Cosa definisce e chi è un vero astronauta?

Come definire i quattro a bordo di Inspiration4?

Un’opinione:

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Passeggeri spaziali.

Anche se hanno ricevuto un addestramento di base sul funzionamento della Dragon 2 nessuno di loro è un vero “pilota spaziale”.

D’altra parte la Dragon 2 funziona (Russian Style) in maniera quasi del tutto autonoma, in particolare la I4 non deve effettuare nessuna manovra di rendez-vous e docking e deve solo effettuare un rientro corretto al termine della missione.

Inoltre la definizione di “passeggero spaziale” include e quindi supera anche quella di “turista spaziale” che diviene una particolare sottoclasse.

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su questo sono perfettamente d’accordo

su questo invece no, sono addestrati a compiere ogni tipo di operazione e a prendere il controllo della situazione, pertanto sono in effetti piloti (forse solo 2 di loro Isaacman e Proctor), anche se probabilmente non dovranno farlo.

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Inoltre mi sembra che eseguiranno qualche sorta di esperimento medico in orbita, ed ognuno ha delle specifiche funzioni da espletare (es: la Arceneaux sara’ ufficiale medico), e pertanto tutti saranno in qualche modo responsabili della sicurezza della missione.

Se non ho capito male leggendo post precedenti, per Faa non e’ astronauta chi compie il volo senza alcuna responsabilita’.

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Ecco la novità di cui parlavo.

Concordo. Secondo me dobbiamo distinguere due “famiglie” di definizioni: una determinerà la grossa distinzione tra chi è stato nello spazio e/o in orbita e chi no (e qui un termine generico sarebbe d’obbligo - viaggiatore spaziale? - è bruttissimo, lo so).
L’altro insieme specificherà le mansioni del “viaggiatore” come già eravamo abituati in epoca Shuttle: Comandante, Pilota, Specialista di Missione, Specialista del Carico Utile, naturalmente con l’aggiunta della più recente categoria dei Turisti/Passeggeri spaziali.

*P.S. che poi, senza andare a cercare lo Shuttle, come giustamente diceva Archipeppe, possiamo rifarci ai diversi membri di equipaggio e passeggeri di un normale volo di linea.

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Fonte NasaSpaceFlight:

Mentre Dragon effettuerà l’intera missione in uno stato autonomo, Isaacman e Proctor sono addestrati a subentrare nel caso in cui qualcosa vada storto con i computer.

Oltre ad essere una raccolta fondi, la missione servirà anche come una sorta di mini-laboratorio, conducendo ricerche per St. Jude’s e altre organizzazioni. L’equipaggio condurrà esperimenti, registrerà dati biometrici e preleverà campioni per conoscere come reagisce il corpo umano all’essere nello spazio.

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chi gioca a calcio per hobby non si definisce calciatore, chi guida per hobby non è un pilota, mi sembra equivalente a chi si fa un viaggio in orbita, non fa l’astronauta

Astronomo :arrow_right:Astrofilo
Astronauta :arrow_right:Astronautofilo?
No ok sto zitto :joy:

Eh no!
Astronautofilo vuole dire “amante degli astronauti” (in senso concettuale), e dunque potrebbe valere per tutti noi, che non siamo mai andati nello Spazio… :grinning_face_with_smiling_eyes:

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Allora Astronavofilo Spaziofluttuante :upside_down_face:

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Secondo la Treccani, coloro che svolgono ruoli pubblici (governo, comuni, militari) non sono privati cittadini.
cit: “Persona che non ha un incarico pubblico o non esercita particolari funzioni o sia comunque considerata come singolo cittadino”
https://www.treccani.it/vocabolario/privato/#:~:text=Persona%20che%20non%20ha%20un,singolo%20cittadino%3A%20anche%20ai%20p.
Ad esempio, Umberto Guidoni era astronauta ma privato cittadino, Parmitano (e Cristoforetti), secondo questa definizione, no.

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Direi che concordo, se va come “nullafacente”, ma in questo caso non mi sembra completamente applicabile, in quanto qualcosa faranno.

