Ragionevole. Qui nessuno avrebbe considerato Bezos al pari della Cristoforetti, ora è semplicemente nero su bianco.
Leggendo un po’ ho il dubbio per Wally su New Shepard che comunque il training da astronauta l’aveva fatto,anche se come tutti i type rating dovrebbe essere scaduto da qualche annetto e non ha avuto ruoli essenziali nella missione.
Si inventeranno di fargli schiacciare un bottone per avviare un esperimento…
Amen…
Scusate, a logica: avete presente che esistono delle auto di Formula 1 a due posti? Ecco, io un bel giorno mi faccio portare in giro per l’autodromo di Monza e mi faccio bello come se fossi un pari di Leclerc. L’ astronauta non è semplicemente uno che è stato nello spazio ma una persona che in questo ambiente svolge attivitá di alto profilo tecnico/scientifico.
Invece sì
astronauta
/a·stro·nàu·ta/
sostantivo maschile e femminile
- Viaggiatore a bordo di un veicolo spaziale o di un’astronave.
Origine
Comp. di astro- e -nauta •prima del 1921.
Per favore finiamola con i paragoni!!
Come già scritto in precedenza, parallelismi con il mondo aeronautico, automotive, navale ecc. funzionano fino ad un certo punto poi da un certo punto in poi sono solo fuorvianti.
Astronauta è chiunque vada nello Spazio per qualsiasi motivo, non bisogna fare confusione con la categoria “piloti spaziali”. Nei voli Shuttle hanno volato anche poco più che passeggeri, proprio come l’attuale amministratore della NASA Bill Nelson eppure erano sempre e comunque astronauti.
Ma davvero questi milionari hanno bisogno del riconoscimento di qualcuno per sentirsi appagati dal volo? Ma chi se ne frega se si possono chiamare astronauti o no?
Che ricordo io, nessuno ha mai detto che Dennis Tito fosse un astronauta, si è sempre parlato di Space Tourist. Questa cosa degli “astronauti” l’hanno tirata fuori Branson e Bezos per farsi pubblicità e cercare di attirare più attenzione. Grazie infinite alla FAA che ha aggiornato le sue definizioni, risolvendo il problema una volta per tutte:
5. Eligibility Requirements. To be eligible for FAA Commercial Space Astronaut Wings, commercial launch crewmembers must meet the following criteria:
a. Meet the requirements for flight crew qualifications and training under Title 14 of the Code of Federal Regulations (14 CFR) part 460.
b. Demonstrated flight beyond 50 statute miles above the surface of the Earth as flight crew on an FAA/AST licensed or permitted launch or reentry vehicle.
c. Demonstrated activities during flight that were essential to public safety, or contributed to human space flight safety.
6. Revising Eligibility Requirements. In order to maintain the prestige of Commercial Space Astronaut Wings, the FAA may further refine the eligibility requirements at any time as it deems appropriate. Any updates to the eligibility will be recorded as a revision to this document.
Direi che il 5b e 5c chiudono la discussione.
Aggiungo il link al 14 CFR part 460, in cui si fa chiara distinzione tra “flight crew” e “space flight participant” (e il secondo non è nella definizione 5b della FAA): https://www.law.cornell.edu/cfr/text/14/part-460
Nello specifico a nessuno tranne loro.
Stiamo però affrontando un argomento per così dire “filosofico”, più in generale chi si può definire “astronauta”?
Astronauta = pilota spaziale?
Astronauta = chiunque viaggia nello Spazio?
C’è una terza via?
Se gli “astronauti” sono i piloti spaziali allora gli altri sono “viaggiatori spaziali”?
La categoria “Turista Spaziale” ha senso?
Come vedi la cosa pone una serie di domanda, spesso eluse (oppure elegantemente scansate) dalla community spaziale internazionale ma che ora assurgono a livello di urgenza dal momento che, in futuro più o meno prossimo, l’accesso allo Spazio sarà possibile per un numero di persone impensabile fino a qualche decennio fa…
Ma secondo me il problema non si pone. Io non sognerei mai di definirmi marinaio perché ho viaggiato come ospite sui traghetti per la Sardegna o la Sicilia…
Certo come non ci si definisce “aviatori” solo perché si prende un volo di linea per Parigi…
Allora questo significa che, linguisticamente, il campo spaziale sarà trattato come tutti gli altri ambiti?
