Come sono le policy per chi lavora nel tooling in Italia in Thales, è obbligatoria la conoscenza dell’italiano per poter essere assunti?
L’inglese è fondamentale nel 99% dei casi.
Per l’italiano dipende molto dalla posizione di cui parliamo e dall’ente che propone la vacancy. Potrebbe non essere richiesto o comunque considerato secondario.
Ad ogni modo la conoscenza dell’italiano è fortemente consigliata, se la vacancy è in italiano credo sia implicitamente richiesta.
oltre 150 posizioni aperte è proprio tanto!
Pubblico i requisiti, a mio parere occorre sapere l’italiano.
Disponibilità a lavorare su turni (3), anche se non in modo abituale
Facilità e disponibilità ad interfacciare e “guidare” abitualmente personale operaio
Disponibilità e capacità di lavorare per obiettivi con poco riguardo per i limiti dei ruoli formali e per lavori anche non di livello
Sensibilità alla qualità del lavoro e dei risultati
Interesse per la continua crescita tecnologica ed attitudine a proporre per migliorare
Opportunità anche per i pigri
Post motivazionale di ESA:
Una cosa poco nota a molti è che lo stipendio è esente da tasse, quindi vi prendete direttamente il lordo in busta.
Questa cosa è purtroppo nota a molti e purtroppo completamente falsa ![]()
Non paghiamo le tasse allo stato in cui viviamo, ma paghiamo una tassa interna di ESA, più un contributo per la pensione, un contributo per le spese mediche, etc, che sono tutte le cose che in Italia sono nei contributi INPS.
E quindi alla fine dal lordo al netto c’è un taglio di più del 40%, che è praticamente lo stesso che negli stati Europei per uno stipendio paragonabile.
Poi certo, rispetto agli stipendi italiani di un ingegnere, lo stipendio ESA è una cifra astronomica. Ma non è granché più alto di uno stipendio da ingegnere in Germania (il che spiega come mai in ESA ci sono tanti Italiani e Spagnoli, ma non così tanti Tedeschi)
Scusa, ma il contributo per le spese mediche è legato alla nazione di residenza? A quanto ne so, a Frascati dovrebbero esserne esenti, in Germania no.
Non conosco i dettagli di ESRIN, ma entrando in ESA non paghi più le tasse nello stato in cui vivi, esci fuori dal sistema, e quindi non hai più neanche diritto all’assicurazione sanitaria (né alla pensione e altri schemi di “social security”). E quindi ESA ha un’assicurazione medica privata, un’assicurazione pensionistica privata, etc. che a quanto ne so sono le stesse in qualunque stato sei assegnato.
Scuola estiva a Guiyang sull’esplorazione marziana.
https://mp.weixin.qq.com/s/JINkCWNiPHNRzV8b8LtNIQ
Questi incontri sono davvero un’ottima opportunità di carriera.
Tra gli organizzatori c’è pure un professore dell’Università di Chieti specializzato in geologia e esplorazione planetaria.
Edit: scusate, dimenticavo di dire che da quest’anno la Cina non richiede più VISA per eventi come questi, quindi andare lì non richiede burocrazia eccessiva.
Buonasera a tutti,
è il mio primo post su questo forum e mi rendo conto di rispondere a un thread datato, ma avrei bisogno di alcune informazioni pratiche.
Sono uno studente che ha appena concluso la laurea triennale in Ingegneria Aerospaziale a Padova e devo iscrivermi a breve alla magistrale nel settore spazio.
Attualmente sono indeciso tra il Politecnico di Torino e l’Università di Padova. Ho capito dai messaggi precedenti che l’università rappresenta solo una parte delle competenze richieste nel mondo del lavoro, ma proprio per questo vorrei capire se una magistrale a Padova possa offrire minori opportunità di esperienze concrete (internship, tirocini, tesi in azienda, programmi all’estero) rispetto a Torino.
