(Traduzione automatica) Il Nancy Grace Roman Space Telescope è un telescopio spaziale a infrarossi della NASA con uno specchio primario di campo visivo largo 2,4 m (7,9 piedi) e due strumenti scientifici. Il Wide-Field Instrument (WFI) è una fotocamera multibanda da 300,8 megapixel nel visibile e nel vicino infrarosso, che fornisce una nitidezza delle immagini paragonabile a quella ottenuta dal telescopio spaziale Hubble su un campo visivo di 0,28 gradi quadrati, 100 volte più grande di telecamere di imaging sull’Hubble. Lo strumento coronagrafico (CGI) è una telecamera e uno spettrometro a piccolo campo visivo ad alto contrasto che copre le lunghezze d’onda del visibile e del vicino infrarosso utilizzando una nuova tecnologia di soppressione della luce stellare. Gli obiettivi romani includono la ricerca di pianeti extrasolari utilizzando il microlensing gravitazionale e sondando la storia dell’espansione dell’Universo e la crescita della struttura cosmica, con l’obiettivo di misurare gli effetti dell’energia oscura, la consistenza della relatività generale e la curvatura di spazio tempo.
il Falcon Heavy era sostanzialmente l’unica scelta rimanente.
Abbastanza alta la cifra , 255 milioni di dollari, ripetto al tetto massimo di 150 milioni per un FH expendable (diciamo 162 milioni dopo gli aumenti di inizio anno). Lancio previsto nel tardo 2026
C’e’ da chiedersi oltre alla spendibilita’ e all’orbita L2 quali altri requisiti abbiano fatto levitare i costi del lancio. Peraltro 255M e’ sempre una piccola frazione dei >4B che costa il payload, quindi inutile sparagnare.
Sarebbe piu’ rassicurante se il FH volasse piu’ frequentemente. Invece le missioni per le quali e’ necessario capacita’ e delta V non raggiungibili con altri lanciatori sono veramente poche. Perfino SS verra’ usata per il costo x kg, non per le dimensioni assolute di un carico non divisibile… almeno all’inizio.
Per fortuna sono previsti un po’ di lanci FH nei prossimi anni, e forse aveva gia’ raggiunto un livello di affidabilita’ sufficiente, almeno per la missione primaria. Pero’ un veicolo piu’ vola e piu’ diventa sicuro e piu’ pezzi ci sono a bordo piu’ aumenta la probabilita’ di guasti, e questo e’ triplo. Probabilmente uno dei motivi per cui i committenti preferiscono il F9.
Per il Roman non vedo l’ora, sara’ un degno e sinergico partner di JWST. Pero’ spero anche in un giorno in cui per fare i volumi lanceranno piu’ telescopi (e sonde) standardizzati.
Come costi aggiuntivi ci sono l’integrazione verticale (l’ha mai fatta SpaceX?) e la necessità di un’ogiva più grande, che mi ricordi. Inoltre alla gara per l’assegnazione di questo lancio la concorrenza era assente.
Mentre NASA comunica che l’antenna ad alto guadagno ha terminato i test, ci viene anche detto che il lancio è per maggio 2027. Stay tuned perchè qualcosa bolle in pentola in merito, lato Astronautinews
Bella la parte che dice “mission science data archiving of the multi-petabyte astrophysics science data set”. Il rilascio dati sarà qualcosa di molto complesso, mi immagino qualcosa di simile alla missione Gaia, solo che qui i dati acquisiti saranno di più.
E’ un attività pre lancio impostare la gestione futura dei dati; “Esteso il contratto” significa che sono in ritardo? Ritarderà anche il lancio del NGRSP?
(Una volta erano bravi nel trovare acronimi carini… )
A fine luglio l’OIG aveva pubblicato un audit sulla missione: nulla da segnalare se non come criticità il downlink dei dati. Roman ne producerà un sacco e si appoggerà anche alle stazioni di ESA e JAXA, che però sono già super cariche di richieste.
I coronografi sono dischi occultatori, messi lontano dal piano focale, che in questo caso intercettano la luce della stella in modo da poter vedere la debole luminosità degli eventuali esopianeti in orbita intorno ad essa. Essendo dischi opachi bloccano tutte le lunghezze d’onda.
Per dare un’idea, la Terra emette (come ordine di grandezza) 1 miliardesimo dell’emissione luminosa del Sole. Se non copri il Sole con un disco non la puoi vedere da grandi distanze.
La stessa tecnica è usata da JWST, vedi per esempio https://blogs.nasa.gov/webb/2023/03/24/how-webbs-coronagraphs-reveal-exoplanets-in-the-infrared/