In un pomeriggio di un sabato qualunque ho deciso di dedicare un thread ai moduli e agli equipaggiamenti che erano originariamente programmati per la ISS e che invece vuoi per un motivo o per l’altro non vedremo mai.
Senza rimpianti o tanti drammi ecco cosa avrebbe potuto esserci sulla ISS:
- Centrifuge Accommodations Module (CAM)
Era un modulo dedicato alla ricerca biologica in condizioni di gravità artificiale controllata.
Avrebbe potuto ospitare esperimenti in condizioni di gravità variabile da 0.001G a 2G con due postazioni indipendenti.
Costruito dalla JAXA su commissione NASA in cambio del lancio gratuito di Kibo, avrebbe dovuto essere collegato al Nodo 2.
Era lungo 8.9m e 4.4m di diametro, poteva ospitare 14 rack, di cui 4 con esperimenti attivi e 10 come magazzino materiali. Il modulo conteneva una centrifuga di 2.5 m di diametro, su di essa sarebbero stati montati i rack scientifici Life Sciences Glovebox (LSG) due Habitat Holding Rack (HHR) un Cryo-Freezer.
La centrifuga con una capacità di 1875 Kg avrebbe potuto ospitare microrganismi, piante e piccoli animali come i topi.
Era dotato di un complesso meccanismo che doveva permettere la rotazione della centrifuga senza trasmettere vibrazioni a tutto il complesso orbitale e aveva un sistema per utilizzare risorse come aria, acqua ed elettricità anche con la centrifuga in movimento.
Cancellato dopo la revisione dei voli rimanenti dello Shuttle nel post-Columbia.
- Habitation Module (HAB)
Costruito negli Stati Uniti era studiato per essere la parte dedicata alla vita quotidiana a bordo della stazione avrebbe ospitato docce, cucina, guardaroba e letti per 4 membri d’equipaggio.
Per il progetto erano stati presi in considerazione i moduli gonfiabili del progetto Trashab ma si era poi optato per una configurazione più tradizionale.
Gli interni del modulo sarebbero stati ideati in Italia e avrebbero potuto rappresentare la punta di diamante dell’Italian Style :
http://www.iacsa.it/italiano/progetto_hab.htm
Si è poi deciso di costruire la struttura del modulo negli USA e con la drastica riduzione dei voli Shuttle disponibili l’invio in orbita è stato cancellato. Il modulo già costruito è stato riciclato come modulo addestrativo a terra.
- Science Power Platform (SPP)
Era un modulo russo originariamente pensato per essere inviato utilizzando un Proton o uno Zenit, studiato ancora prima per essere inviato sulla Mir-2 successivamente spostato su un volo Shuttle per accordi bilaterali USA-Russia. Sarebbe stato un punto in più di produzione energetica con i suoi 8 pannelli solari e con il suo sistema di orientamento una capacità ulteriore di correzione sull’asse di rollio della stazione. Insieme a questo modulo doveva esserci anche il braccio robotico ERA che è poi stato spostato al MLM che verrà inviato in orbita nel 2008. Un accordo è stato raggiunto nel 2006 per compensare la mancata produzione di energia elettrica dovuta alla cancellazione del SPP con la cessione di una parte della produzione elettrica americana ceduta ai moduli russi che con questo avrebbero raggiunto la completa indipendenza.
- Crew Return Vehicle (CRV)
Pensato per essere la scialuppa di salvataggio per la ISS forse è stato il più vicino ma anche il più lontano dei progetti dall’essere realizzato.
Doveva essere in grado di riportare tutto o parte dell’equipaggio a terra nel più breve tempo possibile, doveva servire in caso di avarie alla Soyuz, in caso di pericolo per l’equipaggio o per emergenza medica per parte di esso.
Furono presi in considerazione decine di mezzi per questo scopo, partendo da una capsula studiata negli USA di probabile derivazione Apollo, passando per i vari HL-20, X-38, Orbital Space Plane, per arrivare ad una fantomatica “Lifeboat Alpha” costruita da un consorzio russo composto da Energia, Rockwell International e Khrunichev e successivamente bocciata nel 1995.
Come ultima ipotesi prima della sospensione dei voli Shuttle la costruzione era stata demandata all’ESA e ad Alenia Spazio come “prime contractor” utilizzando gli studi fatti sull’X-38. Progetto cancellato nel post-Columbia e compito demandato alle Soyuz TMA e in futuro al CEV.
- Docking and Stowage Module
Era un piccolo modulo russo che doveva essere agganciato al portello di nadir della Zarya e doveva fungere da piccolo magazzino e da punto di attracco per le Soyuz, aveva dimensioni simili proprio al modulo Zarya e sarebbe stato lanciato da un Proton. E’ stato cancellato per essere rimpiazzato dal Multipurpose Laboratory Module.
- Universal Docking Module (UDM)
Costruito da RKK Energia e Khrunichev sarebbe stato collegato alla porta di nadir del modulo Zvezda per poter collegare due altri moduli russi, il Russian Research Modules e il SO2 Docking Compartment ( un secondo Pirs ) dopo la cancellazione di questi ultimi due per mancanza di fondi si è deciso di rimpiazzare questo modulo con il Multipurpose Laboratory Module.
- SO2
Sarebbe stato un airlock sostitutivo per il Pirs attualmente utilizzato sulla ISS, il quale sarebbe stato sganciato dopo l’invio di questo secondo modulo. Con la cencellazione del SO2 l’unico airlock è destinato a rimanere l’SO1 o Pirs.
- Russian Research Module (RM)
Originariamente pensati per essere due ed entrambi collegati all’UDM. Un primo modulo è stato cancellato per mancanza di fondi e un secondo è attualmente “under review” e se confermato verrà lanciato dopo il 2010.
Ed ecco come sarebbe stata la sezione russa con tutti i moduli preventivati:
Passiamo ora a due piccoli moduli pensati per essere lanciati casi d’emergenza
- Interim Control Module
Era un piccolo “tug” costruito dalla NASA che doveva servire in caso di lancio fallito o di gravi problemi al primo modulo russo Zvezda per non ritardare la costruzione e permettere di mantenere in orbita i moduli americani senza la propulsione del modulo russo.
Commissionato dalla NASA nel 1997 al Naval Research Laboratory per essere utilizzato in casi d’emergenza nei primi periodi di vita della ISS come reboost e per il controllo della posizione, aveva una vita operativa compresa fra 1 e 3 anni e sarebbe stato lanciato con lo Shuttle.
Attualmente è custodito nel NRL’s Payload Processing Facility a Washington per una possibile emergenza che ne richieda l’uso. Attualmente è allo studio un possibile lancio attraverso un Falcon 9 nel periodo post-Shuttle se ne dovesse servire l’utilizzo.
- ISS Propulsion Module
Proposto come backup alla funzione propulsiva del modulo russo Zvezda o in caso di avaria di quest’ultimo e di indisponibilità di Progress o ATV sarebbe stato utilizzato solo in un secondo momento dopo l’invio del Interim Control Module che sarebbe durato al massimo fino a 3 anni.
Con una richiesta annua di 7000kg di combustibile la ISS necessita di continui approvigionamenti un Propulsion Module potrebbe trasportare fino a 9808 kg di carburante verso la stazione e rifornirla in caso d’emergenza. Sarebbe trasportato sullo Shuttle ed era stato pensato più come sistema propulsivo indipendente americano. Cancellato per evidente inutilità e sovrapposizione di compiti con l’entrata in servizio di Progress M1, 1950 kg di carburante, ATV 4000 kg, Interim Control Module 5000 kg, Shuttle, generalmente 232 kg ma estendibile fino a 1626 kg senza contare le riserve sulla Zarya di 5500 kg e sulla Zvezda di 860 kg, queste generalmente non utilizzate per preservare i propulsori a vita limitata.
Pensato anche come modifica ad un possibile Nodo X da sostituire al Nodo 2 o 3 non è mai stato preso in seria considerazione.