Ascoltare ICE/ISEE-3

Io continuo a guardare questo miracolo che sta avvenendo davanti ai nostri occhi, davvero fantastico :clap:

Le ultime da ISEE-3 sono emozionanti. La sonda ha mantenuto l’assetto e lo spin rate:

In più, TUTTI gli strumenti scientifici sono ancora in funzione, e la potenza disponibile dai pannelli solari è nominale - dopo 36 anni!
La sonda non ha più batterie funzionanti da molti anni, ma dato che l’orientamento è nominale e che i pannelli non sono degradati, c’è un surplus di potenza elettrica disponibile


Power System Status
- main bus voltage >= 28 volts
- solar array current >= 5.2 amps
- essential bus current <= 0.25 amps
- non-essential bus current = 4 amps
- shunt dump current >= 1 amp
- transponder A RF power = 5 watts
- transponder B RF power = 5.25 watts```

Davvero incredibile!

"Buio. Stelle. Lo spazio. Il Sole illumina l’immensità del cosmo. La camera avanza sorpassandolo e lasciandosi sulla destra la nostra stella per fissare l’attenzione su di una regione particolare dove si vede una piccola luce. L’inquadratura inizia a zoomare e quella piccola luce diventa sempre più grande, centrata nello schermo. Ecco, si tratta di un piccolo oggetto metallico che orbita chissà da quanto tempo intorno al Sole, visibile in mezzo a quell’oscurità solamente per la luce che riflettono i suoi pannelli solari.

E’ una sonda automatica creata dall’uomo, la sua missione è terminata tanti anni fa e adesso l’unica cosa che fa è orbitare intorno alla stella.

L’inquadratura stringe sulla sonda, se ne intravede il nome, solo un attimo, di sfuggita. Questo sembra consumato, ad indicare che è passato tanto, tanto tempo da quando venne dipinto sul veicolo spaziale.
Il primo piano aumenta mentre l’azione gli gira intorno e si vede la struttura della sonda, se ne distinguono antenne ed ugelli. La camera entra dentro il veicolo fino a scivolare all’interno di una scatola di circuiti elettronici. L’illuminazione è scarsa, si distinguono a stento i componenti.

All’improvviso, senza nessun preavviso, un led, una piccola luce rossa si accende, Prima una, poi un’altra e poi un’altra ancora. Inizia una danza intermittente di piccole luci. Qualcosa si sta svegliando".

Ecco, questo potrebbe essere l’inizio di questo spettacolare film, spettacolare come l’impresa assolutamente autentica che sta accadendo in queste settimane. Il suo nome è “ISEE-3 Reboot”! "

L’ho preso qui :
http://newsspazio.blogspot.it/2014/06/isee-3-reboot-ridare-nuova-vita-ad-una.html

C’e’ bel resoconto ricco di molti dettagli fra i quali anche il piccolo ruolo del software open source nell’impresa :

“Ricostruire le attrezzature originali non era fattibile, sia per i costi che per i tempi, ma una soluzione è arrivata dal mondo del software Open Source, in particolare con il progetto GNU-Radio, un ambiente di sviluppo software che fornisce blocchi per l’analisi dei segnali e più in generale per realizzare radio software.”

Ma e’ pratica comune mettere LED che pulsano sulle sonde da mandare nello spazio? Non riesco a farmene una ragione

Ma dài, manoweb… :wink: diciamo licenza poetica.
Stiamo assistendo ai risultati della rivoluzione avvenuta nel campo delle telecomunicazioni vent’anni fa, con l’avvento dei sistemi radio definito dal software (SDR).
[/rant mode on]
Ho passato diversi anni a predicare ai radioamatori, tramite conferenze ed articoli, che l’unico modo per migliorare le prestazioni dei sistemi radio è andare verso l’SDR. Ma questo è un completo cambio di paradigma, richiede nuove mentalità e competenze, è come passare dalla telegrafia a scintilla alla comunicazione a banda stretta. Poi mi sono stufato, e lascio che vadano per la loro strada. Ovviamente c’è gente che ha capito, e Ettus è stato uno dei pionieri in questo campo. Mi fa straordinariamente piacere che abbiano implementato modulatore e demodulatore in SDR, era l’unico modo per procedere velocemente.
[/rant mode off]

A parte la licenza poetica, io sono portato a credere che questi led ci siano davvero. Non che servano per quando si va nello spazio, e forse non si vedono da fuori visto che saranno sotto strati di MLI, ma secondo me queste interfacce uomo macchina molto semplici vengono usate a terra durante l’integrazione e i test (sia del singolo componente che del sistema intero) e non vengono tolte quando il satellite viene lanciato.

