Conflitto in Ucraina e sue ripercussioni sullo spazio

Marco, considerando che oltre che un appassionato di astronautica sei del mestiere, secondo te i Russi potrebbero avere qualcosa di interessante per i Cinesi nel settore spaziale?
In questi giorni molti analisti sono giunti alla conclusione che i Cinesi approfitteranno abilmente di questa crisi per acquisire non soltanto materie prime,ma anche aziende in Russia.
Insomma per loro potrebbe essere un grande affare.
Ora, che analisi fai circa i vantaggi che i Cinesi potrebbero avere nell’investire,sostenere,o addirittura di fatto acquisire il settore spaziale Russo?

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Ti ringrazio della fiducia nella mia capacità di analisi, ma non credo di essere all’altezza di rispondere in maniera completa :blush:

Quello che posso dirti è che secondo me ci sono due possibili piani:

  • sul piano politico, la Cina potrebbe stabilire qualsiasi tipo di collaborazione, senza limiti, anche a suo quasi totale carico, replicando quello che la comunità internazionale fece al cadere dell’Unione Sovietica, di fatto salvando il programma spaziale pubblico russo. Lo faranno? Impossibile da prevedere, ma è certamente una cosa possibile, specie quando la triste realtà prenderà il posto della propaganda e la Russia sarà disperatamente alla ricerca di capitali. Conviene alla Cina? Secondo me economicamente no, ma è per questo che si tratterebbe di una decisione squisitamente politica;

  • sul piano economico e di trasferimento del know how penso che ormai la Cina abbia superato il maestro da qualche anno. Sicuramente esistono tecnologie motoristiche molto importanti, che credo siano il fiore all’occhiello dello spazio russo, che potrebbero fare gola alla Cina. Ci potrebbe essere la convenienza di sfruttare qualche stazione ricevente, procurarsi materie prime (titanio) per parti di razzo a prezzi vantaggiosissimi, di delocalizzare qualche produzione inquinante.
    Se la Cina fosse l’unico o quasi acquirente per tutto questo, potrebbe di fatto fare il prezzo, ma che ci sia effettiva convenienza economica, è difficile da dire.

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Dico la mia con un fondo di tristezza:

  • L’astronautica russa era già in declino prima dello scoppio della Guerra in Ucraina, la prova sta nell’incapacità di essere riusciti a sviluppare e mettere in servizio la “nuova” capsula PTK-NP/Federatsyia/Orel nonostante un arco temporale di quasi 20 anni (voi direte ma anche gli americani con SLS/Orion hanno impiegato lo stesso tempo, si però SLS/Orion oggi, proprio oggi dico, sono sulla rampa di lancio). Mettiamoci anche le difficoltà di sviluppo del “nuovo” lanciatore Angara A5 con le altrettante difficoltà del “nuovo” cosmodromo di Vostochny.
  • I cinesi hanno già saccheggiato tutte le tecnologie che gli servivano nel periodo che va dalla metà degli anni 90 del secolo scorso fino alla metà dei primi anni 2000.
  • Anche se in futuro ci fosse un cambio di regime, laddove Putin e la sua banda di criminali fossero allontanati dal potere, i danni inferti all’astronautica russa resterebbero, primo tra tutti la decisione definitiva di mettere da parte la ISS in un breve futuro (era già nell’aria prima, ma oramai si può considerare cosa fatta).
  • L’indipendenza all’accesso manned allo Spazio dei principali competitor (USA, Cina e prossimamente India), soprattutto il fatto che gli americani dispongono della Dragon ha annullato la dipendenza dalle Soyuz nell’epoca “post Shuttle”.
  • Che valore oggi, ed ancor di più nello scenario futuro, possono avere i vari razzi Soyuz e Proton, e la stessa capsula Soyuz?

Per concludere: l’astronautica (soprattutto manned) russa, già avviata sul viale del tramonto per i motivi sopra esposti, a causa dei danni (auto) inferti dalla Russia per la Guerra in Ucraina sta per diventare qualcosa buona per i musei e poco più (lanci domestici e militari a parte).
Con un’economia sull’orlo del default è difficile prevedere bilanci tali da permettere la gestione di un’ “altra” stazione spaziale specie con investitori esteri in fuga.

Alla fine, paradossalmente, i russi continueranno a volare nello Spazio a bordo delle Shenzhou cinesi (o del suo successore) proprio come successe agli americani nel “post-Shuttle”. Naturalmente ci sarà una “seconda” diaspora di tecnici (dopo la prima avvenuta a valle del crollo dell’URSS) che alimenterà nuove tecnologie altrove. La prima diaspora ha dato all’Occidente la tecnologia motoristica dell’F-35B e l’incipit tecnologico della SpaceX, chissà questa seconda cosa porterà in futuro…

Perdonatemi la lunga, ma necessaria digressione, da appassionato di astronautica non posso che essere triste per un scienza che ci ha dato il primo satellite artificiale, il primo essere vivente nello Spazio, il primo uomo nello Spazio, la prima capsula multiposto, la prima EVA, la prima stazione spaziale, ecc.

