A giorni l'annuncio sulla seconda vita degli Shuttle

La decisione definitiva sarà annunciata il prossimo 12 Aprile, a 30 anni esatti dal primo lancio della navetta americana e 50 anni dal volo di Gagarin nello spazio. In tale data Charles Bolden comunicherà le destinazioni museali scelte per l’esposizione delle tre navette americane attualmente in servizio.
Mentre sembra molto probabile che una delle navette sia destinata al NASM di Washington e un’altra al Kennedy Space Center, da dove sono partite tutte le missioni di questi 30 anni di operatività, rimane probabilmente disponibile per altre destinazioni una sola ulteriore navetta operativa più l’Enterprise che plausibilmente verrà ceduto dallo Smithsonian Museum ad un’altro ente ricevendo una navetta delle tre rimanenti.
Una meta che sta guadagnando credito nelle ultime settimane e che gode del supporto di una delegazione del Congresso, di entrambi i rami del Parlamento e della Governatrice Christine Gregorie è il Museum of Flight di Seattle, associato alla Smithsonian Institution, è uno dei più grandi musei dedicati all’aviazione del mondo con un’esposizione di oltre 150 velivoli, 400.000 visitatori all’anno e un’area espositiva dedicata esclusivamente allo spazio di oltre 1400 metri quadri.

In attesa delle decisione definitiva mancano pochi giorni alla conclusione la vita operativa della navetta Discovery, attualmente agganciata alla ISS e in procinto di concludere la sua ultima missione, la STS-133.
Non appena rientrerà a Terra inizierà il processo di smantellamento e preparazione per l’esposizione definitiva in una delle future sedi museali prescelte.
Nel dettaglio, non appena giungerà a terra, in Florida o in California, verrà trasportata nella OPF-2 del KSC per cominciare un sarie di attività che la predisporrà alla consegna per il futuro destinatario.
Nei primi due mesi circa seguirà un processo post-missione quasi standard con la rimozione di tutto il materiale riportato a terra, degli SSME, dei pod OMS e del sistema di thruster anteriori FRCS.
Successivamente il Discovery verrà spostato nella HB4 del VAB per consentire, nella stessa OPF, il medesimo trattamento per l’orbiter Endeavour al termine di STS-134.
Infine quando Atlantis effettuerà il rollover per STS-135 liberando la OPF-1 il Discovery inizierà l’ultima fase di lavorazione con la messa in sicurezza e la rimozione di tutti i sistemi, l’installazione dei mockup dei pod, del FRCS e degli SSME per l’esposizione e la spedizione con l’SCA al sito museale prescelto. A seguire anche gli altri due orbiter seguiranno la medesima serie di operazioni.
Durante tutte queste fasi e già da ora la OPF-3 non sarà disponibile in quanto è già iniziata la rimozione delle attrezzature di supporto al programma Shuttle e la predisposizione alla consegna della struttura ad un futuro cliente, probabilmente Boeing per le proprie attività.

Fonte: NASA

rimozione di tutti i sistemi

non verrà conservato niente dei sistemi? cioè verranno rimosse tutte le cablature, gli impianti etc?
):

Faccio il totoshuttle: l’Enterprise potrebbe andare al JSC.

Non saprei in quale percentuale, ma credo che il grosso sia sbarcato.

capisco rimuovere i vari thruster con propellenti ipergolici altamente tossici, ma perchè il resto? Segreti militari dopo 30 anni?

No,credo sia solo un fatto di messa in sicurezza.
Forse vari sistemi saranno conservati a parte.

Perchè non ci danno una piccola parte di uno Shuttle da mettere nei nostri musei invece di tenersi tutto loro? Non dico tutto uno Shuttle, ma almeno una piccola parte! L’Italia quanto ha contribuito per il programma Shuttle?

Penso zero…

Non ricordo di aver mai letto di forniture italiane per lo Shuttle. La Francia almeno ha dato gli pneumatici :slight_smile:

Non so esattamente cosa verrà smantellato… in ogni caso in un esemplare per l’esposizione quello che non si vede è inutile…

MI sembra di ricordare che l’unico sistema di supporto legato allo Shuttle di fabbricazione italiana è il carrello che serviva a portare l’orbiter dalla OPF al VAB

Correggetemi se sbaglio, ma mi pare di ricordare che, almeno sul Columbia, parte del tps fosse stato prodotto o progettato qui a Torino in alenia… Ma sono ricordi della mia ricerca per l esame di 5 elementare fatta proprio l anno del primo volo di young e crippen sullo spazioplano…

E’ vero, l’Orbiter Transporter fu fatto dalle officine Cometto di Cuneo.

http://www.comettoind.com/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=27&lang=it

abbiamo prodotto i sistemi per la messa in movimento degli orbiter e dei sistemi (i macchinari gialli usati per spostare gli orbiter durante le varie fasi di lavorazione, quelli con molte ruote per intenderci).

Scusate il doppio post, non avevo letto gli ultimi due messaggi.

Non lo sapevo (infatti ho scritto “penso”) :wink:

Beh, ottima cosa :slight_smile:

Mi sembra di ricordare che la ditta fosse la Cometto:
http://www.comettoind.com/

citaz. dal sito:
“Tra le nostre realizzazioni più celebri possiamo citare i trasporti di componenti aerospaziali quali la navetta Space Shuttle della NASA ed il razzo francese Ariane 5.”

ciao carlo

C’è scritto almeno tre volte prima del tuo mex… :smiley:

Le risposte di @flyingjenny sulla necessità di rimuovere buona parte dei sistemi di Discovery:
http://twitter.com/flyingjenny/status/44776117017645056
http://twitter.com/flyingjenny/status/44777674211725312

Quindi Paolo mi vuoi dire che dove saranno esposte le navette, non ci sarà un’area multisensoriale del tipo “Smell The Hydrazine”.

Intollerabile :skull: