A seguito dei numerosi post ripetitivi sulla scelta universitaria, sulla carriera e su attività a esse correlate, apro un thread riassuntivo per fare un po’ di chiarezza su come è la situazione universitaria e lavorativa in ambito astronautico in questo momento in Italia e in Europa. Molte della affermazioni di seguito rappresentano il mio punto di vista personale, basato sulla mia esperienza di vita e lavorativa, sul feedback ricevuto da conoscenti e sulle opinioni di altri utenti lette su questo forum. Invito tutti i lettori a documentarsi ulteriormente e non prendere per scontato quanto scritto, ma di sfruttarlo come punto di riflessione. Potete fare domande pertinenti accodandovi a questo thread.
La scelta dell’Università triennale
È difficile consigliare quale università intraprendere, soprattutto perché questa è una scelta personale che dipende molto dalle caratteristiche soggettive di chi vuole intraprendere una carriera in ambito astronautico. Il mondo è grande e vario, soprattutto cambia nel tempo, molte cose rimangono abbastanza stabili, ma molte novità aprono le porte a opportunità inaspettate, quindi è molto difficile fare previsioni a lungo termine. Detto questo, difficilmente al lavoro un recruiter guarderà all’Università di provenienza, si baserà più sulle skill personali e tecniche del candidato, sulle esperienze che ha acquisito parallelamente al corso di laurea e su altri fattori che gli vengono imposti dall’alto per la scelta del candidato. Qualunque università è buona.
La differenza principale tra un’università ingegneristica e una scientifica è il modo in cui ci si approccia a finalizzare uno studio. Restando in campo astronautico, se si vuole progettare una missione spaziale di tipo scientifico, l’ingegnere si occuperà della sonda che dovrà compiere la missione, con occhio particolare a struttura, energia, comunicazioni, e milioni di protocolli standard da rispettare. Lo scienziato si occuperà di capire quali dati scientifici la sonda dovrà collezionare.
L’Università è qualcosa di completamente diverso da quello che lo studente di liceo si aspetta. Spesso è più formale e noiosa delle aspettative, per questo la maggior parte finiscono in trappole da cui è richiesto molto tempo prima di uscire. Esami procrastinati, calo di interesse, crisi di identità e dubbi sul futuro sono i principali intoppi che portano lo studente a rallentare la marcia durante il suo percorso. Vi dirò di più, non vi serve neanche un computer esagerato, non farete molto nei primi tre anni, siete praticamente a digiuno di tutto e dovete imparare i concetti fondamentali.
La scelta universitaria non è definitiva, può essere cambiata lungo il suo corso. Ha un prezzo, ovviamente, non in termini di denaro, ma di impegno aggiuntivo necessario per affrontare il cambio. Non è niente di esagerato, io pure l’ho fatto in passato e non mi ha causato nessun ritardo, assolutamente.
In definitiva, scegliere la città e la facoltà dove andare a studiare è solo il primo dei tanti bivi che la vita vi porrà davanti. Tutte le strade sono in salita, cercate almeno un percorso il cui panorama si di vostro gradimento, qualcosa che vi piaccia studiare. Ah, un’ultima cosa, l’università non è obbligatoria, potete lavorare nel settore aerospaziale anche senza laurea, conosco un bel po’ di persone che ce l’hanno fatta.
Scelta della laurea magistrale
Finalmente avete chiuso un percorso di studi. E ora tocca scegliere se andare a lavorare o se continuare con la laurea magistrale. Sappiate che per un’azienda ancora siete persone senza conoscenze e senza competenze specifiche, scusate la durezza, le posizioni di lavoro aperte a quelli con la laurea magistrale sono solo leggermente superiori a quelli senza laurea.
Voi siete diversi però, rispetto a 3 (si spera) anni fa, prima brancolavate nel buio nella scelta di causa, adesso brancolate sempre, ma con più cognizione di causa. Più o meno sapete a cosa state andando incontro. Qui si impongono altre scelte, se continuare il percorso intrapreso o se cambiare leggermente facoltà. Ribadendo che sono sempre scelte personali, occorre sapere quello che volete fare da grandi. Non abbiate paura di perdere qualche mese a recuperare il tempo perso per un cambio, se è quello che volete fare, consideratelo un investimento.
Se posso darvi un consiglio personale, considerate anche la possibilità di completare l’Università all’estero. Tanto, solitamente siete fuori sede anche in Italia, al giorno d’oggi andare da Palermo a Francoforte è più facile che andare a Firenze, oltre che ad essere più basso il costo della vita. Non dovete per forza cambiare l’Università, ma potete sfruttare una delle tantissime possibilità a disposizione di voi studenti d’oggi, come l’Erasmus e altri progetti di cui magari non sono a conoscenza. Un’esperienza all’estero vi fornisce un punto di vista diverso su come funziona il mondo e vi apre la porta a nuove strade (per ora sempre in salita, ma magari meno ripida).