A Torino, infatti, sono presenti diverse grandi aziende del settore spaziale, anche se ho letto che l’ingresso come prima esperienza lavorativa non sia sempice. Padova invece ha un tessuto industriale locale meno sviluppato in ambito spaziale, ma i corsi sono interamente in inglese e molto focalizzati sul settore, cosa che, suppongo, potrebbe favorire un’apertura verso realtà internazionali.
È possibile che abbiate già risposto a domande simili alla mia e me ne scuso, ma ogni consiglio aggiornato o esperienza diretta sarebbe per me molto prezioso.
Grazie in anticipo per il tempo e la disponibilità.
Ciao,
ho letto parecchie domande simili nel forum. Vorrei chiederti: in che ruolo vorresti trovate impiego? Vorresti essere un progettista, un commerciale o in generale una figura che segue i clienti?
Mio consiglio: se desideri essere impiegato come progettista ti consiglio di pensare ad un dottorato al termine della specialistica, per imparare non c’è di meglio. Certamente è una scelta che comporta dei rischi.
Spero di non averti ulteriormente confuso.
Buongiorno!
Per adesso non mi è ancora molto chiaro in cosa specializzarmi. Con le conoscenze che ho allo stato attuale, mi potrebbe interessare il ramo della progettazione (propulsione e vettori di lancio ad esempio) però non escludo che in futuro possa cambiare idea, anche in base alle opportunità che si paleseranno. Detto ciò, innanzitutto vorrei scegliere la magistrale e, in seguito, valuterò se proseguire verso un dottorato o inserirmi in ambito professionale (al momento preferibile).
Proprio per questo chiedevo per la scelta universitaria, per poter avere maggiori opportunità, anche pratiche, di orientare la mia scelta di specializzazione professionale.
Ti/vi ringrazio per eventuali risposte!
Lavoro in campo spaziale. La mia università non mi ha fornito nessun tirocinio o alcuna possibilità ho fatto da solo insistendo dopo mille rifiuti . Fai l’università che è migliore per te dal punto di vista logistico, che è più a misura di studente con risorse online e professori disponibili. Per le occasioni puoi trovarle da solo nel sito delle aziende ormai non è più come 20 anni fa che le occasioni erano nascoste. Se sei a Padova puoi sempre andare a Torino o anche fuori Italia. Fossi in te, se lo spazio è quello che vuoi fare, sonsidererei altre università come Kiruna, Space university, Delft etc.
Innanzitutto grazie mille per la risposta!
Vorrei capire meglio un aspetto che hai citato: se ho ben compreso, sei uscito dall’università circa 20 anni fa e lavori già da tempo nel settore spaziale. Ti chiedo quindi, secondo la tua esperienza, se oggi entrare in questo ambito appena finiti gli studi sia ancora molto difficile o se la situazione sia in parte cambiata (sapendo comunque che nessuno ti viene a cercare a casa).
Quando parli di disponibilità dei professori, intendi come valore aggiunto per la didattica o anche come possibile ponte verso il mondo del lavoro?
Infine, relativamente alle università che hai menzionato, cosa pensi possano offrire in più nella preparazione di un futuro ingegnere rispetto a un politecnico o ad altre università italiane?
Grazie ancora e scusa per le tante domande, ma mi aiutano a fare chiarezza.
Adesso é sicuramente piú facile avere contatti ed entrare nel mondo spaziale grazie alla new space economy e grandi del settore (Thales-Alenia, Airbus e OHB) non sono piú l´unica possibilitá. Nella mia universitá uno o al massimo due venivano mandati a fare la tesi fuori in azienda da un contatto del professore (aveva una lista infinita a cui accedevano solo i migliori). Adesso tutte le posizioni delle aziende o quasi (quelle manageriali no) , anche per tirocini e tesi , passano per la pagina careers delle aziende quindi la distanza si é accorciata. Per quanto riguarda Space University o Luleå , hanno un approccio hands-on orientato allo Spazio in cui ti crei contatti, impari ad esprimerti in inglese ed hai occasione di avere contatti con progetti o industria in maniera pratica. Io ho dovuto studiare strutture e costruzioni di macchine e non ho fatto nulla sui payload spaziali ( remote sensing etc.) o di elettronica o architettura dei processori ( ed il programma della mia università é ancora quello). Questo perché in Italia prima ti formano come ingegnere e poi come bonus ti insegnano qualcosa di Spazio . Io trovo assurdo ed anacronistico per la formazione dover imparare a dimensionare la cascata di ruote dentate e non sapere nulla di come funziona un milbus o uno space wire o che differenza ci sia tra una memoria L1, L2 o L3 .Cerca di andare dove ti rendono la vita didatticamente facile per il resto la carriera dipende molto di piú dalle occasioni che non puoi controllare, dalla tua passione e da una dose di fortuna.
