Costruirsi una carriera

Ti parlo da studente di UniPD che in triennale ha fatto Astronomia. Nel mio piano di studi (come immagino anche nel tuo), avevo almeno 12 crediti liberi da spendere su due esami. Potevo scegliere tra Astrofisica del Sistema Solare (sostanzialmente un deep dive in tutti i corpi del SS), Ottica applicata, calcolo numerico e storia dell’astronomia.

Questi sono i 4 esami proposti dal CdL in Astronomia, ma nulla mi vieta (e lo spiega ogni anno il presidente del corso di studi) di scegliere altri esami, purchè siano quantomeno coerenti. Io sono finito a fare introduzione all’apprendimento automatico della Laurea in Informatica e Dinamica del Volo aerospaziale proprio di Ingegneria Aerospaziale. Detto questo la possibilità ce l’hai di scegliere ed in caso non potessi registrare gli esami sul libretto, puoi sempre frequentare le lezioni e sostenere l’esame, solo che il voto non ti verrà registrato e non farà media (almeno finchè non è nel libretto).

Tornando invece a qualcosa legato alla storia, come dicevo Storia dell’Astronomia e Storia della Fisica sono due corsi bellissimi, entrambi tenuti da un Prof innamorato pazzo della materia e con un esame sostanzialmente fattibile (produrre un elaborato di 5/6 pagine su un tema, non necessariamente trattato a lezione).

Sono scivolato decisamente OT, ma se hai bisogno hit me con un PM (o vieni in Beato Pellegrino prima delle 22, se sei a Padova)


@amoroso, ci ho preso il caffè ieri, aveva preso un paio di secoli sabbatici

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Un ultimo elemento che abbiamo gia’ menzionato in altre discussioni simili.

Quella della scelta dell’ateneo (e della ricerca spasmodica del voto altissimo) e’ un’altra ossessione che leggiamo spesso da parte di persone nella tua stessa condizione di dubbio.

Ebbene, a parte particolari esperienze di ricerca o di laboratorio radicate nella tradizione di questo o quell’ateneo, che se stai inseguendo specializzazioni specifiche allora assumono un certo valore nella scelta di dove studiare, tutte le universita’ italiane accreditate dovrebbero offrire lo stesso livello minimo di conoscenze a parita’ di titolo finale.
Spesso dire di essere immatricolato nell’ateneo X serve piu’ a tirarsela con gli amici (magari perche’ si va in un ateneo “famoso” o in una costosa universita’ privata, che implica una certa agiatezza) che ad avere un curriculum sostanzialmente migliore rispetto a studenti di altre realta’.

La cosa (ateneo di provenienza + voto altissimo) potrebbe avere un peso se cerchi un primo impiego in Italia o se il voto e’ uno dei criteri di selezione, ma appena varchi i confini nazionali, a meno che tu non ti sia laureato col rotto della cuffia, i datori di lavoro se ne catafottono di dove hai studiato o di come mai hai 90/110 invece che 110 e lode, per usare un’eufemismo Camilleriano.
Contano sempre, invece, cose concrete come conoscenze informatiche, le esperienze hands-on nel campo (stage, praticantati, anche estivi per dire), o aver partecipato a qualche progetto che mostri a chi ti deve assumenre che oltre che a saper stare sui libri sai anche fare qualcosa nella pratica e magari lavorare in team.

Come altri prima di me, se non hai esigenze particolari ti invito a scegliere l’universita’ piu’ comoda per te, e se hai passione, voglia di lavorare sodo e magari non disdegni di fare esperienze all’estero vedrai che avrai tutti i mezzi per costruirti una carriera.

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Nomino @mattodeg @marcozambi ma mi riferisco a tutti…

Sono molto felice dei consigli che mi avete dato e ne farò tesoro, farò sapere la mia scelta e come mi troverò al più presto (per i futuri lettori).

Vi ringrazio ancora e se @mattodeg l’invito fosse riferito a me (presumo proprio di sì) sarà un piacere bere un caffè con te appena mi sistemerò un attimo.

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Mi allineo con le parole d’oro che hanno speso chi mi ha preceduto. Dico la mia da studente universitario di triennale come te. Non sottovalutare il potere delle associazioni studentesche, perché sono spesso loro che hanno da tramite tra le voci degli studenti e la parte amministrativa dell’università.

