base marziana in cratere

Questo tipo di base marziana ha il grande vantaggio di offrire un grande ambiente ai coloni da vivere senza tute.
Il piccolo cratere è ricoperto da plastica leggera ma resistente.
L’habit è costruito in gallerie ai piedi del cratere. Gli ambienti pressurizzati dove vivono i coloni sono in comunicazione sia con l’esterno, dove avviene l’attività extraveicolare, sia con l’interno del cratere che essendo riscaldato permette la coltivazione delle piante per l’autosufficienza della base.
I bordi del cratere sono cementati per evitare fessurazioni.
Possibilmente il cratere viene illuminato per mezzo di uno specchio di alluminio posto in orbita
e l’ambiente interno al cratere è pressurizzato degassando il suolo marziano.
Bisogna scegliere un cratere in vicinanza di un deposito sotterraneo di acqua.

Ma che forma ha il cratere? Il fondo è livellato al suolo circostante…

E “degassando” il suolo marziano che gas otterresti?

La sezione piu’ adatta sarebbe “fantascienza e futurama”. Questo non è ne un what if, ne un concept, ne un progetto sperimentale.

come si degassa il suolo marziano?

Mi spiace, non voglio offenderti e vorrei dirti qualcosa di costruttivo, ma lo schema è davvero molto grezzo. :frowning:
A partire dalla forma della cupola, che piatta non è adatta all’equa distribuzione della pressione interna…
Difficile che trovi spazio in questa sezione. Concordo con Michael, forse sono poco più che fantasie…

La plastica alle basse temperature marziane è in prossimità del limite di disgregazione; occorrono altri materiali.

Come mai uno specchio orbitale per avere più illuminazione? Luce diurna ve ne è già abbastanza.

Il degassamento ci può stare, le atmosfere planetarie si sono formate anche in questo modo oltre che con l’apporto vulcanico.

Ho visto lo schema e lo trovo, costruttivamente parlando, alquanto approssimativo.

Per carità apprezzo, e molto, lo sforzo di fantasia ma tale rimane dal punto di vista tecnico.
Innanzitutto nemmeno sulla Luna è possibile trovare crateri da impatto con bordi così alti e relativamente vicini al centro.

Su Marte poi è ancora peggio perché comunque la sia pur risicata atmosfera smussa e modifica i bordi col tempo.
Come hanno scritto gli altri poi, la cupola “piatta” non è proprio l’ideale per mantenere la pressione interna.

Il problema di sigillare efficacemente i bordi, al momento, mi sembra irrisolvibile.

E’ prematuro pensare a basi marziane, in generale, ma nulla vieta di fantasticarci sopra…

La rivista Collier’s degli anni '50 e Von Braun:

http://www.fabiofeminofantascience.org/COLLIERS/COLLIERS1.html

domanda, ho letto dal sito nasa che la scomparsa dell’atmosfera su marte è dovuta alla sua magnetosfera in pratica anzichè essere una bolla che ingloba tutto il pianeta è fatta da vari ombrelli, quindi l’aria ionizzata viene strappata via semplicemente dal vento solare.
Allora mi sono chiesto ma su marte bisogna scegliere il posto giusto anche per avere una buona schermatura dai raggi cosmici?
se si quanto sarebbe efficace la schermatura naturale del pianeta?

Ciao,

volendo aiutare il nostro amico con il suo progetto, partiamo da qualche dato
ci sono studi sui rapporto medio fra larghezza e altezza dei crateri marziani ? o di quelli lunari? o di quelli terrestri?
quale altezza minima utile ci serve?
cosa dobbiamo metterci dentro?
quanti mq sono necessari perchè il micro ecosistema sia stabile?
quanta acqua al giorno è necessaria per l’ecosistema?
le temperature interne le otteniamo solo per effetto serra o anche con un riscaldamento autonomo (eventualmente dove prendiamo l’energia)?

forse l’idea di un “palloncino” poggiato dentro un cratere sarebbe un po più realistico del tetto di plastica
quei “Buchi” su marte hanno forse una forma più vantaggiosa?

continua …

Ciao

Personalmente ritengo improbabile riuscire a realizzare una struttura pressurizzata, sulla Luna o su Marte, semplicemente poggiando una cupola trasparente sul bordo di un cratere (che comunque andrebbe “trattato” in qualche modo per tenere il sistema a pressione, cosa oggettivamente non facile ed economica).

Potrebbe, ed uso volutamente il condizionale, essere più conveniente inserire una base “self-standing” di forma circolare, e coperta eventualmente da una cupola (praticamente un cilindro pressurizzato sormontato da una cupola a sesto ribassato), all’interno di un cratere in maniera da sfruttarne la forma per protezione naturale.