Ciò porterà inevitabilmente alla perdita dell’aura “mitologica” che si trascina appresso il termine “astronauta” da 6 decadi a questa parte…
@archipeppe mi limito a dire che ne faccio una distinzione di competenze, solo questo.
Non saprei, ancora oggi il capitano di una nave o il pilota di un aereo di linea hanno un certo fascino… ma certo, se il volo nello spazio dovesse diventare routine (cose che cmq non credo noi vedremo mai), di sicuro l’aura mitologica si ridurrà
Dato che il termine (e relativa cerimonia tenuta da altri astronauti) “astronauta” è un potente strumento di marketing, potrebbe essere che le aziende che offriranno servizi di volo sopra la linea di Karman (o quasi) risolvano mettendoci un “BO” o “Virgin” accanto.
Tipo “Virgin Astronaut” o “Blue Origin Astronaut”, o magari un nuovo termine, inventato ma quasi altrettanto appealing…
È proprio questo che mi lascia perplesso… uno paga per l’esperienza di andare nello spazio, o per avere il riconoscimento da qualcun altro per essere andato nello spazio?
Non credo che i clienti in questione abbiano bisogno di metterlo nel CV per essere asssunti da qualche parte
Se per volo nello Spazio intendiamo quello interplanetario sono d’accordo con te, almeno in un lasso di tempo ragionevole.
Se per volo nello Spazio in ambiente BEO non sono così sicuro da dire “mai” nell’ambito delle nostre vite.
Se per volo nello Spazio intendiamo l’ambiente LEO sono ragionevolmente sicuro che può diventare routine in un lasso di tempo ragionevole, soprattutto se mezzi come Starship entrano in esercizio.
Se per volo nello Spazio intendiamo quello suborbitale la cosa è prossima ventura, già l’anno prossimo potremmo assistere a decine di persone che fanno esperienza di volo suborbitale.
Perché quando hanno scritto il dizionario, era ovvio che chi andava nello spazio aveva caratteristiche univoche e riconoscibili. Il turismo spaziale introduce un quid che cambia le carte in tavola.
Correggetemi se sbaglio, nel linguaggio di noi appassionati (non parlo di “linguaggio comune” perchè se ne sentono di ogni) si parla spesso di “volo suborbitale” e “volo spaziale”.
Nella prima accezione si parla di tutto ciò che ha raggiunto lo spazio ma non è andato in orbita
mentre nel secondo caso si parla di tutto ciò che ha fatto almeno un orbita, oppure è sfuggito alla attrazione terrestre.
Sono molto più propenso a dire che i primi non sono astronauti, mentre i secondi si.
Allora giusto per fare chiarezza, “volo spaziale” è qualsiasi cosa passa la linea dei 100 km di altezza dal livello del mare.
Dunque un volo suborbitale che passa o si avvicina a questo limite è spaziale per definizione.
Se volete in aiuto ci viene la FAA (Federal Aviation Administration) americana con le seguenti definizioni:
https://www.faa.gov/space/licenses/human_spaceflight/
Dove la dicotomia tra astronauta-pilota e astronauta-passeggero, si risolve sostanzialmente nella rimozione del termine “astronauta” a vantaggio di “Flight Crew” (come per gli aerei) ovvero “Equipaggio di volo” e di “Human Spaceflight Participant” ovvero “Partecipante Umano al volo spaziale” per tutti gli altri, indipendentemente dallo scopo e dal ruolo.
Non sono molto d’accordo, perché secondo me Alan Shepard è diventato un astronauta nel momento in cui ha fatto il primo volo con la Mercury, anche se era suborbitale.
Direi che la definizione di FAA copre tutto perfettamente, senza fare distinzione tra orbitale e suborbitale.
Quindi lasciando inalterata la definizione di
come da dizionario