Sono molto contento che questo nuovo telescopio prenda il nome della “mamma di Hubble”, si addice alla missione perfettamente secondo me e sono convinto che la missione la onorerà egregiamente.
Inoltre, ora sarà senz’altro più difficile per l’amministrazione amaricana cancellare la missione, che non può essere altro che un punto positivo.
No, è che cancellare questa missione non significherebbe più soltanto cancellare il telescopio per indagini ad infrarossi ad ampio campo, sintetizzabile in una sigla (WFIRST), ma vorrebbe anche dire cancellare la missione dedicata a Nancy Grace Roman.
Da un punto di vista mediatico e di opinione pubblica l’impatto sarebbe ben diverso.
Mi pare che spieghi in modo semplice in cosa questo strumento sara’ rivoluzionario, e devo dire che da non esperto sono rimasto colpito.
Stessa risoluzione di HST ma con un campo visivo 100 volte maggiore. Stando all’articolo un survey che HST ha fatto in 21 giorni potra’ essere portato a termine in mezz’ora. Per la pesca a strascico dicono che e’ 1000 volte piu’ veloce di Hubble. 20 petabytes di raccolta nel corso della missione primaria quinquennale.
E, cosa molto promettente, tutta questa massa immensa di dati verra’ messa in rete a disposizione di chiunque voglia farci ricerche, analisi, ealborazioni o andare a spigolare con la sua intelligenza naturale, in modi nuovi e non previsti. Non e’ solo una questione di risoluzione assoluta, il cosmo e’ enorme, e’ anche questione di quantita’. Puoi avere tutta la risoluzione che vuoi ma se ti perdi un fenomeno perche’ non stavi guardando in quella direzione in quel momento e’ come non averla. Un telescopio potentissimo puo’ essere come guardare l’oceano con un microscopio. Potresti non vedere mai una balena. Ci vuole visione di insieme, statistica, tante tante immagini. Magari molti fenomeni non verranno identificati subito ma se sono accessibili in rete sara’ sempre possibile per chiunque andare a cercare conferme e maggiori informazioni sulle nuove scoperte nei dati raccolti precedentemente.
Da profano mi aspetto tante scoperte e tanta conoscenza. Correggetemi se sono aspettative mal riposte.
Descrivono una tecnica che non avevo mai sentito prima per cercare in modo massivo pianeti interstellari di dimensioni da quelle di Marte in su, grazie alle caratteristiche e all’orbita del futuro RST (Roman Space Telescope… la sigla viene in aiuto per avere un nome piu’ breve) .
Io ho capito come segue (se ho capito male correggetemi):
Il pianeta altrimenti invisibile esercita una attrazione gravitazionale sulla luce proveniente dalle stelle presenti sullo sfondo, deviandola (microlensing gravitazionale).
Questo permette di rilevare la presenza di tali masse e di calcolarne parecchi parametri
Non l’avevo mai sentito: quindi se ho capito bene il microlensing viene utilizzato per vedere la lente, piu’ che per vedere il soggetto. Corretto?
Esatto. Cercano di osservare fenomeni come quello del video presente nel link indicato da te (una stella che si “sdoppia” in una fievole che diviene man mano sempre più intensa) per individuare pianeti che non orbitano attorno a una stella e che al momento non esistono (quasi) altri modi per individuarli.
Se hanno una massa grande, superiore a Giove per intenderci, emettono radiazione infrarossa grazie al calore interno che conservano per via della loro massa elevata. Alcuni di essi molto vicini a noi sono stati individuati da WISE e Spitzer tempo fa, e fino al 2003 erano classificati come subnane brune; l’IAU ha tentato di declassare queste protostelle a pianeti quando ha declassato Plutone a pianeta nano, fissando il limite di 13 masse giovane (questa definizione è ancora una “working definition” non è ufficiale): http://w.astro.berkeley.edu/~basri/defineplanet/IAU-WGExSP.htm
Con RST si individuerebbero pianeti interstellari ben più piccoli, ma credo che oltre la massa non si possa stimare molto altro.
completato lo specchio primario del Nancy Grace Roman Space Telescope, stesso diametro ma con una massa di un quarto rispetto allo specchio primario di Hubble
WFIRST potrà produrre, nelle ore di osservazioni dedicate a progetti richiesti dalla comunità astronomica, un ultra deep field cento volte più grande di quello di Hubble. Per farlo, osserverà una porzine di cielo continuativamente per ore, per poter raccogliere quanta più luce possibile (e quindi anche le galassie più lontane e deboli).
Nell’immagine sotto si può vedere in blu il contorno dell’Hubble Deep Field, a cui si sono aggiunte altri riquadri nel corso degli anni. Queste immagini di Hubble sono sovrapposte su una vista ancora più ampia utilizzando i dati a terra del Digitized Sky Survey. In arancione invece è mostrato il campo visivo del Nancy Grace Roman, che, attraverso i suoi 18 detector, permetterà di vedere una porzione di cielo almeno cento volte più ampia dell’HFD, ma con la stessa precisione.
Campo visivo di Nancy Grace Roman a confronto con quello di Hubble Space Telescope.
: NASA, ESA, and A. Koekemoer (STScI); Acknowledgement: Digitized Sky Survey