Tornando IT, Marco puoi elaborare un poco su questo SDR? Di cosa si tratta esattamente? In sostanza invece di costruire le apparecchiature radio si costruisce un software che le simula? E perché NASA non ha pensato a questa soluzione quando doveva decidere che fare di ISEE?
(ancora una volta ammetto la mia più totale ignoranza in materia :stuck_out_tongue: )

Buzz, provo a spiegare. Un ricevitore radio deve fare essenzialmente due cose: selezionare un segnale singolo da tutto quello che arriva dall’antenna (ovvero, sintonizzare una frequenza) e poi demodularlo (estrarre l’informazione trasportata dal segnale). La radiolina FM sintonizza un segnale nella banda da 88 a 108 MHz, seleziona una fetta di banda larga circa 300 kHz, e se lì dentro c’è una emittente allora demodula l’informazione: misura la frequenza istantanea dell’onda portante presente in quella banda ed estrae un segnale audio e gli eventuali altri segnali esistenti (stereo, RDS, ecc).
La tua radiolina, se è vecchiotta, fa tutto questo in modo analogico, con tanti transistors e circuiti accordati. C’è un circuito accordato in antenna, un oscillatore locale, un convertitore di frequenza, una catena di media frequenza, un controllo automatico di guadagno, un demodulatore FM - e alla fine un amplificatore audio ed un altoparlante.
Un ricevitore SDR fa tutto questo in modo numerico. Subito dopo l’antenna (semplifico) c’è un convertitore analogico/digitale (ADC) che converte tutti i segnali presenti in antenna (ad esempio, tutta la banda 88-108 MHz, o tutte le onde corte da 0 a 30 MHz) in un flusso di campioni digitali. L’ADC è il punto dove si interfacciano il mondo analogico (segnali in ingresso) ed il dominio digitale. Poi tutte le funzioni del ricevitore sono implementate con algoritmi numerici: sintonia, conversione di frequenza, demodulazione, eccetera. Alla fine della catena hai uno stream di dati digitali, che applicato ad un convertitore digitale/analogico (DAC) ti fanno ascoltare il canale scelto. L’uscita del DAC è un segnale in banda audio (nel caso della radio FM), e sarà amplificata ed inviata all’altoparlante.
Ovviamente il sistema è di una flessibilità straordinaria. L’hardware è (quasi) sempre lo stesso, per ogni applicazione. Cambierà il software, e la cosa è particolarmente interessante quando si parla di trasmettere dati. In tal caso non è nemmeno necessario il convertitore DAC in uscita, in quanto l’utilizzatore finale (il programma di decodifica dei frames di telemetria) è ben contento di ricevere un input numerico. Lo stesso dicasi per una trasmissione dati via canale telefonico, o un apparato TV digitale.

Lo stesso vale in trasmissione: uno stream numerico (i telecomandi nel caso di una sonda) vengono inviati ad un sistema SW (di solito implementato in un PC o in una FPGA dentro il transceiver SDR) che lo modula nella maniera appropriata (modulazione di fase su una sottoportante, codificata con un codice Viterbi nel caso della NASA), lo trasla di frequenza, e mada i dati ad un DAC. All’uscita del DAC hai il segnale a frequenza radio, modulato, che verrà inviato ad un amplificatore di potenza e all’antenna trasmittente.

Praticamente tutti i dispositivi radioelettrici recenti (telefonini, smartphone, GPS, navigatori, radio e TV, per intenderci) sono implementati con questa tecnica. Se apri il telefonino non trovi nessuno dei componenti che c’erano dentro una radio FM o in un telefono ETACS di dieci anni fa. In un prodotto consumer la cosa è conveniente non tanto per la flessibilità, ma perchè l’implementazione in software permette di risparmiare componenti, costi e consumo elettrico.

In un sistema sperimentale come questo la tecnica SDR permette di creare una catena completa di trattamento del segnale senza dover inventare l’hardware. Ovviamente anche le Agenzie usano gli stessi sistemi, ma è ovvio che il costo ed il tempo di sviluppo e validazione del SW in un ambito NASA siano diversi di ordini di grandezza rispetto a quallo che può fare un team di esperti affiatati e motivati.

Per saperne di più provate a googlare NASA SDR – trovate centinaia di migliaia di referenze. Chi c’era due anni fa ad Astronauticon ricorderà, forse, la mia presentazione su come usando una radio SDR collegata all’entanna di un radiotelescopio in Spagna per ascoltare il segnale di Voyager2. Ieri ero ad una conferenza di astrofili presso l’Urania a Luserna San Giovanni (http://osservatoriourania.it/), lì hanno un bellissimo radiotelescopio con 8 metri di parabola, e il ricevitore finale è un SDR. Sono rimasto in muta contemplazione per cinque minuti osservando la riga dell’idrogeno emessa da un quasar, spostata verso il rosso, in mezzo alle righe (dopplerate in modo diverso) dello stesso idrogeno emesse dai bracci della nostra Galassia, attraversati dal segnale del quasar. Mitico, specialmente per uno che ha fatto la prima radio 48 anni fa (e funziona ancora…)

ODO, ottimo. Onestamente pero’ io in Italia/Europa ho sempre visto tanta attrazione verso modulazioni che vanno oltre le classiche. Partiamo per esempio con il PSK31 - certo non e’ SDR ma potrebbe esserlo; a Friedrichshafen ho sempre visto tanta gente nel padiglione SDR. C’e’ da dire che il radioamatore (escludento per un attimo traliccio ed antenna) parte da un punto fermo che e’ l’apparato, e “lasciarlo andare” non e’ cosa psicologicamente facile.