Ricordatevi, che anche al completamento della laurea magistrale, per il datore di lavoro all’inizio sarete solo un peso, un altro elemento da formare perché all’Università non ha imparato niente. Quindi tante più cose sapete, meglio sarà per il datore e per voi. Non semplicemente le cose che vi insegnano all’Università, ma anche le cose pratiche della vita, tipo aver imparato bene un’altra lingua, aver avuto un’esperienza vera in un ambiente di lavoro vero, produttivo, aver imparato un tool utile alla produzione sin dal primo giorno di lavoro.
Quindi, nella scelta universitaria, indirizzatevi oltre che con le vostre prospettive anche con quello che vi possono offrire in questi termini di conoscenze aggiuntive. Se avete scelto un percorso ingegneristico, saper usare un tool sarà un elemento che vi distinguerà dagli altri. Può essere un sistema di rendering, un linguaggio di programmazione, un framework, una cosa qualunque che l’Università non è obbligata a insegnarvi ma che vi permetta di essere produttivi. Solid Works, Python, una certificazione PMI (project manager), sono cose che l’azienda gradisce sicuro.
Se avete scelto un percorso scientifico, cercate di individuare fin da subito il ramo in cui indirizzerete la vostra ricerca, vi aiuterà. Iniziate a pensare alla tesi dal prima possibile e non semplicemente come un lavoro che dovete fare, ma come l’inizio di quello che sarà la vostra carriera. Cercate di fare un po’ di ricerca per conto vostro durante la laurea magistrale, non è difficile, anche se molto dipende dall’ambiente che frequentate. Nel settore della ricerca c’è molta più apertura che nel mondo del business, spesso i senior sono desiderosi di trovare qualcuno interessato all’argomento che studiano, e saranno felici di poter far ricerca con voi. Prima iniziate a pubblicare, prima il vostro cammino inizierà la discesa, non tanto per il numero di pubblicazioni, quanto perché avrete capito cosa vuol dire produrre veramente.
Durante la magistrale, quindi, non limitatevi all’università. Cercate qualche side skill che vi accompagnerà per il futuro.
La ricerca del lavoro
Bene, avete finito l’università e ora volete andare a fare il lavoro che vi piace? Mi dispiace, non è proprio così. Ora per il datore di lavoro sarete solo un peso da, un altro elemento da formare perché sa solo cose che si ingegnano all’università. Certo è un po’ meglio del punto precedente, ma dalla laurea al lavoro il passaggio non è così automatico. Intanto il settore astronautico è di nicchia. La maggior parte delle posizioni aperte sono per gente con esperienza, anche se minima, è importante aver fatto qualcosa precedentemente (per questo al punto precedente vi ho suggerito di arricchirvi con qualche slide skill).
E poi la ricerca del lavoro è un vero e proprio lavoro. Non viene l’azienda a cercarvi, siete voi che dovete cercarla. Prendetevi tempo per sistemare bene il vostro CV, una bella lettera di presentazione, anzi un paio, visto che a diversi datori vi dovete presentare in modo diverso, e iniziate a cercare. Ricordatevi che a ogni posizione di lavoro aperta, specialmente a quelle con poca esperienza richiesta, rispondono centinaia di persone. Quindi se statisticamente volete che qualcuno si faccia vivo, mandate un centinaio di richieste.
Non un centinaio in totale, un centinaio a settimana è un buon punto di partenza. E ovviamente non limitatevi all’Italia, l’Europa è grande e aperta. Ci sono veramente centinaia di aziende del settore aerospaziale che aspettano solo che vi facciate vivi, fatevi sentire. Startup, aziende storiche, aziende fornitrici, all’inizio è veramente un caos cercare, ma col tempo imparerete a essere efficienti.
E preparatevi alla delusione. I colloqui all’inizio andranno male, soprattutto perché non sapete esattamente cosa vogliono sentire da voi. Potrà capitare che vi venga offerta un lavoro che non vi piace, può anche essere questa una soluzione, un modo per fare esperienza da rivendersi per la prossima offerta, in modo da riprovare dopo 6 mesi o un anno.
Imparare a essere nel mondo
Qualunque sia il vostro cammino formativo, cercate dal primo momento qualcosa di pratico da fare. Al giorno d’oggi la rete offre milioni di possibilità di collaborare a progetti inerenti con quello che state facendo. ISAA ne è un esempio, è tenuta in piedi da un piccolo plotone di volontari che si scontra tutti i giorni con problemi reali. Potete arruolarvi anche voi, dopotutto se siete qui a leggere, l’argomento vi piace sicuro.
Oppure potete partecipare a progetti open che si trovano in giro, ce ne sono di tutti i tipi, dal Citizen Scientist ai progetti software open source, open hardware, maker, modellismo, e questo solo per il settore aerospaziale.
Una cosa fatta bene potrà fare la differenza a un colloquio di lavoro, darvi qualcosa in più dei candidati concorrenti, o anche semplicemente permettervi di conoscere più persone pertinenti per ricevere consigli più mirati.
Quindi rimboccatevi le maniche e dateci dentro, se avete qualche dubbio in tema, in questo forum ci sono migliaia di persone che non aspettano altro che aiutarvi.