Un quadro completo delle attività sulle 3 navette Shuttle

Atlantis
La navetta che ha da poco concluso la sua missione STS-117 è passata ufficialmente dalla fase di post-missione a quella di preparazione per la prossima missione, la STS-122.
In particolare, questa settimana sono stati smontati gli SSME per le revisioni, si continuano le ispezioni allo scudo termico e sono stati già rimossi i finestrini e l’OBSS per le ispezioni.
La STS-122 sarà l’ultima missione dell’anno ed è schedulata per il 6 Dicembre, avrà il compito di portare in orbita il laboratorio europeo Columbus e portare una rotazione di equipaggio per la Exp.16.
In particolare, i tre SSME sono stati già rimossi, l’ultimo proprio mercoledì scorso, la fase di ispezione dello scudo sta volgendo al termine e si sta cominciando la preparazione per la prossima missione e i test al FRCS (Forward Reaction Control System) sono stati completati la settimana scorsa e non si sono riscontrati problemi.
Sono stati ultimati anche i controlli a seguito della pioggia che aveva bagnato la navetta appena rientrata al KSC quando ancora era sul dorso del 747.
La scansione IR è stata completata questa settimana e sono state riscontrate solo minime zone ancora umide, le quali saranno quindi facilmente drenabili e asciugabili.
Ci sono poi le attività straordinarie e di aggiornamento che vengono svolte dopo ogni missione, in particolare in questo verrà installato un flash per la camera che registra la separazione dell’ET dopo il lancio dal ventre dello Shuttle, aumentando quindi le possibilità di raccogliere immagini sempre migliori.
Il flash equipaggerà una delle due camere 16mm montate sul lato sinistro e servirà per l’acquisizione delle immagini notturne o per illuminare le zone d’ombra in quelle diurne.
Un altro aggiornamento importante, nell’ambito della riduzione dei rischi è la sostituzione della parte ceramica nell’attacco dei pod con degli “FRSI Plugs”, in modo da ridurre il rischio di detriti durante il lancio.
In totale sono 20 piastrelle per lato nella parte posteriore dei pod che verranno sostituite.
Altre modifiche sono l’aggiornamento del cablaggio dei sensori ECO (Engine Cut Off) che avevano creato problemi in precedenti missioni. In particolare è stato aggiornato l’hardware e la ridondanza in modo da mitigare le letture errate dei sensori.
Fisicamente si è separato il cablaggio del sensore 1 dal 2 e il 3 dal 4, aggiungendo quindi due nuovi camblaggi portando l’intera linea di ogni sensore indipendente dalle altre. Precedentemente invece le linee di trasmissione erano accorpate due a due.

Endeavour
Il processo di preparazione al lancio procede a grandi passi e senza particolari problemi, con la navetta già in rampa da alcune settimane il lancio si avvicina sempre più.
La settimana scorsa c’è stato un forte temporale sul KSC con la caduta di alcuni fulmini nella zona di lancio, dopo i controlli comunque si è osservato che nessuno ha colpito l’Endeavour.
Si stanno anche valutando delle possibili intrusioni di acqua durante lo stesso temporale, quando le due valvole di ventilazione, destra e sinistra, sono state lasciate per sbaglio aperte durante un lavoro precedente. Una prima ispezione ha comunque indicato che non ci sono tracce di acqua all’interno.
La cargo bay con il payload è già stata collegata allo Shuttle e la stiva è quasi pronta al volo. Durante lo scorso fine settimana si sono poi eseguiti tutta una serie di test al PRSD (Power Reactant Storage and Distribution) di ossigeno e idrogeno, alle telecamere dell’ET, alle risposte in frequenza di propulsori e superfici aerodinamiche e ai serbatoi dell’Elio.
Altri controllo sono stati eseguiti sugli SSME (Space Shuttle Main Engine), sul MPS (Main Propulsion System) e sul TVC (Thrust Vector Control). Per ora tutti i controlli hanno dato esito positivo.
Per la data di lancio del 7 Agosto rimane solamente un giorno di margine nella preparazione in rampa.
L’equipaggio intanto è già arrivato al KSC e ha completato con successo l’ultima simulazione di countdown e tutte le esercitazioni di sicurezza per l’evacuazione.

