Domande base di astronautica

Maggiore, non minore.
Il punto è: se volo a 400 km di quota sopra la florida, a che velocità devo andare per essere fermo rispetto ad essa?

Se vado alla stessa velocità tangenziale della Florida, essendo ad un raggio maggiore, ho una velocità angolare minore e quindi rimango indietro…

Beh, ma la differenza a me viene 7.37, che è abbastanza vicino ai 7.5 che mostrano…

Il punto è che il numero 7.5 non ha nessun senso, non possono avere quella velocità a 400 km di quota, sarebbe suborbitale (e che io sappia, il secondo stadio rilascia il payload dopo l’inserimento in orbita, quindi lui stesso ha raggiunto la velocità orbitale)

Minore di 6770. Stai chiamando con la stessa parola, raggio, due cose diverse, il raggio terrestre e il raggio di rotazione della Florida attorno all’asse terrestre, che è minore, ed è uguale al raggio terrestre per il seno della latitudine. A 400km di quota devi comunque fare 7170 per il seno della latitudine.

Perché sei stai fermo a 400 km sopra la florida, il centro della circonferenza da te descritto non è il centro della Terra.

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La velocità che si legge sullo schermo della Dragon mi sembra diverso da quello mostrato in telemetria.

Se c’è un cambio di sistema di riferimento, il momento più logico per farlo secondo me è al MECO. In quel momento si vede la velocità diminuire leggermente per poco prima di tornare a crescere

Mi ricordo che c’era un sito in cui qualcuno estraeva la telemetria dal video, ma non lo trovo

Durante la ricerca però è venuto fuori questo simulatore, magari può tornare utile

Non riesco a leggere, quant’è?

Io leggo un 7.79, ma è piuttosto sgranata. Non mi sembra un 7.5 comunque

Ci ho pensato un po’ su, allora scrivo l’ultimo messaggio perchè non vorrei mai tediarvi, poi ci rifletterò con calma nei prossimi giorni.

Il discorso è nato dalle velocità indicate dalla telemetria. Alla partenza è zero quindi le possibilità che vedo sono:

  1. è riferita al suolo Florida in un sistema di riferimento inerziale (quello del Sole e delle stelle)
  2. è riferita al sistema di riferimento non inerziale (quello della Terra in rotazione)

in orbita la velocità è costante quindi le possibilità che vedo sono:

  1. è riferita al centro della Terra in un sistema di riferimento inerziale (quello del Sole e delle stelle)
  2. è riferita al sistema di riferimento non inerziale (quello della Terra in rotazione)

I punti (1) sono in contraddizione, mentre i punti (2) coincidono. Quindi non è che siamo semplicemente nel sistema di riferimento della Terra in rotazione? almeno il modulo della velocità avrà significato…

Abbiate pietà di me se sto vaneggiando. Cmq non aggiungerò altro, seguirò la vostra discussione e rifletterò in silenzio.

No, in questo caso il modulo della velocità orbitale non è costante.

Perché come dicevi l’orbita è inclinata, ok. Ci rifletterò quando avrò un po’ di tempo.

E non solo.
Anche se non fosse inclinata devi inventarti epicili e deferenti per calcolarti l’orbita. :wink:

Sì insomma, guarda Marte dalla Terra, ogni tanto fa moti retrogradi.

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Boh, io dicevo che la velocità della Dragon è misurata rispetto al sistema di riferimento non inerziale della Terra in rotazione. Se vuoi fare un paragone con Marte allora lui trasmetterebbe la sua velocità in telemetria rispetto al sistema di riferimento del Sole (attorno cui orbita). Non della Terra o della Florida.

Ma per me una volta in orbita non ha proprio senso misurare la velocità rispetto alla superficie della terra, ovvero rispetto al sistema di riferimento rotante… Sono sicuro al 99% che la velocità in orbita è indicata rispetto ad un sistema che parte dal centro della terra ma che non ruota, perché questa è la velocità che determina la quota e la forma dell’orbita.

