Sono i fammiferoni del Soyuz…PZU o “pyrotechnic ignition devices”, sono in pratica versioni giganti dei razzetti che si compravano da ragazzi.
Vengono infilati dentro ciascun nozzle del vettore prima del lancio e le rispettive cariche pirotecniche vengono accese simultaneamente subito prima dell’accensione dei motori per assicurarsi che tutti i (tanti) motori si accendano correttamente. Dal momento che la loro struttura è sostanzialmente fatta di legno, appena accesi i motori si bruciano in un lampo senza dare intralcio.
Su ciascun fiammiferone c’è un sensore rudimentale che ne conferma l’accensione, se anche uno solo non si accende si ferma il lancio prima di accendere i motori veri e propri.
A quanto ne so, credo usino questo sistema da sempre…piuttosto “basic” ma finora direi che si è dimostrato piuttosto affidabile.
Un’altra immagine (relativa ad altro volo) in cui gli accenditori si vedono meglio. Se si osserva con attenzione in alcuni punti il legno si vede proprio. E poi tutti quei cavi fermati con lo scotch… Sembra una cosa piuttosto artigianale. Sicuramente risale ai primordi dell’R7
Per quanto riguarda il primo stadio sono 4 Rd-107a, ognuno con 4 camere di combustione ma tutte alimentata da una singola turbopompa per ogni motore. Più se vogliamo essere precisi ogni booster (compreso il core) ha 2 vernier per il controllo dell assetto e del Roll Program quindi sono 20 camere di combustione per gli Rd-107a+ 12 vernier in tutto, quindi 26 “ugelli” per i booster+core.
L’agenzia russa TASS riporta che la Progress MS-12 lascerà la Stazione il prossimo 29 novembre alle 11:23 italiane, le 13:23 ora di Mosca. Il veicolo cargo rientrerà in modo distruttivo in atmosfera in giornata ma ancora non è stato stabilito l’orario del cosiddetto deorbit burn.
Come previsto dal profilo della missione, la Progress MS-12 ha acceso alle 14:39 italiane i propulsori, iniziando così la manovra per il rientro distruttivo nell’atmosfera terrestre, avvenuto circa 32 minuti dopo. Gli eventuali pezzi “sopravvissuti” al rientro sono caduti in un tratto di mare non navigato dell’Oceano Pacifico.
Era dal 2008 (Progress M-65) che una Progress non lasciava la ISS nel mese di novembre. Questo undocking lascia così il mese di maggio solitario fanalino di coda per quanto riguarda le partenze delle Progress per la successiva deorbita.
Per tutti i 121 giorni della sua permanenza sulla ISS, la Progress MS-12 è anche stata l’unica Progress agganciata alla Stazione. Per trovare una Progress che ha passato più giorni in “solitaria” bisogna tornare al 2013, quando la M-20M passò 125 giorni senza nessuna sorella a tenerle compagnia. La M-20M però ad un certo punto venne raggiunta dalla M-21M, che mise fine alla sua solitudine. Contando solo le Progress che sono state per tutta la loro missione le uniche agganciate alla ISS solamente la M-50 (correva l’anno 2004) ha passato più giorni (131) della MS-12 agganciata alla ISS.
Era dal 2005 che un veicolo (Soyuz TMA-7) non lasciava il boccaporto di Pirs nel mese di novembre.