[0901-GEN] Progetto manned made in Japan

Il Tsukuba Space Center della JAXA ha realizzato un primo concept per un futuro mezzo manned Giapponese capace di trasportare in orbita almeno 4 persone in LEO utilizzando il lanciatore della Mitsubishi Heavy Industries H-IIB utilizzato anche per HTV.
Il concept si compone di 4 sezioni, un Launch Escape System (LES), il Manned Re-entry Module (MRM), l’Orbital Habitation Module (OHM) e il Propulsion Module (PM).
Il peso complessivo è di 16800kg, 4m di diametro e verranno riutilizzati quasi completamente e senza modifiche gli attuali PM e OHM rispettivamente da 3800kg e 5000kg.
L’attuale previsione è di dover ridurre leggermente i pesi delle parti ancora da progettare a causa di un peso attualmente superiore alle potenzialità del lanciatore ma si è fiduciosi nel poter riuscire a raggiungere l’obiettivo se si dovesse proseguire nello sviluppo.
Il sistema di supporto vitale per la capsula sarà condiviso con quello del OHM in orbita riuscendo a minimizzare quello sulla capsula.
La forma della capsula non è ancora stata decisa ma in base al Orbital Re-Entry Flight Experiment del 1994 e alla volontà di poter avere un rapporto L/D di circa 0.4 si sta sviluppando un concept come quello illustrato.
La capsula MRM per il rientro peserà circa 5000kg mentre il LES i 3000kg mancanti sul computo finale. Come per la Soyuz la sezione che verrebbe distaccata in caso di abort comprende anche l’OHM e come per la Soyuz saranno quindi probabilmente necessarie le pinne piane a griglia da utilizzare in caso di abbandono del lanciatore.
Dato che il MRM durante il lancio dovrebbe essere posizionato in configurazione normale mentre durante le operazioni orbitali dovrebbe essere “ribaltato” per poter essere agganciato al OHM si pensa di utilizzare un sistema a ruote e rotaie meccaniche per il riposizionamento.
Il piano attualmente previsto prevederebbe 4 missioni test, due unmanned e due con uomini a bordo. La prima prevede il collaudo del modulo MRM, la seconda del LES, la terza è la prima dimostrazione abitata in orbita e la quarta sarebbe la prima missione completa.
Una missione nominale prevede 2-3 giorni in LEO per il raggiungimento della ISS e un’autonomia ad essa agganciata di 2-3 settimane.
Per ora la JAXA non ha intenzone di estendere la propria capacità oltre la LEO verso missioni lunari in quanto queste sarebbero al di fuori delle capacità dei propri vettori.

In allegato i concept presentati

Interessante ma concettualmente simile alla versione manned di ATV (sia pure con qualche “innovazione” stile nipponico).

secondo me i giapponesi, hanno una base segreta denominata “n°9” da cui un giorno ci soprenderanno decollando con una portaerei-sottomarino-incrociatorestellare.

oppure, da un parco giochi, decolleranno con un megarobot pilotato da un bambino

eheheh :clap:

cmq, è un pò clamoroso, pensare che il giap, che più di tutti, sogna avventure spaziali, non ha ancora ragiunto lo spazio da se!

Tempi di sviluppo? Almeno 10 anni?

Si, molto simile ai concept europei, è strano che si è sempre cercata una collaborazione con la russia per una capsula manned, e mai con il giappone…
mescolare l’esperienza congiunta del nostro ATV e del loro HTV, aggiungendo il nostro più prestante Ariane 5 non potrebbe che portare ad ottimi risultati!!

Altra capsula in arrivo.
Gli spazioplani per un bel pò rischieranno di fare la fine dei Dirigibili.
Oggi i moderni Dirigibili sono indicati da molti come il mezzo aereo del futuro (anche se molti non sono convinti) ,ma dopo più di settant’anni dall’Hindemburg.

Le potenze emergenti puntano sull’affidabilità del concetto di capsula. Chi invece potrebbe spingersi più in là, non ha sfruttato al meglio le proprie conoscenze, lasciando morire i propri concept anche in stadio avanzato, per mancanza di budget o ristrettezze dei tempi… Peccato, ma meglio la capsula di niente :wink:

Un ulteriore riflessione:
Inanzitutto concordo anch’io sull’opportunità di una collaborazione Euro-Giapponese,preferibile al finora deludente asse Euro-Russo nell’ideazione di un comune mezzo manned.
Detto questo,tra dieci anni dove andranno tutte queste capsule?
La ISS sarà ancora lì,certo,ma sarà una stazione invecchiata una “dead end” come dicono gli Americani.
Non sarebbe il caso di iniziare a pensare,almeno a livello di concept,a nuove stazioni?
Nuovi laboratori da inviare con un solo lancio,o al massimo due (evitando lo stillicidio del montaggio con i voli Shuttle) ,grazie ai nuovi vettori Heavy lift come l’Ares-V e alla tecnologia “inflatable”?