E quindi il problema è che al momento del lancio è sbagliato indicare zero, si dovrebbe partire dalla velocità di rotazione della Terra in florida. Oppure, che secondo me è la cosa più sensata, si parte da zero e si misura la velocitá come per gli aerei finché si sta in atmosfera, e poi a un certo punto si salta da un sistema di riferimento all’altro.

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Perché la Dragon deve rientrare per forza nell’Oceano Atlantico?
Se c’è vento non potrebbe rientrare nel Mediterraneo, ad esempio, ci mettono una settimana a fare la traversata, e le previsioni a una settimana si sanno abbastanza bene. Ho detto il Mediterraneo solo per esempio, perché se serve magari c’è anche qualche infrastruttura utile, ma sicuro ci sarà un posto meno ventoso vicino, tipo la costa occidentale europea che affaccia sull’atlantico. Di sicuro i costi della traversata sono minori di quelli del prolungamento di una missione spaziale. La domanda è anche un po’ generica, perché non c’è una ridondanza per il luogo di atterraggio?

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Premetto che la risposta secondo me ha molto poco di astronautica, ma è piuttosto legata all’organizzazione del programma ISS e al tipo di scienza che si fa in LEO.

C’è tanta ridondanza, ci sono tanti posti candidati per il rientro, ma sono tutti nell’Atlantico o nel golfo del Messico, perché “orbitano” intorno al JSC :slightly_smiling_face:

Il rientro degli astronauti richiede tutta una serie di infrastrutture disponibili nel luogo di rientro, prima di tutto per i controlli medici da fare immediatamente, il che richiede che il medico personale di ogni astronauta sia nel luogo del rientro, di solito sulla nave ma spesso anche sull’elicottero. E quel personale poi sta con l’astronauta fino al rientro al JSC e nei giorni successivi.

Poi ci sono per le analisi scientifiche da fare sugli astronauti dopo il rientro (post-flight BDC, Baseline Data Collection), il che richiede laboratori medici con strumentazioni particolari, più la presenza in-situ degli scienziati, cosa che avviene al JSC. A seconda dell’esperimento, alcune di queste post-flight BDC vanno fatte il giorno stesso o entro pochi giorni dal rientro (mentre altre si fanno settimane o anche mesi dopo).

Inoltre, ogni capsula porta anche dei campioni scientifici in “conditioned stowage”, di cui alcuni dei vengono processati in-situ dagli scienziati, e altri vanno messi immediatamente in freezer (alcuni a -80) e da lì trasportati al più presto sotto ghiaccio ai vari laboratori degli scienziati. E questo trasporto va organizzato in anticipo.

Per gli astronauti Europei poi, c’è un aereo e un team dedicato che raccoglie l’astronauta (dopo che ha fatto le post-flight BDC urgenti) e lo riporta subito in Europa, dove verranno fatte altre post-flight BDC.

Insomma, tutto questo ha un costo molto considerevole, e ripetere il tutto in Europa e magari da qualche altra parte significherebbe moltiplicare i costi e anche la dimensione dei teams, per una situazione che magari si materializza solo una volta ogni tanto.

Secondo me, costa molto di meno tenere gli astronauti a bordo un po’ più a lungo.

Ma addirittura alcuni team non sarebbero proprio in grado di sostenere una cosa del genere (penso a qualche professore universitario che organizza il viaggio al JSC per le BDC con i fondi limitati che ha, che altrimenti dovrebbe prepararsi ad avere più persone sparse per il mondo pronte a fare la BDC al posto suo in caso di rientro da un’altra parte). Abbiamo vari casi in cui per ogni equipaggio abbiamo deciso di fare un’attivitá solo un astronauta ESA e non su altri NASA in parallelo (o viceversa), perché gli scienziati coinvolti non avevano fondi e soprattutto abbastanza personale nel team di ricerca, per fare una BDC in Europa ad un astronauta e in USA o in Giappone all’altro astronauta nello stesso tempo.

