Z-1 Spacesuit Prototype

…e vogliamo parlare delle arti marziali che non prevedono l’uso di armi facendo diventare il corpo stesso un’arma?
Il karate è nato ad Okinawa proprio dopo un editto che proibiva la detenzione di armi. “Mani e piedi come spade”!

tornando IT, a parte la risposta spiritosa e carinissima di Blitzed, quali sono i motivi della scelta dei colori per le tute?
la orange suit risponde a requisiti di visibilità giusto? ma le tute per le EVA?

Fra i requisiti per i colori ci sono quelli termici.

Requisiti di visibilità? Davvero?
Si in mare salvagenti cerate etc sono gialle o arancioni per il discorso “uomo a mare”, ma nello spazio la visibilità con gps transponder addosso ha davvero un senso? Io pensavo anche a una differenziazione dei colori delle strisciette delle tute a seconda della tipologia di utilizzo, o per distinguere un’astronauta dall’altro in caso di EVA di gruppo.

Beh per le ACES l’arancione serve in caso di recupero ovviamente per facilitare l’individuazione da parte dei soccorsi, essendo la tuta usata per lancio e rientro.
Per le EMU le bande rosse o blu servono, come dici, per identificare visivamente gli astronauti… In ogni caso nelle tute non sono presenti ne GPS ne transponder… il “volo a vista” va più che bene :smiley:

Ma “lo zaino” dove va?

Uhmm… non ho capito la domanda… in quanto zaino, sulla schiena… :smiley: :smiley:

ma perchè le Sokol (quelle usate per i lanci della Soyuz) sono bianche? in caso di emergenza non possono uscire dalla capsula e devono aspettare per farsi aprire l hatch dal team di recupero? (ma mi sembra che anche nell’ addestramento russo sono presenti dei corsi di sopravvivenza)

Si,ma se sulla schiena c’è il portello d’accesso,come fanno a mettere il PLSS? http://en.wikipedia.org/wiki/Primary_Life_Support_System
La EMU ce lo aveva integrato,ma una soluzione del genere in questa tuta mi sembra difficile,propio per la presenza del portello.
Avrà un PLSS rimuovibile,come quello della tuta Apollo?
Ma in questo caso per interfacciarsi allo scafandro,non dovrebbe esserci dei connettori ( che non vedo) sul davanti del torso,come nelle A7L e A7LB?

Uhm… no usa un banale sistema di apertura laterale simile a quello utilizzato sulle Orlan, in cui tutto il sistema posteriore ruota per far entrare l’astronauta. Lo stesso sistema permette l’accesso diretto alla tuta da un ambiente pressurizzato con la tuta posta all’esterno come si è più volte visto nelle immagini del prototipo del MMSEV :wink:

http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=4606.0

I kit di sopravvivenza a bordo delle Soyuz hanno tutto il necessario: razzi segnalatori, tute per il freddo, tute e canotti arancioni per gli ammaraggi ecc.
Ricordati che se qualcosa va male, come dici tu, l’equipaggio preferibilmente dovrebbe rimanere dentro alla capsula fino al recupero. Se deve uscire, ha comunque tutto il necessario.

Per lo Shuttle invece c’era l’opzione di potersi buttare fuori col paracadute usando la pertica, e in quel caso l’astronauta non é che potesse portarsi dietro chissa quale kit di sopravvivenza. Quindi l’opzione della ACES color zucca era la piú sensata per massimizzare la visibilitá.

Cioè il portello si apre all’interno del PLSS?
Considerando che “il dietro” di questa tuta mi sembra molto meno voluminoso di quello di una Orlan,tutto il Life support system deve essere costruito in modo piuttosto innovativo e meno ingombrante.
Questo costituisce senza dubbio una grossa innovazione.
Ma questa tuta è alternativa o complementare alla IEVA della Oceaneering,la CSSS commissionata per il progetto Constellation?