Discovery
La prossima missione del Discovery sarà la STS-120, erano sorti dubbi sull’effettiva possibilità di rimanere nei tempi dopo l’incidente che aveva portato al danneggiamento di alcune sezioni dei SRB durante un incidente ferroviario nel loro trasporto al KSC. In particolare nell’incidente erano stati danneggiati i segmenti centrale e anteriore del SRB 98 e il posteriore del SRB 99. Fortunatamente però solo un paio di essi sono leggermente danneggiati e c’era la possibilità che dovessero ritornare negli stabilimenti di costruzione della ATK per una revisione completa.
Fortunatamente questo non è stato necessario ed è già iniziato il montaggio nel VAB di entrambi i booster con ormai la certezza che la data di lancio non verrà intaccata dall’incidente.
Tutti i segmenti sono già al KSC e nella giornata di ieri sono stati montati altri due segmenti e il montaggio proseguirà fino al 24.
Intanto è in arrivo l’ET per la missioneche è l’ET-120, uno dei quattro che erano stati rispediti indietro al costruttore per le modifiche dopo l’incidente del Columbia. Lo stesso era in un primo momento destinato alla missione STS-114, ma venne poi sostituito per i noti problemi avuti con i sensori ECO in quella missione, provocando il rollback della navetta e la sostituzione con l’ET-121 che ha poi portato in orbita la missione del Return To Flight.
Lo stesso serbatoio era stato trattenuto anche per le modifiche per la rimozione della Pal Ramp dopo la missione STS-121.
Il 120 doveva arrivare al KSC già a Maggio ma è stato ritardato l’invio per dei controlli straordinari che ne hanno posticipato il rilascio. Ironicamente i danni subiti all’ET della missione STS-117 per la grandinata hanno portato un ritardo che ha dato il tempo di completare l’ET-120, se la STS-117 fosse partita come programmato ci sarebbe stato probabilmente un ritardo per questa missione.
Fortunatamente la battaglia contro il tempo per portare l’ET-120 al KSC senza provocare ulteriori ritardi è stata vinta, con l’ispezione della schiuma, l’installazione dei cablaggi e l’installazione delle linee di pressurizzazione già completati e in ordine per la missione. Rimanevano da controllare eventuali perdite interne ma in ATK erano fiduciosi di spedire l’ET entro oggi.
Per quanto riguarda l’orbiter, sono già stati installati gli SSME 1 e 2, rimane il 3 per la prossima settimana e il rollover è previsto per fine agosto. Non ci sono altri problemi nella preparazione dello Shuttle Discovery.

Post molto, molto utile!
Bravo Albyz!

Faccio anch’io i miei complimenti ad ALBYZ x il suo ottimo lavoro e l’impegno che ci mette nel contribuire a rendere sempre molto interessante il forum.
Per conto mio, non ho più così tanto tempo da dedicare all’astronautica, trovo quindi molto utile avere le notizie fresche “servite su un piatto”!
Tornando a parlare della notizia in questione, mi chiedo come mai solo ora, dopo l’incidente del Columbia, la NASA si sia decisa a fare tutti queti aggiornamenti e modifiche alle navette.
Negli anni scorsi se ne facevano ma mai così tante come adesso ; si è sempre cercato di mandare avanti il tutto cercando di effettuare meno modifiche e aggiornamenti possibili.
Se tutto questo fosse stato fatto in modo così massiccio fin dall’inizio, sicuramente , si sarebbe rimediato a tantissimi problemi ma sopratutto si avrebbero avute delle navette molto più efficenti e all’avanguardia.

