Io lo traduco : “la sig.ra Worden ha messo a frutto la sua esperienza nell’intelligence”
A mio avviso non dice di aver utilizzato i sistemi dell’agenzia per cui lavorava, ma semplicemente che ha le competenze necessarie a recuperare certe informazioni e sa come muoversi.
Concordo sulla tua interpretazione.
Al di là del caso specifico, che tratta una vicenda sostanzialmente personale e che quindi non mi interessa molto approfondire, trovo molto curioso l’interrogativo circa la giurisdizione spaziale, soprattutto in un contesto di una missione di cooperazione internazionale come la ISS.
A bordo di un veicolo univocamente riconducibile a una data Nazione immagino sia più semplice applicare il diritto di quel Paese (è corretto? anche per reati commessi nello Spazio?), mentre su altri corpi celesti…non saprei proprio!
Nel diritto navale come funziona?
Anche io da incompetente mi sentirei di dire che se lo avesse fatto su una nave battente bandiera USA, appartenente e con connettivita’ fornita da un ente USA al di fuori delle acque territoriali sarebbe esattamente la stessa cosa.
Sì, sono d’accordo. Infatti poi ho ipotizzato:
O forse la Worden ha semplicemente chiesto alla sua banca gli indirizzi IP degli accessi, dei quali poi avrebbe accertato l’origine con strumenti DNS/WHOIS accessibili pubblicamente.
Da ciò che ricordo, se la nave è al di fuori delle acque territoriali di una qualsiasi nazione la cosa è semplice, perché la nave fa parte (fa “suolo”) della nazione di cui batte bandiera (e questa distinzione vale anche per gli aerei, il cui interno fa parte dello stato del quale battono bandiera). Mi pare la cosa si complichi o sia diversa se invece la nave sta nelle acque territoriali di un’altra nazione, ma questo caso possiamo tranquillamente tralasciarlo (penso che siamo sicuramente in “acque internazionali” in questo caso). Piuttosto è da capire bene la nazionalità della “nave”: la ISS che bandiera batte? Direi più di una, anzi abbiamo addirittura 3 segmenti monobandiera (la parte Russa, la parte USA e Kibo/JEM) e uno ad ulteriori diverse bandiere (Columbus, che essendo ESA “veste” le bandiere di tutte le nazioni che partecipano appunto all’ESA). Non sono sicuramente un giurista, e quindi dovrei proprio stare zitto, ma ho l’idea che la cosa finirà per pressioni politiche e/o amministrative in due modi (alla fine uguali fra di loro):
- il “reato” è stato compiuto in quarter del lato USA, e quindi rientra nella giurisdizione USA
- il “reato” è stato compiuto da un astronauta USA e quindi verranno fatte pressioni affinché si applichi la giurisdizione USA.
Sempre ammesso che il reato esista. In ogni caso tutte le prove sufficienti sarebbero sulla Terra
comlichiamo le cose?
se per assurdo la nostra Anne avesse compiuto il malfatto durante una EVA?
si potrebbe ipotizzare che le tute siano al tutto per tutto delle mini-stazioni autosufficienti?
Non credo le tute abbiano computer collegabili ad internet, oltre al fatto che i tempi estremamente stretti di EVA non permettono sicuramente nessuna perdita di tempo.
Direi che una volta che sei in orbita sulla ISS, non cambia molto se sei dentro o fuori
A meno che non stiamo parlando di Bruce McCandless e del suo volo untethered 
Secondo me se ai fini giuridici vale la nazionalità del veicolo ospitante, la tuta EVA (MMU inclusa, if any) potrebbe anche considerata come veicolo, in volo libero o tethered…
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Ma la ISS è davvero considerata “internazionale”, separata nei singoli segmenti o essendo “un’espansione” del primo modulo Zarya è invece russa?
Comunque riprendendo un discorso di qualche giorno fa… forse a breve (10 anni?) ci sarà bisogno di legiferare meglio in tema.
L’ISS Intergovernmental Agreement che io sappia assimila gli elementi forniti da ciascun Paese al territorio nazionale di quel Paese.
Su The Verge dicono che il problema in questo caso non si pone e la giurisdizione è completamente americana
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Pare che la moglie di Anne McClain abbia mentito riguardo a questo caso. Anne ne esce quindi pulita.
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