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E questo dove sarebbe scritto? :roll_eyes:

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La ISS potrebbe essere la lifeline per tenere l’industria spaziale russa in una sorta di supporto vitale. Se il programma avrà una fine prematura, non sarà una decisione unilaterale.

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5 messaggi sono stati uniti a un argomento esistente: [2022-04-03] Falcon 9 Block 5 | Axiom Space Mission 1

Il 23 marzo scorso RIA Novosti ha raccolto alcune dichiarazioni del servizio stampa di Roscosmos, che ritornano sull’idea di replicare il lander Kazachok dell’abortita missione ExoMars.

La ricostruzione sarà necessaria, viene spiegato, perché ai tempi di un nuovo possibile volo su Marte (non si dice quando) la vita utile della maggior parte degli strumenti e dei componenti del lander originario (che al momento si trova in Italia) sarà scarduta.

Ria Novosti aggiunge che:

Rogozin ha riferito che la nuova missione russa non avrà un proprio rover, poiché non è necessario in quanto la stessa piattaforma di atterraggio è una stazione di ricerca autonoma.

https://ria.ru/20220323/mars-1779550453.html

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Si nota un certo contrasto tra le dichiarazioni roboanti (e molto spesso insensate) del Direttore Rogozin e la linea seguita dai responsabili della comunicazione di Roscosmos e affiliate.

In questi giorni l’agenzia TASS ha raccolto una serie di dichiarazioni del direttore del programma ISS presso il centro Khrunichev, Sergey Shaevich, riguardanti la manutenzione del modulo Zarya e la sua durata futura.

Com’è noto il modulo non è russo, ma finanziato dalla NASA con Boeing come prime contractor e Khrunichev come subcontractor. Di conseguenza le iniziative destinate a prolugnare la vita del modulo vanno concordate e sono regolate da contratti, periodicamente rinnovati.

Sergey Shaevich ha chiarito che, nonostante le sanzioni,

I contatti con i rappresentanti della compagnia Boeing vengono mantenuti regolarmente, non ci sono condizioni per la loro risoluzione.

D’altra parte, il modulo Zarya è tecnicamente e strutturalmente profondamente integrato nei segmenti russo e americano dell’ISS.

Qualsiasi cambiamento nella cooperazione tra il Centro spaziale di ricerca e produzione statale MV Khrunichev e Boeing può verificarsi solo in caso di cambiamento nelle relazioni tra Roscosmos e la NASA sulla Stazione spaziale internazionale

Shaevich ha aggiunto che sono in corso le trattative per concludere nuovi contratti per il mantenimento in funzione dei sistemi di terra che “accompagnano” il volo del modulo Zarya fino al 2024.

https://tass.ru/ekonomika/14179253

In una successiva comunicazione Shaevich ha precisato sono in corso i lavori per diagnosticare lo stato del modulo pressurizzato, i cui esiti permetteranno di valutare la possibilità di far funzionare Zarya anche dopo il 2028.

https://tass.ru/kosmos/14180095

Sotto contratto con Boeing lavora anche una azienda ucraina (il nome non viene citato) sviluppatore e fornitore di “uno dei sistemi del modulo” (non si dice quale sistema)

Shaevich rassicura:

Le difficoltà temporanee che [l’azienda] sta vivendo in relazione agli eventi in Ucraina non influiscono sul funzionamento sicuro del modulo Zarya

https://tass.ru/kosmos/14179505

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Archipeppe, mi incuriosische l’accenno all’F35-B. Mi sono perso la diaspora di cui accenni. Riesci a darmi qualche dettaglio? Grazie

Non voglio andare OT, per cui sarò telegrafico (tanto sulla rete trovi riferimenti a bizzeffe), in origine i russi avevano sviluppato (in forma prototipale) lo Yak-41/141 (“Freestyle” in codice NATO) caccia supersonico STOVL, alla metà degli anni 80 del secolo scorso per l’imbarco sulle portaerei classe Kiev come successore dello Yak-36M (“Forger” in codice NATO).

Il velivolo disponeva di un impianto propulsivo costituito da una turboventola Soyuz R79V dotata di un innovativo ugello ruotabile di 90 gradi e due RD-31D a metà fusoliera per compensare la spinta. Con il crollo dell’URSS (ovviamente) non se fece nulla ma alla metà degli anni 90 tutta la documentazione tecnica fu acquistata in blocco (ed a prezzo scontato) dalla Lockheed Martin per ricavarne un progetto innovativo, ovvero quello che all’epoca si chiamava JSF (Joint Strike Fighter) ed attualmente si chiama F-35 “Lightning II” in particolare la versione STOVL, ovvero lo F-35B prodotto in serie anche per la nostra Marina ed Aeronautica Militare.