Da me, a Palermo, per esempio non c’è un vero e proprio corso di “Aerospaziale”, sebbene le specialistiche in “Meccanica” e “Aeronautica” siano molto validi, al pari di istituti più rinomati. Lo “spazio” è un qualcosa di lontano anche se tocchi argomenti parecchio affini. Se hai un progetto, magari non adesso al primo anno che è un po’ presto ma più avanti, un’idea concreta che possa essere un valore aggiunto per te e per i tuoi colleghi, proponila. Non ti nego che ne ho una in testa e parlandone in forma non ufficiale con i rappresentanti degli studenti mi hanno dato il loro benestare.

Questo per dirti che la bontà dell’università dipende sia dai rapporti di collaborazione con istituti e società, ma anche dalle menti vulcaniche degli studenti che la vivono. L’università è degli studenti e sono questi a fare la differenza, così come lo sono i dipendenti nelle aziende. L’università diventa come una famiglia ed è un percorso a medio-lungo termine. Non tarpare le ali alle tue ambizioni e non temere di essere il pioniere di una nuova strada :wink:

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Grazie per il consiglio!

Io vado controcorrente. Ogni volta sento dire che i voti non sono importanti, che le università sono tutte uguali, che ciò che contano sono le esperienze. Ma già qua c’è la prima contraddizione; è innegabile che una miglior media durante gli studi offra molte più possibilità. Tra queste: un miglior posizionamento nella graduatoria per erasmus per studio o per tesi all’estero, una maggior visibilità nei confronti delle aziende per un tirocinio prematuro (prima dell’ultimo anno di magistrale), borse di studio (che oltre a dare un’ovvia mano economica durante gli studi risaltano anche nel CV), possibilità di accesso a corsi “d’elite”, come l’alta scuola politecnica per PoliMi e PoliTo…

Quindi si, è vero che poi presentarsi al colloquio con 90/110 invece che 110/110 cambia poco, ma presentarsi con un erasmus in Germania, uno stage in Airbus, qualche borsa di studio di merito di differenza ne fa un sacco.

Hai ragione, infatti ho scritto:

In altre parole, se e’ un criterio di selezione, ovvio che conta.
Ma se ti muovi fuori dall’Italia per il tuo primo impiego, allora quei due fattori diventano meno importanti, soprattutto dove ti sei laureato.
Naturalmente e’ solo la mia opinione, formatasi pero’ in qualche anno di esperienza sul campo.

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Forse e dico forse può avere più peso al inizio della carriera o magari per avere una possibilità di entrare in ESA come YGT ad esempio ( anche se da italiano è comunque dura) dopo qualche anno il tuo network ( le persone con cui hai lavorato) , esperienza e casi fortuiti della vita fanno molto di più .
Per fare le tesi all’estero basta cercare nei siti delle aziende o università estere. Nelle aziende si riceve uno stipendio che permette comunque di mantenersi più o meno.

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Si apriranno 200 posizioni in ESA a breve:

leggete quello che è di vostra pertinenza, io vado a vedermi cos’hanno di bello in project control.

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Buongiorno a tutti! Mando l’ultimo messaggio

Vi volevo aggiornare per quanto riguarda la mia decisione… alla fine sono finito ad ingegneria elettronica (non so se ricordate, ero il gestionale di primo anno indeciso fra meccanica e aerospaziale XD).

Sempre a Padova. Per qualsiasi possibile futura matricola che ha bisogno di informazioni e aiuto io sono disponibile… per aiuti imminenti meglio Instagram che controllo ogni giorno (gabriel_brunner).
Grazie per i vostri consigli.
Buon lavoro :heart:.

Se qualcuno volesse venire a dividere l’ufficio con il sottoscritto :slight_smile:

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Verrei solo per la buona compagnia :grinning:

Volete lavorare alla NASA? Opzione 4
https://intern.nasa.gov/

EDIT: ops, scusate, per l’Europa è program on hold, mettetevelo nei bookmark e riprovate più tardi.

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Buongiorno a tutti!
Mi presento: sono un neolaureato (da circa un mese) in ingegneria aerospaziale (triennale), e sto già seguendo alcuni corsi della magistrale della mia facoltà (frequento la Seconda Università di Napoli, aka Vanvitelli).
La passione e la voglia di continuare a studiare certamente non mi mancano, tuttavia ho sempre il dubbio sull’aspetto lavorativo: sì, aerospaziale dà lavoro, ma ho notato (già provando a inviare diversi curriculum e navigando su Indeed/Linkedin) che sono molto poche le aziende che operano in questo settore. In particolare, o si va all’estero/al nord, oppure si deve avere la fortuna di essere assunti da quelle 4/5 aziende che ci sono nei dintorni.
Allora, visto che la programmazione è sempre stata una mia passione (ho fatto lo scientifico scienze applicate) e avendo sostenuti degli esami che prevedevano un pò di informatica alla triennale, ho pensato di fare ingegneria informatica (magistrale), magari integrando degli esami, oppure sempre la triennale, quindi di fatto prendendo 2 lauree.
Il problema è: conviene tutto ciò?
Sì, ho letto la prima discussione in alto, la programmazione serve di base (conosco Python, C, C++ e Javascript), tuttavia volendo andare a lavorare in ambito informatico (sempre come “piano B”, per non restare a mani vuote), come dovrei procedere?
Faccio questa domanda perchè molte aziende in ambito IT prendono ingegneri informatici piuttosto che aerospaziali, quindi non avrebbe senso farsi un bagaglio di linguaggi di programmazione, se poi non mi potrebbero neanche venir chiesti ai colloqui.
Insomma, se c’è qualcuno con i miei stessi dubbi o magari ha già avuto esperienze simili nel mondo del lavoro, che si faccia avanti🥲 Grazie a tutti in anticipo per le risposte!

