Una ISS che invecchia...

Leggevo in precedenti post che l’ avventura della stazione spaziale dovrebbe concludersi nel 2015-2016, forse potrà essere prolungata fino al 2020 sempre se i primi moduli russi, che sono li ad orbitare sopra di noi dal lontano 1998, restino ancora in ottime condizioni. è prprio su questo che mi chiedo: cavolo abbiamo appena finito di costruirla e gia si avvicina alla sua fine? sarebbe un peccato, e se anche questi moduli russi( zarya e zvedza) andranno incontro a problemi, la parte americana potrebbe continuare la sua vita operativa o sarebbe condannata acnhe lei?
E poi come pensano di distruggerla? Gia con la Mir avevo sentito che dei pezzi durante il rientro atmosferico erano arrivati fino al suolo cadendo in australia…Non scordiamoci che la ISS è davvero grande!!!
Spero soltanto che decidando di prolungarle ancora la vita operativa, o magari lasciandola disponibile( o perchè no vendendola) a privati, che ultimamente cominciano ad affacciarsi nel panorama spaziale.
io tifo anche per loro :smiley:/

Per la possibilità che la sezione americana possa sopravvivere senza la sezione Russa, no non è possibile, potrebbe teoricamente essere fattibile il contrario.
Per la distruzione l’unica possibilità credo sia il deorbiting, come al solito sul Pacifico nel “cimitero delle astronavi”.
I moduli russi sono per ora in ottimo stato per cui il problema non dovrebbe sorgere sul breve periodo. Credo che fino al 2020 non ci dovrebbero essere gravi complicazioni, a meno di imprevisti, portati da questo.

Anni addietro, navigando in rete, avevo trovato un documento che spiegava bene le ipotesi studiate per un rientro distruttivo della ISS però, essendo ancora all’inizio e sperando in una lunga vita, avevo sorvolato su tale documento.
Purtroppo i vari eventi che hanno succeduto sia la vita dello Shuttle, sia la ISS stessa, hanno portato ad un taglio dei costi e un prolungamento del suo montaggio oltre ogni aspettativa.
Ci troviamo così, dopo ben 10 anni, ad avere la stazione ancora in fase di montaggio e con qualche dubbio su una sua piena utilizzazione. La sua vita stimata all’inizio fino al 2020-2025 è ora stata ridotta al 2015-2016, nelle migliori delle ipotesi, ci troveremo così a vederla completata e poco dopo distrutta, buttando così investimenti utilizzati non appieno.
Per come la vedo io, trovo assurdo portare in orbita altri moduli e lasciarli in funzione per solo qualche anno; sarebbe stato meglio, vederli in orbita e funzionanti per minimo 15 anni. Avrebbero dovuto “calcolare” la sua vita operativa , iniziando a contare dal suo completamento in poi; questo avrebbe portato ad averla montata entro il 2010 e operativa fino al 2025.
Bisogno ora solo sperare che si cambi idea e che si prolunghi la sua vita operativa, tenendo come esempio la MIR, oltre la data prevista (veicoli di rifornimento permettendo).

Riguardo al rientro della ISS nel’atmosfera (il più tardi possibile si intende!) non dovrebbero esserci problemi particolari, perchè è vero che molto più grande di qualsiasi altro oggetto mai assemblato dall’uomo nello spazio, ma non è più “massiccia”, solo composta da più elementi che una volta esposti all’urto enll’atmosfera dovrebbero separarsi e bruciare singolarmente, con una dinamica molto simile a quella della Mir.
A proposito di quest’ultima, non mi sembra che ci siano stati problemi con il suo rientro, i pezzi non ancora completamente bruciati precipitarono in quell’area definita il “cimitero dei satelliti” situata al largo della Nuova Zelanda, dove non ci sono isole particolarmente abitate e nemmeno rotte commerciali battute dalle navi.
Forse ti confondi con lo Skilab, che effettivamente cadde in parte nella parte orientale dell’Australia, ma solo perchè all’epoca il rientro avvenne in anticipo sui tempi (1979) a causa di un’aumento non previsto del volume dell’atmosfera a causa di una massiccia attività solare. Inoltre la stazione era senza controllo, a causa di un’assenza di interventi correttivi da parte umana, perchè lo Shuttle che avrebbe dovuto occuparsi della situazione non era ancora pronto al volo (lo sarebbe stato solo due anni più terdi con Sts-1).

Il calcolo della vita operativa è facile per un mezzo unico, ma molto più difficile per un programma spaziale, subordinato a diversi lanci, diversi lanciatori, diversi partner industriali e potenziali ritardi. La vita operativa della ISS non può essere calcolata dopo il suo completamento perchè a quella data alcuni moduli avranno pochi anni, mentre buona parte del segmento russo parecchi in più. Non è stato un errore di pianificazione ma un errore di contingenza legato ai fatti che conosciamo benissimo, oltre alla scelta americana di puntare alla Luna e a ritirarsi dalla ISS nel biennio 2015-2016.

Giusto quello che dici, non intendevo certo dire che è stato un errore di calcolo. E’ comunque certo che, se non ci fossero stati tutti quei rinvii a causa dell’incidente del Columbia, i moduli sarebbero stati portati in orbita in breve tempo e quindi , la loro vita operativa, sarebbe stata quasi la medesima.

Pardon #-o era lo skylab, si confermo
Proprio quest’ultimo però ci insegna che è un notevole rischio, finchè è tutto sotto controllo ok ma non si sa mai, le incognite sono tante.
Possibile che non abbiamo pensato a un piano per un rientro controllato in caso di emergenza? gli astronauti dovrebbepo mettersi in salvo con una navetta sojuz, ma la stazione che fine fa?

Se ci fosse la necessità di deorbitarla perchè irrimediabilmente persa verrebbe fatta rientrare in maniera controllata utilizzando i propulsori sui moduli russi o se fosse disponibile un Progress o un ATV.

Un problema del rientro dello Skylab, fu che i codici di calcolo (e gli stessi calcolatori) che si utilizzavano all’epoca per stabilire il comportamento di un corpo che si muove nello spazio, in presenza di perturbazioni dovute all’attrito atmosferico e alla pressione di radiazione solare, erano meno evoluti di quelli di oggi. Le previsioni di rientro si rivelarono fortemente inesatte (quasi 30 giorni di differenza tra le simuazioni e la realtà), e da ciò la NASA si mise a studiare più approfonditamente il problema, cioè lo studio dell’alta atmosfera e di come un corpo si muove in essa. E’ un settore in verità che è ancora molto difficile da studiare anche per i limiti di calcolo degli attuali computer. Per esempio l’USV italiano serve anche per studiare meglio le dinamiche di rientro in atmosfera di un mezzo spaziale.