Forse tante modifiche venivano fatte anche prima ma non c’era un Albyz così in gamba da fornircele così!! Bravissimo AlbyZ!! :smiley: :smiley: :smiley: :smiley: :smiley:

Anche io mi associo al coro dei “bravo Albyz!!”.
Per quanto riguarda la domanda di Topopesto, la risposta è semplice: da un lato la NASA ha (finalmente) preso coscienza della vulnerabilità di base del sistema Shuttle, dall’altro ha cominciato (ari-finalmente) ad operare lo Shuttle più come un aereo che non come un veicolo spaziale, il che significa uno stringente programma di “maintenance & update” ogni tot voli (esattamente come avviene nel campo aeronautico).

Ciò non significa che le navette prima non avessero la loro naturale manutenzione, praticamente al termine di OGNI volo, quanto piuttosto che i programmi di aggiornamento e miglioramento erano fatti solo su periodi molto lunghi e non in base alle reali esigenze di “improvement” del sistema.

E infatti è stato questo l’errore della NASA, non vedere e gestire il sistema STS come x gli aerei normali.
E’ tipico aspettare un fatto grave per rimediare con innovazioni.

Già, in questo modo hanno letteralmente tarpato le ali allo splendido programma Shuttle…

Bravissimo Albyz, ottimo notiziario, grazie! :slight_smile:

Non vorrei essere frainteso, io sono stato (e lo sono tuttora) molto critico con il programma Shuttle.
Abbiamo affrontato il tema in innumerevoli post nei thread dedicati.
Quindi è giusto che lo Shuttle dopo oltre 25 anni di operazioni, e sopratutto due catastrofi, vada in pensione.

Il fatto è che io sono ancora PIU’ critico sulla scelta di rimpiazzare lo Shuttle con una capsula. Nella loro foga di cercare a tutti i costi sicurezza ed economicità (due parametri che quasi mai vanno a braccetto) nelle loro operazioni spaziali, gli americani hanno letteralmente gettato via l’esperienza progettuale ed operativa con gli aerospazioplani per tornare alle capsule.
Ed il problema non è il ritorno alla Luna, questo tema poteva essere affrontato con una stazione spaziale intermedia (la ISS??) in LEO.
Questo, a mio avviso, è sbagliato.

Il naturale sostituto dello Shuttle, avrebbe potuto e dovuto essere un aerospazioplano derivato dallo Shuttle (Shuttle II), oppure un progetto assolutamente innovativo (X-33) oppure un veicolo di “basso profilo” come un biconico o un corpo portante (OSP).

Qui siamo tutti a discutere quanto sarebbe opportuno prolungare o meno i voli Shuttle, non tanto perché si ritenga lo Shuttle il miglior mezzo spaziale disponibile (anzi, questo è vero solo per il completamento della ISS) quanto perché si desiderebbe vederne prolungata il più possibile la carriera operativa, forse per romanticismo, o forse perché in molti ritengono che non sarà più possibile veder volare un aerospazioplano nel medio termine dal momento che l’ultima navetta avrà toccato il tarmac della pista del KSC.

Tutte queste discussioni non sarebbero in essere se, al posto dello Shuttle, la NASA stesse studiando e realizzando un altro aerospazioplano… :frowning:

Quoto l’Architetto (e per un ingegnere… :slight_smile: :wink: )

Con l’andazzo attuale, dubito di riuscire a vedere un altro aerospazioplano nei prossimi quarant’anni ed è per questo che è fondamentale andare a vedere un lancio dello Shuttle!
Organizziamo poi un altro viaggio per un atterraggio così potremo scolpirci nella mente quelle splendide immagini… 8) :colonial:

L’atterraggio però che io sappia è molto meno “spettacolare” e visibile, è come vedere un aereo a 22km di distanza, il doppio di un aereo in crociera…
Io organizzerei piuttosto un lancio a Baikonur :smiley: :smiley: :smiley:

Per Baikonur non c’è fretta… :slight_smile:

Per l’atterraggio al KSC ci sono diversi punti in cui vederselo passare praticamente sopra, forse addirittura al Visitors Center…
A Edwards invece c’è il parcheggio visitatori in una pista laterale…
Diciamo che è più difficile sapere dove atterrerà! :wink:

Mi unisco anch’io senz’altro al coro di complimenti per la precisione e la chiarezza degli interenti di albyz!! :smiley:

Continua così :-({|=