Nel 2023 un’esperienza all’estero dovrebbe essere il piano A. Lo strumento più efficace per entrare, crescere e prosperare nel mondo del lavoro in un settore ad alta tecnologia.

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Beh, sì, sei tu che devi andare da loro, mica puoi pretendere che le grandi aziende vengano da te.
Come ti ha già detto Paolo sopra, quando compri il biglietto fai sola andata.

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Da qui a tre anni le cose potrebbero anche cambiare nel mondo del lavoro io non mi focalizzerei su cosa è richiesto oggi ma a fare quello che ti piace. Un esperienza fuori sede se vuoi lavorare in campo aerospaziale è davvero indispensabile sia a livello personale che professionale. Capisco benissimo che non è facile ma ci siamo passati tutti più o meno. Molte volte il viaggio è di sola andata ma non è detto. Se non sei disposto a lasciare nemmeno la tua città natale dovrai nella maggioranza dei casi accontentati anche nello sviluppo della carriera.

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Citazione

Certamente, questo non lo metto mai in dubbio :sweat_smile:, la mia domanda era più che altro sul “bagaglio culturale” che dovrebbe avere un aerospaziale. Cioè, dato che statisticamente i linguaggi di programmazione e l’informatica in generale è ben richiesta da tantissime aziende, conviene per un laureato in ingegneria aerospaziale studiarsi un pò di questa roba, e avere più probabilità di essere preso da aziende vicine (che magari non si interessano di spazio, ma chiedono comunque competenze nel campo dell’IT), oppure è tempo perso? (poichè magari vorranno il classico informatico/ingegnere informatico, e non un aerospaziale)

Avevo pensato alla programmazione proprio perchè mi piace. Non ho una grandissima passione per tutto ciò che è dietro al mondo informatico (infatti non ho scelto ing informatica per questo), ma in questi 3 anni di uni, soprattutto nel tempo libero, mi sono divertito a imparare vari linguaggi, e volevo sapere se effettivamente continuare così, poichè magari potrebbe essere fruttuoso in futuro, oppure no

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Non ti seguo bene, se vuoi fare semplicemente il dev, ok, magari trovi anche luoghi migliori di questo per ricevere consigli.
Se vuoi lavorare nel campo aerospaziale, conoscere un linguaggio di programmazione è sicuramente utile, meglio uno bene che 4 medi, tipo python, largamente diffuso. Ma il passo più importante è fare esperienza da qualche parte, stage, Erasmus, tutoraggio, lavoretti, progetti universitari, ci sono veramente moltissime opportunità oggigiorno.

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Volevo sbilanciarmi un po’ di più e aiutare attivamente un paio di voi. È un po’ un esperimento. Se siete interessati a trovare lavoro nel settore spaziale, provate a contattarmi in privato dopo aver letto le seguenti premesse:

  • non ho esperienza professionale nel settore;
  • non ho nessun ritorno economico a fare quello che sto per fare;
  • non voglio nulla in cambio;
  • ISAA non c’entra nulla con questa iniziativa;
  • in passato ho aiutato un centinaio di persone a trovare lavoro nel mondo IT, ma per l’aerospazio sarà una cosa nuova per me;
  • non spammate nel forum, contattatemi solo in privato, magari dopo un po’ scriverò un post con le lezioni imparate sia se l’iniziativa è andata bene sia se è andata male;
  • non vi risponderò subito, ma risponderò a tutti;
  • non posso aiutarvi tutti, non ce la faccio;
  • non scrivetemi se non siete disponibili a trasferirvi domani all’Isola dell’Ascensione per accettare il lavoro trovato;
  • non sarà facile;
  • non c’è nessun obbligo a seguire i miei suggerimenti.
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