Dal pensionamento dello Space Shuttle nel luglio 2011, l’altitudine media della Stazione Spaziale Internazionale sopra il livello del mare è cresciuta progressivamente di anno in anno, fino a superare abbonitemene i 420 chilometri di quota nell’ultimo periodo. NASA e Roskosmos, sulla spinta della prima, hanno raggiunto l’intesa per stabilizzare l’orbita della Stazione a 416 km, con l’impegno di mantenerla costante non solo nell’imminente futuro, ma anche negli anni a venire fino a quando il laboratorio orbitante resterà operativo.
Il motivo è presto spiegato: se da un lato orbitare in alto ha permesso a Roskosmos di accorciare in modo significativo i tempi di viaggio di persone e merci e di sentire meno l’effetto frenante dell’atmosfera terrestre, dall’altro espone i delicati esperimenti scientifici ad una dose maggiore di radiazioni cosmiche. In sintesi, la NASA ha fatto valere l’importanza delle conclusioni tratte con le ricerche effettuate in microgravità e l’impatto che hanno nella comunità scientifica.
Altitudine aggiornata della Stazione. Credit: Heavens-Above
Ad oggi, per come stanno le cose, non si tratta di un grande cambiamento, significa abbassare l’orbita della Stazione di qualche chilometro. A tal proposito l’ingegnere balistico di RKC Energija, Rafail Murtazin ha espresso la massima disponibilità di Roskosmos a venire incontro alle esigenze della controparte statunitense.
Dalla tua affermazione deduco che tu abbia letto il comunicato:
Ti giro la domanda @buzz: quali fattori, oltre a radiazioni, vibrazioni e variazioni nell’ordine di micro-g, possono influenzare o alterare i progetti di ricerca? Da inesperto, mi viene da pensare che il “problema” - tra virgolette - non è tanto l’eccessiva altitudine media, quanto la quota all’apogeo non essendo l’orbita perfettamente circolare. Il delta tra l’altezza massima e minima durante un giro intorno alla Terra può essere anche di 23 chilometri, a fronte dell’altitudine media che può attestarsi 2.000 metri sopra il perigeo.
Da cui ho preso questa slide e che mostra un effettivo e sensibile aumento delle dosi di radiazione, anche in pochi km di differenza di altitudine proprio nel range 400/420
Sempre Marco potrebbe dirci su differenze di osservazione verso terra in base alla differenza di quota di +/- 20 chilometri, e se c’è una differenza sostanziale nel campo di vista di MiniEUSO.
(Un caffè sospeso per il Dottor Casolino, grazie.)
boh, 3 km non dovrebbero camiare per niente. loro volano a quella altezza per ridurre al massimo l’effetto delle radiazioni, ma 3km sono microsopici
questo e’ un vecchio video ma in scala con i dati di pamela che da’ un po’ un’idea delle gradezze in gioco
Marco, sono d’accordo sui 3 km, ma che succede per 20 km?
Nel paper citato da @Raffaele_Di_Palma si vede in effetti quell’aumento repentino della dose, dai 400 ai 420 km di quota, che però non mi sembra venga trattato nella discussione. È qualcosa effettivamente legato all’altitudine, o è invece legato ad altri fattori come la posizione di Altea o qualche evento successo in quelle date?
Dal passaggio dal sito P4 (ancora in US LAB) a quello P5 (Columbus) si vede la variazione già presente prima del cambio di posizione e legata al cambio di quota.
The larger amount of SAA flux measured at P5 (Columbus) is partly due to the altitude and partly due to the lower shielding in the “Z” direction (as mentioned the USLab is to some extent Z-shielded by the truss, vice versa Columbus is out from its protective shadow).
Segnalo (non saprei dove ho scelto di farlo qui) un comunicato stampa di Roscomos dove si notifica la raggiunta indipendenza nelle comunicazioni dai sistemi USA per copertura H24 a larga banda mediante i satelliti della costellazione Luch
Non so se attinenti alla EVA51 o sia una roba che avevamo già e che adesso, per le tensioni dovute all’Ucraina, i russi tengono a ribadire
Personalmente, credo si tratti di un indipenenza nella trasmissione dati, in previsione della messa in piena operatività di Nauka e delle sue piattaforme esterne.
Probabile anche per il controllo da remoto di ERA?
La EVA 51 ha fondamentalmente preparato l’esterno di Prichal all’accesso per le attività exraveicolari (maniglie e corrimano) ed attivato le sue capacità a fungere da porta di docking per le navette Sojuz/Progress (antenne Kurs e bersagli ottici)
a quelle altezze cambia molto la dose con l’altitudine se vedi il grafico sotto (da space missions analysis and design) vedi che e- in pratica quasi verticale (cioddetto avrei scommesso che era molto di meno)
Stamane, verso le 08:56 in Italia, l’orbita della Stazione Spaziale Internazionale ha ricevuto una spintarella dai propulsori del veicolo cargo Progress MS-18 che si trova in coda al segmento russo, più precisamente agganciato al modulo Zvezda. In attesa che il Centro di Controllo Missione di Mosca elabori i nuovi parametri orbitali, il reboost odierno (il secondo del 2022) ha posto le condizioni balistiche per il lancio della Sojuz MS-21 (18 marzo) e il rientro della Sojuz MS-19 (30 marzo).
Come dicevo, i propulsori della Progress MS-18 si sono accesi alle 2022-02-08T07:56:00Z per poi spegnersi 142,3 secondi più tardi. Grazie al consumo di una parte del propellente della Progress, il laboratorio orbitante ha aumentato di 0,26 m/s la sua velocità e di 450 metri la sua altitudine. I nuovi parametri orbitali sono dunque i seguenti:
Periodo orbitale: 92,86 min;
Inclinazione orbitale: 51,66 gradi;
Altezza minima dell’orbita (perigeo): 415,26 km;
Altitudine massima dell’orbita (apogeo): 439,21 km
Altitudine media: 417,60 km
Quello che vi sto per dire da questo punto in poi non è tutta farina del mio sacco oppure trasposizione dei comunicati ufficiali diffusi sul web, ma c’è comunque della rielaborazione personale. Qualche mese fa un utente del forum di NASASpaceFlight (anik) ha condiviso i suoi appunti in merito ai reboost della Stazione, dalla separazione di Zarja dal lanciatore Proton-K al giorno in cui pubblicò il suo post. Come la stessa Roskosmos ci ricorda, la correzione orbitale odierna è stata la numero 315 nella storia dell’avamposto, la 166 fatta con una Progress. A questo aggiungo che ben 46 Progress diverse hanno operato almeno un reboost, mentre la Progress MS-18 è già a quota cinque a pari merito con altre 6 navette.
Per stuzzicare il vostro appetito, ecco un sintetico riassunto delle 315 correzioni orbitali:
Progress, 46 veicoli, 166 reboost totali di cui
Progress M-26M (58P), 11
Progress MS-14 (77P), 10
Progress M1-7 (6P) e M-21M (53P), 8 ciascuno
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Space Shuttle, 3 orbiter, 53 reboost così ripartiti