Ti posso confermare che tutti ma proprio tutti spingevano abbastanza di brutto per l’undock
Questo perché necessariamente quando si prepara una missione si tiene qualche attività di riserva in caso di estensione, ma non ci si può preparare una riserva pari al 50% delle attività nominali, sarebbe un costo troppo alto. E quindi è difficile trovare del lavoro da far fare a questi astronauti, se il rientro continua a venire ritardato così a lungo.
In più, ogni giorno bisogna preparare due timeline: una per l’undock (con le attività cargo e di preparazione alla partenza, sia per gli astronauti Axiom che per quelli della ISS che li supportano), e un’altra per lo “slip plan”, ovvero una giornata aggiuntiva di lavoro “normale” per tutti. E anche questo è uno sforzo considerevole, su un team che lavora ogni giorno senza pausa da più di due settimane.
Hanno cercato di aumentare i margini massimi di vento concesso, hanno aumentato il massimo beta angle accettabile durante l’undock, hanno posticipato la decisione fino all’ultimo… Niente, alla fine il tempo e il vento in Florida rimangono troppo brutti
Per riuscire a fare l’undock oggi sono andati a pescare una location alternativa che era particolarmente difficile da raggiungere dall’orbita attuale della ISS, il che richiede un bel po’ di manovre da parte della Dragon e quindi un phasing di due giorni…
E’ normale che vengano utilizzati i thrusters con la navicella appena separata dalla stazione?
I primi metri non dovrebbero essere percorsi solo grazie alla spinta meccanica (a molla?) dello sgancio?
Chiedo perdono preventivamente per le ovvieta’ e se arrivo con l’ultimo treno.
Sono stati persi piu’ di un booster per le condizioni del mare.
Capisco benissimo che non vogliano perdere in mare degli astronauti, o lo staff di recupero. Safety first. La manovra e le procedure sono molto complesse. Rispetto allo splashdown il rientro a terra ha dei vantaggi, questo e’ uno. Se il maltempo e’ diffuso e persistente, e’ un problema. Non ci sono alternative a tenerli su fino a che non e’ sicuro rientrare.
Due Crew Dragon contemporaneamente agganciate alla ISS per 18 giorni è un record. Il precedente era costituito dai 16 giorni dell’accoppiata Endurance-Endeavour nell’aprile 2022.
La carriera di Michael Lopez-Alegria (intesa come tempo passato fra il primo lancio e l’ultimo atterraggio) è seconda solo a quella di John Glenn. Quest’ultimo vanta 36,7 anni, contro i 28,3 anni di Lopez-Alegria. Al terzo posto c’è il giapponese Koichi Wakata, con 27,1 anni.
Era dal luglio 2011 che un equipaggio non impiegava così tanto tempo (1,97 giorni) per tornare a terra dopo aver lasciato la ISS. Bisogna infatti tornare ai 2,15 giorni della navetta Atlantis (STS-135) per trovare un viaggio di ritorno più lungo.
L’equipaggio è rimasto a bordo della Crew Dragon (fra andata e ritorno) per ben 3,50 giorni, superando i 2,96 giorni della missione Inspiration4, che non si agganciò alla ISS ma rimase sempre in “volo libero”. Curioso come la missione di volo libero più lunga (questa) e la più corta (meno di 21 ore) siano entrambe state effettuate dalla stessa Crew Dragon (Freedom) e che a bordo di queste due missioni ci sia stata una bandiera italiana. È stata infatti la missione Crew-4 di Samantha Cristoforetti quella che ha passato meno tempo in volo libero sulla Crew Dragon (20,4 ore fra andata e ritorno dalla ISS). Con questo suo secondo volo sulla Crew Dragon, Michael Lopez-Alegria totalizza 5,05 giorni di permanenza a bordo in volo libero, facendo di lui l’astronauta più esperto di questo veicolo.
Nel mentre scrivo l’articolo sul rientro ho trovato il video del rientro di ESA e Axiom. Quello che si vede al minuto linkato sotto è spurgo di acqua che è entrata durante l’ammaraggio?
E poi, abbiamo mai visto immagini così ravvicinate delle fasi di recupero o ricordo male io?
M sembra di aver visto tali scarichi in altri ammaraggi.
Sara’ forse solo acqua raccolta nel vano in cui erano riposti i paracadute, a causa dell’ondeggiamento della capsula?
Guardando il rientro di Axiom 3 stavo pensando se, in caso di mancata o parziale apertura dei paracadute, i SuperDraco (che sono ancora carichi dal momento che non sono stati utilizzati per l’abort durante il lancio) potrebbero consentire alla Dragon un ammaraggio “morbido” come originariamente previsto dalla SpaceX.
Riformulo meglio la domanda: esiste un piano di emergenza per consentire ai SuperDraco di rimpiazzare i paracadute in caso di failure al rientro?