Da una brochure NASA salta fuori che:
Il PLSS è uno zaino integrato nell’apertura posteriore che svolge tutte le funzioni di supporto vitale per l’astronauta. Le principali funzioni comprendono:

  • la fornitura di ossigeno
  • la rimozione dell’anidride carbonica e di aventuali altre tracce di contaminazione
  • sistema di ventilazione e raffreddamento
  • avionica di bordo

Il responsabile di progetto Carly Watts, dichiara inoltre che il team tecnico sta sviluppando una nuova tecnologia che mira a rendere il PLSS compatto e più robusto, meno sensibile alle contaminazioni e in cui si usa meno materiale di consumo, e che fornisce maggiori capacità rispetto all’attuale sistema in uso sulle EMU che usa una tecnologia vecchia di quasi 40 anni.

QUI c’é una un’infografica su come si accede, prima si apre il portello interno del LER e poi il portello-PLSS della tuta per entrarci (non ho ancora capito però se il portello del LER si richiude da solo o deve restare a bordo qualcuno per assicurare la chiusura)

No, funziona esattamente come le Orlan, il portello E’ il “PLSS”

Considerando che "il dietro" di questa tuta mi sembra molto meno voluminoso di quello di una Orlan,tutto il Life support system deve essere costruito in modo piuttosto innovativo e meno ingombrante. Questo costituisce senza dubbio una grossa innovazione.

Beh… relativamente… il PLSS della EMU è già molto molto piccolo…

Ma questa tuta è alternativa o complementare alla IEVA della Oceaneering,la CSSS commissionata per il progetto Constellation?

Questa E’ la CSSS :wink:

Lo chiude l’astronauta autonomamente dall’esterno in modo che se il portello non è correttamente agganciato lui non possa sganciare la tuta, per questioni di sicurezza.

http://en.wikipedia.org/wiki/Suitport


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Chissà come si è evoluto il discorso pipì nella tuta; se queste debbono essere tute più confortevoli… filtraggio e ricircolo?

pannolone…

Il lato “eroico” dell’astronautica che non ti aspetti… :stuck_out_tongue_winking_eye:

La suitport è un sistema molto interessante perchè consente di risparmiare tempo e spazio, oltre che garantire un rischio di contaminazione praticamente nullo tra le varie EVAs (anche solo portarsi la sabbia nell’habitat non è mai una buona idea)…l’unica perplessità che mi viene in mente riguarda la sicurezza: inizialmente pensavo che il PLSS durante le EVAs occupasse per intero la superficie di contatto della suitport, ma mi rendo conto solo ora che se il PLSS/portello si apre verso l’esterno quando la tuta è docked, significa che l’anello principale di tenuta è esterno rispetto al perimetro del portello…e quindi è relativamente esposto durante le attività. Diciamo che non vorrei essere io l’astronauta che cade all’indietro e scopre di avere la superficie di tenuta della suitport abrasa o deformata quel tanto che basta da non garantire una buona tenuta con l’hatch del mio veicolo spaziale…dalle immagini comunque sembra che il perimetro della suitport copra zone non esattamente facili da colpire anche in caso di caduta.

Eh si, blitzed; invece era divertente se l’astronauta si staccava e poi chiudeva il portello, e nessuno aveva pensato all’aria. :stuck_out_tongue_winking_eye:

Sarebbe interessante vedere da vicino quel sistema. A Febbraio io andrò (annuncio!! il 28!! tocca a me…) al KSC, e se riesco e la trovo faccio 2 foto da vicino!
Relativamente al danno, dipende sempre da quanto questo si presenta grave; una piccola tacca nella guarnizione si ripara con un adesivo /sigillante apposito, invece una deformazione importante del telaio tale da impedire l’accoppiamento con il docking (secondo me assai poco probabile a meno di un botto spaventoso con il lunar rover) impone all’astronauta di rientrare dal + scomodo portello principale.

Si infatti, il backup in caso si verificasse tale problema è l’ingresso dal portello principale (ovviamente depressurizzando il rover) oppure lo sgancio della tuta del primo astronauta e l’ingresso dalla medesima suitport :wink:

Chissà come si è evoluto il discorso pipì nella tuta; se queste debbono essere tute più confortevoli... filtraggio e ricircolo?

@astro_livo hai visto ‘‘DUNE’’ di recente? :stuck_out_tongue_winking_eye: