XMM-Newton scopre il più grande cluster di galassie mai individuato

Il telescopio europeo in banda X, XMM-Newton, lanciato nel 1999 da Kourou con un Ariane 5 su un orbita terrestre altamente ellittica, ha recentemente scoperto l’esistenza del più grande cluster di galassie nell’universo conosciuto. L’ammasso di galassie individuato, di cui è noto per ora solo in numero di catalogo 2XMM J083026+524133, si stima contenga più di un migliaio di grandi galassie. La maggior parte delle quali sono caratterizzate da gas caldo 100 milioni di gradi. Un ulteriore oggetto di dimensioni enormi è stato catalogato e successive osservazioni sono previste nel breve termine.

La scoperta è stata effettuata durante il consueto screening di porzioni dell’universo già catalogate, ma per cui servono immagini X ad alta risoluzione per completare la mappatura con un incremento della risoluzione spaziale e spettrale. L’attuale catalogo contiene più di 190000 sorgenti X immagazzinate. L’osservazione è stata portata a termine dalla camera a fotoni EPIC, che ha un campo di vista di circa 1% dell’intera sfera celeste.

L’individuazione è stata possibile anche grazie alla collaborazione del Large Binocular Telescope dell’Arizona, che ha permesso il calcolo della distanza del cluster, approssimativamente di 7.7 miliardi di anni luce. La massa dell’insieme di galassie è stata ipotizzata come circa 1000 volte quella della Via Lattea.

La presenza di un cluster di queste dimensioni ha già avuto l’onore di essere utilizzata come prova per l’esistenza dell’energia oscura, come ipotizzato nelle teorie della fisica contemporanea. L’energia oscura è oggetto di indagine astrofisica, ma la sua esistenza è stata solo ipotizzata e non ancora comprovata. Essa permetterebbe di spiegare l’accelerazione nell’espansione dell’universo, aggiornando la legge di Hubble. Senza l’ipotesi di esistenza della dark energy, i cluster di galassie non potrebbero esistere secondo la fisica attuale. Ecco perchè l’individuazione di un così enorme ammasso di galassie permette di ipotizzarne ancor di più l’esistenza.

XMM-Newton continua a funzionare ed a produrre analisi spettroscopiche interessanti anche dopo la fine teorica della sua vita, ipotizzata di soli 2 anni. Il suo periodo orbitale, inizialmente di 48 ore per sfruttare la ripetibilità della sua traccia a terra ed il download dei dati scientifici, e i suoi parametri orbitali non sono controllati da sistemi di Station Keeping. Ciò non ha impedito di preservare un’orbita, altamente ellittica, che permette un ambiente pulito di osservazione al di fuori delle fasce di Van Allen, nella zona dell’apogeo orbitale, che si estendono sino a 6-7 raggi terrestri.

Una nota interessante: le ottiche ad alta precisione del telescopio XMM sono state costruite in Italia, dalla Media Lario.

Come buona parte del Large Binocular Telescope. Peccato che questi formidabili strumenti siano più famosi all’estero che in Italia…

Condivido il pensiero! :cry:

Due dipendenti di quella società e di altre che stanno lavorando all’LBT sono soci del Gruppo Astrofili DEEP SPACE di Lecco, di cui ho l’onore di essere consigliere.
Se ci verrete a trovare al Planetario, organizzeremo una conferenzina… :slight_smile:

3, non due :wink:

Volentieri :wink:

a proposito della Media Lario (che fra le altre cose e` dietro casa mia): sono stati acquisiti da un paio di anni da un gruppo americano e da qualche tempo a questa parte sono in periodo assunzioni di giovini ingegneri aerospaziali. Chi ha orecchie per intendere … :wink: