa pacifica (e simbolica).

Non è in discussione che l’astronautica abbia conseguito grandi obiettivi scientifici, tecnologici e in termini di visione del futuro a prescindere dai reali “moventi” iniziali, solo non ritengo realistico che gli Stati “travasino” una parte delle spese militari in quella della ricerca spaziale pura, se non accompagnate da prospettive militari. Mi sembra che l’investimento nelle politiche spaziali si configuri come un canale aggiuntivo e non alternativo.
Appena possibile leggerò il “modello San Francisco” sul tuo sito :smiley:

Bisogna anche contare che lo scenario politico al giorno d’oggi è cambiato.
Non esistono più 2 superpotenze che, constatata la parità a livello militare, si contendono il primato in ogni settore (dallo sport allo spazio). Al giorno d’oggi, se da un lato l’economia occidentale ha una crescita bassissima (cosa che non invita ai finanziamenti nell’alta tecnologia), dall’altro le grandi superpotenze che si affacciano all’orizzonte (Cina e India in primis) non sono ancora a un livello tale da offuscare il prestigio degli USA: del resto la Cina, sebbene abbia un tasso di crescita spaventoso, ancora non è una diretta minaccia, soprattutto in campo spaziale, dove sta muovendo i primi passi, non tanto in fretta come ci si potrebbe aspettare.
Ultima cosa, molto importante: i nemici non sono più le stesse potenze rivali (che hanno capito che il vero potere non è militare ma economico) ma dei gruppi di terroristi e degli stati a cui non interessa una rivalità tecnologica, ma militare.

Quindi, andando al succo, nello scenario politico odierno, per me le spese militari non si abbasseranno ma cresceranno ulteriormente.
Il passaggio dai finanziamenti militari a quelli di alta tecnologia pacifica (e quindi spaziali) per me resta quindi un’utopia a cui comunque dobbiamo sperare e impegnarci per raggiungerla.

Purtroppo quello che avete scritto è vero, ormail la guerra ha troppa importanza e l’ astronautica sembra averne perso molta rispetto a quella che aveva un tempo!!!:cry: :frowning:
P.S: grazie per il benvenuto nel forum!!! :smiley: :stuck_out_tongue: