"Una colonia umana su Marte sarebbe impossibile, inutile e pericolosa."

Il virgolettato nel titolo non rappresenta il mio pensiero, è una citazione che viene esposta in questo video:

i problemi di una missione umana su Marte sono ormai noti, risolvendo anche la maggior parte di questi problemi (propulsione nucleare, radiazioni, problemi fisici legati alla gravità, ecc.).
Secondo l’autore del video ci sono forse due problemi che non potranno mai essere risolti e non si potrà neanche ridurre la probabilità al di sotto dell’1% affinché questi due problemi non accadano:

  1. problemi psicologici che potrebbero insorgere all’interno della colonia umana, e conseguente aumento dell’aggressività.

  2. sistemi di supporto vitale che si danneggiano irrimediabilmente, e conseguente morte della colonia.

Sul punto 2 non sono d’accordo, in quanto all’interno dei bunker sotterranei verranno ideati supporti vitali di riserva in caso di malfunzionamento del supporto vitale primario.
Riguardo ai problemi psicologici, con quale incidenza ed in che misura possa accadere è imponderabile, ma indubbiamente è un rischio concreto. Una soluzione potrebbe essere far rientrare sulla terra i primi coloni dopo 2 anni, all’approssimarsi della prima finestra di lancio utile e di spedire nuovi coloni “freschi” mentalmente.
L’obiettivo dovrebbe essere procreare neonati su Marte, che vivranno sempre su Marte ed avranno dal punto di vista dell’evoluzione della specie caratteristiche fisiche un po’ diverse rispetto a noi, affinché si adattino al nuovo pianeta.
Ma anche in questo caso, è un discorso fattibile o no? Oppure è davvero impossibile, inutile e pericoloso come viene affermato nel video?
Personalmente ritengo non sia impossibile, queste domande se le saranno già poste numerosi scienziati ed ingegneri che stanno lavorando in questa direzione.
Inutile assolutamente no, il solo fatto di impegnarci per risolvere queste sfide tecnologiche ci fa progredire come specie, e si possono trarre numerosi benefici vivere su due pianeti. Pericoloso però lo è indubbiamente.

Qualsiasi discorso che ha come punto di partenza questo video beh, è infondato temo.
Il video snocciola affermazioni con tono molto convinto e in rapida successione… ma sono 10 minuti di nulla. Sono tutte speculazioni con un po’ di provocazioni.

Forse a qualcuno che non ci ha mai riflettuto prima potrebbero fornire qualche spunto, per carità… ma consiglierei di partire piuttosto da qualche studio della NASA.

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Citare quel video è un po’ come citare un’utente qualsiasi di un forum.
Un appassionato di queste tematiche che dice la sua al riguardo, non ho mica detto che sia una fonte autorevole, tutt’altro, infatti ad un certo punto ho scritto:

“queste domande se le saranno già poste numerosi scienziati ed ingegneri che stanno lavorando in questa direzione.”

Proprio a rimarcare che un conto è se un’utente fa speculazioni sulla base del nulla, un altro conto è se Elon Musk, la NASA, scienziati ed ingegneri lavorano tutti in quella direzione perché hanno trovato risposte incoraggianti ai dubbi sollevati da quel video.

Riguardo il dibattito, la NASA come pensa di risolvere il problema della psiche umana in un contesto come quello di una colonia umana?
E riguardo i supporti vitali?
Ci sono articoli sul sito astronautinews che riportano studi della NASA su questi due argomenti?
O mi dite dove reperire facilmente tali studi alla fonte?
O anche topic in questo forum dove si discute in merito a tali problemi ?
Grazie.

Forse ha piu’ senso partire da un video come questo, e le altre piu’ estese presentazioni che si trovano sul tubo, fatte dallo stesso autore.

Tutto dipende dalla scala.
Se parliamo di colonie a livello di città/villaggio o più grandi, quello che succederebbe su Marte non sarebbe molto diverso da quello che succede sulla Terra e quindi si potrebbero risolvere i problemi analogamente a come si fa qui.
Se parliamo di comunità molto ristrette, il problema si può evitare a monte selezionando partecipanti idonei. Che poi è quello che si fa già per gli astronauti sulla ISS.
NASA e altri centri di ricerca hanno fatto e stanno facendo delle missioni simulate anche di lunga durata per studiare questi aspetti.

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Hai fatto bene Norton a farci vedere il video e a esporre le tue idee e i tuoi dubbi! Mi scuso se sono sembrato sbrigativo/negativo nella mia risposta.

Le risposte che possiamo trovare dipendano tanto dalle domande che ci facciamo. Personalmente ritengo che le domande “è utile?”, “è possibile?” proposte dal video siano dispersive. Semplicemente perché ognuno ha un’idea diversa di utilità, e il fatto che sia possibile dipende molto da quanti soldi si possono spendere e dalla volontà politica, e il discorso si perde presto.

Purtoppo video divulgativi non ne ho da proporti, perché quella fase dell’apprendiento (su questo argomento almeno) sento di averla gia passata tempo fa (e ho fatto poco uso di video devo dire).
Ora mi leggo solo “roba tecnica”, uso molto Wikipedia (ogni tanto ci scrivo anche).

Le domande che hai posto ora sono già più interessanti, provo a risponderti (anche se non lo chiamerei “dibattito”, solo “argomento”, hehe):

Qui c’è molto da dire. Vengono fatte simulazioni in cui viene ricreato un habitat con tanto di moduli in mezzo al deserto e dei volontari ci rimangono per mesi (vedi qui: https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Mars_analogs). In passato hanno fatto esperimenti del genere tenendo persone sotto terra per mesi in modo che non avessero nessun legame con il ciclo notte-giorno e alla fine se la sono cavata benone, regolandosi su un proprio ciclo di sonno-veglia di cira 30 ore mi sembra.

Altre cose in ordine sparso: si è visto che coltivare piante per potersele mangiare sulla ISS migliora l’umore, come fare attività fisica, avere un giorno libero e/o avere delle pause ricreative, potersi portare del cibo gustoso, strumenti musicali, avere una finestra (o una cupola) per guardare spesso fuori…

In generale non mi sembra che l’adattamento psicologico sia una cosa troppo difficile per delle persone selezionate e addestrate.

Fu fatto un esperimento di recente (al momento non mi ricordo come si chiamava la missione, aiutatemi!) in cui è stato estratto ossigeno dall’atmosfera su Marte, e il suo rendimento è stato molto soddisfacente. La stessa ISS è un grandissimo esperimento di supporto vitale molto riuscito. Altra cosa sono le radiazioni a cui gli astronauti sarebbero esposti fuori dalla protezione del campo magnetico terrestre.

Sì, prova a cercare col motore di ricerca. Io non sono un asso a cercare cose, ma qualcun altro sul forum sì!

Ti direi Wikipedia, lì puoi sempre risalire alle fonti!

Tra le tante domande legittime che poni, mi allaccio a questa

per dire che secondo me il problema numero 1 rimane arrivarci sani e salvi su Marte.

Beh, una semplice ricerca come questa secondo me da gia’ parecchi spunti.
L’elenco dei risultati va un po’ sgrezzato, ma scrollando si trovano parecchie vecchie discussioni interessanti, secondo me.

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MOXIE di Perseverance

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Supporto vitale va contestualizzato. In una base dove la gente deve rimanere per 2/4 anni almeno si deve per forza raggiungere una quasi autosufficienza perché portare tutto da terra non è sostenibile.
Come dicono anche gli altri, ci sono esperimenti in corso da anni per trovare il modo di ottenere acqua, ossigeno, cibo direttamente in loco. Servirà sicuramente una parte minima per la sopravvivenza a prescindere dai rifornimenti. Soprattutto acqua: i nutrienti essenziali in forma liofilizzata o disidratata possono anche essere portati in quantità notevole da terra. Un sistema di riciclo quasi totale dell’acqua sarà necessario, ma in parte esiste già sulla ISS. Non sono cose che verranno domani, ma da quel che leggo non serve fare uno step immenso, buona parte della tecnologia esiste. Quella più indietro è proprio l’estrazione di ossigeno e idrogeno in loco.

E in merito c’è stato il mio primo articolo su AN. Non mi piace autocitarmi ma magari può dare informazioni di contesto sulla produzione di ossigeno su Marte (anche se come diceva Marco, ci sono parecchi thread qui su FA).

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Grazie @poweruser e @mattodeg. Esatto MOXIE. Con l’ammontare di ossigeno che questo dimostratore è in grado di produrre e, visto le sue dimensioni ridotte, mi sbilancio a dire che è una tecnologia già facilmente (ok, diciamo non troppo difficilmente) scalabile per essere utilizzabile.