Ma, a dispetto delle tante immagini che nel corso degli anni hanno illustrato questa situazione, ritengo poco vantaggioso sfruttare un cratere per un qualsivoglia insediamento pressurizzato.
Questo perché la necessità di protezione, sulla Luan come su Marte, è dovuta al pericolo delle radiazioni provenienti dal Sole.
Un tetto “trasparente”, sia esso a cupola o meno, non mi sembra offrire il tipo di protezione richiesto.

Le pareti laterali offerte da un cratere non servono a molto, a meno che uno non si aspetti un’attacco di artiglieria o carri armati…

Sulla Luna sarebbe molto più conveniente interrare il tutto, magari sfruttando quei famosi “tubi di lava” che sono stati rilevati.
Su Marte potrebbe essere, invece, conveniente situare il tutto in un canyon e - da questo punto di vista - il pianeta rosso ha molto da offrire, a cominciare dalla straordinaria Vallis Marineris.

Assolutamente d’accordo con Peppe, oltre ad essere improponibile è anche irrealizzabile per questioni tecniche, a partire da semplici moduli pressurizzati esistono soluzioni di gran lunga più vantaggiose e ottimizzabili…
(poi non ho idea di dove si possa trovare un cratere con quelle proporzioni e forme… la fisica che conosciamo è valida anche su Marte…)

quindi per quanto riguarda la mia domanda la risposta è che marte non è schermato a dovere e dovremmo cmq fare le talpe

Purtroppo si.
E non è neache tanto, e solo, un problema di atmosfera.

Certo Marte ha un’atmosfera risibile, se confrontata con quella della Terra, ma in più ha il problema della mancanza di un equivalente delle “Fasce di van Allen” terrestri, ossia di un potente campo elettromagnetico che tenga lontane le particelle più “cattive” che spara il nostro Sole ogni secondo della sua attività.

Se pure, in un remotissimo futuro, si riuscisse a risolvere il problema dell’atmosfera marziana (con improbabili e fantascientifiche soluzioni di “ingegneria planetaria”…ah come la fanno facile le riviste tipo “Focus”) resterbbe comunque quelle del campo magnetico.

E sarebbe irrisolvibile con qualsiasi tecnologia si possa anche solo immaginare.

Il punto è: va bene ragionare su tutto, e non ci sono problemi a parlare o proporre qualsiasi idea. Però è anche bene separare la parola fantascienza nelle sue due componenti: se si fa “fanta”, ok, se si fa “scienza”, qui non ci siamo, per i motivi che avete detto tutti. :slight_smile:

Riviste come focus mettono un bel disegnino ed ecco fatta la base su marte, eppure vendono molto.
In effetti almeno per quanto riguarda l’atmosfera qualche idea potrebbe esserci ( si parla comunque di progetti che potrebbero essere realizzati tra migliaia di anni) ma per risolvere il problema del campo magnetico è arduo anche solo immaginare una possibile soluzione :thinking:

se non erro il campo magnetico viene generato dalla rotazione del pianeta e dal suo nocciolo ferroso, ora, marte dovrebbe essere il pianeta piu simile al nostro tuttavia non ha formato una bolla che respinga questi raggi, e questo dovrebbe essera la causa sia della mancata atmosfera sia del rischio di irraggiamento giusto?

In primis, non in senso di rimprovero, ti invito a dare una scorsa ai tanti siti per astrofili o fatti da astrofili che parlano delle caratteristiche dei pianeti del Sistema Solare.
Marte non è affatto simile alla Terra, ma anzi, il più “simile” per dimensioni planetarie e per comportamenti geologici è Venere. Le somiglianze poi certo, si fermano qui, perchè se si parla di atmosfera, di pressioni, di temperature ecc… Venere è un vero inferno.

Marco
Spero tu non sia tra quelli che vogliono il ritorno sulla Luna solo per fare altre visite e non per costruirvi una base.
Secondo me questa non è fantasy, bensì astronautica avanzata.
Per quanto riguarda venere voglio dirvi una cosa:
è vero che venere è un inferno, ma è anche vero che su TUTTA la superficie di venere c’è un’enorme quantità di energia a portata di mano (su tutto il pianeta, alla superficie c’è calore a 400° C), ci avete mai pensato?

Anche nell’Etna! Ma non penso ci vogliano costruire una base dentro.

Le tue intenzioni sono buone, si stava solo evidenziando come esistano alcuni limiti fisici (come la forma di un corpo per mantenerne agevolmente la pressurizzazione, le dimensioni fisiche dei crateri, l’effetto schermante nullo della plastica per radiazioni cosmiche o campo magnetico) oppure ingegneristici (la plastica e la sua installazione/collegamento con il cratere, il lavoro umano per l’installazione sarebbe molto complesso) tale per cui sembra più fantascienza rispetto a studio di missione… Si può immaginare una soluzione come tu la proponi, ma i vincoli di realizzazione o operativi la fanno apparire più complessa di quanto non sembri…

Questo è vero, il problema è la capacità di sfruttarla, non facile attualmente.