Detto questo, tanto per rimanere aggiornato (dovrei fare una capatina a Dayton) quali sono le news sul fronte SDR? Quale e’ l’hardware/software “del momento”?

manoweb, la Hamvention è stata tre settimane fa (16-18 maggio) :slight_smile:
Non ti so dire quale sia l’HW/SW del momento; io ho due Perseus, un SDR-IQ e un Elad FDM-S1. Ognuno ha pregi e difetti, e il Perseus (con il suo SW) è sicuramente il migliore.

Eh figurati, anche l’anno scorso ci ho pensato la settimana successiva, ho proprio un orologio interno fuori sincronia!

Mitico Marco, spiegato in maniera semplice ed esaustiva! Mastico qualcosa di convertitori analogico digitali e di curve di calibrazione per interpretare il segnale una volta digitalizzato, anche tutta l’acquisizione della telemetria di Columbus funziona così :wink:
Ma quindi suppongo che NASA abbia fornito al team di Isee-3-Reboot tutte le specifiche (in pratica le curve di calibrazione della telemetria e la codifica dei comandi) e loro in poche settimane hanno scritto il software per far funzionare il tutto? Wow, che lavoro! :clap:

Eh, sì, per forza. Devono aver fornito il formato della modulazione, le specifiche della codifica (Viterbi ecc), il formato dei telecomandi e della telemetria, e le curve di calibrazione di tutti i segnali. Senza collaborazione da parte della NASA sarebbe stato impossibile. E anche così, è davvero una bella scommessa. Adesso devono fare un ranging, determinare con precisione l’orbita, e decidere se e come correggrla.
Però non mi è chiaro lo scopo: in quale nuova orbita vorrebbero immettere ISEE-3?

Da quanto ho capito vorrebbero riportarla in qualche lagrangiano in modo che la sua posizione rispetto alla Terra sia stabile e si possa quindi continuare a riceverne la telemetria scientifica.

Se non altro questa discussione mi ha fatto decidere di ordinare la famosa SDR da 10 euro, ovvero l’USB per la televisione digitale con il chipset flessibile che fa da SDR su una banda bella larga.

Ci ho fatto qualche esperimento interessante, assieme a una discone è un bel giocattolo. Quella volta pero’ nonostante una cross-Yagi da 2x9 elementi non è stato sufficiente per sentire i ping meteoritici dal GRAVES e ho dovuto usare un più costoso FUNCube Pro+ (l’antica discussione: http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=16240.0).

Insomma… 10 euro valgono 10 euro. Un front-end decente è un’altra cosa.

Beh attenzione pero’, adesso sembra che abbiano scritto il codice da zero. Il grande “underrated” di questo progetto ed in particolare di questa discussione e’ GNU Radio http://gnuradio.org/redmine/projects/gnuradio/wiki/WhatIsGR

Senza collaborazione da parte della NASA sarebbe stato impossibile.

E’ stato importante l’accesso ai radiotelescopi, strutture con tanto metallo che diventa onestamente troppo costoso per un hobbista.

Il software da zero no, ma qualcosa del sistema di modulazione penso proprio di sì. A meno che ci fossero già dei progetti gnuradio per formati di trasmissione delle sonde deep space.

Sono sicuro che abbiano dovuto scrivere una certa quantita’ di codice (ammetto di non aver seguito la cosa con l’attenzione che meriterebbe, ma come diceva un amico, “so many radios, so little time”) ma GNU Radio e’ un framework che ti permette di mettere insieme un (per esempio) demodulatore con veramente poco codice, permettendo allo sviluppatore di concentrarsi sul segnale e non su come bufferizzarlo, tenerlo in sincrono, mandarlo in una varieta’ di output anche contemporaneamente… un paragone che non riesco a non fare e’ come usare gstreamer per creare un player video per un nuovo codec, certo devi scrivere il modulo per decodificare l’immagine ma poi tutto il resto viene con poche linee di codice (tengo a precisare che non sono affiliato al progetto gstreamer ne’ a quello GNU radio)

Beh, come dicevamo prima, ancora più importante è che NASA deve avergli dato la codifica dei comandi e le curve di calibrazione di tutti gli equipaggiamenti. Senza queste informazioni di partenza sarebbe stato impossibile fare quello che hanno fatto