Vincitori CCiCap: Sierra Nevada e il Dream Chaser

Purtroppo per questo programma, sono stati finanziati meno fondi rispetto agli altri due. Un vero peccato poichè risulta un soggetto davvero interessante con grandi potenzialità. Speriamo davvero che riescano ad arrivare al primo volo anche se… la vedo dura.

Non ho notato differenze nelle operazioni…mi sembra sempre un bel video pubblicitario ma nulla di più…sempre godibile però :ok_hand:

La parte che mi rende più scettico resta sempre quella di metterlo in punta ad un vettore… :thinking:

Sicuramente non sarà semplice, ma in fondo l’orbiter era bello grosso e montato di lato: quando osservai per la prima volta il video di un lancio mi chiesi come diavolo facesse a salire dritto.
Posizionare Dream Chaser in cima risolve qualche problema e ne crea di altri…vedremo!

Io invece mi chiedevo come mai non siano previsti pannelli solari…non è limitante per le operazioni in LEO?

Perchè ? :wink:

Da parte mia penso che sia la miglior soluzione onde evitare spiacevoli imprevisti. Certo, non è escluso che possano esserci altri problemi però…forse meno gravi di quelli che si potevano avere con gli Shuttle NASA.

Adottando questo sistema spero vivamente che, diversamente da quello che faceva la NASA, adottino un altro approcio alle operazione al PAD; ovverosia non mandare il vettore e il suo carico settimane prima del lancio sul PAD lasciandolo esposto alle varie intemperie. Per scongiurare fattori “rischiosii”, come potrebbe essere pioggia, freddo, ghiaccio ecc, spero che espongano all’ambiente esterno vettore e shuttle solo poche ore prima del lancio e sempre in condizioni atmosferiche ragionevoli.

Riguardo al Dream Chaser che tipo di rivestimento si adotterà? Tipo Shuttle NASA o qualcosa di migliorato che resista meglio ad eventuali impatti non previsti?

Oh, è solo una mia paura per così dire… aerodinamica, ma senza alcun fondamento scientifico, perchè non sono un esperto nel campo. Mi piacerebbe conoscere le differenze che intercorrono tra un side-mount e questa soluzione adottata da Sierra Nevada. :flushed:
Sicuramente mettere uno shuttle “a cavallo” di un serbatoio e due SRB funzionava (quasi) sempre, questo solo sulla carta e nelle simulazioni al computer. Sono molto curioso di vederlo all’opera! :slight_smile:

Diciamo che, a occhio, al momento del lancio il Dream Chaser è l’elemento aerodinamicamente più complesso dell’intero veicolo, ed il fatto di averlo top-mounted significa che tutte le turbolenze generate dal Dream Chaser investono successivamente il razzo.

Però, ripeto, con STS avevamo un veicolo mostruosamente asimmetrico, con una aerodinamica complicatissima e una distribuzione abbastanza articolata delle masse…eppure questo non è mai stato un problema :wink:

Se posso dire la mia modesta opinione, il Dream Chaser è talmente piccolo rispetto allo Shuttle che anche se montato in cime al suo vettore non riuscirà a generare una turbolenza significativa. Ne avevamo già parlato a suo tempo con Archipeppe proprio riguardo al progetto che avevamo fatto per il simulatore Orbiter di uno spazioplano. Se ritrovo la discussione metto il link.

Se il Dream Chaser dovesse utilizzare un rivestimento simile a quello utilizzato sugli Shuttle NASA, pur se posto sull’ogiva del vettore, potrebbe incontrare ancora problemi con possibili proiettili di ghiaccio che andrebbero ad impattare contro il rivestimento. Non c’è più la schiuma che rivestiva l’ET però, a causa delle condense causate dai vari stati dell’atmosfera e le possibili formazione di ghiaaccio, a causa degli sbalzi termici improvvisi, si potrebbe avere una situazione similare. Sarebbe forse opportuno incapsularlo all’interno di una ogiva?

E da dove arriverebbe il ghiaccio se sopra non c’è… nulla??

Questo non è fisicamente possibile… non ci sono proiettili di ghiaccio che vagano nella stratosfera e l’umidità è concentrata negli strati più vicini al suolo, mentre le temperature più basse si trovano più in alto quando l’aria è secca…

OT qualcuno sa dove “reperire” archipeppe?

Le diverse temperature che si avranno tra le parti esterne del DRC e l’aria esterna creeranno condense che formeranno goccioline di acqua; queste ultime, a contatto con l’aria fredda, si congeleranno formando dei potenziali proiettili di ghiaccio che potrebbero andare a colpire lo scudo termico del DRC.
Un esempio tipico lo si può vedere visionando i filmati fatti dalle telecamere che solitamennte riprendono le fasi di volo e il distacco di vari componenti che formano un vettore. In codesti filmati si vedono sempre gocce di condensa lungo il corpo del vettore.

Quali differenze di temperatura? Provocate da cosa? Il Dream Chaser non ha propellenti criogenici…

Ma se il vettore sta SOPRA queste ipotetiche (molto ipotetiche, come ha fatto notare Albyz) goccioline… Come dovrebbero colpire l’orbiter?

Ha me sembra accertato, al di là di ogni dubbio, che il secondo tragico incidente dello Shuttle non sarebbe mai avvenuto, se l’orbiter non fosse stato posizionato di fianco al serbatoio e quindi questo é, sicuramente, un dato di fatto in favore a un altro posizionamento di un orbiter.

Posizionamento, quindi, non più di lato ma di punta!

Guardando un qualsiasi filmato di un qualunque vettore, ripreso dalle telecamere poste al suo interno e che vengono utilizzate per il monitoraggio delle varie fasi del lancio (quali potrebbero essere le fasi di lancio riprese dal vettore, o il distaccamento di eventuali booster del vettore) mostrano sempre la presenza di goccioline di acqua lungo tutto il corpo del vettore; queste ultime, a contatto dell’aria esterna, potrebbero ghiacciare e formare potenziali proiettili di ghiaccio.

Una situazione “simile” si ha anche con gli aerei che volano ad alta quota. Questi ultimi hanno, infatti, sistemi per evitare che sulle parti esterne dell’aereo, e in particolare sulle ali, si formi del ghiaccio che potrebbe causare problemi all’aereo.

Tornando al DRC, il problema non si verificherebbe per quello che ha lo Shuttle al suo interno, ma dalla differente temperatura che si avrebbe tra l’aria esterna e la superficie della navetta che, a contatto con l’atmosfera, avrebbe sempre una temperatura differente.
Una situazione simile si ha d’estate quando si va in macchina e si utilizza l’aria condizionata a “manetta”; esternamente fa caldo mentre, all’interno dell’abitacolo si ha una temperatura più bassa; sui vetri interni si forma una condensa formata da goccioline di acqua.

Lo shuttle non ha mai avuto problemi di icing e ha attraversato 135 volte l’atmosfera nelle stesse condizioni che toccheranno al Dream Chaser.
E comunque non capisco cosa dovrebbe “impattare”, staccandosi da dove. Se non lanciano sotto una grandinata…