Venus Express scopre attività vulcanica recente su Venere

La lava scorre su Venere. E’ quanto rilevato dallo spettrometro italiano VIRTIS che si trova a bordo della sonda Venus Express dell’Agenzia Spaziale Europea. Grazie allo strumento realizzato dagli scienziati dell’INAF e, industrialmente, dalla Selex Galileo, sono stati rilevati per la prima volta evidenti segni di colate laviche “recenti” - avvenute cioè non più di due milioni e mezzo di anni fa ma verosimilmente molto più recenti, forse di vulcani ancora oggi attivi - sulla superficie di Venere, che ora può essere annoverato con certezza come uno dei pochissimi mondi del nostro Sistema solare geologicamente attivo. Questa fondamentale scoperta apre nuove strade nella comprensione dell’evoluzione del clima e della struttura interna del pianeta considerato il “gemello bollente” della Terra.

“La storia geologica di Venere è stata a lungo un enigma” commenta Sue Smrekar, del NASA-JPL di Pasadena, California, primo autore dell’articolo pubblicato sul sito Web Science Express in cui viene presentata la scoperta. “Le precedenti sonde automatiche avevano solo fornito indizi sull’attività vulcanica venusiana, ma non avevano indicato con precisione un’epoca in cui queste erano avvenute. Ora abbiamo prove concrete che in tempi recenti si sono susseguite eruzioni sulla superficie del pianeta”.

Il team di scienziati è giunto a queste conclusioni studiando con lo spettrometro VIRTIS (Visible and InfraRed Thermal Imaging Spectrometer) tre delle nove “zone calde” individuate sulla superficie di Venere dalla precedente missione Magellan della NASA. Queste zone mostrano pennacchi di materiale proveniente da grandi profondità sotto la superficie. Secondo gli scienziati questo magma sarebbe il prodotto di imponenti eruzioni vulcaniche. Nonostante queste importanti informazioni, c’era finora grande incertezza sulla datazione di quando quest’attività fosse avvenuta. Ma ora VIRTIS ha spazzato via ogni dubbio: è riuscito infatti ad identificare le tracce di rocce “giovani” in alcune colate laviche superficiali. Queste rocce, essendo più scure, emettono una luce infrarossa notevolmente maggiore di quelle formatesi in ere precedenti e perciò schiarite a causa dell’azione del tempo. Dai dati raccolti è stato valutato che queste colate devono essersi prodotte solo qualche centinaio di migliaia di anni fa: questa conclusione fa ritenere che il pianeta possa essere ancora oggi geologicamente attivo in maniera del tutto simile alla Terra.

“VIRTIS continua a fornirci nuove, fondamentali scoperte su Venere” dice Giuseppe Piccioni, Principal Investigator di VIRTIS. "Grazie ad esso siamo stati in grado di studiare con grande accuratezza la superficie del pianeta e la sua atmosfera, potendone determinare la composizione chimica e la dinamica delle sue correnti”. “Pensare ora a Venere come a un pianeta geologicamente attivo, ci permette anche di comprendere molte anomalie presenti nella sua atmosfera”. Se oggi conosciamo meglio l’ambiente del “gemello bollente” della Terra, è anche merito di questo strumento quasi tutto italiano. VIRTIS è stato infatti in gran parte ideato, progettato e realizzato in Italia da ricercatori dell’INAF e dalla Società Selex Galileo del Gruppo Finmeccanica per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Fonte: INAF

Alcune immagini (fonte: ESA):

  • Venus Express
  • VIRTIS
  • Il vulcano Idunn, una delle “zone calde” esaminate da Venus Express. La topografia deriva dai dati ottenuti mediante la sonda NASA Magellano. Le dimensioni verticali sono amplificate di 30 volte. I colori sovrapposti mostrano l’emissività ricavata dai dati di VIRTIS. L’area ad alta emissività (in rosso e giallo) è situata sulla sommità, che sorge a circa 2.5 km sopra le pianure, e sui flussi lavici che da qui hanno origine.Questo indicherebbe una minore età dei basalti che, reagendo con l’atmosfera venusiana, diminuiscono la loro emissività. Il monte Idunn ha un diametro di circa 200 km.

Ma scorre o scorreva?

…darei non so cosa per conoscere la composizione di quelle lave… :ok_hand:

A causa delle incertezze sulla chimica in azione su Venere le incertezze sono troppo alte per fornire, con i soli dati di emissività, una chiara indicazione temporale. La stima è che i flussi risalgano a meno di 250 mila anni, ma si pensa anche molto meno. Quindi alcune regioni potrebbero essere ancora geologicamente attive.
Quindi “scorreva non troppo tempo fa” sicuramente, con un po’ di fortuna “scorre” ancora oggi, da qualche parte sul pianeta.

ma già la recente scoperta di zolfo nell’atmosfera faceva pensare l’esistenza di fenomeni vulcanici attuali.
finora gran parte delle formazioni rocciose individuate erano formate da basalto e granito ma con l’ assenza di carbonio dato che Venere non ha un ciclo di questo elemento per incorporarlo nelle rocce e nelle strutture di superficie e per tale motivo si ha una enorme percentuale di biossido di carbonio nella sua atmosfera pari a 93 volte in più di quella della Terra.

Anche se so che è quasi impossibile,darei non so cosa per vedere delle foto della superficie di Venere con la qualità di quelle di Spirit e Opportunity

la Nasa preparò delle ipotesi di progetto per dei rover su Venere

lo so,ma credi che verrano mai realizzati?

per il momento penso di no, se ne scrisse qui già qualche tempo fa ma non riesco a trovare il link.

http://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/20090001338_2008047211.pdf

trovata la discussione dove se ne parlava

http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=11601.0

Grazie per il link, l’avevo già letto, ma penso che i rovers venusiani rimarano un progetto solo su carta ,a meno che non si faccia qualche scoperta sensazionale da giustificare la costruzione di macchine cosi costose e complesse

Venere è sicuramente un pianeta interessante sotto vari aspetti, ad esempio si pensa che la sua immensa coltre di nubi altro non è che oceani evaporati miliardi di anni fa, ma l’ uomo non potrà mai mettervi piede considerate le sue condizioni ambientali che creano notevoli difficoltà anche alle sonde automatiche a differenza di Marte che al confronto è un ambiente molto più “umano”.

anche ammesso che in futuro la tecnologia lo consenta(lo sbarco umano) non ne vedo l’utilità…