[2019-07-31] Sojuz 2.1a | Progress MS-12 (73P)

Abbiamo anche il video della diretta streaming, rigorosamente in russo, per gli amanti del genere :wink:

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Abbiamo anche un altro record, seppure “solo” in ambito ISS. Tre attracchi consecutivi (Soyuz MS-13, Dragon CRS-18 e Progress MS-12) nel giro di 10,7 giorni. Il record precedente era di 11,4 giorni, stabilito nel luglio 2016 (Soyuz MS-01, Progress MS-03 e Dragon CRS-9).

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Perdonate se ritorno indietro al 31 luglio, ma mi sono casualmente accorto che Roscosmos ha pubblicato alcune foto non comuni che mostrano gli operai al lavoro sotto il razzo, durante le operazioni di caricamento dei propellenti. Le ripropongo dopo averle schiarite un po’.

Qui si sta lavorando presumibilmente su un tubo di rifornimento

Qui, invece ci spostiamo sotto gli ugelli, che sono ormai privi delle protezioni rosse e mostrano l’interno color rame

Guardando con attenzione si nota che dentro tutti gli ugelli sono stati posizionati i “mitici” accenditori in legno di betulla

la cui caratteristica forma a T si vede bene qui

e qui

:nerd_face:

https://www.roscosmos.ru/26619/

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Grazie mille Rob!

…mi sono perso @robmastri… Cosa sono gli “accenditori in legno di betulla?”… :roll_eyes:

Traduzione mia, da completare, con un acronimo poco chiaro, e dal contenuto che mi confonde un po’, di sicuro la parte 6 ore/5 ore e mezzo l’ho capita male:

Il 31 luglio 2019 dal cosmodromo di Bajkonur è avvenuto con successo il lancio (K2S?) della nave cargo Progress MS 12. La nave è volata verso la stazione in un tempo cortissimo con 2 orbite nel tempo record di 3 ore e 19 minuti ed è attraccata nel modulo Pirs. Il merito è degli specialisti balistici russi, dei loro conti precisi e dell’aggiustamento dell’orbita,
La prima progress poteva arrivare alla stazione in più di 3 giorni. Dopo, per un periodo lungo di tempo, si stabiliva un percorso di volo di 2 giorni e circa 30 orbite attorno la Terra (in sovraimpressione “50 ore, 30 orbite”).
Verso la ISS, già i veicoli moderni potevano arrivare dopo una tratta di 6 ore.
Qualche anno fa, gli specialisti di Roskosmos hanno realizzato con successo uno schema di avvicinamento in 4 orbite, riducendo il tempo di volo per la ISS a 5 ore e mezza.
Nel 2018, la Progress MS-9 è arrivata all’ISS in 3 ore e 40 minuti (in sovraimpressione "schema accelerato 3 ore 40 minuti, 2 orbite) facendo due orbite in totale.
Roskosmos sta completando lo sviluppo della nuova tecnologia nei cargo, ma è molto probabile che nei prossimi anni anche gli astronauti arriveranno in tre ore alla ISS.

[minuto 1:19 …continua…]

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Sono i fammiferoni del Soyuz…PZU o “pyrotechnic ignition devices”, sono in pratica versioni giganti dei razzetti che si compravano da ragazzi.

Vengono infilati dentro ciascun nozzle del vettore prima del lancio e le rispettive cariche pirotecniche vengono accese simultaneamente subito prima dell’accensione dei motori per assicurarsi che tutti i (tanti) motori si accendano correttamente. Dal momento che la loro struttura è sostanzialmente fatta di legno, appena accesi i motori si bruciano in un lampo senza dare intralcio.

Su ciascun fiammiferone c’è un sensore rudimentale che ne conferma l’accensione, se anche uno solo non si accende si ferma il lancio prima di accendere i motori veri e propri.

A quanto ne so, credo usino questo sistema da sempre…piuttosto “basic” ma finora direi che si è dimostrato piuttosto affidabile.

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…non si finisce mai di imparare…
Grazie @blitzed!

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i motori mi risultano essere 4, ciascuno con 4 ugelli, ma uno solo per booster, a cui si somma quello del secondo stadio (il core)

Corretto, diciamo 32 ugelli con altrettanti PZU.

Un’altra immagine (relativa ad altro volo) in cui gli accenditori si vedono meglio. Se si osserva con attenzione in alcuni punti il legno si vede proprio. E poi tutti quei cavi fermati con lo scotch… Sembra una cosa piuttosto artigianale. Sicuramente risale ai primordi dell’R7

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Per quanto riguarda il primo stadio sono 4 Rd-107a, ognuno con 4 camere di combustione ma tutte alimentata da una singola turbopompa per ogni motore. Più se vogliamo essere precisi ogni booster (compreso il core) ha 2 vernier per il controllo dell assetto e del Roll Program quindi sono 20 camere di combustione per gli Rd-107a+ 12 vernier in tutto, quindi 26 “ugelli” per i booster+core.

Direi che sono 5 RD107a incluso core centrale, che ha anche 4 vernieri anziché 2, di qui il totale di 32 ugelli all’accensione.

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Sì scusa mio errore nell aggiungere il core

L’agenzia russa TASS riporta che la Progress MS-12 lascerà la Stazione il prossimo 29 novembre alle 11:23 italiane, le 13:23 ora di Mosca. Il veicolo cargo rientrerà in modo distruttivo in atmosfera in giornata ma ancora non è stato stabilito l’orario del cosiddetto deorbit burn.

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Undocking confermato:

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Questa invece è una foto scattata da Aleksandr Skvorcov al momento dello sgancio della Progress MS-12.

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Come previsto dal profilo della missione, la Progress MS-12 ha acceso alle 14:39 italiane i propulsori, iniziando così la manovra per il rientro distruttivo nell’atmosfera terrestre, avvenuto circa 32 minuti dopo. Gli eventuali pezzi “sopravvissuti” al rientro sono caduti in un tratto di mare non navigato dell’Oceano Pacifico.

https://www.roscosmos.ru/25720/

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Era dal 2008 (Progress M-65) che una Progress non lasciava la ISS nel mese di novembre. Questo undocking lascia così il mese di maggio solitario fanalino di coda per quanto riguarda le partenze delle Progress per la successiva deorbita.

Per tutti i 121 giorni della sua permanenza sulla ISS, la Progress MS-12 è anche stata l’unica Progress agganciata alla Stazione. Per trovare una Progress che ha passato più giorni in “solitaria” bisogna tornare al 2013, quando la M-20M passò 125 giorni senza nessuna sorella a tenerle compagnia. La M-20M però ad un certo punto venne raggiunta dalla M-21M, che mise fine alla sua solitudine. Contando solo le Progress che sono state per tutta la loro missione le uniche agganciate alla ISS solamente la M-50 (correva l’anno 2004) ha passato più giorni (131) della MS-12 agganciata alla ISS.

Era dal 2005 che un veicolo (Soyuz TMA-7) non lasciava il boccaporto di Pirs nel mese di novembre.

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Merita il pieno formato e un’altra a farle compagnia.

Photo credit: NASA

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