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Penso anchio che replicare quello che c’è al JSC costi tantissimo, ma se anziché dal mare al porto di Houston, vanno dal mare al porto di Malaga, poi con 6-7 ore in più arrivano al JSC. Se sono esperimenti per cui 6 ore in più sono critiche, ok, chiaro.

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Risolvi almeno in parte la questione dei post-flight BDC che hanno 12 ore di margine, ma non risolvi la questione del team di supporto a Terra (medico e non) e dell’organizzazione logistica per il trasporto agli scienziati dei campioni scientifici che si portano giù.

Presumo abbiano fatto i conti e abbiano deciso che non conveniva, altrimenti non si spiega perché non l’hanno fatto :slight_smile:

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C’è anche l’opzione in cui non è proprio banale dire se conviene o no, e pure verificare la fattibilità e la supposta convenienza costa.

Ci sono un sacco di ambiti in cui c’è un ottimo globale, facilmente riconoscibile, e altri in cui quando si trova un ottimo locale ci vuole TANTA convinzione per spostarsi, in assenza di garanzie che l’alternativa sia migliore, con tutte le incertezze del caso.

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Tornando a questa domanda, quello che stanno facendo con Ax-3 è un ottimo esempio e ha un bel po’ di astrodinamica.

In sostanza hanno deciso di puntare ad una zona di rientro completamente diversa (credo a Est della Florida), perché da quella parte il meteo era addirittura SuperGO.

Ma per arrivare in quella zona, con l’orbita attuale della ISS, c’era bisogno di un bel po’ di manovre da parte della Dragon. E quindi hanno fatto l’undock il 7 Febbraio e lo splashdown sarà il 9 Febbraio, con un phasing di due giorni esatti (e l’equipaggio per due giorni nella capsula), che è molto insolito per il rientro della Dragon.

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ciao a tutti, mi domandavo, c’è qualche buona ragione per cui la NASA (o qualsiasi altra agenzia spaziale che conduce missioni di ricerca) NON dovrebbe comunicare al mondo intero la scoperta di forme di vita aliene?mi riferisco ad eventuali micro-organismi scoperti su marte da qualche missione presente o futura, o sulle lune di giove e saturno. Grazie. Io personalmente non ci vedo nessuna buona ragione per cui non rivelare queste informazioni, quindi mi aspetto, qualora questo dovesse accadere che tutto venga diffuso. C’entra forse l’impatto che questa scoperta potrebbe avere sull’umanità? Ho anche provato a immaginare come reagirebbe la stragrande maggioranza delle persone sulla terra: “Hey, lo sai che hanno scoperto fossili contenenti forme di vita batteriologiche sotto le dune di sabbia di marte?”
“ah sì?ma pensa te…”
fine. Insomma, non so quante persone capirebbero la portata di una simile scoperta, per cui non vedo come la cosa potrebbe “destabilizzare” il mondo ecco.
esistono quindi altre cose che magari mi sfuggono riguardo al comunicare apertamente al mondo una simile scoperta?grazie.

La maggior parte delle volte gli strumenti scientifici di una sonda sono gestiti da un principal investigator di un’università, non direttamente dalla NASA, la quale invece gestisce la sonda in sé, comunicazione, stato, assetto…
E se uno in un’università scopre già una molecolina organica nuova ha fatto bingo ed è soddisfatto per tutta la vita. Quindi tendenzialmente non lo nasconderebbe.
Secondo, al momento nessuna sonda ha strumentazione per rilevare attività biologiche in modo diretto. Si cercano più le tracce geologiche che un processo biologico potrebbe generare. Anche perché ci sono pochi modi per scoprire se qualcosa ha origine biologica, anche sulla terra, il più diffuso è il test di reazione delle catene di polimerasi, il PCR test che si faceva ai tempi del COVID-19. E si basa sul DNA.
Volendo cercare vita non basata su DNA, non si sa cosa cercare, nemmeno sulla Terra, figuriamoci fuori. Si discute da anni se esiste una biosfera ombra sulla terra, il classico esempio è il desert vanish, ai limiti della classificazione della vita.