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la questione della denominazione dei componenti della missione Inspiration4 potrebbe non essere una discussione insignificante

in sintesi, potrebbe darsi che non si potranno mai “fregiare” del “titolo” di “astronauti” in quanto SpaceX li ha denominati “partecipanti al volo spaziale” nella richiesta di licenza alla FAA in quanto il ruolo dei componenti della missione non rispondono ai requisiti di “equipaggio” della FAA

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ok non lo metto in dubbio ma cosa cambia? non lo fanno di mestiere, non è una loro attività, è un’esperienza. Quando giochi a calcio ti fanno tirare in porta ma non sei un calciatore

Vorrei fare un passo avanti nella discussione: quello su cui stiamo ragionando (non solo noi, praticamente tutto il mondo spaziale) non è tanto una questione meramente semantica ma, a mio avviso, sostanziale.

Mi spiego meglio, negli ultimi mesi abbiamo assistito al volo di parecchie persone “normali” ovvero nel senso più pieno del termine. Tra voli suborbitali ed orbitali, dall’età di Wally Funk fino alla straordinaria vicenda di Hayley Arcenaux, abbiamo realizzato che davvero “chiunque” può andare nello Spazio senza particolari limitazioni che non si un generico stato di buona (ma anche discreta) salute.

Allora non è solo il termine “Astronauta” a divenire rapidamente superato dagli eventi ma anche, e soprattutto, il suo significato.

Astronauta nella sua accezione “classica” riguarda donne ed uomini con una tempera psicofisica eccezionale una preparazione scolastica e professionale al disopra della media. Piloti collaudatori, scienziati, militari di carriera con qualche notevole eccezione di ricchi facoltosi, ma sempre con caratteristiche fisiche fuori dal comune.

Quello che è successo negli ultimi mesi, invece, ha dimostrato con i fatti quello che molti pensavano da tempo, ovvero che TUTTI (tranne delle eccezioni) possano andare nello Spazio, basta avere l’occasione per farlo.
Siamo in presenza di un vero e proprio ribaltone del paradigma “classico” da quasi nessuno con qualche eccezione a quasi tutti con qualche eccezione.

Da qui dunque l’esigenza di cambiare la semantica ed il vocabolario di chi viaggia (e viaggerà) nello Spazio. Il termine “Astronauta” è e resterà per sempre legato all’immagine di quei pochissimi eccezionali che volavano nello Spazio, oggi siamo costretti a trovare nuovi termini per designare tutti coloro (e saranno sempre di più) i quali in un futuro, anche prossimo, si troveranno a viaggiare nello Spazio per motivi di lavoro, studio, svago ecc.

Perdonatemi la lunga digressione, ma a ben vedere non si tratta solo di “parole parole…” (per parafrasare una nota canzone di Mina).

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Vale la pena di ricordare che avevano gia’ provato con il “Teacher in Space Project”, a far volare nello spazio normali insegnanti definiti “civili non astronauti”.

Poi il disastro del Challenger e la perdita, tra gli altri, di Christa McAuliffe ha messo fine alla cosa.

A quel tempo la banalizzazione del volo nello spazio non e’ andata a buon fine anche a causa dei vicoli ciechi tecnologici e dell’impossibilita’ di iterare il design dello Shuttle. Questa volta vediamo.

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I due precedenti storici: la McAuliffe (e la di lei riserva Barbara Morgan) e l’attempato John Glenn, al suo secondo volo non contano.

Perché le prime avevano comunque fatto tutto l’iter di selezione ed addestramento riservato agli allora “specialisti di missione”.

Lo stesso vale per il rivolo di Glenn, il quale nonostante i suoi acciacchi lo rendessero una persona “normale” si era speso tutto il potente credito del volo orbitale con la Mercury Friendship 7.

Sullo stesso piano della McAuliffe e Morgan stanno anche i voli di Bill Nelson e del principe Al Saud.
Questi precedenti dovevano indurre tutti a riflettere che il volo spaziale è sempre stato alla portata di tutti, ma l’aura mitica del termine Astronauta, potente ancora all’epoca, unita alla stessa aura mitica che si portava appresso lo Shuttle di suo (e che manterrà inalterata sino alla fine, perfino amplificata dalle due tragedie) aveva reso tutti molto miopi in merito.

Adesso il velo è definitivamente calato, abbiamo forse perso un mito ma in cambio abbiamo guadagnato una serie di opportunità impensabili solo fino a qualche anno fa.

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Piccolo ot:

tecnicamente lo è chiunque superi i 100km di altezza…

Alla fine gliele hanno date le ali, ma non le daranno più a nessun altro…

https://www.faa.gov/newsroom/faa-ends-commercial-space-astronaut-wings-program-will-recognize-individuals-reaching

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