Tuttavia con un università estera difficilmente potrai iscriverti al albo degli ingegneri in Italia e fare la professione, non hai il piano B ( anche se con la triennale puoi sempre fare qualcosa) quindi ci devi credere ma non é impossibile.
Perfetto, grazie mille ancora!
Al momento non sto pensando di fare la magistrale fuori dall’Italia, ma valutavo la possibilità di un Erasmus o di un internship che mi permetta di entrare in modo più pratico nel settore spaziale. Consideravo Padova soprattutto perché i corsi sono in inglese e questo, a mio avviso, aiuterebbe a familiarizzare da subito con il lessico tecnico del settore.
Un’ultima domanda: quanto è realmente necessaria l’iscrizione all’albo per lavorare in questo ambito? Ho sentito pareri contrastanti (forse anche non corretti) secondo cui spesso si viene assunti senza essere iscritti all’albo. In generale, pensi che l’iscrizione all’albo aggiunga valore a un curriculum?
Posso rispondere io: zero ![]()
L’iscrizione all’albo ti serve se ti vuoi mettere in proprio e aprire il tuo studio di ingegneria. Se lavori in azienda o in un’agenzia pubblica non serve assolutamente a nulla. E ovviamente non serve all’estero, perché gli ordini professionali sono una cosa tutta italiana.
Detto questo, visto che non saprai mai cosa ti riserva il futuro, il mio consiglio è comunque di prendere l’abilitazione appena dopo la laurea, quando gli studi universitari sono ancora freschi nella tua memoria. Se io dovessi provare adesso a fare la prova di abilitazione, mi ci vorrebbero mesi di studio. Quando la presi 20 anni fa, lo feci quasi senza aprire un libro ![]()
Un’aggiunta riguardo a quello che diceva @Ritberger sopra: aver studiato all’estero non è comunque una forte limitazione se vuoi cercare lavoro all’estero. Ovviamente avere un’esperienza fuori dall’Italia fa bene nel curriculum e aiuta, ma c’è talmente tanta carenza di ingegneri dappertutto che prima o poi chiunque riesce a trovare un buon posto, se cerca con costanza.
Io non ho nemmeno fatto l’esame di stato ![]()
Spero che le varie agenzie non mi vengano a cercare ![]()
Buonasera,
son un ingegnere spaziale e mi frulla nella mente una domanda: ha senso un master tipo Seeds (Polito) o una laurea di terzo livello in ing. Aerospaziale (La sapienza) per avere a CV maggior esperienza nel settore spaziale e riuscire da essere assunti anche da neolaureati? ( al momento sto lavorando in Italia per una azienda grossa che ha anche una sede per settore settore spaziale a Roma. Però la mia occupazione è nella Difesa).
Ho trovato difficoltà ad inserirmi in aziende spaziali poiché richiedevano sempre almeno un anno di esperienza.
Secondo voi vale lo stesso l’esperienza che sto facendo per poi essere preso in ambito spaziale? O quei master sono una bella porta prioritaria?
ps: le materie affrontate nei master le ho fatte tutte in pratica, sarebbe solo un ripasso per me. Però immagino che la differenza la faccia il contatto diretto con le varie aziende.
grazie a tutti per l’attenzione!