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Grazie. Conosco lo Yak ma non sapevo dell’acquisto di Lockeed Martin…

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Un seguito alla vicenda sono le dichiarazioni di Rogozin, che sostanzialmente fa sì riferimento alla capacità autonoma di Roskosmos di portare una piattaforma scientifica su Marte, ma … con partecipazione e soprattutto denaro di terzi. Già.

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9 messaggi sono stati uniti a un argomento esistente: [2021-10-05] Sojuz 2.1a | Sojuz MS-19

La Space Force americana sta utilizzando i dati di Spire e altre aziende commerciali per analizzare ed individuare eventuali azioni di jamming a danno dei satelliti GPS, ai quali gli stessi spacecraft di Spire raccolgono la telemetria costantemente. Il progetto era nato ancora prima della guerra in Ucraina, ma sta ovviamente diventando significativo e utile all’intelligence americana in questo momento.

Maggiori dettagli nell’articolo di seguito di SpaceNews.

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Katya Pavlushchenko ci informa che sul canale Telegram di Roskosmos è stato detto che domani Rogozin rilascerà un annuncio ufficiale riguardo la cooperazione al programma ISS.
Per preparare il terreno alla massima distensione Rogozin ha ripostato il video “comico” della separazione tra segmento russo e USOS.

Il 2 aprile (sabato), il direttore generale della Roscosmos State Corporation Dmitry Rogozin rilascerà una dichiarazione ufficiale in merito alla posizione russa sulla prosecuzione della cooperazione con l’estero nell’ambito del progetto ISS. In precedenza, sono state inviate lettere alla NASA, alle agenzie spaziali europee e canadesi per conto del Direttore Generale di Roscosmos chiedendo di revocare le sanzioni all’istituto scientifico TsNIIMash (include il Mission Control Center) e al Progress RCC (produttore di razzi Soyuz-2 ). Da poche ore è scaduto il termine per ricevere le risposte dei partner esteri. La dichiarazione sarà trasmessa in onda sul canale televisivo Rossiya-24, sul sito Web e sui social network della società statale, nonché sui social network di Dmitry Rogozin.

https://twitter.com/katlinegrey/status/1509800043028566018

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Lo stato dell’Antonov AN-225 Mryia:

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Altre immagini dello stato di Mriya e altri Antonov:

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Altre minacce di Rogozin, capo di Roscosmos, sulla possibile chiusura della collaborazione per la ISS.

Completo con il tweet che mostra la lettera di NASA, CSA ed ESA.

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Nel thread dei tweet di Rogozin leggiamo:

Il capo della NASA, il senatore Nelson, il capo dell’Agenzia spaziale europea, Josef Aschbacher, e il capo dell’Agenzia spaziale canadese, Lisa Campbell, hanno risposto al mio appello che chiedeva la revoca delle sanzioni contro un certo numero di imprese dell’industria spaziale e missilistica russa.

Le risposte americane e canadesi sono quasi copie carbone. In particolare, la lettera di Bill Nelson afferma che “la NASA continuerà a impegnarsi con le agenzie federali e statunitensi competenti, per promuovere un’ulteriore cooperazione all’interno della ISS e le sue operazioni, inclusa qualsiasi cooperazione necessaria nell’ambito del programma ISS con il supporto del JSC “TsNIIMash” e JSC “RCC” Progress”. Mantenere le operazioni della ISS sicure e di successo rimane una priorità per gli Stati Uniti".
Per quanto riguarda la risposta dell’Agenzia spaziale europea, Josef Aschbacher ha agito come un postino, confermando di non risolvere tali questioni, e quindi ha inoltrato il mio appello agli Stati membri dell’UE. Cioè, siamo invitati ad aspettare fino alle burocrazie di tutti i 28 paesi dell’UE si degnino di leggere la lettera di Roskosmos.
A questo punto, o l’asino morirà, o la ISS morirà di sua stessa morte.
Tuttavia, la posizione dei nostri partner è chiara: le sanzioni non verranno revocate. Allo stesso tempo, temono la distruzione della cooperazione sulla ISS, dove il ruolo della Russia è di fondamentale importanza con le attività finanziarie, economiche e produttive delle nostre imprese high-tech.
Lo scopo delle sanzioni è uccidere l’economia russa, far precipitare il nostro popolo nella disperazione e nella fame e mettere in ginocchio il nostro paese. È chiaro che non saranno in grado di farlo, ma le intenzioni sono chiare.
Ecco perché credo che il ripristino delle normali relazioni tra i partner della Stazione Spaziale Internazionale e altri progetti congiunti sia possibile solo con la completa e incondizionata revoca di queste illegali sanzioni.
Proposte specifiche di Roskosmos sui tempi del completamento della cooperazione all’interno della ISS con le agenzie spaziali di Stati Uniti, Canada, Unione Europea e Giappone saranno riferite alla dirigenza del nostro Paese nel prossimo futuro.

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