Piuttosto pesante, per avere una capacità di 4 persone in LEO…

Sembra, in effetti, che le nazioni con mezzi manned in progetto o sviluppo vogliano fare tutto da se, dal veicolo al lanciatore (orgoglio nazionalista?);
così i progetti restano “sospesi” per anni, a causa di problemi tecnici o di budget.
Se i Giap chiedessero “in prestito” un lanciatore uropeo, o USA, o Russo, risparmierebbero tempo e denaro sulla riprogettazione del sistema per ridurre i pesi(?) Boh…

Un docking stile Apollo CM/LEM non sarebbe più pratico?

Beh in linea con un moderno mezzo di questo genere… 21,5ton per Orion per 6 persone in LEO…

[quote="albyz85, post:1, topic:10533"] Dato che il MRM durante il lancio dovrebbe essere posizionato in configurazione normale mentre durante le operazioni orbitali dovrebbe essere "ribaltato" per poter essere agganciato al OHM si pensa di utilizzare un sistema a ruote e rotaie meccaniche per il riposizionamento. [/quote]

Un docking stile Apollo CM/LEM non sarebbe più pratico?

Probabilmente è più complicato e/o rischioso…

Vero, ma facendo i conti da “bottegaio”:
l’Orion, in configurazione LEO, pesa poco più del doppio rispetto la Soyuz TM, portando però il doppio dell’equipaggio, quindi i conti tornano;
in più può essere impiegato per missioni oltre il LEO (con 4 persone e un peso di poco superiore all’Apollo).
L’Orion inoltre, al pari di Soyuz (Shenzou), TKS e ACTS vari, non ha bisogno di “riposizionamenti” per l’accesso alla sezione abitativo/orbitale;
sembra quasi che i nipponici abbiano voluto fare una sorta di Mix tra Soyuz, ATV, ACTS e altro (?).

Devo dire sinceramente che, così di primo acchito, il progetto non mi convince un granchè… :point_up:

O forse sfruttare al massimo quello che già avevano disponibile…

Perdonatemi lo scetticismo ma dubito che con questo progetto i giapponesi andranno molto lontano.
Come l’Europa, o meglio dire l’ESA, il Giappone si era affacciato agli 80 con progetti molto “grandeur” di spazioplani a partire da HOPE e derivati.
Nel corso degli anni ho visto, su riviste aeronautiche e patinate (stile Focus), progetti sempre più grandiosi ed inverosimili di TSTO, SSTO ed ipersonici vari.

Ed ora??

La montagna, alfine, partorisce il topolino-capsula.
Così come gli americani, così come gli europei.
Si cerca di ottimizzare, modificare e riutilizzare al limite l’hardware esistente con il solo effetto di rendere questi progetti sempre “raffazonati”.
I giapponesi, poi, hanno ancora meno speranze degli europei in tal senso: non dispongono di un vettore della classe dell’Ariane 5, ed il loro H2 si è rivelato un mezzo fiasco con poche prospettive di sviluppo e zero mercato.

L’ipotesi è più che plausibile… ma mi resta il dubbio sulla validità del progetto…

Come scritto sopra, sono anche io dello stesso parere!

Il progetto Americano e quelli Russo/Europei sono però realistici da un punto di vista funzionale.
L’Orion in particolare, benchè riprenda un concetto del passato, tra l’altro abbandonato all’epoca, appare nel suo campo (a mio parere) più ottimizzato che “raffazzonato”.
Il sistema giapponese invece (sempre a mio parere) è quantomeno poco verosimile e, questo sì, “raffazzonato”.

Credo che la scelta migliore, considerando i tempi, l’abbiano fatta i Cinesi, ricalcando, migliorando e “espandendo” il sistema Soyuz che, malgrado i limiti e gli anni, rimane un vero capolavoro concettuale.

Senza ombra di dubbio. I cinesi hanno operato una scelta molto intelligente, essendo partiti da zero (o quasi).
Non hanno fatto piani grandiosi, poi miseramente dismessi.
Non hanno avviato progetti di spazioplani poi abbandonati o dilapidato patrimoni di know-how tecnici accumulati nel corso degli anni.
Se ci fosse, il Nobel per lo Spazio quest’anno andrebbe senz’altro a loro…

Purtroppo penso che l’unico soggetto dotato di grandeur con cognizione di causa siano gli USA… ma anche loro, a torto per alcuni aspetti ma a ragione per molti altri, in primis l’affidabilità, i costi e la tempistica, hanno optato per il ritorno alla capsula. E stanno facendo scuola. Gli altri non hanno la forza di azzardare oltre… :ambulance:

Non si tratta di scuola si tratta di moda.
La stessa moda che spingeva tutti, negli anni '80 appunto, a perseguire pecoresecamente a tutti i costi lo spazioplano.
Salvo non combinare nulla negli anni successivi.

La penso esattamente allo stesso modo!
E’ uno dei soliti progetti inconclusivi, come purtroppo ci stanno abituando da tempo anche a livello europeo!

Beh se riduciamo la progettazione e ideazione di un mezzo spaziale ad una banale questione di moda… allora non servono altre parole per commentare…